402 Questo è quanto

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Trascrizione

Emanuele: lasciamo oggi la parola ai membri dell’associazione, che leggono un bel ripasso preparato da Doris. Ci sentiamo dopo con l’episodio n. 402 che vi spiegherà mio padre.

Doris: I membri dell’associazione Italiano Semplicemente, se per caso fossero alla frutta per un evento imprevisto, pur di fare dei ripassi, cercherebbero sempre di ricorrere ad estremi rimedi di fronte a mali estremi. Questo al fine di non vedersi costretti ad interrompere l’apprendimento.
I membri bisbocciano raramente, non si sballano con sostanze stupefacenti, e non si concedono mai stravizi. I vizi sono vietati, ivi inclusi gli strappi alle regole.
Oltretutto, abbiamo tutti contezza del programma settimanale e lo seguiamo assiduamente. Tutti apprezziamo la collaborazione dacché capiamo che ogni defezione ostacola l’avanzamento. Di giovedì nel gruppo Whatsapp si parla e basta, nel senso che è vietato scrivere e mai come in questo caso si può dire che non bisogna avere il buon senso di tacere, anche se si fanno errori.
Alcuni rompono gli indugi senza cincischiare. A volte si fanno errori e a ragion veduta se ne pentono, poi subentra anche la stanchezza di tanto in tanto. Questo a maggior ragione quando ci sono più nuovi episodi da ascoltare o da recuperare.
Qualche membro si sente spesso indisposto il giovedì; c’è chi ha sempre un buon pretesto per rimanere latitante. Forse sono ancora un po’ restii alla chiacchiera considerata la vastità della lingua italiana.
Nella puntata numero 99 il presidente invita le persone più restie ad ascoltare e ripetere gli episodi incessantemente per arrivare pronto per il gradino successivo.
Al che anch’io mi dovrò presto dare una regolata. Ovviamente abbiamo l’imbarazzo della scelta, ed Io, fino ad oggi, ho sempre fatto la finta tonta :-))
I membri evitano lo studio della grammatica italiana come il diavolo l’acqua santa, ragion per cui quando ricevono critiche per questo raccolgono la provocazione e rispondono con prontezza.
Insomma, sono insofferenti alle critiche del metodo offerto da Italiano Semplicemente. A volte i critici fanno commenti sconsiderati ed inadeguati, che comunque si dimenticano in men che non si dica.
Si dicono invece che forse, il metodo, sebbene non vada per la maggiore, è l’unico che conta per loro, l’unico che voglio seguire e che ha senso.
I loro risultati però la dicono lunga e comprovano l’efficacia del suddetto metodo. Pertanto non hanno dubbi di nessuna sorta e prendono in considerazione le sette regole d’oro come le hanno imparate.
Quasi tutti i membri scalpitano prima che un nuovo episodio venga lanciato ma al contempo non impazzirebbero di certo qualora si impallasse, loro malgrado, il cellulare; in questo caso hanno una caterva di episodi vecchi a disposizione.
Gli studenti non sono di per sé particolarmente portati per le lingue e non hanno un livello altissimo, ma a loro sta andando di lusso in confronto a prima.
Si dicono: “ma dai, hai voluto la bicicletta, dunque pedala; o così o pomì”. Per l’appunto! Hanno trovato una tecnica per tenere a bada i pensieri negativi che avevano quando l’avanzamento era lentissimo.
Vi faccio un esempio: Khaled, un ragazzo egiziano, alla fine dell’episodio 328 ha fatto un ripassino che è una meraviglia. Khaled ha fatto un salto di qualità come numerosi altri studenti che io sono venuta a conoscere durante quest’ultimo anno. Vale la pena leggerlo se questi alti e bassi stanno tormentando anche voi. Insomma, i membri, per abitudine si prefiggono di studiare almeno qualcosetta, cioè qualcosina ogni giorno e bramano il giorno in cui riusciranno a padroneggiare la lingua.
Loro tengono fede alle loro convinzioni che il loro impegno prima e poi pagherà. Ci vuole pazienza.
E’ molto appagante essere in grado di fare due chiacchiere in una lingua straniera su due piedi. Qualche volta vanno a tentoni con alcuni episodi, ma in qualche modo ingranano lo stesso, si scervellano finché non riescono a capire parola per parola. E poi, alla fine, l’illuminazione tanto bramata, che approdo! Quale soddisfazione! E con il passare del tempo, lo studio diventa più facile e le elucubrazioni diminuiscono. Via via le espressioni gli stanno entrando nel sangue ma i membri non dimenticano mai la crucialità della continuità nel destreggiarsi in modo costante, sennò ne va del progresso, cioè ne va di mezzo il progresso.
Per questo, si incalzano a vicenda e i più reticenti vanno costantemente tallonati.
Questa è la specialità di Ulrike, bontà sua. Lei fa sì che l’apprendimento di ciascuno non prenda una brutta piega e che la morale nel gruppo non si abbassi troppo.
In fin dei conti ne pagheremmo tutti lo scotto.
Quando i membri sono un po’ delusi provano subito a rimettersi in sesto e se alla fine sono disperati, perso per perso parlano con Ulrike, che si mostra spesso e volentieri tutt’orecchi per affrontare i grattacapi quotidiani.
Oltretutto, i membri dell’associazione hanno sempre il presidente a ridosso (e con questo non voglio dire che mi piacerebbe capitare sotto le sue mani :).

Lo studio sarà comunque sempre passibile di miglioramento. Non si finisce mai di imparare.
I membri sono volitivi e rispondono alacremente alle domande rivolte a loro. Nessuno risponde picche a nessuno ed il presidente non lascia mai una domanda rilevante in sospeso. Mai tenere troppo sulle spine i membri!!
A loro volta anche i membri non rimandano alle calende greche una risposta in sospeso.
Meno male che i membri lasciano correre qualche errore futile commesso nella chat. Per la cronaca, la chat è un posto veramente “in” per i membri: se non ci fosse bisognerebbe inventarla. CI sono tutte persone per bene, educate e per giunta selezionate. Nessun perditempo.
Alcuni si cimentano nello scrivere due parole, un ripasso, etc.. anche se rischiano di fare una brutta figura. Quando si imbattono in problemi non indugiano a chiamare in causa altri membri se ne abbiano bisogno. Sono fiduciosi che qualcuno gli venga incontro, gli tenda la mano al bisogno e gli dia manforte.
Gli studenti di Italiano Semplicemente si ritagliano del tempo con regolarità per studiare e si smarcano dagli svaghi improduttivi, ragion per cui progrediscono più velocemente degli altri.
La costanza dunque è imprescindibile. Per combattere la pigrizia se necessario si danno una regolata e recuperano gli episodi saltati come si deve a tempo debito. Anche se lavoriamo più o meno tutti, dei tempi morti si trovano sempre nella giornata.
I membri ovviano all’inerzia perché non abbia il sopravvento su di loro. Di solito gli episodi gli ronzano per le testa a lungo prima di interiorizzarli. Vogliono avere tutte le carte in regola per fare un figurone!

Di buon grado danno seguito all’invito a partecipare in modo vivace nel gruppo Whatsapp, e se il presidente dice di rispettare le sette regole d’oro, è sempre meglio assecondarlo.
Si fanno vivi ogni tanto nella chat, quando possono, senza stress ovviamente, seppure siano tutti abbastanza indaffarati.
Le conversazioni prive di fondamento vengono evitate. I membri fanno mente locale prima di parlare e mai sono a corto di risposte alle domande.
Lo voglia di migliorare ha sempre la meglio sulla voglia di cazzeggiare.
Quelli che si decidono ad iscriversi possono aver fiducia allora che all’inizio saranno alle prime armi, o, se vogliamo usare un’altra espressione, sono ancora a carissimo amico con la lingua, ma questo imbarazzo durerà solo qualche settimana e poi, dopo alcuni sforzi si aprirà un mondo tutto colorato e variopinto per loro.
Non sono tutti uguali: sono diversi perché alcuni colgono la palla al balzo e si mettono alla prova come scrittori in erba. Si direbbe che essi siano più dotati, o che hanno più voglia, o che abbiano un trasporto indomabile, irrefrenabile, incontenibile, insaziabile, che abbiano molta voglia di esprimersi. Sono proprio affamati (in senso figurativo ovviamente) e guardano a destra e a manca pur di trovare nuove parole ed espressioni. Di buona lena mettono i pensieri sulla carta nonostante sovente debbano in primis rispolverare qualche espressione già dimenticata.
Non possono farne di meno.
All’inizio lo stile di scrittura è quello che è, ma tutti i membri hanno imparato a guardare la sostanza e non la forma. Mi raccomando però!
Non lasciate niente di intentato per raggiungere i vostri obiettivi personali.
Comunque, qualche volta è più saggio tagliare corto per non tirare per le lunghe le cose. Menar il can per l’aia non è produttivo. Loro preferiscono invece venire subito al dunque, al sodo, e dire le cose papale papale.
I membri hanno imparato bene come essere concisi, come si puntualizzano le domande per ottenere le risposte giuste. Le risposte sibilline non si sentono quasi mai nel gruppo e neanche ci si avvale di domande retoriche, e se o si fa, solo in modo scherzoso.
Per ultimo, ma non per importanza, gli studenti sono pienamente consapevoli di non poter riuscire a dominare completamente tutte le materie offerte da Italiano Semplicemente, anche con uno sforzo intellettuale notevole, ma sanno che devono resistere e non scoraggiarsi.
Desidererei aggiungere un ulteriore punto di riflessione: i membri sanno perfettamente come sopravvivere senza difficoltà al periodo di stasi causato dal Covid perché siamo già arrivati a 400 episodi nella rubrica dei due minuti. :)). Questo è quanto. Questa però è un’espressione che Giovanni deve ancora spiegare. Scommettiamo che lo farà oggi stesso?

Giovanni: Ciao ragazzi, benvenuti in questo episodio n. 402 della rubrica “2 minuti con Italiano Semplicemente”. Inizia un nuovo ciclo di 100 episodi. Questa rubrica non avrà mai fine? Se è così, allora non mi sentirete mai pronunciare la frase “questo è quanto”.

In realtà, si tratta di una frase che si usa quando si termina un racconto, quando cioè si raccontano dei fatti avvenuti, qualcosa che è successo, oppure quando semplicemente si sta spiegando qualcosa di abbastanza lungo, diciamo una serie di cose, di concetti, di fatti, di cose dette eccetera.

Insomma, alla fine, per segnalare che hai finito di spiegare qualcosa, per dire che hai finito, che hai terminato di raccontare delle cose, si può usare questa espressione.

Si può dire in realtà in vari modi:

Questo è tutto

Ho finito.

Non ho altro da dire

In alcune circostanze però, non dico formali, ma quasi; questa espressione segnala che adesso che ho terminato, può parlare qualcun altro. Magari ci sono più persone che devono parlare, allora è necessario un segnale per dire che si è finito di dire ciò che dovevamo dire.

Si usa anche quando si cerca di fare il punto su una situazione, quindi spesso non vuole essere un punto di vista quello espresso, ma lo stato dei fatti, come a dire:

questo è tutto ciò che si deve sapere

Questo è quanto occorre per andare avanti

Questo è quanto occorre sapere

Quindi “questo è quanto” è equivalente a “questo è tutto”, in realtà è una frase abbreviata, la forma abbreviata di:

Questo è quanto ho/avevo da dire

Questo è quanto c’è da sapere

Questo è quanto conosco

Quindi a proposito dell’episodio di oggi, questo è quanto!