La scocciatura e il verbo scocciare (ep. 941)

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Trascrizione

Giovanni: oggi esploriamo il verbo ‘scocciare’ e il sostantivo ‘scocciatura’. Si usano molto nel linguaggio di tutti i giorni.

Dopo aver parlato dei rodimenti, non ci allontaniamo di molto col verbo scocciare e col sostantivo scocciatura.

Dal nervosismo, che prevale nel rodimento, ci spostiamo su un sentimento più simile al fastidio. Inoltre il rodimento è spesso la conseguenza di invidia o di qualcosa che non riusciamo a “digerire”, nel senso di sopportare. Spesso poi il rodimento è silenzioso, avviene dentro di noi e preferiamo non mostrarlo. Invece la scocciatura spesso si manifesta. Generalmente si manifesta sbuffando.

Perché sbuffi? Sei scocciato?

Questo è un tipico esempio di utilizzo del verbo scocciare.

Questo verbo viene comunemente usato proprio per esprimere fastidio, noia o irritazione. Si tratta di qualcosa di più semplice e meno importante del rodimento.

Quando qualcosa o qualcuno “ci scoccia“, significa che ciò che sta accadendo o la persona che interagisce con noi sta diventando fastidiosa o noiosa. Per esempio, potremmo dire:

Mi scoccia aspettare il bus sotto la pioggia

o

Mi scoccia quando le persone interrompono una conversazione

Il verbo “scocciare” può essere utilizzato in vari contesti.

Ad esempio, se state parlando di un film che non vi è piaciuto affatto, potreste dire:

Quel film mi ha proprio scocciato!

Oppure, se state raccontando di una lunga attesa in coda alla posta, potreste esclamare:

Stare in fila mi scoccia da morire!

A volte può indicare una perdita della pazienza. Immaginiamo un professore che si è stancato che uno studente parla continuamente durante la lezione:

Adesso mi hai proprio scocciato! Vai fuori della porta!

Ora, passiamo al sostantivo “scocciatura” che è molto simile a “rompimento“.

Questo termine deriva dal verbo “scocciare” (simile a rompere) ed è utilizzato per indicare qualcosa di fastidioso, seccante o irritante.

Ad esempio, potremmo dire:

Andare al supermercato il sabato mattina mi scoccia da morire.

Spendere altri soldi per riparare questa vecchia auto mi scoccia proprio

Ti scoccia se ti chiedo di accompagnarmi a casa?

Ecco alcuni esempi che mostrano come utilizzare il sostantivo “scocciatura“:

Non vedo l’ora che questa scocciatura finisca!

o

Le pulizie di primavera sono sempre una grande scocciatura.

Ora che abbiamo esplorato il significato e l’uso del verbo “scocciare” e del sostantivo “scocciatura“, voglio fornirvi alcuni verbi alternativi che potete utilizzare per esprimere la stessa idea.

Questi verbi possono arricchire il vostro vocabolario e darvi più opzioni durante la conversazione.

Invece di dire “mi scoccia“, potreste utilizzare “mi infastidisce”, “mi dà fastidio” o “mi urta” o anche “mi rompe”.

Allo stesso modo, per sostituire il sostantivo “scocciatura“, oltre a rompimento, molto informale, potreste usare “fastidio”, “seccatura” o “irritazione”.

Ricordate, l’uso dei sinonimi vi permette di variare il vostro linguaggio e di esprimere le vostre sensazioni in modi diversi, aggiungendo sfumature alla comunicazione.

Per esempio, al posto di dire “Mi scoccia aspettare il bus sotto la pioggia”, potreste dire “Mi infastidisce aspettare il bus sotto la pioggia” o “Mi irrita aspettare il bus sotto la pioggia”, Mi dà proprio fastidio aspettare il bus sotto la pioggia”, eccetera.

Se c’è una cosa che mi dà sui nervi è aspettare il bus sotto la pioggia.

Spesso si usa anche il verbo “seccare“, soprattutto nel nord Italia:

Vi secca se vi chiedo una favore?

Anche “seccante” si sente abbastanza di frequente.

È veramente seccante quando non puoi iniziare una riunione per via dei soliti ritardatari.

Queste modalità alternative vi offrono più possibilità di esprimere il vostro stato d’animo e di comunicare in modo più preciso. Un altro esempio:

Rifare tutto il lavoro daccapo è una scocciatura che non avrei voluto affrontare.

Mi infastidisce dover sopportare senza potermi lamentare.

Ricapitolando, “scocciare” è un verbo che esprime fastidio o noia, mentre “scocciatura” è il sostantivo che indica qualcosa di fastidioso o irritante o noioso.

Abbiamo anche esplorato alcuni verbi alternativi come “infastidire“, “irritare” e “seccare“, “rompere“, che possono essere utilizzati al posto di “scocciare”.

Anche la seccatura è ugualmente molto usata ed è un’ottima alternativa a scocciatura.

Ci stiamo avvicinando tra l’altro al linguaggio formale.

Prima di vedere le alternative formali, credo sia bene anche chiarire una cosa. Come possiamo chiamare la persona che ci causa una scocciatura?

Scocciatore è una possibilità. Al femminile diventa scocciatrice. Seccatore e seccatrice sono un’alternativa. Es:

Non fare lo scocciatore! Stavo uscendo dall’ufficio proprio adesso e mi dici che c’è del lavoro urgente?

Ti ha cercato quella scocciatrice di Alessandra. Buon per te che non c’eri.

Si usa anche seccante, tra l’altro non solo parlando di persone.

Non mi chiamare seccante, ma mi passeresti il sale?

Questa situazione è veramente seccante! Possibile che non posso prendere tutto il mese di agosto come ferie?

Seccante” (che si usa sia per i maschi che per le femmine) viene spesso utilizzato per descrivere una persona ma anche quindi una situazione che provoca fastidio, noia o irritazione.

Può indicare qualcosa che è ripetitivo, tedioso o che richiede attenzione e impegno costante. Ad esempio, un compito che richiede molte attenzioni o una persona che chiede sempre aiuto possono essere descritti come “seccanti”.

Tuttavia, “seccante” può anche essere utilizzato in modo più generico per indicare qualcosa che è fastidioso senza specificarne la causa precisa.

Seccatore e scocciatore indicano invece solamente una persona che è fastidiosa, irritante o che crea disturbo in modo prolungato. Può implicare un comportamento importuno, invadente o molesto.

Si parla di una persona che disturba ripetutamente gli altri, che non rispetta i confini personali o che causa disagio con le sue azioni o richieste.

Nel linguaggio formale, esistono diverse alternative che si possono utilizzare al posto di “scocciatura” e “scocciare” per rendere il linguaggio più elegante. Ecco alcuni suggerimenti:

Incomodo” e “incomodare“:

Esempio:

Il compito di compilare tutti quei documenti è un incomodo che vorrei evitare.
Vorrei chiederti un favore, ma non voglio incomodarti. Se hai il tempo e la disponibilità, potresti revisionare il mio progetto?

Turbamento” o “disagio“:

Esempio:

La presenza di estranei durante la riunione causa un notevole turbamento nell’ambiente di lavoro.

Non vorrei procurare alcun disagio agli ospiti. Mi raccomando.

Noia“:

Esempio:

Risolvere questo problema tecnico è una noia che richiede tempo e pazienza.

Volendo, anche disturbare e disturbo sono alternative a scocciare e scocciatura.

Adesso ripassiamo qualche episodio passato parlando degli effetti dell’alcol.

Irina: personalmente non lascio mai che l’alcool mi annebbi il cervello.

Peggy: Non vorrei sembrare allarmista, ma vi rendete conto di quali e quanti sono i postumi dell’abuso dell’alcol?

Carmen: L’alcol è quello che è, una droga appunto. Però una droga ben accettata dalla società. Difficile rimettersi subito in sesto dopo una sbornia, che va evitata, allora. È sempre la dose che fa la differenza.

Estelle: Senza contare gli impatti sulla gravidanza. In questo caso il verdetto è chiaro, nessun alcolico è consentito!
Dobbiamo prendere tutte le debite precauzioni per la salute dei bambini.

Albéric: «In vino veritas» dicono gli anziani romani da illo tempore. Ragion per cui si può alzare il gomito senza remore. Peccato che oggi ci si deve sorbire tutti questi discorsi sulla moderazione e come darsi una regolata in tutto. Che vadano a quel paese tutti quelli con il loro latte d’avena o altri frullati! Come diceva Baudelaire: «Il vino può rivestire i luoghi più sordidi di un lusso miracoloso». Questo è quanto! Altro che storie!

Hartmut : in vino veritas? Allora non hai ancora bevuto abbastanza! Ma guarda tu se nel 2023 ancora dobbiamo sentire queste stupidaggini.

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La Tachicardia – IL LINGUAGGIO DELLA SALUTE (Ep. n. 4)

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Trascrizione

cuore tachicardia

Giovanni: Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al linguaggio della salute.

Buongiorno Anthony

Anthony: buongiorno a te Giovanni.

Giovanni: è arrivato il momento di spendere qualche parola sulla tachicardia. Che ne pensi?

Anthony: ottima idea! Parliamo del cuore che batte troppo velocemente.

Giovanni: lo chiedo a te perché sei un medico e voglio farti qualche domanda sulla quale sarai sicuramente ferrato!

Anthony: mi auguro di sì!

Giovanni: bene, cerchiamo di spiegare qualche termine e espressione particolare legati a un disturbo del cuore come la tachicardia.

Innanzitutto, come tanti altri disturbi, il termine Tachicardia termina con – cardia.

In generale, il suffisso “-cardia” viene utilizzato per descrivere qualsiasi cosa che riguardi il cuore, non solo disturbi, come ad esempio procedimenti medici, farmaci e trattamenti terapeutici: l’elettrocardiogramma ad esempio.

Anthony: La Tachicardia, in particolare è un disturbo cardiaco caratterizzato da un aumento della frequenza cardiaca a riposo, ovvero il cuore batte più rapidamente rispetto alla norma.

Giovanni: ma che significa “a riposo” quando parliamo di frequenza cardiaca a riposo?

Anthony: “A riposo” significa senza fare sforzi. Quando si parla di frequenza cardiaca “a riposo“, ci si riferisce alla misurazione del battito cardiaco in condizioni di totale relax, in cui il corpo non è sotto stress o sotto l’influenza di fattori esterni che possano aumentare il battito cardiaco. Il contrario è “sotto sforzo” cioè durante un esercizio fisico intenso. Il battito aumenta quando facciamo sforzi chiaramente.

Giovanni: “A riposo” chiaramente si scrive con la a senza acca! Si tratta della preposizione “a”, che ha lo stesso ruolo in altre locuzioni simili, come “a caldo”, “a freddo”, “a iosa“, “a cavolo”. In pratica la preposizione “a” ha la funzione di specificare il modo in cui viene eseguita un’azione.

Ma partiamo dalle basi: il cuore è l’organo muscolare che pompa il sangue attraverso il sistema circolatorio.

Il cuore quindi pompa il sangue, lo fa scorrere, lo spinge grazie al suo continuo pompaggio. Il cuore stesso è una pompa. Pompa è anche sostantivo.

Il verbo “pompare” viene spesso utilizzato per descrivere l’azione del cuore, in quanto il cuore è un organo muscolare che si contrae e si rilassa per spingere il sangue attraverso le arterie e le vene del corpo. In questo senso, si può dire che il cuore pompa il sangue nel sistema circolatorio.

Quindi abbiamo scoperto anche questi due verbi: contrarsi e rilassarsi. Il cuore si contrae e si rilassa.

Poi abbiamo già usato la parola “disturbo” per indicare che qualcosa non va, qualcosa non funziona bene nel nostro corpo o nella nostra mente. Non c’è nessuno che “disturba” ma c’è qualcosa che crea un disturbo, diciamo un malfunzionamento.

Anthony: In ambito medico, la parola “disturbo” viene utilizzata per indicare un insieme di sintomi o di comportamenti che causano un disagio significativo nella vita di una persona e che sono considerati clinicamente rilevanti.

Giovanni: I disturbi possono essere di natura mentale, emotiva o fisica. Ci sono i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, disturbi della personalità, disturbi dell’attenzione e iperattività, tra gli altri. Hai parlato dei “sintomi” che causano un disagio. Un’altra parola interessante.

I sintomi sono le manifestazioni o le sensazioni che una persona percepisce come indicazioni di un problema di salute o di un disturbo fisico o mentale. Sono dei segni evidenti di una malattia o di un disturbo, come il dolore, la febbre, la tosse, la nausea, la vertigine, la stanchezza, il prurito, l’irritazione, la perdita di appetito, il cambiamento dell’umore, ecc.

Dunque si diceva che il cuore pompa il sangue. Poi si è detto che si contrae e si rilassa. Ma il cuore batte anche. Se il cuore batte, allora siamo vivi. Il cuore batte continuamente. Allora esiste il cosiddetto battito cardiaco, cioè il battito del cuore.

Anthony: I battiti cardiaci sono le contrazioni del cuore (ogni volta che il cuore si contrae abbiamo una contrazione) che spingono il sangue attraverso le arterie e le vene. Ogni volta che il cuore batte, cioè che si contrae, assistiamo ad un battito cardiaco.

Giovanni: Che battito cardiaco bisogna avere? Quale battito cardiaco è considerato normale?

Anthony: Il battito cardiaco normale varia a seconda dell’età, del livello di attività fisica e di altri fattori. In media, il battito cardiaco a riposo di un adulto sano dovrebbe essere compreso tra 60 e 100 battiti al minuto (si usa la sigla bpm, tre lettere che sono le iniziali di battiti al minuto).

Tuttavia, il battito cardiaco può variare notevolmente da persona a persona. In generale, se è inferiore a 60 bpm è considerato bradicardia. In pratica questo accade quando il cuore batte troppo lentamente.

Giovanni: E’ grave?

Anthony: Diciamo che dipende. Alcune persone possono avere un battito cardiaco più lento o più veloce rispetto alla media senza che ciò rappresenti un problema di salute. Un battito cardiaco inferiore a 60 bpm può essere considerato normale per alcune persone, specialmente per gli atleti o per coloro che hanno una buona forma fisica. In questi casi, il cuore è in grado di pompare una maggiore quantità di sangue con ogni battito.

Giovanni: il che significa….

Anthony: il che significa che il battito cardiaco può essere più lento ma comunque efficace nel fornire ossigeno e nutrienti al corpo. Tuttavia in molti casi la bradicardia potrebbe essere associata a sintomi come stanchezza, vertigini o svenimenti. D’altra parte, un battito cardiaco superiore a 100 bpm è considerato tachicardia.

Giovanni: ma da cosa dipende?

Anthony: può essere causato da una serie di fattori, tra cui lo stress, l’ansia, l’esercizio fisico intenso, la febbre e altre condizioni mediche.

Giovanni: Stiamo parlando quindi della “frequenza cardiaca“: il numero di battiti cardiaci al minuto.
Abbiamo anche nominato le vene e le arterie: è li che scorre il sangue. Si chiamano “vasi sanguigni“, e servono a trasportare il sangue dal cuore ai tessuti e agli organi del corpo. I “vasi” normalmente servono solamente a contenere, sono dei contenitori, ma i vasi sanguigni contengono e anche trasportano il sangue.

L’aggettivo sanguigno è interessante perché può anche essere usato in senso figurato per definire una persona. Ci si riferisce alle sue caratteristiche emotive o psicologiche. Una persona “sanguigna” si usa per indicare una personalità passionale, impetuosa o impulsiva. Una persona con “un temperamento sanguigno” o che ha “un’irruenza sanguigna”. Non si tratta d persone moderate e riflessive, ma non è detto sia negativo come aggettivo associandolo ad una persona. Viene spesso associato a passione, forza e vitalità, e allora è positivo, ma può anche essere interpretato in modo negativo se utilizzato per descrivere una personalità impulsiva o aggressiva.

Tornando alle arterie e alle vene, fanno lo stesso lavoro? Cosa hanno di diverso le arterie dalle vene? Sono entrambi vasi sanguigni, ma cosa li distingue?

Anthony: Le vene fanno l’opposto delle arterie: sono i vasi sanguigni che portano il sangue dai tessuti e dagli organi al cuore. Le vene poi hanno pareti più sottili e meno elastiche rispetto alle arterie.

Poi ci sono anche i capillari, che sono sempre vasi sanguigni, ma sono i più piccoli vasi sanguigni e hanno pareti molto sottili che consentono lo scambio di sostanze tra il sangue e i tessuti.

Giovanni: capillare somiglia non a caso alla parola “capello”. La cosa più sottile che abbiamo.

E’ interessante come il termine “arteria” si usi anche parlando di strade e autostrade. A Roma ad esempio ci sono parecchie arterie che portano le macchine dentro e fuori la città.

Le arterie stradali o autostradali sono dunque una metafora che si riferisce alle principali strade di comunicazione che attraversano una regione o un paese o che collegano una città con la periferia o diverse città e regioni tra loro. Queste strade sono spesso chiamate “arterie” per il loro ruolo fondamentale nel trasporto di persone, beni e servizi attraverso un territorio, così come le arterie del sistema circolatorio che trasportano il sangue dal cuore ai tessuti del corpo.

Ma torniamo alla tachicardia. Da cosa può essere causata?

Anthony: Oltre all’ansia, lo stress, la febbre, l’ipertiroidismo, anche da abuso di sostanze come la caffeina o l’alcol, o anche da patologie più gravi come le aritmie cardiache o le malattie cardiache.

Giovanni: Accidenti, quest’ansia è davvero pericolosa! Lo chiedo ad Estelle, la nostra farmacista francese.

Estelle: Ciao a tutti! Già, l’ansia è veramente pericolosa. E non dobbiamo bere troppo caffè né bere troppo alcool. Mi raccomando.

Giovanni: grazie Estelle. Tu ci parlerai nel prossimo episodio della sana alimentazione, una cosa a cui in Italia teniamo parecchio. Intanto però dicci una cosa: quanti caffè si possono bere ogni giorno per non avere la tachicardia? E quanti bicchieri di vino italiano (o francese!) ci sono consentiti?

Estelle: Purtroppo in medicina la risposta è sempre la stessa: dipende! Parlando in generale però, se parliamo di caffè italiani (quindi molto corti, serviti in una tazzina) tre caffè sono sufficienti e anche salutari per un adulto. In media si ritiene che un consumo moderato di caffeina sia di circa 400 mg al giorno.

Giovanni: che corrispondono più o meno a 3 o al massimo 4 caffè (fatti con la moka) ogni giorno. Quindi massimo 3 caffè al giorno. E vino? Quanto ne possiamo bere? Dipende anche qui?

Estelle: Hai indovinato! Il consumo di birra e vino (e altri alcolici) può causare tachicardia in alcune persone, e la quantità che può essere consumata senza sviluppare tachicardia dipende da diversi fattori individuali. Per questo motivo, è importante prestare attenzione ai segnali del proprio corpo e limitare il consumo di alcol se si sperimentano sintomi come battito cardiaco accelerato o palpitazioni.

Giovanni: palpitazioni? E cosa sono? Come la tachicardia?

Anthony: Non esattamente. Le palpitazioni sono una sensazione soggettiva di un battito cardiaco irregolare, accelerato o “saltellante”. Spesso sono descritte come un “battito cardiaco forte”, o “sensazione di avere il cuore in gola” o una “sensazione di farfalle nello stomaco”.

Giovanni: le farfalle nello stomaco? Io credevo che solo quando siamo innamorati si sentono le farfalle nello stomaco!

Anthony: non è un caso infatti. Anche in quel caso il cuore può accelerarsi.

Giovanni: Avere o sentire le “farfalle nello stomaco” è un’espressione comune usata per descrivere una sensazione di eccitazione o ansia che si manifesta nell’area dello stomaco. Questa sensazione può essere associata a diverse situazioni, come quando si è innamorati, quando si è ansiosi o quando si è nervosi per un evento importante.

Quando siamo esposti a situazioni stressanti o eccitanti (io preferisco queste), c’è un aumento del flusso sanguigno verso gli organi vitali, compreso lo stomaco. Questo aumento del flusso sanguigno può causare la sensazione di formicolio o, appunto, di farfalle nello stomaco.

Con le farfalle nello stomaco possiamo concludere questo episodio. Un saluto a tutti e ci vediamo al prossimo episodio dedicato alla salute in cui parleremo della sana alimentazione.

Estelle: Ciao a tutti

Anthony: un saluto anche da me! Il vostro dottorino!

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