A chi tocca non s’ingrugna

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A chi tocca non s’ingrugna è una frase che si usa quando non bisogna arrabbiarsi se si è colpiti dalla sfortuna.

È un invito a non arrabbiarsi, a non intristirsi in questi casi.

Chi è colpito dalla malasorte, dalla sfortuna, non deve arrabbiarsi, non se la deve prendere, non deve ingrugnirsi, ma la deve accettare serenamente.

Ingrugnirsi deriva dal termine grugno che è viso del maiale 🐷.

Questo termine si usa anche per indicare un’espressione triste o arrabbiata.

Un po’ come la faccia che fanno i bambini quando non ottengono quello che vogliono.

Si ingrugniscono sempre i bambini quando perdonono e anche quando si offendono.

Si dice anche “mettere il grugno” immusonirsi, fare il muso o mettere il muso.

A chi tocca non s’ingrugna

Facciamo un gioco? Chi perde paga 1000 euro. Però mi raccomando, a chi tocca non s’ingrugna, ok?

Si usa spesso nei giochi, dove si vince e si perde, e spesso questo dipende dalla fortuna o dal caso.

A chi tocca” significa “alla persona che perderà” , oppure “a chi capiterà la sfortuna”, chi sarà colpito dalla malasorte.

Si usa spesso nella lingua italiana informale il verbo “toccare” in questo modo:

La morte prima o poi tocca a tutti

A chi tocca lavare i piatti?

Quando toccherà a me vincere la lotteria?

In quest’ultimo caso si tratta di fortuna, ma la maggioranza delle volte non è mai così.

Abbaiare alla luna

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Avete mai abbaiato alla luna? Sicuramente vi sarà successo, ma non come fanno i cani o i lupi.

Intendo dire, vi è mai successo di prendervela con qualcuno che però non reagisce per niente? In quel momento capite che state abbaiando alla luna, proprio come fanno i cani o i lupi che abbaiano contro la luna, forse per protestare per la luce eccessiva. Non sperate che la luna vi risponda! La luna non risponderà.

Ebbene, questa espressione si usa spesso con i figli, che non ascoltano mai i genitori, e i genitori continuano quindi ad abbaiare alla luna.

Potete usarla comunque con chiunque per indicare che la vostra protesta non sortisce alcun effetto apparente sul destinatario.

Non mi ascolti mai, con te è come abbaiare alla luna!

Ho provato a protestare con il direttore ma come al solito mi sembra di abbaiare alla luna!

Se non vogliamo usare l’immagine della luna potremmo dire “imprecare a vuoto“, Il significato è sempre lo stesso: agitarsi inutilmente, protestare inutilmente, inveire inutilmente.

 

Restare a bocca asciutta

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Ancora una frase fatta, un modo di dire, un’espressione idiomatica.
Io sono Giovanni e quello che state ascoltando è un altro episodio di italianosemplicemente.com.

Cosa succede se a ora di pranzo o di cena scoprite che non c’è nulla da mangiare?

Restate a bocca asciutta.

Questo è quello che succede: restate a bocca asciutta.

Asciutta è il contrario di bagnata e umida anche. Simile a secca. Insomma senz’acqua. Ci si riferisce all’acquolina, che si forma nella nostra bocca quando mangiamo. Ma siccome non c’è nulla da mangiare, la nostra bocca rimane asciutta.

Una frase informale che potete però usare ogni volta che si prevedeva di ottenere qualcosa, non solo cibo, ma alla fine non si ottiene nulla.

Faccio un esempio:

Ci sono le elezioni e uno dei candidati è sicuro si vincere e invece viene sconfitto. Credeva si essere eletto e invece è restato a bocca asciutta.

Si può usare anche il verbo rimanere.

È rimasto a bocca asciutta.

Non è mai piacevole rimanere a bocca asciutta.

Avete mai visto cosa succede quando durante un compleanno un bambino non ha il suo pezzo di torta?

La torta finisce e lui resta senza niente, rimane a bocca asciutta nonostante le premesse favorevoli.

C’è insoddisfazione naturalmente. Si potrebbe dire rimanere insoddisfatti, delusi dopo avere sperato in qualcosa.

Sarà per la prossima volta.

Ripeti dopo di me:

Sono rimasto a bocca asciutta

Spero di non rimanere a bocca asciutta

Attento, potresti restare a bocca asciutta

La Juventus quest’anno resterà a bocca asciutta.

Ci sentiamo alla prossima espressione italiana.

Ps: notare come “a” in questa frase ha il senso di “con”. Succede anche in altre frasi simili:

Uscire a testa alta

Rimanere a pancia vuota

Fare a modo mio

Abbassare la cresta

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Abbassare la cresta è una frase fatta che si sente spesso in Italia.

Una frase divertente, ma è anche un po’ offensiva che significa varie cose.

Se io ti dico che devi abbassare la cresta può significare:

– non fare l’arrogante

– non fare il presuntuoso

– non avere così tante pretese

– cerca di rispettarmi di più

– scendi dal piedistallo

– non fare il superiore

È una frase che si dice a chiunque cerchi di fare il prepotente o che ha troppe pretese.

Per capire bene dovete sapere che la cresta è ciò che i galli hanno in testa. La cresta è di colore rosso.

E il gallo, si sa, vuole essere il Re 👑 del pollaio. Il gallo 🐓 tiene sempre la cresta alta, a meno che perde il combattimento con un gallo più forte di lui.

A quel punto abbassa la cresta.

Questo per riconoscere la superiorità dell’avversario.

Un’espressione che arriva dal mondo contadino dunque.

Ci vediamo alla prossima frase fatta.

A babbo morto

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L’espressione “a babbo morto” si utilizza nella lingua italiana quando si parla di soldi.

Precisamente quando si prestano i soldi ad una persona.

Prima o poi i prestiti vanno restituiti giusto?

I soldi devono tornare indietro, devono essere restituiti.

Ebbene, quando avverrà la restituzione dei soldi? Quando avremo i nostri soldi indietro?

Se dico che il prestito mi verrà restituito a babbo morto, voglio dire che non c’è alcuna certezza su quando questo avverrà.

Non c’è una data precisa, e probabilmente questo avverrà tra molto tempo, quando il babbo sarà morto.

Ovviamente questo è solo un modo di dire, una frase fatta. Il babbo è il padre, il papà, nel linguaggio familiare.

Quindi i soldi torneranno quando il papà sarà morto. Questo è il senso letterale della frase.

La preposizione “a” viene usata per indicare quando qualcosa accadrà. Questo non è l’unico caso in cui si fa questo:

A giochi conclusi = quando i giochi saranno conclusi

A pancia piena = quando la pancia sarà piena

A partita finita = quando la partita sarà finita

Ma perché si usa dire “a babbo morto? E’ quello che avviene, se ci pensate, quando si riceve un’eredità.

Dobbiamo aspettare la morte prima di ereditare, prima che ciò che era di mio padre diventi mio. E la morte non si sa quando arriverà. Quindi se un ragazzo prende un prestito, quando suo padre morirà, riceverà l’eredità e potrà ripagare il prestito.

Naturalmente è una frase informale. Si usa proprio per evidenziare l’incertezza legata alla restituzione del prestito.

Tieni questi soldi, me li restituirai a babbo morto.

Ho prestato 1000 euro al mio amico, ma credo che li rivedrò a babbo morto.

Spesso è solo un modo ironico per dire MAI!! Non li avrò mai indietro!!

Occhio non vede, cuore non duole

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Occhio non vede, cuore non duole è un famoso proverbio italiano.

L’insegnamento di questo proverbio è che per non soffrire è meglio non sapere, cioè non vedere la verità.

La frase corretta sarebbe:

Se gli occhi non vedono il cuore non duole.

Ci sarebbe molto da dire sul messaggio di questo proverbio

Tu preferisci sapere, conoscere la verità anche se ti fa soffrire oppure meglio non soffrire è non vedere la verità?

Quando il cuore duole vuol dire che il cuore fa male. È il verbo dolere. Vediamo qualche altro esempio del suo utilizzo:

Mi duole dirtelo, ma non ti amo più

Il dente mi ha doluto per 1 mese.

Ti dorrà ma bisogna togliere la Spina dal piede.

Non si usa spesso però: normalmente si preferisce “far male”:

Mi fa male il Dente

Mi fa male la testa

La testa mi ha fatto male tutto il giorno.

Ti farà male ma bisogna togliere la spina dal piede.

Aiutati ché Dio t’aiuta

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Un bel proverbio ottimista, che ti spinge a vedere il futuro in modo positivo è il seguente:

Aiutati che Dio t’aiuta

Questo proverbio ti spinge a risolvere i problemi, ti spinge a fare qualcosa, ad essere attivo, a reagire alle difficoltà, ti spinge ad aiutarti, ad aiutare te stesso. Non devi aspettare che i problemi si risolvano da soli.

“Aiutati” cioè aiuta te stesso. Lo devi fare perché vedrai che anche Dio ti aiuterà.

Come a dire che le cose si risolvono se vengono affrontate.

Attenzione alla pronuncia di “aiutati” perché si potrebbe confondere con “aiutati” che si scrive allo stesso modo ma ha la pronuncia con l’accento sulla seconda a.

Ad esempio: i ragazzi sono stati aiutati da Dio.

Notate poi l’utilizzo di “ché” nel proverbio.

“che” normalmente significa “cosa”:

Che fai domani?

Che ne pensi?

Che mi dici di bello?

Che in realtà ha un sacco di utilizzi: pronome, aggettivo, congiunzione.

Questo “ché” invece, che in trova in questo proverbio significa “perché” e questo uso è frequente nella lingua italiana:

Prendi l’ombrello, ché oggi piove

Mangia la pasta, ché poi non c’è altro.

Non fare esercizi, ché non servono.

Dammi una mano ché non ce la faccio.

Vieni a mangiare ché è pronto

Aiutati ché Dio t’aiuta.

Attenzione però: Questo “ché” ha anche l’accento acuto sulla e, e il motivo è che sostituisce perché.

Vieni con me ché ti faccio vedere che bel sito che ho trovato per imparare l’italiano.

È un modo veloce per esprimere un motivo o una conseguenza:

Aiutati perché se farai così anche Dio ti aiuterà

Vieni a mangiare perché è pronto.

Prendi l’ombrello, in quanto oggi piove

Questo ché con l’accento permette di fare frasi più veloci, immediate.

Però attenzione, ché non potete usare questo “ché” con l’accento per fare domande ok?

Non lo fate, ché sarete bocciati all’esame!

Se lo fate l’accento non c’è. È un altro “che”, senza accento stavolta, e spesso è un che particolare, dall’uso sempre colloquiale:

Che, non ci credi?

Che, mi dai una mano per favore?

Che, l’hai fatto poi l’esame?

Anche questo è un uso un po’ strano per un non madrelingua, perché non significa “cosa“. Ma è senza accento.

Vabbe adesso non voglio annoiarvi ché questo episodio sta diventando troppo lungo.

Proverbi italiani: chi si somiglia si piglia

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Chi si somiglia si piglia. C’è la rima anche in questo proverbio italiano dedicato all’amore ma non solo.

Chi si somiglia, cioè chi ha le stesse caratteristiche caratteriali, chi ha valori simili, abitudini simili, eccetera, si piglia.

Ma cosa significa “si piglia”?

Pigliare è simile a prendere, ma in questo caso è più vicino a scegliere. Quindi pigliarsi sta per scegliersi.

Le persone simili quindi si scelgono. Questo è il senso.

Come a dire che siamo tutti più propensi a scegliere, come nostri amici o nostra moglie o marito, una persona che ci somiglia, che è come noi.

Peccato però che esiste anche il detto contrario: gli opposti si attraggono. Mah!

Le bugie hanno le gambe corte

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Le bugie hanno le gambe corte.

Le bugie hanno le gambe corte, Un proverbio che ci insegna ad essere sinceri, perché con le bugie non si va molto lontano, proprio come chi ha le gambe corte.
Le bugie sono le false affermazioni, le menzogne. Quindi quando si dicono le bugie, prima o poi la verità che esse nascondono viene scoperta. Prima op poi la verità viene a galla.
D’altronde di dice anche che “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”, ma questo secondo proverbio si riferisce più al modo di comportarsi, oltre alle bugie. E’ facile fare il male ma che è difficile nasconderlo o evitarne le conseguenze: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Non tutte le ciambelle escono con il buco

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Non tutte le ciambelle escono con il buco.

Un proverbio italiano che ci dice che non tutte le cose finiscono come dovrebbero.

In teoria una ciambella deve avere il buco al centro, no? Altrimenti non è una ciambella!

Interessante l’utilizzo del verbo uscire. In realtà le ciambelle non vanno da nessuna parte. Infatti uscire in questo caso sta per riuscire. Si parla di un risultato finale. Sei riuscito a fare la Ciambella col buco?

No, non ci sono riuscito. Oppure: il buco non è uscito.

Ma perché uscire e non riuscire?

Perché la ciambella esce dal forno, ma esce alla fine della cottura. E anche per capire se riesce qualcosa, o se si è riusciti a fare qualcosa, si vede solamente alla fine.