La svista e il refuso (ep. 965)

La svista e il refuso (scarica audio)

Trascrizione

Avete mai avuto una svista?

Sicuramente si. Fidatevi!

Capita a tutti di avere delle sviste.

Sicuramente molti di voi stranieri sanno già cos’è una svista, e allora vorrà dire che questa spiegazione è solo per chi non la conosce.

Datemi giusto il tempo di qualche minutino.
La parola “svista” indica un errore o una dimenticanza involontaria, non intenzionale.

Si riferisce a situazioni in cui qualcosa è sfuggito all’attenzione.

È spesso usata per descrivere errori leggeri o piccole mancanze che potrebbero essere facilmente corrette.

Termini simili includono “distrazione” e “refuso“. “Distrazione” indica una momentanea perdita di concentrazione che può portare (ma non è detto) a un errore o a una dimenticanza.

Ad esempio, una distrazione alla guida può causare un incidente.

In questo caso non si usa generalmente il termine “svista” che normalmente si utilizza per giustificare un errore, che non è stato quindi dovuto a scarse conoscenze o a ignoranza oppure per dire che l’errore non è stato volontario, che non l’hai fatto apposta.

Oh, non c’era il tuo nome tra gli invitati? Che svista imperdonabile, scusami!

Il refuso invece è un errore esclusivamente di digitazione, cioè quando si scrive un testo.

Scrivendo l’indirizzo di casa ho avuto una svista e ho dimenticato di indicare il numero civico. Poi ho fatto anche un refuso e ho scritto “zia” al posto di “via”.

A causa della mia distrazione, ho lasciato le chiavi dell’auto dentro casa e ho chiuso la porta.

Le differenze tra questi termini sono sottili:

Svista” si concentra su errori o omissioni accidentali e non intenzionali.
Distrazione“, oltre ad una caratteristica che può essere associata ad una persona, può evidenziare un momento in cui l’attenzione è scivolata via, portando a un errore o una trascuratezza.

Refuso” invece si riferisce a un errore tipografico o di stampa che si verifica durante la scrittura e quindi è specificamente legato a errori di scrittura o stampa.
Es:

Ho notato un refuso nell’articolo che ho scritto; c’era una lettera mancante in una parola chiave.

Hai scritto un articolo sui monumenti di Roma e hai dimenticato di citare il Colosseo? Una svista non di poco conto. Questo non è refuso.

La svista sembra avere a che fare con la vista, infatti ha una somiglianza fonetica con “vista”, ma in realtà non è sempre direttamente legata ad essa.

Svista” si può usare anche al posto di refuso, quindi per errori di disattenzione nella scrittura, ma la svista ha un uso più ampio.

Pur non essendo necessariamente legato alla vista, si usa anche per indicare un errore compiuto per non aver visto, notato qualcosa di importante.

L’arbitro ha avuto una svista decisiva non concedendo il calcio di rigore. Il rigore era evidente ma l’arbitro non l’ha visto.

Anche le sviste arbitrali sono errori non intenzionali (si spera almeno).

Stai attento se vai in Slovenia, perché li non ci sono caselli autostradali dove è obbligatorio fermarsi per pagare. Non è come l’Italia e altri paesi. Per andare In autostrada in Slovenia bisogna comprare un abbonamento che si chiama “vignetta”. È tutto controllato con le telecamere. Attento perché questa svista potrebbe costarti 300 euro di multa.

C’è stata una riunione mondiale di professori di italiano, ma non sono stato invitato. Spero si tratti solamente di una svista!

Spesso si parla di grave svista, come nel caso degli errori arbitrali o quando in una legge manca una parte ritenuta importante che è stata dimenticata per errore.

Un ultimo esempio:

Sapete che i colori della bandiera italiana sono gli stessi di quella ungherese? La differenza è che i colori italiani sono affiancati verticalmente, mentre quelli ungheresi sono affiancati in senso orizzontale.

Ebbene, è capitato più volte nello sport di fare l’errore di confondere una bandiera con l’altra. Certamente si tratta di sviste, perché non c’è volontarietà. Una distrazione come quella di cui sopra può costare caro.

È accaduto alla Ferrari, nel ciclismo e chissà quante altre sviste di questo tipo sono capitate.

Va detto che con la svista bisogna usare il verbo avere e non “fare”.

Si può fare un errore, ma non si può fare una svista.

Invece si può “avere una svista” , proprio come avere una dimenticanza o avere una distrazione.

Questo episodio non contiene un ripasso finale come sono solito fare in genere, ma non è una svista. Infatti avrete notato che c’è qualche citazione di altri episodi all’interno del testo di questo episodio.

Ciao a tutti e al prossimo episodio di italiano semplicemente.

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Armi di distrazione di massa – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 26)

Armi di distrazione di massa (scarica audio)

Indice degli episodi della rubrica dedicata alla politica

armi di distrazione di massa

Trascrizione

Giovanni:
Oggi, per la rubrica dedicata alla politica italiana, parliamo delle armi di distrazione di massa.

Un’espressione che è derivata dalle “armi di distruzione di massa” (con la lettera u al posto della a). La frase di oggi si usa abbastanza spesso in ambito di comunicazione su questioni politiche.

Il termine “armi“, lo sapete, è il plurale di “arma“: un’arma, due armi.

Un’arma è un qualsiasi oggetto di cui ci si può servire come mezzo materiale di offesa o di difesa, cioè per colpire o per difendersi.

In genere si tratta comunque di uno strumento fabbricato appositamente per la guerra, per la difesa personale, o anche per la caccia o per lo sport (il “tiro a segno”). Parliamo quindi di armi come la pistola, il fucile, il coltello ecc.

Le armi di distruzione di massa sono quelle che distruggono, quindi quelle più potenti, che permettono di colpire e uccidere tante persone, di distruggere persino l’intera umanità. Per “massa” si intende proprio questo. Parliamo di armi come la bomba atomica, le armi biologiche, le armi chimiche e quelle radiologiche.

Il concetto di massa lo troviamo anche nei mezzi di comunicazione di massa, come la tv e la radio, che sono dei mezzi, cioè degli strumenti, dei modi per comunicare con una grande quantità di persone.

Ma perché armi di distrazione? In questo caso non si vuole distruggere nessuno. Piuttosto, si vuole distrarre qualcuno da qualcosa.

Mi spiego meglio.

Le distrazioni sono cose che distraggono. Il verbo è “distrarre“, un verbo che si può usare in modi diversi. Può significare svagarsi, divertirsi, quindi possiamo dire che quest’estate intendo distrarmi un po’ più del solito. Il senso è quello di non pensare al lavoro, quindi di spostare la mia attenzione su cose meno impegnative e divertenti se possibile.

Il secondo senso è perdere l’attenzione. Perdere la propria attenzione, deconcentrarsi, che se vogliamo è lo stesso significato di prima, ma qui intendiamo non una distrazione al fine di divertirsi, ma nel senso di non riuscire più a restare concentrato su qualcosa. Posso dire ad esempio che mi sono distratto durante la lezione di italiano e ho perso una parte della spiegazione.

Qui, e anche prima, ho usato il verbo distrarre in senso riflessivo (distrarsi), ma si può comunque dire che ho distratto un amico, che quindi non è riuscito a stato attento durante tutta la lezione. Si è deconcentrato. Nel caso del divertimento invece non si può usare che in senso riflessivo. Al massimo posso dire che ho aiutato un amico a distrarsi dopo una settimana di intenso lavoro.

Si può indicare la cosa dalla quale ci si distrae. Si usa la preposizione “da” a questo scopo:

Distrarsi dal lavoro, distrarsi dalla lezione:

Come non distrarsi dal lavoro se il proprio ufficio si affaccia su piazza di Spagna?

Gli studenti, se c’è rumore, potrebbero distrarsi dalla lezione

In teoria poi, anche lo sguardo si può distrarre.

Distrarre lo sguardo è esattamente come distogliere lo sguardo, che significa allontanarlo da qualcosa o qualcuno perché c’è altro che ha attirato la nostra l’attenzione. Al posto di sguardo posso usare anche l’attenzione.

Si usa soprattutto in senso figurato. Posso quindi dire che:

Quando si guida non si deve distrarre lo sguardo (l’attenzione) dalla strada.

Ma anche:

Non bisogna distrarre lo sguardo (l’attenzione) dalle questioni importanti della vita

Tornando alle “armi di distrazione di massa“, c’è qualcuno che vuole distrarre una massa di persone. Ma in che senso? Non si parla di far divertire una grande quantità di persone, ma si tratta di indurre, provocare una distrazione di massa, nel senso che qualcuno vuole che le persone di una intera nazione, ad esempio, distolgano lo sguardo, distraggano lo sguardo (in senso figurato), quindi spostino la loro attenzione da delle questioni.

In poche parole, usare delle armi di distrazione di massa è un gioco di parole per dire che in politica spesso c’è la volontà di fare in modo che la massa, cioè il popolo, i media, i giornalisti, i giornali eccetera, non parlino di alcune questioni, ma distraggano l’attenzione su altre questioni, spostino l’interesse su questioni meno importanti, diverse, meno scottanti, meno pericolose per il governo ad esempio.

Ad esempio, qualcuno definisce alcune trasmissioni televisive, molte seguite dalla massa, delle armi di distrazione di massa, perché in questo modo la massa non vede il telegiornale e così non si accorge di alcune decisioni politiche o dell’andamento dell’economia.

Se in TV vediamo che è un continuo parlare di questioni private del presidente del consiglio o di altri personaggi politici anziché parlare dell’emergenza energetica, della povertà che aumenta, dell’aumento dei prezzi e della disoccupazione, allora qualcuno potrebbe dire che si stanno utilizzando delle armi di distrazione di massa, per distrarre la massa, per spostare l’attenzione dalle questioni importanti, dirigendola su argomenti e notizie frivole, attraenti ma molto meno importanti in generale.

Le domande e le risposte su questo episodio sono disponibili ai soli membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

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