Ci occupiamo del verbo controbattere, che è composto da due parti: contro e battere. Cosa hanno in comune queste due parti?
La cosa in comune è che siamo di fronte ad un avversario, o ad un nemico.
Gli avversari (nello sport) e i nemici infatti vanno battuti cioè sconfitti, o almeno neutralizzati.
Però anche i nostri avversari e nemici vogliono batterci, e allora noi per non farci battere dobbiamo o possiamo controbattere.
Questo significa controbattere: Rispondere, replicare ai colpi dell’avversario con altri colpi.
Se siamo in guerra si può dire ad esempio (ipotizziamo una guerra tra Germania e Francia):
La Germania controbatte agli attacchi della Francia ricorrendo a dei droni.
Praticamente se parliamo di nemici e di vere battaglie o guerre, controbatTere significa rispondere al fuoco nemico con altro fuoco, o comunque attaccando in qualche modo.
Quando si controbatte a un attacco si fa un cosiddetto contrattacco.
Sia il verbo controbattere che il contrattacco si usano molto anche nello sport.
Come controbattere la tattica del fuorigioco?
Questa frase può anche essere:
Come controbattere alla tattica del fuorigioco?
Vale a dire: come fare per contrastareuna squadra che applica la tattica del fuorigioco? (notate: contrastare la/una/un… e controbattere la oppure anche una/un, a/ai ecc.).
Dopo aver attaccato la Roma, la Juventus si è dovuta difendere dal contrattacco della Roma.
Quando si fa un contrattacco, o quando si parte al contrattacco si controbatte.
Il verbo controbattere si usa però anche in senso figurato nel senso di replicare, rispondere.
Per controbattere quindi non c’è bisogno di avere un vero nemico o un vero avversario, ma è sufficiente avere qualcuno che mi fa un’accusa oppure anche che cerca di sostenere una tesi diversa dalla mia, una persona che un’idea diversa dalla mia.
Posso controbattere a delle accuse cercando di difendermi oppure addirittura accusando a mia volta il mio accusatore.
È simile quindi a replicare e rispondere e, proprio come questi due verbi, anche quando usiamo controbattere spesso usiamo, come visto sopra, la preposizione a.
Bisogna controbattere alle accuse che abbiamo ricevuto. Non possiamo restare in silenzio.
Non so come controbattere a chi mi insulta urlando.
Possiamo usare anche “che“:
Io potrei dire a mia moglie che non dovremmo accontentarci di avere rapporti sessuali solo con il nostro partner. Lei potrebbe controbattere che io avrei dovuto avvisarla prima del matrimonio e non dopo.
Il verbo in questione si usa spesso quando c’è un semplice confronto di idee e non solo uno scambio di accuse.
Certo, quando si controbatte non si tratta di una semplice risposta, perché ci sono sempre idee contrapposte, o obiettivi contrapposti, valori contrapposti, similmente, interessi contrapposti. Questo è importante.
Oltre alla preposizione “a” (per indicare la persona o l’accusa a cui si risponde) e alla ingiunzione “che”, si può anche usare la preposizione “di”, alternativa a “che”:
Lei mi dice che sono uno stupido. Io controbatto di non insultare.
Cioè: Io controbatto che non deve insultare.
Oppure:
Alla mia accusa, Giovanni controbatté che non ne sapeva nulla (o di non saperne nulla).
Potrei coMunque dire:
Rispose che non ne sapeva nulla
Replicò che non ne sapeva nulla
Naturalmente per usare rispondere basta una semplice domanda, non è necessaria una sfida, un confronto o uno scontro.
Replicare è molto simile, ma ha anche altri significati come ad esempio ripetere o eseguire di nuovo (es: replicare una cura) o anche riprodurre, copiare (es. replicare un quadro).
Direi che replicare, quando si usa con senso simile a controbattere, non è esattamente una risposta, ma quando si replica semplicemente si può aggiungere un pensiero in più sull’argomento, senza smentire, contraddire o rispondere direttamente a una domanda.
È un verbo molto usato nei confronti televisivi, soprattutto politici o quando si sostiene un’idea, e molto meno adatto nello sport e anche nel caso di rispondere al fuoco perché in questi casi c’è un vero scontro uno contro l’altro e controbattere è più adatto.
Nel caso di accuse dirette alle quali si risponde, una replica somiglia maggiormente ad una risposta, mentre controbattere implica quasi sempre un contrattacco, quindi replicare è più difensivo o neutro e controbattere è più offensivo. Quando dico “offensivo” non intendo offendere una persona con parolacce e insulti ma offensivo nel senso di attaccare, non solo difendere.
Replicare è più televisivo come verbo. Inoltre se c’è una domanda, poi c’è la risposta, quindi quello e rispondere. La Replica implica un dibattito, un confronto, al limite una sfida, ma più andiamo sulla sfida, sullo scontro, e maggiormente diventa più adatto il verbo controbattere
Molto simile è anche ribattere, che ha vari significati, ma si può usare anche nel senso di controbattere, ma è meno bellicoso come verbo. Rispondere con delle obiezioni, questo è il senso di ribattere.
Un’altra caratteristica di ribattere è che, analogamente a rispondere e replicare, è molto adatto ad essere usato come inciso. Controbattere un po’ meno.
Es:
Se ti dico questo, ribattei/risposi/replicai, ho le mie ragioni.
Ulrike: Adesso ripassiamo e facciamo al contempo un ulteriore esempio.
Albéric: io quindi dovrei adesso trovare un argomento valido per un ripasso? State freschi!
Danielle: capirai, con quasi 800 episodi alle spalle, è impossibile non utilizzarne almeno uno. Per non contare le altre rubriche. A parte Peggy ovviamente che è senz’appello.
Sono parecchi, ognuno con la sua sfumatura di significato. Se avete venti minuti di tempo da dedicarmi li scoprirete tutti.
Un episodio che potete ascoltare più volte se volete. Alla fine faremo anche un esercizio di ripetizione.
Allora, puo cambiare l’intensità, il tono, il contesto, l’emozione.
Solitamente si parla di sport, ma non si vincono e perdono solamente le partite.
Esistono anche le competizioni, le gare, i conflitti, le dispute, gli scontri, i confronti, gli incontri, le battaglie, le guerre, i dibattiti, quindi potremmo parlare anche di politica, di confronti tra uomini, donne, militari, politici e via dicendo.
In moltissimi campi c’è chi vince e c’è chi perde, e vincere e perdere sono sempre i verbi più usati indubbiamente.
La particolarità di questi due verbi è che sono i più generici e quelli che hanno un contenuto emotivo meno intenso.
Per questo motivo ha più senso usarli quando vogliamo dare una semplice comunicazione, quando vogliamo informare. Per lo stesso motivo si usa meno indicando l’avversario e più indicando cosa è stato vinto o perso.
Non è vietato indicare l’avversario, ma conta di più l’informazione che l’emozione:
La Roma vince lo scudetto
Il partito X vince le elezioni.
Il tennista y perde la finale.
Il pugile z ha vinto gli ultimi 20 incontri.
Giovanni ultimamente perde con tutti gli avversari.
La nostra proposta alla fine ha vinto.
La partita è stata vinta con la strategia.
L’Italia ha vinto la coppa del mondo nel 2006
Quando invece voglio dire che la vittoria è avvenuta contro un avversario specifico, posso usare, è questo è ciò che avviene solitamente, il verbo battere.
Se si batte qualcuno si tratta di un avversario.
Si può battere anche un record però.
Non si vince il record, perché il record non è l’oggetto della vittoria, il premio in palio.
Il record si supera, quindi si fa meglio degli altri che ci hanno preceduto. In pratica battendo il record si battono tutti gli avversari.
Verbo molto utilizzato in tutti i campi, il verbo battere.
La Roma batte la Juventus, (normalmente è il contrario),
il ciclista ha battuto tutti i record del mondo,
il politico è stato battuto in un confronto televisivo.
In questi casi si parla sempre di vittoria e di sconfitta, ma si indica il vincitore e lo sconfitto, la squadra vincitrice e quella battuta, vinta, sconfitta.
Il vincitore batte il perdente, mentre il perdente è (o “viene”) battuto dal vincitore.
Passiamo ad abbattere, che sembra simile a battere ma non lo è molto in realtà.
Prima di tutto c’è più intensità, nel senso che, quando uso abbattere per indicare la vittoria contro un avversario, l’essere abbattuto è molto più umiliante che essere battuto.
Possiamo usarlo quando c’è una vittoria netta, schiacciante, indiscutibile, quando cioè il vincitore umilia l’avversario con la propria superiorità; quando chi vince mostra tutti i limiti dell’avversario, che in questo caso viene abbattuto dal vincitore.
Un verbo molto intenso, che si usa, fuori delle competizioni anche al posto di uccidere. Gli animali vengono abbattuti ad esempio.
Anche i bersagli possono essere abbattuti. Infatti abbattere significa anche provocare la caduta, far cadere, buttare giù, mandare a terra.
Nel pugilato significa far cadere l’avversario a terra, cioè, in gergo pugilistico, “metterlo al tappeto”.
Nei confronti di un avversario, quando l’umiliazione è molto pesante, possiamo usare anche i verbi distruggere, schiacciare, eclissare e asfaltare.
Notare che questi verbi utilizzano un’immagine figurata. La distruzione di un avversario usa l’immagine di un avversario fatto a pezzi, come un oggetto.
E schiacciare? Le noci si schiacciano; c’è l’immagine di una compressione, di una pressione.
Questo verbo si usa non solo per indicare una vittoria, ma una superiorità, una netta supremazia che normalmente si risolve in una vittoria.
Spesso si parla infatti di vittoriaschiacciante, ciò netta, indiscutibile, inequivocabile. Nessuno può mettere in discussione una vittoria schiacciante.
Anche schiacciare, come potete immaginare, ha una forte componente emotiva.
Come anche asfaltare, verbo abbastanza recente, coniato in ambito politico nel senso figurato.
Deriva dall’asfalto, il materiale usato per ricoprire le strade percorse dalle automobili. Le strade quindi vengono asfaltate, e se lo usiamo con gli avversari, asfaltare un avversario è molto umiliante. Anche questa è una netta vittoria. Abbastanza offensivo usare asfaltare.
Anche eclissare è abbastanza forte. Si usa l’immagine di un pianeta o una stella che viene oscurata, completamente nascosta da un altro corpo celeste.
Possiamo usarlo per una singola sfida, e in questo caso significa superare di gran lunga. Ancora una volta è una vittoria schiacciante.
Più in generale possiamo usare eclissare nel senso di far passare l’avversario in secondo piano nell’attenzione o nella stima generale.
Potremmo dire che Dante Alighieri ha eclissato i poeti contemporanei.
Poi esiste anche il verbo stravincere, che indica sempre una netta vittoria.
C’è anche il verbo superare, che è abbastanza freddo, diciamo così, o forse dovrei dire “tecnico”.
Non c’è una intensità in questo caso. È simile a vincere, ma si usa nei confronti di un avversario. “Superare un avversario” significa battere l’avversario, vincere contro questo avversario.
Il verbo in questione in realtà non si usa solo in questo modo, in ambito di una competizione.
Anche un esame può essere superato. Si va avanti, si passa al prossimo esame, si lascia questo esame alle proprie spalle.
Anche gli ostacoli e i problemi si possono superare e il senso è lo stesso.
È la stessa cosa che avviene anche quando un corridore ne supera un altro, quando una macchina supera un’altra macchina. Questo in realtà è l’utilizzo principale del verbo superare. Ciò non toglie che possa essere usato anche al posto di battere, sconfiggere, vincere contro un avversario. In questo caso, come detto, non c’è però emozione.
È così anche per il successo e l’affermazione. Questi sono sostantivi e non verbi, ma possiamo ugualmente usarli se il nostro scopo non è umiliare, o sottolineare la superiorità di chi vince contro chi perde, ma semplicemente comunicare chi ha vinto e chi ha perso.
L’ultimo successo del Barcellona contro il real Madrid risale al 2020 (ad esempio).
L’ultima affermazione del Barcellona contro il real Madrid risale al 2020.
Esiste comunque anche il verbo affermarsi.
Il Barcellona si afferma contro il Real Madrid.
Il senso è sempre lo stesso: la vittoria del Barcellona contro il real Madrid.
Il Barcellona batte il real Madrid.
Possiamo però anche dire:
Il Tennista si è affermato tra i primi 3 del mondo.
È simile quindi anche a “portare sé stessi”, “farsi valere”, quindi non è necessariamente come vincere, ma anche conseguire un buon risultato.
Ci si può affermare anche come un buon medico.
È simile ad imporsi e anche emergere e avere la meglio e avere successo. Se mi affermo contro un avversario comunque vuol dire che l’ho battuto.
Se poi vogliamo dire che è stato un ampio successo, ma senza umiliare chi ha perso, possiamo dire che è stato un trionfo.
Un trionfo normalmente si ha quando si ha una superbaaffermazione. Ricordiamoci che non vogliamo umiliare chi perde, quindi non possiamo usare verbi troppo forti, come asfaltare, eclissare o abbattere.
Trionfare indica ugualmente una vittoria schiacciante, netta, ma è maggiormente legata all’onore e alla conquista di un premio finale, come una medaglia d’oro alle olimpiadi o ai mondiali. Il trionfo infatti ha a che fare con la folla che acclama i vincitori.
Comunque anche le vittorie non schiaccianti hanno dei modi particolari per essere indicati.
Una vittoria di misura è una vittoria ottenuta con il minimo scarto, come, nel calcio, si indicano le vittorie con un solo gol di differenza: 1-0, 2-1 eccetera.
Una vittoria risicata indica ugualmente una vittoria ottenuta col minimo vantaggio. Una vittoria sul filo di lana è invece una vittoria ottenuta all’ultimo momento, come quella in zonaCesarini, di cui abbiamo già parlato.
Notate come la vittoria non è come la vincita. C’è anche in questo caso una competizione, un gioco, ma si usa la vincita quando si indica il ricavato di questa competizione o anche di una scommessa. Specie se si parla di soldi.
Giovanni ha realizzato una grossa vincita.
Significa che Giovanni ha vinto del denaro. Molto denaro in questo caso.
Esiste però anche la rivincita.
Questa ha più a che fare con le competizioni. La rivincita è una seconda prova che può essere concessa all’avversario perdente o sconfitto, nel gioco e nello sport in generale.
Hai perso. Vuoi la rivincita?
Cioè: vuoi giocare ancora? Vuoi avere l’opportunità di provare a battermi dopo aver perso?
Una rivincita si può concedere:
Ho vinto ma ti concedo la rivincita.
Vale a dire: ti darò l’occasione per rifarti.
Una rivincita si può negare (il contrario di concedere) :
Non puoi negarmi la rivincita!
Si può prendere:
Voglio prendermi la rivincita, e stavolta ti sconfiggerò.
A proposito di sconfiggere. Di questo verbo ancora non abbiamo parlato. Un verbo molto adatto alle battaglie e alle guerre, in ambito militare quindi.
Sconfiggere equivale a battere e superare. Si usa molto nello sport:
È il terzo avversario sconfitto in un mese
Sconfiggeremo chiunque si opporrà alla nostra squadra.
Dobbiamo ancora riprenderci dall’ultima sconfitta subita
Venendo dal linguaggio militare è abbastanza forte come verbo.
Annientare è decisamente più forte però. Sempre molto adatto in ambito militare. Nello sport è nella politica si usa abbastanza spesso. Simile a asfaltare e abbattere. Annientare contiene “niente”, che è ciò che rimane dell’avversario sconfitto. Non rimane niente!
Molto simile a distruggere anche.
Come possiamo chiamare una sconfitta inaspettata?
Possiamo chiamarla défaillance.
Sarebbe una debolezza improvvisa, e non si usa solo nelle competizioni. Si tratta di una figuraccia ad ogni modo.
La nostra squadra ha vinto tutte le partite. Abbiamo avuto una sola défaillance per aver sottovalutato l’avversario.
Invece una grossa sconfitta è una batosta, o una débâcle, o anche una disfatta. Spesso si usa anche una sonora sconfitta. Altre volte anziché di vittoria si parla di una lezione impartita agli avversari.
Vorrei concludere con due verbi particolari: sbarazzarsi e liberarsi.
Si usano spesso con la preposizione di per indicare la cosa di cui si parla:
Mi sono sbarazzato del mio avversario.
La Juventus si sbarazza facilmente delle piccole squadre.
Sbarazzarsi è assolutamente analogo a liberarsi, che però è più tenue, più leggero come verbo. Sbarazzarsi è sicuramente più umiliante.
Sono verbi che, in senso proprio si usano con le cose che fanno fastidio, gli impedimenti, gli intralci, i problemi, le cose inutili.
Quando ci si libera o ci si sbarazza di un avversario, sicuramente si batte, si supera questo avversario, che adesso non dà più fastidio, non è più di intralcio.
In genere si usano frasi di questo tipo:
Il calciatore si libera facilmente degli avversari e fa gol.
La Juventus si sbarazza senza problemi delle squadre meno blasonate.
L’attaccante si sbarazza della stretta marcatura del difensore prima di segnare il gol della vittoria
Vedete che non si usano solo per indicare una vittoria. Sono due verbi sinili a superare, sebbene stavolta c’è una componente emotiva.
Concludiamo con il verbo conquistare, che si usa con i trofei, i titoli e i traguardi in generale.
Quindi conquistare lo scudetto è come vincere lo scudetto. Simile anche a ottenere e raggiungere.
Ottenere una qualificazione equivale a conquistare e raggiungere una qualificazione.
Adesso facciamo un esercizio di ripetizione:
Khaled: Ho vinto la coppa del mondo.
Irina: Ho battuto tutti gli avversari
Bogusia: Il record è stato battuto
Anthony: Abbattere l’avversario.
Andrè: Abbiamo vinto nettamente
Hartmut: È stata una vittoria schiacciante
Irina: Siamo stati distrutti dall’avversario. Era troppo forte
Olga: Stavolta dobbiamo asfaltare i nostri avversari politici
Ulrike: Battendo il record abbiamo eclissato i campioni del passato
Rauno: Qual è il prossimo avversario da superare?
Lejla: Stiamo avendo un successo dopo l’altro.
Rafaela: Dobbiamo affernarci come miglior gruppo aziendale
Sofie: La Juventus si è imposta sul Real Madrid
Ulrike: Dopo il trionfo dei mondiali del 2006, l’Italia non ha più vinto.
Emma: Ci si aspettava una superba affermazione invece è arrivata una vittoria di misura
Bogusia: Abbiamo vinto sul filo di lana
Rauno: Dopo la vittoria risicata della scorsa settimana, adesso gli avversari vogliono la rivincita.
Olga: Mi aspetto una sonora sconfitta dal prossimo incontro!
Sofie: Ci distruggeranno, sono troppo più forti di noi.
Irina: L’ultima volta ci hanno annientato. Stavolta dobbiamo impartire una lezione agli avversari.
Lejla: Ci dobbiamo sbarazzare dei nostri avversari
Emma: Prima di tutto, bisogna superare gli avversari sul piano atletico.
Sofie: L’obiettivo è conquistare la coppa del mondo