La nomea (ep. 966)

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la nomea

Trascrizione
Voglio continuare a parlarvi di reputazione. Se è vero, come è vero, che oggi dipendiamo sempre di più dall’approvazione di chi ci circonda, ne vale la pena.

Nell’ultimo episodio infatti, pur non avendo parlato esplicitamente di reputazione, abbiamo visto i due verbi stigmatizzare e biasimare e vi ho spiegato che le stimmate, in senso figurato, sono una sorta di etichetta.

L’etichetta è, simbolicamente, qualcosa che identifica, serve a dare un’idea.

Entrambi i verbi sono legati all’idea di giudicare o categorizzare qualcosa o qualcuno in modo negativo, e quindi sono collegati all’uso di etichette.

Se questa etichetta la attacchiamo su una persona (sempre simbolicamente), come se fosse un abito per indicarne il prezzo e il materiale di cui è fatto, stiamo infatti giudicando questa persona.

Col tempo, se questa etichetta ha funzionato, possiamo dire che questa persona si è fatta una nomea.

Farsi una nomea significa farsi una reputazione negativa. Se ne è parlato anche nella lezione n. 17 di Italiano Professionale. In quell’occasione abbiamo visto insieme il concetto di reputazione nel mondo del lavoro.

La reputazione, in generale, può essere sia positiva che negativa. La nomea però esprime quasi sempre un’etichetta negativa e si usa maggiormente al di fuori del lavoro.

Se in passato ci si fa una nomea per qualche motivo, non è mai qualcosa che ci giova, che ci procura in vantaggio, perché evidentemente si è stati protagonisti di qualche vicenda che ci fa ricordare in un certo modo.

Spesso quando una persona si fa una nomea, c’è poi più di un episodio negativo che la riguarda. Questi episodi negativi sono simili, dello stesso tipo.

Come dicevo esiste sia la cattiva nomea che, più raramente, la buona nomea, e questo solitamente riguarda le persone. Ma può riguardare anche altro.

Es:

Questo ristorante ha una buona nomea.

Conosco un ragazzo che godeva di una buona nomea tra le ragazze per le sue qualità e tutte lo volevano sposare.

Ci sono alcuni quartieri di Roma che sono poco visitati dai turisti perché risentono di una cattiva nomea.

In giro si dice che sei una persona poco affidabile. spiegami un po’ come hai fatto a farti questa cattiva nomea!

Fortunatamente abbiamo questa nomea di essere gentilissimi con i clienti.

La nomea è quindi semplicemente una versione più informale di “reputazione” e si usa prevalentemente in senso negativo: generalmente una cattiva reputazione; una reputazione comunque legata a una specifica caratteristica. In genere si puntualizza il tipo di nomea, se non è scontata.

Si usa “farsi una nomea” come ad indicare che una persona che ha una nomea, se l’è fatta da sola, quindi è colpa sua, perché ha fatto qualcosa di sbagliato in passato.

Anche i verbi godere, acquistare e circondare si usa spesso:

Godere di una buona nomea

Godere di una cattiva nomea

Hai acquistato la nomea di incompetente a forza di fare lavori superficiali.

Lo squalo, per colpa di qualche film, è circondato da una cattiva nomea.

Una volta fatta una nomea, non è affatto facile far cambiare idea alle persone. Questo vale sia quando questa cattiva reputazione riguarda le persone sia quando riguarda un prodotto o un’azienda. Le recensioni negative di un ristorante poco pulito, ad esempio, contribuiscono ad esempio a creare una nomea negativa impossibile da cancellare.

Anche “farsi un nome” si utilizza, ma in questo caso la reputazione è prevalentemente positiva.

Es:

Ti sei fatto un nome in ospedale, caro dottore, ed adesso sfruttalo e apri uno studio privato, cosa aspetti?

Altri possibili sinonimi di nomea, sono fama, rinomanza, notorietà, termini meno informali. Fama è usato in senso positivo e negativo, mentre rinomanza è più adatto a evidenziare delle qualità. Lo stesso vale per notorietà.

Ubaldo ha la fama di essere una persona pericolosa.

Adesso che hai raggiunto la fama desiderata, puoi iniziare a firmare autografi

La notorietà che ti circonda ormai ti rende riconoscibile in tutto il mondo

Nei ristoranti più rinomati di Roma si paga molto per mangiare.

Adesso ripassiamo.

E voi amici, avete una nomea particolare o siete rinomati o famosi per qualche vostra caratteristica? Quanto a me, mi sono fatto la nomea di una persona che non rispetta le promesse. Questo voleva e doveva essere un episodio della durata di 2 minuti… ma che volete: per spiegare ci vuole del tempo!
Rafaela: mio malgrado, devo dire che mi chiamano la maestra della fuffa vista la mia abilità di arricchire anche le storie più banali. trasformando ogni dettaglio in una avventura.

Ulrike: a me invece mi chiamano la regina del diktat: Con il mio approccio autorevole e deciso, ho guadagnato fama come leader incontestabile, emettendo diktat che stabiliscono la direzione da seguire.

Anne Marie: a me mi ricordano tutti come l’Incorreggibile ottimista: A suo tempo infatti, quando lavoravo, mostravo una naturale inclinazione a vedere il lato positivo di ogni situazione.

Irina: io sono noto, presso la mia azienda, come la “Svezzatrice“: lo devo alla mia dedizione nel guidare e formare le nuove leve, e sono sempre pronto a condividere conoscenza e esperienza con i nuovi arrivati.

Paul: che dire di me? Ho saputo che gli amici mi chiamano l’artista dellatresca! Si dice che io abbia una certa propensione per intrighi e relazioni complicate.

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