L’insorgenza – IL LINGUAGGIO DELLA SALUTE (Ep. n. 7)

L’insorgenza

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Trascrizione

Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al linguaggio della salute.

Oggi un episodio dedicato ad un semplice termine: insorgenza.

Non voglio dire che quando si usa questo termine si parli solo di salute, ma quasi.

Vediamo come si usa.

Innanzitutto l’origine del termine.

Il termine “insorgenza” deriva dal verbo “insorgere“, che a sua volta ha origine dal latino “insurgere”, composto da “in” e “surgere” (che significa sorgere, alzarsi). Quindi, letteralmente, “insorgenza” indica l’atto di sorgere o alzarsi all’interno di qualcosa. Nel contesto della salute si riferisce ad esempio al sorgere di sintomi o di una malattia.

Infatti quando si parla di “insorgenza” in campo medico, ci si riferisce al momento in cui una malattia o un disturbo inizia a manifestarsi o a svilupparsi nel corpo di una persona. Ad esempio, si potrebbe dire:

L’insorgenza dei sintomi dell’influenza è avvenuta improvvisamente dopo che la persona è stata esposta al virus.

La parola “insorgenza” può anche essere utilizzata in contesti più generali per indicare l’inizio o l’origine di qualcosa, ma nell’ambito della salute è comunemente associata al manifestarsi di una condizione patologica.

Il verbo insorgere come vedremo ha più significati, e in questo senso significa manifestarsi improvvisamente, per lo più di fatti spiacevoli o dannosi, non solo malattie quindi.

Es:

Si spera che non insorgano nuove difficoltà.

Si usa anche in questo modo:

Es:

L’insorgere di complicazioni.

Che è proprio come l’insorgenza di complicazioni.

Es

Bisogna assolutamente evitare l’insorgere di complicazioni.

Insorgere è quindi molto simile a nascere, emergere, sorgere, nel senso che tutti questi verbi possono usarsi per descrivere un’azione di venire fuori o di manifestarsi.

Nascere” ha un uso più specifico che si riferisce al momento in cui un essere vivente viene alla vita. Comunque sia nascere che sorgere si possono usare anche con i problemi, le complicazioni, o le complicanze, termine quest’ultimo molto usato in ambito medico quando si aggrava una malattia o quando insorgono problemi di salute.

Le complicanze, come le complicazioni, si riferiscono a eventi o circostanze che rendono una situazione più difficile o problematica.

Vediamo qualche esempio di utilizzo del termine insorgenza e del verbo insorgere in ambito medico.

L’Insorgenza di sintomi si riferisce al momento in cui i sintomi di una malattia o di un disturbo iniziano a manifestarsi. Ad esempio:

L’insorgenza improvvisa di febbre alta potrebbe indicare un’infezione virale.

L’Insorgenza di complicazioni si riferisce al momento in cui compaiono complicazioni in seguito a una malattia o a un intervento medico.

Ad esempio:

L’insorgenza di complicazioni dopo l’intervento chirurgico ha reso necessario un trattamento aggiuntivo.

LInsorgenza di una patologia si riferisce al momento in cui una malattia o un disturbo comincia a manifestarsi o a essere diagnosticato.

Ad esempio:

L’insorgenza precoce della malattia di Alzheimer può essere difficile da diagnosticare.

L’insorgenza di reazioni avverse si riferisce al momento in cui si verificano reazioni indesiderate a farmaci o trattamenti medici.

Ad esempio:

L’insorgenza di reazioni avverse alla chemioterapia può richiedere una modifica del piano di trattamento.

Anche la febbre può insorgere. È il momento in cui la temperatura corporea di una persona aumenta, indicando la possibile presenza di un’infezione o di un’altra condizione medica. Ad esempio:

La febbre è insorta improvvisamente dopo che il paziente è stato esposto a una fonte di infezione.

Questa è l’insorgenza della febbre.

Un’altra cosa che può insorgere sono le allergie: è quando il corpo reagisce in modo eccessivo a sostanze normalmente innocue, scatenando una risposta allergica che può causare sintomi come prurito, gonfiore o difficoltà respiratorie. Ad esempio:

Dopo aver consumato un nuovo cibo, il bambino ha manifestato improvvisamente una reazione allergica che è insorta in pochi minuti.

In generale, “insorgenza” e “insorgere” vengono utilizzati in ambito medico per descrivere il momento in cui qualcosa inizia a verificarsi o a manifestarsi, come sintomi, complicazioni, patologie o reazioni avverse.

Come detto si usano anche fuori dall’ambito medico. Infatti anche i dubbi possono insorgere, ma più spesso si usa il verbo sorgere o nascere o venire, in caso di dubbi. Nel caso di problemi o complicazioni qualsiasi, ugualmente l’uso di insorgere va bene ma sembra troppo formale. Anche in questo caso è più frequente l’uso di sorgere, nascere, arrivare.

Quanto al verbo insorgere, fuori dall’ambito medico è spessissimo usato nel senso di intraprendere azioni violente. Parliamo spesso di insurrezioni popolari. In questo caso spesso è il popolo che insorge contro qualche decisione del governo.

Le insurrezioni hanno però spesso a che fare con la violenza, non si parla in genere di insurrezioni come manifestazioni pacifiche a meno che non si voglia dare più enfasi ad una notizia.

Una insurrezione quindi è spesso (non sempre però) un moto violento e deciso di protesta o di ribellione.

Insorgere quindi sta, in questo caso, per ribellarsi contro qualcuno o qualcosa.

Es:

Gli imprenditori italiani insorgono contro le decisioni del governo.

I membri dell’associazione Italiano Semplicemente insorgono contro la decisione del presidente di raddoppiare la quota di iscrizione.

Nonostante il verbo insorgere si usi anche in questo modo, c’è da dire che il termine insorgenza non si usa mai parlando di insurrezioni e quindi di reazioni violente della gente. L’insorgenza fa subito venire in mente ai sintomi di una malattia, a delle reazioni ad un farmaco, all’insorgenza di lividi, all’insorgenza di fibrillazione, di una patologia, di tumori, di brufoli, di carie ai denti, di ictus, di anemia, di depressione, di febbre e di allergie.

È chiaro che non si tratta mai di belle notizie quando c’è di mezzo l’insorgenza.

È tutto per oggi. Al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al linguaggio della salute.

851 Elucubrazioni e pippe mentali

Elucubrazioni e pippe mentali (scarica audio)




Trascrizione

Vi capitano mai persone che fanno ragionamenti pieni di domande e ipotesi?

È perché lui mi ha detto così?

Forse voleva dire questo?

O forse il motivo è un altro?

Non è che ha qualcosa da nascondere?

Ha detto sì, ma se invece voleva dire no?

Molte volte mi capita di dire a questo tipo di persone, amici, parenti o colleghi, io che sono un tipo abbastanza semplice, una frase particolare:

Non fare troppe elucubrazioni mentali!

Perché fai così tante elucubrazioni?

Elucubrazioni è una parola che tutti gli italiani conoscono. Ha un uso abbastanza frequente in contesti familiari.

Si tratta di una “elaborazione condotta con meticolosità“.

Questo dice il dizionario.

Detto in altri termini, se una persona fa delle elucubrazioni (si usa il verbo fare), allora significa che sta pensando troppo, sta facendo pensieri molto, troppo elaborati su una questione.

Chi invece non fa elucubrazioni, prende decisioni senza elaborare troppo i pensieri, senza fare troppe ipotesi, senza aggiungere cose e appesantire una questione con domande inutili.

Inutili ovviamente per chi crede che fare il contrario sarebbe elucubrare eccessivamente sulla questione.

Eh già, esiste anche il verbo elucubrare: riflettere in modo inutilmente elaborato.

Quasi sempre si parla di “elucubrazioni mentali”.

Se andiamo a vedere l’origine del termine, elucubrare significa “comporre alla luce di una lanterna”.

La cosa non ci aiuta a capire più di tanto.

Per usare correttamente il termine elucubrazione, dovete porvi nei panni di una persona semplice, pragmatica, o che ha le idee molto chiare e dunque non ha mai né voglia né tempo per pensare troppo.

Es:

Con tutte queste elucubrazioni stai complicando troppo il problema.

Perché fai tutte queste elucubrazioni mentali?

A dire la verità, ci sono dei modi ancora più familiari e confidenziali per esprimere lo stesso concetto.

Mai sentito parlare delle pippe mentali?

C’è chi le chiama masturbazioni mentali, chi pippe mentali, chi seghe mentali.

Sono espressioni idiomatiche e siamo anche al limite della volgarità perché pippe e seghe non sono altro che due termini volgari che indicano la masturbazione maschile.

Farsi le pippe mentali e farsi le seghe mentali sono dunque due modalità familiari per esprimere il concetto di elucubrazione mentale.

C’è da dire però che quando parliamo di seghe o pippe mentali, aumenta l’intensità e anche la negatività verso di sé di questi pensieri, che diventano ossessivi e ricorrenti.

Si parla di immagini delle più negative che una persona crea nella propria mente. Queste sono le seghe mentali.

Questa negatività è esagerata e porta a tormenti e angoscia.

Pensieri ricorrenti: significa che questi pensieri si manifestano o si ripetono periodicamente nel tempo: ricorrono nel tempo, cioè si ripetono nel tempo.

Una pippa mentale è pertanto una serie di elucubrazioni ossessive, ricorrenti e negative.

Accusare una persona di farsi troppe pippe mentali (si aggiunge spesso “troppe” ma non ce ne sarebbe neanche bisogno) non è comunque necessariamente da interpretare come un insulto o un’accusa.

Può anche essere un consiglio di un amico.

Si tratta comunque di una espressione informale, quindi non la usate con persone con le quali non avete la necessaria confidenza.

In tali casi sempre meglio, se proprio dovete, usare il termine elucubrazioni, che comunque ha il senso di “pensieri inutili e troppo elaborati” e pertanto può ugualmente risultare troppo confidenziale.

Allora più sicuro dire frasi tipo:

Perché farla così complicata?

Non è che rischiamo di complicare inutilmente la situazione?

Secondo me non è il caso di fare troppe ipotesi e farsi troppe domande.

Ma non facciamo prima a chiedere anziché avere tutti questi pensieri?

Un’altra differenza tra le elucubrazioni e le masturbazioni mentali è che con le elucubrazioni si usa come abbiamo visto il verbo “fare”, mentre con le pippe mentali si usa “farsi”, quindi il verbo fare nella forma riflessiva (d’altronde le masturbazioni sono una cosa personale, no?).

Adesso ripassiamo.

Mary: sapete cosa mi fa sempre bene? Leggere i ripassi dei nostri amici qui nell’associazione Italiano Semplicemente. Non sono mica il professore qua, ma quando assisto ai miglioramenti degli altri provo un certo non so che di appagante.

Anthony: non mi fa specie affatto il tuo sentimento di soddisfazione, perché ciascuno di noi, attraverso la nostra partecipazione, apporta benefici al gruppo.

Irina: Quindi stai dicendo proprio tu, lo studente di italiano per eccellenza che noi ti diamo manforte pure noi con la nostra partecipazione? Ma ti pare!

Marcelo: ma, dico io, è possibile mai che non passa un giorno in cui non fai il ruffiano con Irina? Uno che è uno!

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Gli esercizi per questo episodio sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (LOGIN)

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