884 Alle perse

Alle perse

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Indice degli episodi

Trascrizione

In questo episodio vorrei parlare della locuzione “alle perse“. C’è il verbo perdere.

Come punto di partenza vi dico che abbiamo già incontrato una espressione simile: “perso per perso“. Anche qui c’è il verbo perdere.

Ho detto simile ma non uguale, infatti le due espressioni non hanno lo stesso significato.

“Perso per perso”, come abbiamo visto, indica una situazione in cui è bene fare qualcosa che può portarci dei benefici, considerando che in ogni caso l’obiettivo principale è stato fallito. Questo è molto importante.

Quindi siamo di fronte ad una una situazione ormai compromessa e allora si cerca di ridurre i danni, perché comunque non costa nulla: bisogna quindi salvare il salvabile e minimizzare il danno.

Invece se usiamo “alle perse”, siamo in una situazione simile, ma non è detto che abbiamo una situazione del tutto compromessa. C’è un’ultima possibilità. Ancora possiamo salvare il nostro obiettivo principale.

Abbiamo anche visto un’altra espressione molto simile: “extrema ratio“, che però non è informale come “alle perse“. “Alle perse” spesso somiglia molto a “al limite“, e anche a “tutt’al più“. Alle perse è simile ma tra le altre cose è molto più informale e si usa quasi esclusivamente come modalità colloquiale. Come abbiamo detto anche nell’ultimo episodio, anche “male che va” è informale e più o meno equivalente.

Si apre la strada ad una possibile alternativa, proprio come “al limite”, “tutt’al più” eccetera, ma stavolta si tratta di un’ultima opzione, che si può usare quando e se le altre non dovessero funzionare, come se ci trovassimo in una situazione di emergenza e cercassimo di limitare i danni.

Non possiamo usare di conseguenza “alle perse” in senso positivo (es: “bene che va”, “nella migliore delle ipotesi”) perché il termine “perse” sta ad indicare che le altre possibilità sono “perse”, cioè sfumate, “andate” e quindi non possono più essere utilizzate, non sono più soluzioni reali. Resta in pratica solo un’ultima opzione.

Vediamo qualche esempio:

Sulla terra non c’è più rimasto più nessun uomo. Solo donne.

Una donna commenta:

Non c’è più nessun uomo. Peccato perché adesso, alle perse, mi sarei accontentata anche di mio marito.

Quindi questa donna (molto spiritosa), considerando che suo marito sarebbe stato l’unico uomo sulla faccia della terra, come ultima possibilità sarebbe stata felice anche di avere suo marito. Sempre meglio che niente!

Di solito si prospetta una situazione limite in cui resta solamente una possibile scelta.

Un secondo esempio:

Domani abbiamo la conferenza in cui dobbiamo presentare tutti i numeri del bilancio dell’azienda. C’è stato però un attacco hacker e potremmo aver perduto tutti i nostri dati. Proveremo ugualmente a presentare i nostri dati. Alle perse, potremmo far ricorso alla nostra ottima memoria!

Irina: ciao a tutti. Attualmente mi trovo in Calabria e sono ben 22 gradi.

Edita: beata te Irina, io sto finendo un lavoro e, tra l’altro, sono ancora a carissimo amico.

Rauno: in Finlandia fanno quattro gradi sotto lo zero. Manco fossimo agli antipodi….

Marcelo. Per fortuna qua in Uruguay siamo in estate e il tempo é bellissimo! E’ pressoché impossibile che il tempo ci giochi un brutto scherzo, ma se dovesse minacciare pioggia, appena vediamo la mala parata andiamo a fare bisboccia al riparo a casa mia!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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268 – Perso per perso

Audio

Trascrizione

Giovanni: L’espressione che vi spiegherò oggi è “perso per perso“, che si utilizza informalmente in situazioni  negative, quando le cose vanno male e allo stesso tempo c’è ancora qualcosa che possiamo fare per ridurre i danni, quindi.

Facciamo qualche esempio di situazioni negative, un esempio di cose che vanno male; anzi, forse dovrei parlare di una situazione ormai compromessa.

Quando una situazione è compromessa vuol dire che non c’è niente da fare per salvarla.

Ecco il primo esempio:

Mi ha detto il professore che non riuscirò a superare l’esame. Allora, perso per perso, scherziamoci su.

Quindi, visto che non riuscirò a superare l’esame, cioè considerato il fatto che che non riuscirò a superare l’esame, a questo punto, tanto vale che che ci scherziamo sopra.

Perso per perso” però è più immediata come espressione: ma perché si dice “perso per perso”?  Il motivo risiede nel fatto che questa strana locuzione si usa per confrontare le due situazioni: in questo caso la prima situazione è l’esame che non sarà superato (magari con conseguente tristezza) e l’esame che non sarà superato ma con uno stato d’animo positivo. In entrambi i casi la situazione è negativa, cioè abbiamo “perso”, quindi “perso per perso” indica che abbiamo perso in entrambi i casi.

Come a dire: almeno ridiamoci su, almeno scherziamoci sopra, tanto, perso per perso, non vale la pena arrabbiarsi o essere tristi.

Che faccio, ci vado a fare l’esame? Il professore mi ha detto che sarò bocciato.

Certo, perso per perso non ti costa niente provare.

Questa situazione negativa è probabilmente irrimediabile, e allora si cerca di ridurre i danni. Questo è il senso della locuzione.

A dire il vero, talvolta capita di incontrare altre parole al posto di “perso”, ma la frase ha lo stesso identico significato.

In effetti nell’esempio precedente si poteva dire:

Bocciato per bocciato, non ti costa niente provare.

E’ più raro incontrare queste ultime frasi ma può capitare. In alcune occasioni è persino più conveniente usare una parola diversa perché non sempre si tratta di situazioni compromesse, non sempre la cosa è molto negativa. Alla fine dell’episodio vi faccio un esempio su questo tipo di frase alternativa.

Altri due esempi adesso, velocemente:

La squadra della Roma stava perdendo 3-0 e allora, perso per perso, ha cercato almeno di salvare l’orgoglio senza farsi travolgere dall’avversario.

Il paziente stava morendo e allora, perso per perso, abbiamo provato un nuovo farmaco in fase di sperimentazione.

Insomma quando c’è ancora qualcosa da salvare in una situazione “persa” tra virgolette –  meglio dire compromessa – potete usare questa espressione.

Vabbè, abbiamo superato ancora una volta i due minuti, allora, superato per superato, ascoltiamo un bel ripasso delle espressioni precedenti dalle voci dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

  1. Amelia: A Ragion veduta Giovanni, avresti potuto chiamare la rubrica “5 minuti con Italiano Semplicemente”. Sei sempre il solito!
  2. Ulrike: Sei in vena di polemiche?
  3. Sofie: Credo stesse scherzando. Cercava solo di dare il suo quotidiano apporto.
  4. Doris: A maggior ragione dovrebbe evitare certe battutine, no?
  5. E’ una domanda retorica questa?
  6. Io credo di sì, perché la domanda iniziale era proprio fuori luogo!
  7. Vai a capire perché discutiamo spesso in questi ripassi!
  8. Lejla: Possiamo smorzare i toni adesso?
  9. Camille: Ma non è così inutile discutere sapete? Ho trovato il rovescio della medaglia!!
  10. E quale sarebbe? meglio dirlo a scanso di malintesi!
  11. Io lo so: è che il rovescio della medaglia questi ripassi, al di là delle discussioni, non andranno a discapito degli stranieri che ascoltano. Anzi!

Giovanni: Quindi se avessi saputo prevedere che avrei superato sempre i due minuti (a ragion veduta), è vero, avrei potuto chiamare la rubrica in modo diverso. So bene che Amelia non era in vena di polemiche, come ha ipotizzato Ulrike, cioè non aveva voglia di fare polemiche, era solo uno scherzo. L’apporto, cioè l’aiuto, cioè il contributo portato da tutti voi che avete registrato queste frasi è molto importante. A maggior ragione, ha detto Doris, Amelia avrebbe potuto evitare certe battutine, il che significa che proprio perché volava dare un apporto, questo era un motivo in più per non fare polemiche. Non si trattava di una vera domanda, quella di Doris, quindi certamente di una domanda retorica, cioè dalla risposta scontata. C’è chi, come … dice che la polemica iniziale di Amelia fosse fuori luogo, cioè non appropriata, cioè inappropriata e c’è anche chi non si spiega il motivo di queste discussioni (…) e infatti dice: vai a capire perché discutiamo spesso quando facciamo questi ripassi.  Di fronte a questa situazione arriva Lejla, dalla Bosnia Erzegovina, che invita tutti a smorzare i toni, cioè Lejla vorrebbe riportare la discussione su dei toni pacati, senza alzare la voce e senza accusarsi. Alla fine Camille trova un lato positivo però in questa discussione, cioè trova il rovescio della medaglia. E quale sarebbe? A scanso di equivoci, cioè per evitare che qualcuno intenda diversamente, il rovescio della medaglia viene indicato da … che dice che, al di là delle discussioni, cioè a prescindere dalle discussioni, senza pensare alle discussioni, gli stranieri che ascoltano questo ripasso non saranno dispiaciuti, quindi tali discussioni, seppur fossero vere, non sarebbero andate a discapito dell’apprendimento.

L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!