307 – Si direbbe che…

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

Trascrizione

Giovanni: benvenuti nell’episodio n. 307 della rubrica due minuti con italiano semplicemente.

Vediamo cosa succede se alla locuzione “non si direbbe” vista nell’ultimo episodio, aggiungiamo la congiunzione “che”: non si direbbe che“.

L’espressione “si direbbe che” è ovviamente Il contrario.

Entrambe si usano molto spesso, ma l’uso è un po’ diverso da “non si direbbe” come lo abbiamo spiegato.

Sofie: Vuoi dire che non c’azzecca niente?

No, no, qualcosa in comune c’è, ma la differenza consiste nel fatto che non si usano come risposta, ma si tratta di una “considerazione”, si tratta di esprimere un proprio pensiero.

Anthony: Ah, niente di che allora!

Vediamo qualche esempio:

Dalla tua faccia, si direbbe che tu non sia soddisfatto del pranzo che ti ho preparato.

Dalla tua faccia, non si direbbe che tu sia soddisfatto del pranzo che ti ho preparato.

Rauno: Non è che avrà mangiato qualcosa prima e non ha fame?

Gema: Molto probabile! Meglio lasciar correre!

Se invece tu mi avessi detto:

Sono davvero soddisfatto del pranzo di oggi.

Io, guardando la tua faccia, se la trovassi poco convincente, potrei dire:

Davvero? Non si direbbe proprio!

Come considerazione invece si possono usare entrambe le forme con o senza il “non” davanti, in qualsiasi tipo di argomento sul quale vogliamo esprimere un nostro pensiero:

Si direbbe che questo corona virus non guardi in faccia nessuno. Dopo Jhonson adesso anche Bolsonaro si è ammalato.

Fernando: Colpisce un po’ tutti, a destra e a manca.

Non si direbbe che tu sia molto in forma ultimamente.

Lejla: Sei in vena di battute? Mai stato più in forma!

Sebbene si usi la forma impersonale (si direbbe), esprime semplicemente un pensiero personale, e usando questa modalità si vuole essere più credibili, come a dire:

“qualunque persona penserebbe questo, chiunque direbbe questo che sto dicendo io”.

Oppure per essere ironici, una ironia pungente, offensiva anche:

Chi è Dante Alighieri? Non lo sai? Si direbbe che tu non viva sul pianeta terra!

O anche:

Si direbbe che tu non abbia studiato!

Una modalità equivalente può sempre essere: si potrebbe pensare che…

È una possibilità quindi, non una certezza (ironia a parte) quindi ci si aspetta una risposta, che sia una conferma o una smentita. Vero?

Si direbbe che non vogliate rispondere a questa domanda!

Ulrike: Si direbbe che tu non abbia aspettato una risposta. Pareva una domanda retorica.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

306 – Non si direbbe

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

Trascrizione

Giovanni: benvenuti nell’episodio n. 306 della rubrica due minuti con italiano semplicemente.

Oggi parliamo del condizionale del verbo dire. Ma non parliamo di grammatica, state tranquilli, perché sarebbe l’unico modo per non imparare a comunicare in l’italiano.

Non ci credete?

Vediamo allora.

Se chiedete l’età ad una signora, lei potrebbe rispondere: cinquanta.

È voi se volete darle un complimento, potreste rispondere:

Non si direbbe!

Non si direbbe proprio!

Complimenti signora, non si direbbe assolutamente!

“Non si direbbe” è la classica risposta che viene data in questi casi, perché è un modo per fare un complimento. Equivale a “non sembra”.

Sai quanto peso? Ben 73 kg!

Davvero? Non si direbbe proprio!

Sono solo 2 mesi che studi l’italiano? Non si direbbe, bravo!

Fatto con sincerità sarà un complimento benaccetto, proprio come si deve!

Sapete che il condizionale si usa, in genere, in frasi di altro tipo, come ad esempio:

Tua moglie, se fosse qui, direbbe che devi fumare meno.

Nel caso dei complimenti invece, la frase “non si direbbe” significa:

Se non me lo avessi detto, avrei pensato che fossi più giovane.

Se avessi dovuto indovinare, avrei detto che pesavi 55 kg e non 73.

Se me lo avesse detto un’altra persona non ci avrei creduto. Insomma:

non si direbbe!

Attenzione perché in teoria questa locuzione è abbastanza pericolosa, perché potrebbe significare anche il contrario. E infatti si può usare in entrambi i modi.

Sai che sono dimagrita ben 10 kg?

Davvero? Non si direbbe!

Non è chiaro il senso della risposta…sembra di più o sembra di meno?

A volte quindi meglio spendere qualche parola in più per non fraintendere .. Non si sa mai!!

Allora torniamo a bomba: conoscete la grammatica alla perfezione ma non conoscevate questa esclamazione?

Allora non si direbbe che sappiate comunicare in italiano !

È cosa succede se togliamo la prima parola “non”? Questo lo vediamo domani! Non c’è più tempo oggi.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

Annessi e connessi (Italiano per ispanofoni) – di Davide Martini

Audio in Italiano

Link utili

Descrizione di questo episodio per ispanofoni

davide_martini_foto

Questo episodio è un approfondimento per madrelingua spagnola dell’episodio “Annessi e Connessi” e fa parte della rubrica “Italiano per Ispanofoni“, coordinata dal prof. Davide Martini.

Si tratta di uno degli episodi del libro “2 minuti con gli ispanofoni” – in fase di pubblicazione – che sarà disponibile per tutti i membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

– – – – –

Analisi contrastiva del testo ed esercizi di riutilizzo di Davide Martini, tutor online (ilcommentatore.com) – davideprofe@gmail.com

– – – – – –

Annessi e Connessi

Quest’oggi siete sulla buona strada per diventare veri italiani, con tutti gli annessi e connessi.

Quest’oggi > El día de hoy
La expresión italiana correspondiente a “El día de hoy” suena como “este hoy”.
Distinto sería con la expresión “hoy en día”, que equivale a oggigiorno, o al giorno d’oggi.
Estamos aquí reunidos, el día de hoy, para celebrar este enlace… > Eccoci riuniti, quest’oggi, per celebrare quest’unione…
Hoy en día esas cosas no suceden. > Al giorno d’oggi quelle cose non succedono.

sulla buona strada > por el buen camino
En italiano usamos su (sobre, encima) en muchas más circunstancias que en español. En particular, se entiende que siempre estás “encima” de un camino que recorres.
Camino, por su parte, es un falso amigo (en italiano significa “chimenea”), mientras que en sentido figurado, como en este caso, se utiliza strada en su lugar.
¿Cuál es el camino más rápido? > Qual è la strada più veloce?
Sin embargo, si estamos hablando desde el punto de vista moral o legal, disponemos en italiano de “sulla retta via”.
Esa mujer lo ha llevado por el buen camino. > Quella donna l’ha portato sulla retta via.
Se trata, naturalmente, de una expresión algo antigua, pero que se puede utilizar.

gli annessi e connessi > todo lo que conlleva
La expresión italiana objeto de este post no tiene una traducción directa en español. Su significado es muy similar al de la expresión española “con todo lo que eso conlleva”.
En italiano existe la expresión correspondiente, “con tutto ciò che comporta”, con el mismo significado.
Nota que el verbo “conllevar” debe hacerse corresponder a “comportare” (de hecho, si lo piensas, “llevar” es “portare”).
La medida conlleva la mejora de las condiciones de vida de los habitantes del sector. > La misura comporta il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti del settore.

Annessi e connessi è la frase di oggi, non facile da spiegare, ma ci proviamo lo stesso. Gli annessi ed i connessi; entrambe le parole hanno a che fare con l’unione.

da spiegare > de explicar
En español usarías “de”, pero en italiano no podrías usar “di spiegare” en este contexto. Es como si estuvieras diciendo “para explicar”.
Pienso explicártelo. > Penso di spiegartelo.
ci proviamo > lo intentamos
Ese “lo” es un “lo neutro”, que en italiano no existe. En muchos casos se sustituye con ci. Algunos verbos, como provare y riuscire (lograr) lo usan con frecuencia.
Lo intento, pero no lo consigo. > Ci provo, ma non ci riesco.
Se trata de una pareja de verbos sumamente útil, que además tiene la particularidad que forma sus pasados con auxiliares distintos.
Lo he intentado varias veces, y al fin lo he logrado. > Ci ho provato diverse volte, e finalmente ci sono riuscito.
lo stesso > igualmente
En español es bastante frecuente utilizar la forma del adjetivo en lugar de la forma en “-mente” (por ejemplo: “Seguro nos vemos” = “Seguramente nos veamos”.)
El italiano no es tan flexible, y en especial, uguale puede ser sólo adjetivo, no adverbio, como en este caso.
2+2 o 3+1, es lo mismo. > 2+2 o 3+1, è uguale.
De vainilla o de chocolate, me gusta igual (igualmente) > Alla vaniglia o al cioccolato, mi piace lo stesso.
entrambe le > ambas
¿Conocías esta palabra? Tiene que estar seguida por el artículo, si le sigue el sustantivo. En español, nunca lo necesita.
Juan tiene dos hijos, ambos adolescentes. > Gianni ha due figli, entrambi adolescenti.
Ambos hijos han decidido estudiar ingeniería. > Entrambi i figli hanno deciso di studiare ingegneria.
hanno a che fare > tienen que ver
Además de “tener que ver” (avere a che vedere), se dice mucho en italiano “tener que hacer” (avere a che fare), con el mismo significado.
Nótese que es necesaria la preposición “a” en ambos casos.
Sin embargo, cuando en español utilizamos “no tener nada que hacer” para indicar que es imposible conseguir algo, en italiano no podremos utilizar avere a che fare.
Frente al poder de una gran cadena multinacional, los pequeños comerciantes no tienen nada que hacer. > Davanti al potere di una grande catena multinazionale, i piccoli commercianti non hanno alcuna possibilità.

Ad esempio quando un paese europeo diventa membro dell’Unione Europea, possiamo dire che il paese è stato annesso all’Unione Europea. Questo significa che ne fa parte, il paese da oggi fa parte dell’Unione Europea. Il termine è abbastanza formale però: difficilmente sentirete che un ragazzo si è annesso ad un gruppo, ad esempio. Unirsi è sicuramente più usato, quasi sempre.

diventa > se hace, se vuelve
El verbo diventare, muy socorrido y recuerda un poco al verbo “devenir” del español, que sin embargo se usa poco en nuestro idioma, donde existen muchas otras expresiones para indicar lo mismo.
Su significado es parecido a to become, del inglés, o a devenir, del francés.
ne fa parte > es parte (de la UE)
En vez de “de ella”, el italiano utiliza el pronombre ne, que no existe en español (pero sí en francés y catalán).
Siendo un pronombre átono, va antes del verbo. Nota que en esta expresión el verbo no es essere, como lo sería en la expresión española correspondiente (ser parte de algo).

da oggi > desde hoy
Nunca olvides cómo decimos “desde” en italiano.
Es especialmente importante tomar en cuenta que en muchos casos, aunque utilicemos “de”, en italiano deberemos utilizar “da”. Eso ocurre cuando podríamos intuir en el “de” del español que “esconde” un “desde”, o, más en general, el concepto de “origen”.
El tren de las tres ya está en el andén 2. > Il treno delle tre è già sul binario 2.
La clase es de tres a cuatro > La lezione è dalle tre alle quattro. (su inicio, su origen, es a las tres. “desde las tres hasta las cuatro”)
El argumento de la película está tomado del libro del mismo nombre. > L’argomento del film è tratto dal libro omonimo. (el argumento tiene su origen en la película)
La decisión depende de factores económicos. > La decisione dipende da fattori economici. (tiene su origen en factores económicos.)
si è annesso > se ha anexado
Es un verbo reflexivo, por lo tanto, su auxiliar no es “avere”.
El participio pasado no es *annessato*, que sería regular, sino irregular.

Annettere > anexar
Cuidado con las dobles letras, y con el acento (annéttere).

simile > similar
La palabra similare existe, en italiano, pero… ¡casi sólo en los diccionarios! Su uso es muy culto y escaso. Normalmente se utiliza una palabra… mas corta, esdrújula: símile.

Esiste quindi il verbo annettere, simile ad unirsi: diventare un tutt’uno con qualcosa, entrare a far parte di qualcosa già esistente.
Connettere è simile ad annettere, ma la connessione serve a stabilire un collegamento, un legame, non a diventare parte integrante di qualcosa, come annettere: la connessione ad internet ad esempio: ci si connette ad internet, ci si collega, non ci si annette ad internet (cioè non si diventa parte di internet).

un tutt’uno > una sola cosa
Claro que podrías decir una sola cosa también en italiano, pero existe esta otra expresión, mucho más elegante.

serve a stabilire > sirve para establecer
El verbo servire no lleva la preposición “para”, como en español, sino “a”. Aunque sería correcto utilizar per, el italiano suele preferir a.
Nota que las siguientes expresiones españolas en italiano serán siempre non serve a niente.
No sirve de nada llorar. > Non serve a niente piangere.
Este trasto no sirve para nada. > Quest’aggeggio non serve a niente.

un collegamento > una conexión
Existe la palabra connessione, pero es sinónima de esta otra, que recuerda… ¡colega!: collegamento
En el hotel hay conexión wifi. > Nell’albergo c’è collegamento / connessione wifi.

un legame > una “atadura”
La palabra legame (legáme) viene siendo un sinónimo de “conexión”. Deriva del verbo legare (ligar, atar) que en italiano se usa frecuentemente en sentido figurado. En español también, pero con menos frecuencia. Y el sustantivo “atadura” (legame) apenas se utiliza en español en sentido figurado.

ci si connette > uno se conecta
El grupo ci si corresponde al español “uno se”. Hablamos de la forma impersonal de un verbo reflexivo.
En fin de semana, uno se levanta más tarde. > Nel fine settimana, ci si alza più tardi.

cioè > es decir, o sea, eso es
ciò es un sinónimo de quello, que en español sería “eso”.
Unida al verbo è, forma cioè, que corresponde a las tres expresiones españolas.
Nótese que en español son de registros muy distintos (“o sea” es más bien coloquial), pero en italiano será siempre cioè, coloquial o formalmente.
En italiano existen también otras expresiones de registro más alto, como “vale a dire”, con el mismo significado.
Cuando hablamos de “eso es”, nos referimos a cuando se utiliza como forma de introducir una explicación… eso es como equivalente a “es decir” u “o sea”.
En otros contextos, se usará casi siempre “questo è”:
¡Eso es cierto! > Questo è vero! / Ciò è vero! (si confonde con: Cioè, vero! > Es decir, ¡cierto!)

Le cose che si connettono a qualcosa, una volta stabilita la connessione, sono quindi connesse a questo qualcosa. La parola connessi, come sostantivo maschile plurale però non si usa mai, se non nella frase “annessi e connessi”. Gli annessi e connessi. Cosa sono?

una volta stabilita > una vez establecida
El uso del participio de un verbo (establecer, stabilire) como adjetivo es común a ambos idiomas. Lo encontrarás en las gramáticas como ablativo assoluto.
Hecha la ley, hallada la trampa.

non si usa mai > nunca se usa / no se usa nunca
Aunque en español “nunca” puede ponerse antes del verbo, sin usar “no”, en italiano esto no es posible, y debe siempre utilizarse la forma non + verbo + mai.
Esto sucede también con muchos otros adverbios, por ejemplo, “siempre”.
Siempre me equivoco en esto. > Mi sbaglio sempre su questo.

se non > a no ser que sea
Esta expresión española en italiano no se puede traducir directamente, sino que se reduce a dos sencillas palabras: se non.
También disponemos de a meno che, con el mismo significado.
Tiene razón, a no ser que esté equivocado. > Ha ragione, a meno che non si sbagli.

Per “annessi e connessi” si intendono tutte le questioni legate all’argomento di cui stiamo parlando. Non parliamo di oggetti, ma di legami logici.

si intendono > se indican / nos referimos a
También en español se podría utilizar el verbo “entender”, pero sería sin duda más normal utilizar el verbo “indicar” u otra expresión similar. El italiano usa con mucha naturalidad el verbo “intendere” en este sentido.
Por otra parte, también en italiano se entendería si dijéramos si indicano, pero no sería la elección más natural.
Las salidas están indicadas por los carteles verdes. > Le uscite sono indicate dai cartelli verdi.
Con “usuarios” nos referimos a las personas registradas en el servicio. > Per “utenti” si intendono le persone iscritte al servizio.

le questioni legate > los asuntos relacionados
La palabra “asunto” puede traducirse con questione, faccenda, o storia (de más formal a más coloquial).
No utilices nunca la palabra questione como sinónimo de domanda (pregunta). Es un calco del inglés de pésimo gusto. Hay muchas alternativas mejores.
Profe, tengo una pregunta. > Professore, ho una domanda.
Mal asunto! > Brutta storia!
¿Todavía no has resuelto ese asunto? > Non hai ancora risolto quella faccenda?
La cuestión es que todavía no sabemos qué hacer. > Il problema è che non sappiamo ancora cosa fare.

di cui > del cual
Existe del quale, pero en italiano disponemos del pronombre relativo cui (pronunciado cú-i) que lo sustituye después de preposición. Su uso es muy socorrido, porque es invariable y no lleva artículo.
La chica de la cual te hablé. > La ragazza di cui ti ho parlato.

È come dire “insieme a tutto ciò che comporta”, “con tutto ciò che ne deriva”.
Ad esempio se Mario sposa Sara, diventerà suo marito, con tutti gli annessi e connessi.
Quindi si sta parlando di tutto ciò che comporta il matrimonio: figli, diritti, doveri e tutto ciò che è legato al vincolo coniugale.
L’Inghilterra sta uscendo dall’Unione Europea, con tutti gli annessi e connessi.

Quindi > así que
Existe cosicché, pero es bastante arcaico. Quindi es prácticamente sinónimo de dunque y allora.

Se ti piace l’Italiano puoi iscriverti ad un classico corso di lingua, con tutti gli annessi e connessi: frequenza obbligatoria, lezioni di grammatica, esercizi alla lavagna eccetera.

iscriverti > apuntarte
No es *appuntarti*, hablando de un curso, sino “inscribirse”…

classico > típico
Aunque podrías decir tipico también en italiano, y “clásico” en español, el italiano usará más a menudo la opción del texto.

frequenza > asistencia
Hablando de un curso, la palabra no es assistenza (un italiano la vería como “médica”), sino frequenza. De hecho, en italiano le lezioni si frequentano.
Lista de asistencia. > Lista di frequenza.

Oppure diventi membro dell’associazione Italiano Semplicemente, anche qui con tutti gli annessi e connessi: niente grammatica, niente lavagna, gruppo WhatsApp per parlare, programma settimanale di lezioni e divertimento assicurato. A te la scelta!

Oppure > o bien
En español “o bien” es una expresión que deriva de “o también”. En italiano pure es un sinónimo de anche, por lo tanto no es de extrañar que exista esta expresión, unión de o y pure.

anche qui > también en este caso
En italiano también podríamos decir anche in questo caso, así como en español también podríamos decir “aquí también”.
Pero nota que qui anche sonaría muy mal.

niente > nada de
Cuando queramos decir “nada de” lo que sea, en plan exclamación, en italiano tendremos que quitar “de”.
¡Nada de cuentos: vete a la cama, ya! > Niente storie! Vai a letto, subito!
Por supuesto, no lo confundas con este otro caso:
No hay nada de comer, pidamos una pizza. > Non c’è niente da mangiare, chiediamo una pizza.
¿Ves la diferencia entre los dos?
De todas maneras, la expresión “nada de nada” se traduce como niente di niente.
-¿De verdad no hay nada? -No, nada de nada! > -Davvero non c’è niente? -No, niente di niente!
Sin embargo, todo esto son “excepciones”, ¡ya que en italiano los indefinidos sí que van seguidos por “di + aggettivo”!
Por cierto, los “indefinidos” son palabras como qualcosa, qualcuno… y niente!
Non c’è niente di bello da vedere al cinema? > ¿No hay nada bueno que ver en el cine?
Forse c’è qualcosa d’interessante al cinema Verdi. > Puede que haya algo interesante en el cine Verdi.
Per risolvere questo problema ci vuole qualcuno di esperto, non un principiante. > Para resolver este problema hace falta alguien que sea experto, no un principiante.

lavagna > pizarra
La pizarra… se “lava” (¡o al menos, eso se hacía cuando se inventaron!). De allí el nombre lavagna.

divertimento > diversión
No es diversione, ¡cuidado!
El italiano es… fácil y divertido, ¿no es cierto? > L’italiano è… facile e divertente, vero?

A te la scelta! > ¡Elige tú! (¡A ti la elección)
Es posible decir Scegli tu, pero de la manera en que se dice en el texto es más expresivo.
Ahora puedes comprobar cuáles y cuántas de las expresiones que has aprendido arriba eres capaz de recordar.
Puedes realizar este ejercicio en su versión interactiva con mi herramienta Il Commentatore, en esta dirección. Link: svel.to/20e7

Cloze di ricapitolazione

(El día de hoy) siete (en el buen camino) per diventare veri italiani, con tutti (lo que eso implica).
Annessi e connessi è la frase di oggi, non facile (de explicar), ma (lo intentamos) (igual). Gli annessi ed i connessi; (ambas) parole (tienen que ver) con l’unione.
(Por ejemplo) quando un paese europeo (se convierte en) membro dell’Unione Europea, possiamo dire che il paese è stato annesso all’Unione Europea. Questo significa che (es parte de ella), il paese (desde hoy) fa parte dell’Unione Europea. Il termine è abbastanza formale (sin embargo): difficilmente sentirete che un ragazzo (se ha anexado) ad un gruppo, ad esempio. Unirsi è sicuramente più usato, quasi sempre.
Esiste quindi il verbo (anexar), (similar) ad unirsi: diventare (una sola cosa) con qualcosa, entrare (a ser parte) di qualcosa già esistente.
Connettere è simile ad annettere, ma la connessione (sirve para) stabilire (una conexión), (una “atadura”), non a diventare parte integrante di qualcosa, come annettere: la connessione ad internet ad esempio: (uno se conecta) ad internet, ci si collega, non ci si annette ad internet ((es decir) non si diventa parte di internet).
Le cose che si connettono a qualcosa, (una vez establecida) la connessione, sono quindi connesse a questo qualcosa. La parola (conexiones), come sostantivo maschile plurale però (nunca se usa), (a no ser que sea) nella frase “annessi e connessi”. Gli annessi e connessi. Cosa sono?
Per “annessi e connessi” (se indican) tutte (los asuntos relacionados) all’argomento (del cual) stiamo parlando. Non parliamo di oggetti, ma di (“ataduras”) logici.
È come dire “insieme a tutto (lo) che (conlleva)”, “con tutto ciò che (se deriva (de ello))”.
Ad esempio se Mario sposa Sara, (se convertirá en) suo marito, con tutti gli annessi e connessi.
(Así que) si sta parlando di tutto ciò che comporta il matrimonio: figli, diritti, doveri e tutto (lo relativo) al vincolo coniugale.
L’Inghilterra sta uscendo (de la)Unione Europea, con tutti gli annessi e connessi.
Se ti piace l’Italiano puoi (apuntarte) ad un (típico) corso di lingua, con tutti gli annessi e connessi: (asistencia) obbligatoria, (clases) di grammatica, esercizi alla (pizarra) eccetera.
(O bien) (te haces) membro dell’associazione Italiano Semplicemente, (también en este caso) con tutti gli annessi e connessi: (nada de) grammatica, niente (pizarra), gruppo WhatsApp per parlare, programma settimanale di lezioni e (diversión) assicurato. (¡Elige tú!)!

Ejercicio de repaso

Completa le frasi con le espressioni del testo precedente, convenientemente adeguate al contesto. Per una versione INTERATTIVA dell’esercizio, con i suggerimenti delle parole da usare in spagnolo, vai su svel.to/20e7

  1. Gianni ha due figli. ____ i figli vanno al liceo.
  2. L’Associazione è una grande idea, ma purtroppo io non ____ ancora parte.
  3. Gli incendi forestali sono ____ al turismo di massa irresponsabile.
  4. La situazione migliora… siamo ____ per risolvere questa crisi,
  5. Per ____ un corso come questo bisogna prima ____ , ____ pagare la quota d’iscrizione. ____ sono il lunedì e il giovedì dalle 18:00 alle 20:00.
  6. Puoi partecipare al gruppo di WhatsApp ____ no, come preferisci.
  7. Se non sai come ricordare ____ che hai imparato, prova ____ fare questi esercizi.
  8. Questo è il ____ esercizio di riempimento, ____ devi scrivere la parola o le parole che mancano.
  9. ____ siamo qui riuniti per celebrare un avvenimento trascendentale.
  10. Nelle aule ci sono i gessi perché c’è anche una ____ , ma da quando abbiamo il computer e lo schermo, ____ .

Davide ha 21 anni, e suo padre, che era un ricco uomo d’affari, muore improvvisamente in un incidente d’auto. Davide si trova improvvisamente ad ereditare tutto, e non sa ancora bene cosa significa tutto questo. Il commercialista di suo padre si riunisce con lui e cerca di spiegarglielo.
Completa il suo discorso con le espressioni mancanti, prese dal testo di Giovanni.
La tua eredità consiste nella proprietà della ditta di tuo padre, con tutti ___ . I problemi relativi alla gestione di questa compagnia non sono facili ____ , ma dato che sono il tuo consigliere, ____ . Comprendono diversi fattori, ____ il pagamento dei contributi sociali e la gestione dei rapporti con i sindacati. A partire ____ , se firmerai il contratto, ____ il capo, quindi devi dimenticarti della tua vita di ____ , e cominciare a lavorare sodo.
____ la tua partecipazione, diventeresti ____ con la società, e stabiliresti con i tuoi soci un ____ di stretta collaborazione che si manterrà per molti anni. Non so se riesci a vedere con chiarezza tutto ____ . Comunque, puoi ancora scegliere: puoi firmare, ____ decidere di rinunciare a tutto: ____ !

¿Quién es Davide Martini – Il Commentatore?

Davide Martini ha nacido en Milán en 1964. Actualmente reside en Madrid.
Egresado del Máster en Didáctica del italiano como lengua extranjera de la Universidad de Venecia Ca’ Foscari en 2002, enseña italiano a hispanófonos adultos hace más de 20 años.
Da clases en el Centro Superior de Idiomas Modernos de la Universidad Complutense de Madrid hace 19 años, además de una amplia actividad que incluye, entre otras áreas, la creación y suministro de exámenes Erasmus, enseñanza en empresas, ministerios e instituciones culturales de renombre.
Es creador de herramientas didácticas para la clase presencial y online, entre ellas el Abbinatore y el Commentatore, que recoge en su blog “la formula didattica”.
Actualmente se especializa en ayudar a los estudiantes hispanófonos a alcanzar sus mejores resultados posibles en los exámenes de certificación oficiales de conocimiento del idioma italiano a través de su programa de Tutorías Lingüísticas personalizadas.
davideprofe@gmail.com
Il Commentatore en Facebook
Davide Martini en LinkedIn

Haz click en las imágenes o copia el link abreviado en tu navegador para conocerme mejor.

davide1

davide2
davide3

305 – Fare mente locale

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

Trascrizione

Giovanni: benvenuti nell’episodio n. 305 della rubrica due minuti con italiano semplicemente.

Vi succede mai di dimenticare qualcosa?

Spesso, in questi casi, in realtà non avete dimenticato, ma avete soltanto bisogno di pensare.

Si dice spesso in questi casi:

Ho bisogno di fare mente locale

Fammi fare mente locale

Aspetta che faccio mente locale

Questa espressione, di utilizzo universale, si può usare ogni volta che dovete pensare un attimo prima di ricordare qualcosa.

Dove si trova il supermercato più vicino?

Dunque vediamo… Devo fare un attimo mente locale prima. Ah ok dunque: bisogna andare a destra e poi a sinistra.

Ho dovuto fare mente locale per ricordarmi dove avevo messo il cellulare.

Si usa soprattutto quando devo ripercorrere mentalmente alcuni passaggi, quando devo ricordarmi cosa ho fatto esattamente in sequenza:

Dunque dove saranno gli occhiali? Faccio un attimo mente locale… prima sono andato in camera, e avevo gli occhiali con me. Poi al bagno e ce li avevo. Poi sono andato in cucina e li… Sì ! Adesso ricordo! Ho dovuto usare gli occhiali per leggere la ricetta della pizza e li ho lasciati proprio in cucina!

Si usa “locale” perché dovete localizzare la mente, dovete andare con la mente, usando la vostra memoria, nei luoghi dove siete stati.

Ulrike: una volta che mi è sfuggito qualcosa, che so, l’orario di un appuntamento, la chiave della macchina, faccio sempre mente locale, sperando che mi torni in mente. Che poi non ricordi nulla lo stesso… sarà la vecchiaia!!

Bogusia: Che coincidenza, stamattina non mi sono fatta viva perché avevo dovuto fare mente locale a lungo, cercando il telecomando del cancello d’ingresso. L’avevo lasciato sull’aiuola ieri sera. Vai a capire come abbia potuto pensare all’aiuola per trovarlo? Bell’episodio! Utile. Grazie mille.

Andrè: In virtù della notizia appena appresa sulla sua morte, vorrei aprire una parentesi per fare un omaggio a Ennio Morricone, colui che ci ha regalato una caterva di musiche bellissime, colone sonore di tanti film! Il maestro non era solo un grandissimo compositore, ma, a suo modo, anche un bravissimo aforista! Tra le tante frasi ha scritto che “La musica esige che prima si guardi dentro se stessi, poi che si esprima quanto elaborato nella partitura e nell’esecuzione”. La colonna sonora del film Cine Paradiso* è quella che più delle altre ha fatto accusare il colpo al mio cuore! La ascoltavo quando ho agganciato mia moglie!

Ha funzionato!

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

304 – per eccellenza/antonomasia

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

Trascrizione

Giovanni: benvenuti nell’episodio n. 304 della rubrica due minuti con italiano semplicemente, il sito per eccellenza per imparare a comunicare in italiano.

Ho detto:

il sito per eccellenza per imparare a comunicare in italiano.

L’espressione “per eccellenza” è equivalente a “per antonomasia“. Stesso significato. Potrei dire anche “in assoluto” o “in senso assoluto“.

Si possono usare queste locuzioni ogni volta che abbiamo nella nostra mente qualcosa o qualcuno che rappresenta perfettamente alcune caratteristiche, qualcosa o qualcuno a cui possiamo associare un aggettivo, una qualifica, una denominazione. E questo qualcuno o qualcosa rappresenta perfettamente questa caratteristica.

Ad esempio se pensiamo che Dante Alighieri rappresenti al meglio, più di chiunque altro, l’idea, l’immagine del poeta, allora dico che:

Dante è il poeta per eccellenza

Dante è il poeta per antonomasia

Dante è il poeta in senso assoluto

Allo stesso modo:

Aristotele era ritenuto il filosofo per eccellenza.

Qualsiasi caratteristica è adatta:

La Ferrari potrebbe essere considerata l’automobile da corsa per eccellenza.

Naturalmente qualunque sia la caratteristica di cui parliamo, si tratta sempre di qualcosa che più o meno tutti conoscono. Altrimenti non si può usare.

Nicole: Quando qualcuno o qualcosa viene annoverato fra i migliori e i più tipici del suo genere quindi posso dire è un qualcuno o qualcosa per eccellenza?

Non è esattamente così, dipende se esiste già oppure no qualcuno o qualcosa da sempre noto per rappresentare perfettamente quella immagine. Poi non si può improvvisamente diventare qualcosa “per eccellenza” perché occorre del tempo prima che tutti lo sappiano.

Ulrike: La pizza è il piatto italiano per eccellenza, non si può essere di diverso avviso!

Questo è sicuro! Nulla quaestio.

Emma: Agosto è il mese delle vacanze per antonomasia. Nulla quaestio anche qui.

Solitamente è un caratteristica positiva (perché l’eccellenza rappresenta il meglio) ma non è obbligatorio.

Maradona è il calciatore mancino per eccellenza (mancino significa che il piede sinistro era il suo preferito).

Il cianuro è il veleno per eccellenza

L’oro è il minerale prezioso per eccellenza

Come a dire che per le sue qualità, per le sue caratteristiche, l’oro è considerato da tutti il simbolo della ricchezza, del lusso. Attenzione, non si dice solitamente che è il materiale “più prezioso” per eccellenza, ma semplicemente che è il minerale prezioso per eccellenza.

In questo modo creiamo una associazione diretta tra il concetto di “minerale prezioso” e l’oro.

Dimmi il nome di un minerale prezioso!

L’oro! Questo è il minerale prezioso per eccellenza.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

303 – Essere in debito con

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

Trascrizione

Giovanni: credevate di aver finito con il debito?

Lejla: Balza agli occhi, Gianni, che vuoi spiegarci l’uso della parola debito con tutti gli annessi e conessi.

Giovanni: Infatti Lejla, hai ragione.

Nello scorso episodio abbiamo visto “essere a debito di” che si usa, come abbiamo visto quando viene a mancare qualcosa di importante, come l’ossigeno, il fiato, risorse, energie.

Dovete sapere che nel caso dell’ossigeno, e solo in quel caso, si può anche dire essere “in debito di ossigeno”.

Il significato è identico, ma usiamo “in”. È una eccezione però. Negli altri casi si usa invece sempre la preposizione “a”, proprio come “a corto di”, che come detto è più colloquiale.

Sono a corto di energie

Sono a debito di risorse

Sono a corto di idee

Usare “in” solitamente dà un altro significato alla frase. Infatti l’espressione “essere in debito con qualcuno” non si usa generalmente né con i soldi, né con le mancanze. Significa invece che questo qualcuno mi ha fatto un favore importante ed io sento che devo fare qualcosa per lui.

In genere non mi ha prestato soldi però. Semplicemente, questa persona, ha fatto qualcosa per me, qualcosa che sento di dover restituire proprio come se fosse denaro.

Nel caso di soldi direi: ho un debito con Giovanni. Userei il verbo avere quindi.

In questo caso invece “sono in debito con Giovanni“.

Giovanni è stato molto gentile con me, e ha fatto di tutto perché non mi sentissi in debito con lui.

Questo significa che Giovanni è stato gentile e non vuole che io senta di dovergli restituire il favore. Non vuole che io mi senta in debito con lui.

La famiglia Rossi ci ha aiutato molte volte. Siamo in debito con loro. Perché non li invitiamo a cena?

Ma no caro dai, oggi non sono in vena di cucinare.
E poi non me la sento di sorbirmi la solita solfa di sua moglie.

Un altro esempio:

Non ho fatto nulla di male, sono innocente. Non sono in debito con la giustizia.

Si usa moltissimo “essere in debito con la giustizia“, sebbene non si tratti di una persona. Significa che dovrei pagare per qualcosa che ho fatto. Un ladro ad esempio, se non viene scoperto, è in debito con la giustizia.

Si usa spesso anche “essere in debito con la fortuna” (o con la sorte) per indicare che sono stato molto fortunato in passato. La fortuna è stata molto generosa con me.

Ovviamente si può anche essere in credito con la fortuna e con la giustizia.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

302 – Essere a debito/corto di

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

302_a_debito

Trascrizione

Giovanni: in questo episodio n. 302 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente parliamo di debiti, ma solo al singolare: “debito”. Abbiamo già visto l’espressione “a tempo debito“, nell’episodio 247, quindi già sapete che quando parliamo di debito, non è detto che stiamo parlando di denaro. Infatti è vero che il debito, in generale, è un ammontane di denaro che dobbiamo dare ad una persona, o ad una banca. Il debito è il contrario del credito.

Quindi se Carlo ha un credito con Giovanni di 100 euro, significa che Carlo deve riscuotere 100 euro da Giovanni, e Giovanni deve dare 100 euro a Carlo.

Questo è avere un credito o avere un debito. Ci sono ovviamente anche i debiti, al plurale, in questo caso.

Ma il termine debito, solo al singolare stavolta, si può usare anche con il verbo essere, nella locuzione “Essere a debito di“.

Xiaoheng: Non restare sul vago Gianni, facci qualche esempio.

Ad esempio:

Io oggi sono a debito di energie

L’ufficio è a debito di risorse umane

Franco è a debito di sangue

Maria è a debito di tempo

Ulrike: Capisco, il debito di cui parli qui non ha niente a che spartire con con i soldi.

Giovanni: Infatti. Però in tutti questi esempi, pur se non parliamo di soldi, di denaro, stiamo parlando di qualcosa che manca, qualcosa di cui si avrebbe bisogno ma che non è disponibile.

Quindi:

Io oggi sono a debito di energie, cioè mi mancano delle energie

L’ufficio è a debito di risorse umane, cioè ci mancano delle risorse umane, cioè delle persone.

Franco è a debito di sangue, quindi avrebbe bisogno di sangue.

Maria è a debito di tempo, quindi Maria avrebbe bisogno di più tempo, non ha tempo a sufficienza.

In genere è una persona che è “a debito di” qualcosa, inoltre non si può essere a debito di oggetti.

Nel linguaggio corrente si usa spessissimo anche “Essere a corto di” qualcosa. Stesso significato, ma più colloquiale. Con le idee, ad esempio, si usa in pratica sempre “a corto” essendo le “idee” sempre utilizzate in contesti informali.

Mi auguro di non essere a corto di idee per i prossimi episodi…

Veronica: Oggi mi gira tutto bene, ho capito tutto. Non c’è dubbio di sorta.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

301 – Zitto zitto

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro puoi registrarti qui

 

301_zitto_zitto

Trascrizione

Giovanni: Ci sono moltissimi esempi, nella lingua italiana, della “reduplicazione espressiva“, un brutto termine, sembra quasi una malattia…

Scherzi a parte. Per dirla semplicemente, si parla di una parola ripetuta. Ripetendo una parola due volte, si forma qualcosa con un significato particolare, diverso, e spesso molto diverso dal significato della singola parola.

Uno dei tanti esempi è “zitto zitto”. La parola “zitto” si usa per indicare quando una persona non parla, quando sta in silenzio, cioè quando sta zitto. Ma se raddoppio la parola ottengo “zitto zitto” che non si riferisce direttamente alla voce di una persona maschile (al femminile diventa “zitta zitta”) ma si parla di concetti abbastanza simili. Non si indica l’assenza di voce, di parole, ma l’assenza di clamore, l’assenza di proclami, l’assenza di dichiarazioni. Occorre prestare attenzione anche al tono che si utilizza in questi casi.

Vediamo alcuni esempi.

Il presidente italiano, zitto zitto, sono già 3 anni che è a capo del governo.

Cosa si vuole dire? Si vuole dire che nessuno evidentemente aveva molta stima di lui all’inizio. Significa che il presidente in questione, senza troppo clamore, è in carica da 3 anni. Probabilmente all’inizio non si credeva che questo potesse avvenire.

Parlando di un calciatore, potrei dire che:

Il ragazzo, zitto zitto, è diventato un elemento sempre più importante nella sua squadra.

Amelia: A dispetto della sua magra corporatura!

Anche in questo caso, non c’era una forte aspettativa, non c’era attenzione da parte di nessuno, o almeno erano altri i calciatori di cui si parlava maggiormente. Questo silenzio, questo poco parlare di lui, queste basse aspettative iniziali, fanno pensare a qualcosa che è avvenuto quasi di nascosto.

Si tratta sempre di un complimento quando uso “zitto zitto”. Un complimento verso una persona sulla quale, evidentemente, l’opinione è cambiata nel tempo. Ora, considerando questo risultato ottenuto (un buon risultato), la stima nei suoi confronti è aumentata.

Spesso si usa anche un’altra espressione in questi casi: Hai capito! Attenti al tono, anche qui è molto importante!

Hai capito Giovanni! Zitto zitto ha fatto quasi 1000 episodi con Italiano Semplicemente

Iberè: Grazie anche al nostro apporto, con queste espressioni di ripasso.

Hai capito Marco! Dicevano tutti che non piacesse alle ragazze, e invece, zitto zitto, si è fidanzato con la ragazza più carina della scuola.

Sofie: Vai a capire cosa ci trovano in lui le ragazze!!

Ovviamente è un’espressione informale. Però si usa molto anche quando si riportano le notizie su internet, sempre per fare complimenti.

Andrè: Ok, adesso l’episodio finisce qui Giovanni, sennò te la vedi tu con gli studenti che si arrabbiano!!

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

300 – Avere agganci

Audio

Trascrizione

Emanuele: benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, per migliorare il proprio italiano gradualmente, ogni giorno.

Agganciare
Un pesce preso al “gancio” (anche detto “amo”)

Giovanni: hai mai provato, parlo con i maschietti, ad agganciare una ragazza in discoteca? Hai mai provato ad aggamciarne una? Anche un ragazzo si può agganciare.

Lejla: io non ci provavo ad agganciarli, perché non venivo mai degnato di uno sguardo!

Sofie: Beh, non puoi sapere se andava male. Non avevi che da provare!

Giovanni: In questo caso, cara Lejla, si può anche decidere di agganciare un cliente. Anche un cliente si può agganciare. Magari è più facile. Lo puoi e lo vuoi agganciare per vendergli un prodotto.

Il verbo agganciare, che deriva dal termine gancio, si può utilizzare al posto di rimorchiare, sia che si parli di voler conquistare una ragazza o un ragazzo, sia che si parli di automobili.

Quando un’auto si ferma per un guasto, quando non funziona più, bisogna portarla dal meccanico per ripararla, e allora si utilizza un gancio, un oggetto di metallo, che serve a rimorchiare l’auto fino al meccanico.

“Vado a rimorchiare una ragazza”, quindi, oppure “vado ad agganciare una ragazza” si usa, tra i giovani, per indicare il tentativo di conoscere una ragazza, per poterla tirare verso di sé, per poterla conquistare. Un’attività che non riesce sempre.

Ad ogni modo l’immagine del gancio si utilizza anche in un’altra espressione italiana:

Avete un aggancio, o avere degli agganci.

L’aggancio in questo caso è una conoscenza, quindi si tratta di una persona che si conosce e che potrebbe risultare utile per raggiungere un obiettivo personale. Una persona influente quindi. Che riesce ad influenzare alcune decisioni.

Si usa moltissimo in Italia e a dire il vero non è una cosa molto positiva, perché si usa spesso per indicare una o più conoscenze che potrebbero aiutarti per ottenere favori. Favori che avvantaggiano te, ma spesso svantaggiano altre persone.

Se quindi mi serve ottenere un documento amministrativo importante in tempi brevi, spesso questo non è possibile, ma se hai un aggancio al comune, o in qualsiasi ufficio dell’amministrazione pubblica, potresti ottenere questo documento, perché c’è questa persona che ti aiuterà.

Ci sono moltissime persone “ben agganciate” in Italia, che hanno quindi ovunque dei buoni agganci e questo dà loro una forma di privilegio, una forma quindi di potere. Con un aggancio si può ottenere un lavoro senza meritarlo, con un altro aggancio ottenere un prestito.

E tu, ti ritieni una persona ben agganciata? Hai molti agganci? Conosci persone influenti?

Non è una cosa di cui andare orgogliosi però.

Ulrike: Che sarà mai, Giovanni!

Andrè: Non è niente di che, dai, in tutto il mondo è così.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

Il verbo PRENDERE nelle 52 espressioni idiomatiche italiane – VIDEO-CHAT

Audio

Descrizione

Stasera, 28 giugno 2020, ore 19 italiane, piattaforma zoom, appuntamento per spiegare le espressioni utilizzate nella storia (52). Per partecipare: https://italianosemplicemente.com/chi-siamo

Trascrizione

Ciao!! Vi ho preso di sorpresa? Tranquilli,
Adesso vi racconterò una storia che parla del verbo prendere.
Spero non la prendiate male se parlerò velocemente. Non mi prendete per matto però!
Se non riuscirà a prendere forma una bella storia, prenderla male non vi aiuterà a migliorare il vostro italiano. Quindi spero la prendiate bene, come quando venite bocciati ad un esame e non ne fate un dramma.
Poi c’è chi la prende con filosofia: apprezzo molto queste persone che danno il giusto peso alle delusioni.
A proposito: siete persone che se la prendono se qualcuno vi prende in giro?
Non ve la prendete con me però, io non c’entro nulla.
Parlo velocemente ma solo perché non mi piace prendermela comoda.
Certo, voi non madrelingua rischiate seriamente di prendere lucciole per lanterne, ma oggi avevo voglia di fare un episodio divertente, perciò meglio
Prendere la palla al balzo, no?
Saper prendere l’occasione al volo d’altronde è una qualità non da poco.
Non prendete alla lettera le mie frasi perché sono tutte espressioni figurate. Lo so, state pensando che io sia un po’ pazzo, ma state prendendo un granchio, e non vi sto neanche prendendo in giro. Oggi volevo divertirmi sebbene l’obiettivo è molto impegnativo: ma a un certo punto ho preso il toro per le corna e ho iniziato a scrivere.
Non mi prendete troppo sul serio però.
Piuttosto a me piace molto essere preso per la gola e voi? Sono sicuro che anche a voi! Che mi prenda un colpo se non è così!
Comunque voi starete pensando che vi stia prendendo per il culo, o per i fondelli, o magari per il naso.
Se invece non lo pensate è perché avete preso una bella cotta per la lingua italiana.
Allora in questo caso,
Prendete baracca e burattini, o armi e bagagli, se preferite, e fatevi un bel giro in Italia.
Adesso state attenti. Quale espressione ho usato per ultima?
Vi ho preso in castagna? Eravate distratti?
Se state ancora ascoltando avete proprio preso a cuore questo mio tentativo di oggi.
Credo che storie di questo tipo siano molto utili: si impara divertendosi. Si prendono quindi 2 piccioni con una fava.
Allora posso continuare?
Spero non pensiate che ciò che dico sia da prendere con le molle!!
Non che dobbiate prendere per buono tutto ciò che dico. Fate pure le vostre verifiche se volete.
Ma per chi mi avete preso? Per uno che dice sciocchezze?
Non prendete per oro colato nulla di ciò che dico. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Poi, chi si fida troppo, si dice che finisce per
Prenderlo in quel posto, prima o poi…
Non vi aspettavate parolacce? Vi ho preso in contropiede?
Capita a tutti non preoccupatevi.
Ma io voglio solo esplorare completamente la lingua italiana quindi è necessario spiegarvi bene le cose.
Se amate la lingua italiana dovete sopportare anche questo. In amore si prendono spesso cantonate, no?
Ma la lingua italiana non tradisce e non delude, non si possono prendere fregature e neanche sòle di nessun tipo.
L’unica cosa è che questo racconto sta prendendo una brutta piega.
Difficile sopportare uno come me, vero?
Prendermi a mali parole però non è la soluzione, anche se siete tipi che prendono fuoco facilmente. Se prendete di matto sapete cosa vi dico? Cosa vi prende?
Sapete che ho preso ad odiare gli esercizi di grammatica e a me piace divertirmi quando insegno l’italiano. Se un professore di italiano prova a contestarmi io gli faccio vedere i miei 100 associati:
Prendi e porta a casa! Che soddisfazione!
Cosa aspetti a cambiare metodo anche tu, caro professore? Prendi e cambia metodo, è facile e divertente.
Non conosci la strada?
Prendi a destra e poi a sinistra, poi prendi l’autostrada per Roma e vieni a trovarmi. Te lo spiego io volentieri! Così alla fine anche tu avrai preso le Misure del metodo.
Prenderà molto anche te questo metodo, vedrai!
A quel punto ci prenderemo molto anche noi due.
Comunque piacere. Mi chiamo Giovanni. E scusate se vi ho preso alla sprovvista, senza avvisare.