Intento (ep. 991)

Intento (scarica audio)

Giovanni: Leggendo il titolo di questo episodio, che è “intento” molte persone non madrelingua forse diranno di sapere cosa significa. Però io non mi fido e ho chiesto ai membri dell’Associazione Italiano Semplicemente di fare qualche esempio. Ascoltiamo:

Natalia: Buongiorno a tutti, mi metto alla prova. Questa parola l’ho sentita ma mai usata.
“ieri ero in cucina, decisa a fare una roba che da tempo mi ero prefissata in mente: pulire il filtro della lavatrice. Mi sono rimboccata le maniche ed ero intenta a toglierlo, quando all’improvviso un getto d’acqua ha praticamente allagato la cucina. Aiuto che disastro!

Ulrike: Gianni, devo dirti una cosa. Nel mio ripasso hai cambiato quasi tutte le frasi, ora non lo riconosco più. Mi sa che non hai capito il mio intento. Se vuoi te lo spiego.

Marguerite: Studiare una lingua, quale che sia, nell’intento di poter parlare con la gente del paese.

Marcelo: Buongiorno. Piacerebbe anche a me fare l’intento di usare la parola “intento” nel modo giusto. Ci riuscirò?

Giovanni: bene, grazie a tutti per gli esempi. Allora, intanto vi spiego: “Intento” si può usare in due modi abbastanza simili. Può indicare una persona impegnata, concentrata al massimo in un’azione, oppure si usa per indicare un fine, uno scopo, soprattutto nelle forme seguenti: “con l’intento di” e “nell’intento di”, che posso sostituire con “al fine di“, “allo scopo di“, “per“. Si legge abitualmente anche “l’intento”, “il mio intento”, “il tuo intento”, eccetera. C’è qualche domanda?

Rafaela: Mi chiedo se ci sia una differenza fra i termini intento e intenzione. Sempre perseguo uno scopo no?

Giovanni: bella domanda Rafaela. “Intento” somiglia in effetti anche ad altri termini come finalità, fine, intendimento, mira, obiettivo, progetto, proponimento, proposito e anche intenzione. Quindi per rispondere alla domanda di Rafaela: sì, intenzione è un sinonimo di Intento. In fondo l’intenzione indica lo scopo da perseguire, l’obiettivo da raggiungere, come hai immaginato.

Dovete stare attenti solamente a non confondere “intento” con alcuni utilizzi del termine “tentativo“, come ha fatto Marcelo prima nella sua frase.

Questo episodio, non a caso, nasce proprio dalla sua abitudine a usare impropriamente, nelle conversazioni sul gruppo WhatsApp dell’associazione, la parola intento come sinonimo di tentativo.

Ho sopportato questo errore una volta, l’ho fatto altre due o tre volte in religioso silenzio, ma a un certo punto mi sono detto: adesso basta Marcelo! E’ giusto che tu adesso debba pagare per i tuoi reiterati errori!!

Scherzi a parte, adesso voglio commentare tutti gli esempi fatti dai membri.

Natalia ha detto di essersi rimboccata le maniche, intenta a togliere il filtro della lavatrice.

Bene, quindi Natalia era intenta a togliere il filtro per pulirlo, quindi Natalia era impegnata, era concentrata, con l’obiettivo di pulire il filtro. Vedete che i due significati di cui vi parlavo prima sono simili perché “essere intenti” significa che ci si propone di raggiungere un obiettivo, quindi si sta indicando l’intenzione, lo scopo a cui tende l’azione e il desiderio. Lo stesso scopo può chiamarsi “intento”, proprio come fa Ulrike nella sua frase.

Ulrike partecipa spesso, come avrete notato, alla composizione e registrazione di ripassi degli episodi precedenti e nella sua frase afferma che io, nel tentativo di correggere un suo ripasso, l’avrei modificato quasi completamente, tanto che ora non lo riconosce più. Ulrike ha il dubbio che io non abbia ben compreso il suo intento, cioè il suo scopo, il suo obiettivo. Evidentemente l’intento di Ulrike era esprimere un concetto diverso da quello espresso nella mia correzione. Ulrike dunque usa correttamente il termine intento, nel senso di scopo da raggiungere.

Bene, passiamo allora alla frase di Marguerite, secondo cui si studia una lingua nell’intento di poter parlare con la gente del paese.

Nell’intento di poter parlare con la gente, cioè con l’intento di riuscire a parlare con la gente, con lo scopo di comunicare con la gente, con l’obiettivo di poter parlare con la gente, per poter parlare con la gente, al fine di parlare con la gente.

Quindi anche Marguerite usa bene il termine intento, indicando l’obiettivo da raggiungere.

Fin qui tutto perfetto.

La nota dolente arriva con la frase di Marcelo, che è caduto miseramente nel mio tranello!

Vi faccio ascoltare nuovamente la frase di Marcelo:

Marcelo: Buongiorno. Piacerebbe anche a me fare l’intento di usare la parola “intento” nel modo giusto. Ci riuscirò?

Giovanni: avete sentito? Marcelo dice che gli piacerebbe fare l’intento di usare questa parola. Lui non sa che ciò che ha fatto è solamente un tentativo, vale a dire che lui ha provato a usare la parola “intento”, ma nel fare questo tentativo l’ha usata al posto di “tentativo”. Questo non si può fare se non in un caso: solo nella locuzione “nel tentativo di“. Infatti quando dico “nel tentativo di fare qualcosa”, sto indicando l’obiettivo, lo scopo. In tal caso allora posso dire “nell’intento di”, “con l’intento di”, forme che come già detto sono equivalenti a “al fine di”, “allo scopo di”, “con l’obiettivo di”.

Con l’occasione oggi abbiamo anche ripassato qualche episodio passato, quindi i membri sono esonerati da questo ulteriore compito. Ci vediamo al prossimo episodio. Non me ne voglia Marcelo per averlo preso in giro. Non era certamente questo il mio intento! Ero solo intento a non farvi annoiare!

179 – PRENDERE DI MIRA – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

Gianni: ciao Ele, come stai?

Elettra: Papà, credo che il professore mi abbia preso di mira.

Giovanni: davvero? E perché?

Elettra: forse perché in classe una volta l’ho colpito con una penna

Giovanni: e ti mette brutti voti? una penna? E come mai?

Elettra: ma non l’ho fatto apposta. Mica ho preso la mira!

Giovanni: avrete probabilmente capito che in questo episodio di due minuti con Italiano Semplicemente (il n. 179) ci occupiamo della “mira” ed in particolare della differenza tra prendere la mira e prendere di mira.

Elettra (l’avete ascoltata) è stata preso di mira dal suo professore. Questo vuol dire che il professore non si è comportato bene con lei, e in particolare che non la giudica con giustizia. Prendere di mira è un’espressione idiomatica.

In generale prendere di mira significa criticare continuamente, fare oggetto di continue critiche, di maltrattamenti. E’ simile a “tormentare“. Se qualcuno ti prende di mira non è mai una buona cosa: chi ti prende di mira ce l’ha con te, ti maltratta, forse ti insulta, forse ti picchia persino. Sicuramente non gli stai simpatico!

Prendere di mira quindi equivale a “avercela con qualcuno” e cercare continuamente di colpirlo, per fargli del male, nel senso più ampio del termine, non solo fisicamente.

Ma la mira cos’è? La mira rappresenta la precisione. E quando si fissa un bersaglio per poi colpirlo si dice “prendere la mira” . Prima si guarda il bersaglio attentamente e poi si prova a colpirlo. Il verbo prendere può portare fuori strada, può far sbagliare l’interpretazione da parte di uno straniero, ma in parole povere la mira si prende quando si vuole colpire un bersaglio, con un’arma reale, o con un oggetto qualsiasi oppure in modo figurato. Prendere la mira quindi è quella operazione che si fa quando si vuole colpire qualcosa o qualcuno con un oggetto. In senso materiale, fisico.

Anche i giocatori di pallacanestro prendono la mira prima di lanciare la palla nel canestro. Emanuele invece non ha preso la mira quando ha colpito il professore con la penna (così dice!) e probabilmente questo è il motivo per cui il professore l’ha preso di mira. Anche il professore vuole colpire Emanuele, ma non con un oggetto.

Capite che il senso è figurato. Prendere di mira si usa quando si fanno una serie di azioni ripetute che hanno un bersaglio preciso, ben identificato.

Sofie (Belgio): Un professore può prendere di mira un studente

Natalia (Colombia): Un ladro può prendere di mira delle abitazioni o dei negozi e quindi ogni tanto va a farci una visitina.

Cristine (Brasile): Nelle scuole alcuni studenti più deboli spesso vengono presi di mira da altri studenti. Si chiama “bullismo”

Rauno (Finlandia): La tifoseria può prendere di mira un calciatore

Prendere di mira è simile ad “adocchiare“, (episodio n. 126 della rubrica) ed a volte possono usarsi in modo alternativo.

La differenza è che le intenzioni sono quasi sempre cattive in questo caso.

Allora ripassiamo alcune espressioni passate iniziando proprio da adocchiare:

Bogusia (Polonia): Oggi ho adocchiato un articolo divertente. Per questo vorrei parlarne adesso come forma di ripasso. Non so se sia tutta verità. Forse è da prendere con le molle perché potrebbe essere una bufala. Ficarra e Picone, il duo comico, un binomio inscindibile della commedia italiana. Pare che i due abbiano criticato Sergio Mattarella per il discorso di fine anno, quando non ha parlato della Squadra del Palermo calcio, la squadra che sta nel cuore dei due comici e anche del presidente.
Il presidente come ha reagito? Avrà tollerato questo tipo di satira? Che ne so io. Può darsi. Però pare che il presidente abbia chiamato di persona il duo comico, ma non per avere spiegazioni, quanto per parlare proprio di calcio. Riuscite a capacitarvene?
Pare abbia paventato (così ha scherzato Ficarra) un decreto presidenziale per portare il Palermo direttamente in Champions League.

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Camille (Libano 🇱🇧)

L’inizio e/o la fine di ogni episodio deidue minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

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