Deliberatamente (ep. 1055)

Deliberatamente

Audio MP3 disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ACCEDIENTRA NELL’ASSOCIAZIONE)

Trascrizione

È interessante notare come “deliberatamente” sembri un avverbio apparentemente semplice, poiché indica, in fondo un’azione volontaria.

Parliamo cioè di qualcosa fatto di proposito, tanto per citare un’espressione che abbiamo affrontato recentemente (parlo di “fare di“).

Possiamo anche parlare di un’azione fatta volutamente, volontariamente, o con intenzione o anche consapevolmente.

C’è di più però, perché “deliberatamente” , benché possa essere sostituito da queste modalità alternative, aggiunge molto spesso qualcosa in più, qualcosa che non c’è, ad esempio, in “volontariamente“.

Si tratta di qualcosa che a un non madrelingua può sfuggire. Per questo ho pensato potesse essere utile approfondire l’uso di questo avverbio.

Deliberatamente” aggiunge un livello di consapevolezza e intenzionalità più forte rispetto a “volontariamente”. Perché più forte? Direte voi.

Allora: qualcosa è stato detto o fatto in modo consapevole e intenzionale, dopo aver pensato attentamente o preso una decisione volontaria. Non basta neanche questo però.

Se una persona fa qualcosa deliberatamente, lo fa intenzionalmente, ma forse è più adatto dire che lo fa premeditatamente.

Anche questo è abbastanza “forte” come avverbio.

Si tratta in genere di atti, quindi di comportamenti, di azioni deprecabili (ne parliamo meglio un’altra volta di questo aggettivo), diciamo negative, offensive, che ad esempio sono contro la morale o che infrangono qualche regola o che arrecano un danno a qualcuno.

Si utilizza generalmente per sottolineare che questa azione non è casuale, che quindi c’è stata l’intenzione, e che di conseguenza l’azione è da condannare o addirittura da demonizzare, tanto per citare un altro episodio.

Vi faccio qualche esempio:

La nave è stata colpita dai missili deliberatamente. Non c’è stato alcun errore. Altro che storie!

Questa frase sottolinea la volontarietà dell’attacco alla nave e si condanna questo attacco.

È un avverbio abbastanza formale come avrete capito.

Una mamma pertanto potrebbe anche dire, in teoria, ai figli di aver rotto deliberatamente i vetri della finestra del vicino di casa, ma indubbiamente preferirà dire che l’hanno fatto apposta o che l’hanno fatto di proposito o intenzionalmente o volontariamente.

I giornalisti e i politici invece usano spessissimo questo avverbio. Spesso si parla anche di “azione deliberata” o “scelta deliberata”.

Ad esempio, leggo su Google news che:

Il gasdotto che collega la Finlandia con l’Estonia potrebbe essere stato deliberatamente danneggiato.

Secondo questo giornalista quindi potrebbe trattarsi di un atto deliberato, quindi volontario, voluto e causato intenzionalmente da qualcuno.

Possiamo usarlo anche nello sport in caso di gravi infortuni. Ma attenzione.

Ad esempio, potremmo dire che un giocatore ha deliberatamente commesso un fallo grave in un’azione di gioco.

Tuttavia, è importante notare che l’uso di “deliberatamente” in situazioni di infortuni nello sport potrebbe implicare un’intenzione di causare danni, quindi va usato con cautela per evitare fraintendimenti. Se lo usiamo significa che il calciatore che ha commesso il fallo voleva far male all’avversario.

Un altro esempio potrebbe essere qualcuno che deliberatamente ignora una richiesta urgente di aiuto da parte di un amico.

In questo caso, “deliberatamente” suggerisce che la persona ha preso una decisione consapevole di non aiutare, nonostante fosse pienamente in grado di farlo e nonostante sapesse le conseguenze potenziali che potevano conseguire dalla mancanza di aiuto.

Anche “volutamente” si usa in genere per sottolineare azioni volontarie da condannare, ma l’intensità è più bassa.

Potrei dire ad esempio che “la mia richiesta è stata volutamente ignorata”. Non è detto che in questo caso ci siano conseguenze drammatiche conseguenti.

Si può dire lo stesso di “intenzionalmente”, che può essere utilizzato per sottolineare la volontarietà e la consapevolezza di un’azione. Anche questo avverbio è meno forte rispetto a deliberatamente.

“Volontariamente” è più innocente come avverbio. Ha spesso una connotazione più neutra o innocua rispetto a “deliberatamente” o “intenzionalmente”. Ciò non significa che non possa essere usato per azioni condannabili.

Es: una moto investe volontariamente un passante che attraversava sulle strisce pedonali.

Tuttavia è sufficiente che ci sia la volontà:

La ragazza si è allontanata da casa volontariamente. Nessuno l’ha costretta.

Il dipendente si è dimesso volontariamente.

Oppure:

L’industria dell’auto sta volontariamente rallentando la diffusione delle auto elettriche

Esiste anche “deliberatezza“, poco usata come parola, a dire il vero, ma stavolta non necessariamente in senso negativo.

Posso parlare ad esempio della “deliberatezza dell’uomo” che descrive il margine di scelta che ognuno di noi ha.

Ad esempio se voglio parlare della scelta che una persona può fare di non avere figli, allora posso dire, anziché “la libertà nella scelta di non avere figli”, “la deliberatezza della scelta di non avere figli”.

Se diciamo invece “la scelta deliberata di non avere figli” o “ho scelto deliberatamente di non avere figli” benché si possa fare senza problemi, sembra quasi di aver commesso un delitto :-).

Adesso ripassiamo qualche episodio passato, sperando che i membri dell’associazione Italiano Semplicemente non decidano deliberatamente di fare gli gnorri. Parliamo delle scelte importanti della vita.

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Segue una breve canzone dedicata all’episodio
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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

Marcelo: Suvvia, animiamoci un po’ per scoprire ognuno le scelte importanti della vita! Per me, e dopo aver riflettuto un po’, scegliere il posto dove abitare è assai importante. Condiziona non solo te, ma anche tutta la famiglia, dalle opportunità di lavoro alla scuola, alle amicizie. Chissà come sarebbe la mia vita se invece di nascere nel mio paese, fossi nato dove sono nati i miei nonni! Vai a capire dove sarei adesso e cosa avrei fatto nella vita. Senza contare che il luogo della riunione annuale dei membri di IS, sarebbe a un tiro di schioppo!

494 Manco a farlo apposta

Manco a farlo apposta (scarica audio)

“Manco a farlo apposta” è un’espressione colloquiale che ha tre diverse forme. Infatti si può sostituire il primo termine manco con neanche o nemmeno.

Manco a farlo apposta

Neanche a farlo apposta

Nemmeno a farlo apposta

Apposta” in questo caso significa con intenzione, deliberatamente, di proposito, con volontà, quindi fare qualcosa “apposta” vuol dire fare questa cosa con la volontà di farla, volendolo fare. Si può dire anche anche “appositamente” al posto di “apposta”.

A volte il termine “apposta” significa anche “per questo motivo“. Ad esempio se dico:

“te l’ho detto apposta”, cioè: te l’ho detto per questo motivo, te l’ho detto proprio per questo.

Altre volte indica qualcosa di adatto, mirato, ma non cambia molto. Se ad esempio vogliamo dire che c’è bisogno di una legge particolare, su un certo argomento, per combattere un certo reato, possiamo dire:

Ci vorrebbe una legge (fatta) apposta!

Cioè: ci vorrebbe una legge proprio per questo motivo, proprio per ottenere questo risultato, proprio su questo aspetto, una legge adatta proprio a questo. Una legge appositamente disegnata per questo aspetto.

Invece “l’ho fatto apposta” sta per “l’ho fatto di proposito“, volontariamente.

Se invece non l’ho fatto apposta, questa cosa dunque è casuale, è il frutto del caso, e accade non perché c’è la volontà, non perché è stato fatto apposta.

Mi hai calpestato il piede!

Scusa non l’ho fatto apposta!

Questa risposta viene data quando non è evidentemente molto chiaro se un fatto è la conseguenza di una volontà oppure no.

Non l’ho fatto apposta” significa “non l’ho fatto volontariamente“.

In circostanze simili, quando cioè non è del tutto chiaro quando un evento, un fatto, è fortuito, casuale oppure no, si può usare l’espressione “manco a farlo apposta”.

Però in questo caso non ci stiamo scusando con nessuno, e ciò che è accaduto non è un fatto negativo per nessuno in genere.

Semplicemente facciamo notare, con questa espressione, che qualcosa è accaduto in modo fortuito o casuale, quando questa casualità non è chiarissima. Potrebbe sembrare invece ci sia una pianificazione.

Somiglia molto all’espressione “guarda caso” alla quale abbiano dedicato un episodio. Non c’è ironia in questo caso e neanche nessun sospetto di falsa casualità. Si sta dicendo che questa cosa che è accaduta non sarebbe accaduta neanche se l’avessimo fatto apposta, neanche se avessimo voluto che accadesse, nemmeno se ci fosse stata una volontarietà, una pianificazione da parte di qualcuno. Quindi c’è stupore che questa cosa accaduta sembri proprio fatta apposta, ma è assolutamente casuale. Una coincidenza in pratica!

Es:

Ieri ho messo le telecamere nel mio giardino e manco a farlo apposta proprio ieri sera dei ladri hanno provato a entrare in casa.

Quindi è successa una cosa casuale, che non sarebbe successa neanche se fosse stata pianificata, neanche se fosse stato fatto apposta. In questo caso sarebbe stato impossibile pianificarlo, tra l’altro.

Ieri non sono andato al lavoro per la prima volta dopo 10 anni e neanche a farlo apposta, proprio ieri c’è stato un grosso incendio nel palazzo dell’ufficio.

Che coincidenza! Si potrebbe dire, e invece è stato tutto frutto del caso.

Stamattina pensavo alla mia ex fidanzata, e manco a farlo apposta la incontro in metropolitana.

Sofie: secondo me pochi animali sono adatti per stare in casa con noi esseri umani. Da bambino ho portato in casa delle rane, e le ho messe nella vasca da bagno. Non ti dico la faccia di mia madre quando è entrata in bagno!

Rafaela: ci credo! Ci sono persone che hanno anche il drago barbuto o anche dei maiali nani. Avete presente?

Lejla: ma ti rendi conto dove arriva la follia umana? Ancora ancora un criceto o un coniglio, ma un maiale! Io non lo so guarda !

Ulrike: ma che sarebbe il drago barbuto? Mi state prendendo in giro?

Hartmut: no, no, è una sorta di lucertolone che cresce fino a quasi diventare un coccodrillo.

Flora: Stando ai dati sembra che ce ne siano parecchi nelle case italiane. Il fatto è che molto spesso non vivono nel loro ambiente ideale. Gli va di lusso se hanno un giardino a disposizione.

Irina: con buona pace degli animalisti.