696 Un sostantivo di fortuna

Un sostantivo di fortuna (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: oggi vediamo un modo particolare di utilizzare il termine fortuna.

Non ne abbiamo mai parlato prima, neanche in un episodio in cui si è parlato di tutti i modi per esprimere il senso della fortuna.

Il fatto è che il legame con la fortuna non è molto evidente

Vi faccio alcuni esempi e poi cerchiamo di capire insieme cosa c’entri la fortuna.

Molte persone arrivano in Italia a bordo di imbarcazioni di fortuna.

Sono riuscito a sostenere un esame universitario in una stanza d’albergo, con una connessione internet di fortuna.

Abbiamo riparato la macchina rotta con strumenti di fortuna

Ho finito la benzina. Sono tornato a casa con mezzi di fortuna

C’era una tempesta e il pilota ha dovuto tentare un atterraggio su una pista di fortuna

Forse avrete già capito che quando si parla di qualcosa “di fortuna” si sta parlando di un qualcosa di improvvisato o che costituisca un ripiego in caso di necessità.

Se parlo di imbarcazioni di fortuna voglio esprimere il senso di precarietà, di insicurezza e del pericolo che si corre usando una tale imbarcazione. Può trattarsi ad esempio di una vecchia e malridotta barchetta.

Se abbiamo riparato la macchina rotta con strumenti di fortuna, abbiamo usato non dei veri strumenti professionali, ma qualcosa che abbiamo trovato all’ultimo momento e che abbiamo usato a questo scopo.

Magari al posto di un martello abbiamo usato un sasso, ad esempio.

Se ho finito la benzina e sono tornato a casa utilizzando dei mezzi di fortuna, magari ho fatto l’autostop, oppure mi ha dato un passaggio un signore a cavallo, o un ragazzo con la sua bicicletta.

Se infine stavo volando su un aereo e arriva una tempesta di vento, se l’aereo si trova in pericolo di cadere il pilota potrebbe optare per un atterraggio su una pista di fortuna, magari su una strada o su un prato.

Si può parlare in questo caso di atterraggio di fortuna, sperando che le cose vadano bene.

Questo è il motivo dell’uso della parola fortuna. Dunque non siamo fortunati se tentiamo un atterraggio di fortuna, ma semplicemente speriamo di riuscire lo stesso a ottenere un risultato. Serve un po’ di fortuna per farlo, ma non è detto che arriverà.

C’è sempre improvvisazione, un modo di far fronte ad una necessità con ciò che si ha, con i mezzi à disposizione e questo porta solitamente ad una conclusione positiva.

Anche nell’esempio dell’esame universitario fatto col computer in una stanza d’albergo usando una connessione internet di fortuna, si parla di una cosa che è andata a buon fine, che è finita bene, si è risolta positivamente nonostante le condizioni non fossero favorevoli.

Questa quindi è una locuzione che si può usare sempre in casi simili in cui si improvvisa (solitamente con successo) una soluzione in mancanza degli strumenti più adatti ma trovando qualcosa in sostituzione, non potendo fare altrimenti, considerate le circostanze.

C’è sempre un problema da risolvere.

Questa locuzione si collega con un’altra espressione che abbiamo già visto: “fortuna vuole“. In alcuni casi infatti si possono usare in modo simile:

Es:

L’aereo stava finendo il carburante e nelle vicinanze non c’era una pista di atterraggio. Fortuna ha voluto che il pilota ha potuto usare un’autostrada come pista di atterraggio di fortuna.

Non sempre la locuzione “di fortuna” è legata al successo però.

Lo abbiamo visto con l’esempio dell’imbarcazione di fortuna, che trasmette, come detto, la pericolosità del viaggio, e spesso la tragicità, considerando che molte di quelle imbarcazioni di fortuna si rovesciano.

Il sostantivo da usare prima della locuzione può essere singolare plurale (imbarcazione, mezzi, strumenti, connessione ecc) a seconda del caso.

E voi, avete mai improvvisato qualcosa con mezzi di fortuna?

Edita: a me quando accade un guaio o mi caccio in qualche casino, di solito la fortuna mi fa marameo.

Albéric: beh, ci sono dei giorni particolari in cui proprio non è cosa ed è meglio starsene a casa al sicuro.

Hartmut: la sfortuna secondo me non esiste. Si fa presto a dire sfortuna. La verità è che bisogna organizzarsi e stare sempre sul chi vive perché un inconveniente può sempre accadere.

Irina: non dire amenità. Può capitare a tutti che non si abbiano gli strumenti più adatti. Metti che adesso ad esempio ti si rompe il cellulare. Non mi dire che ne hai uno di ricambio in tasca!

Peggy: Avete Appena ascoltato un ripasso degli episodi precedenti a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

Cat: se non sono indiscreta, ci sono anch’io.

Danita: anche questo episodio è finito. Allelùia.

472 Beato te

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Che significano le espressioni “beato te“, “beati loro“, “beata lei” e “beato lui”? 

Beato te è una esclamazione che significa “quanto sei fortunato!”. E’ un modo simpatico per dire che a me piacerebbe essere nei tuoi panni. 

Beato te che vai in vacanza in Italia!

Maria ha superato l’esame di italiano al primo colpo? Beata lei, quanto la invidio!

Beato Mario che vive in campagna!

Beato colui che riesce a vivere senza desiderare le ricchezze.

Non si tratta di invidia però. Ha un senso molto più attenuato, è più un apprezzamento e anche un desiderio di poter godere dello stesso bene che altri possiedono. Nel’invidia invece c’è rivalità, e non felicità per l’altro. L’invidia per questo è addirittura uno dei sette vizi capitali, secondo la dottrina cattolica (opposto alla virtù della carità). 

L’espressione “beato te” non contiene quindi rivalità e malanimo, ma si usa quando si apprezza qualcosa di altre persone, una condizione, qualcosa di accaduto, una prospettiva futura, una qualità posseduta eccetera. E’ come dire “come vorrei fosse accaduto a me”, “piacerebbe anche a me”, “che bello sarebbe se accadesse anche a me”. 

L’aggettivo in realtà viene dalla religione, dalla condizione di beatitudine, quindi il beato, sostantivo, è colui che gode della beatitudine eterna. La beatitudine è simile alla santità e rappresenta una tappa obbligatoria verso la santità. Prima di diventare santi bisogna diventare beati.

Ma torniamo all’aggettivo.

A volte si usa anche per scherzo, come nell’espressione “beato tra le donne” che si può utilizzare quando un uomo si trova ad essere l’unico uomo insieme a tante donne. Può anche essere rivolto a una condizione, come in “beata gioventù“, con cui si apprezza la condizione della gioventù, dell’essere giovani e tutto ciò che ne deriva.

In senso ironico, “beato” si usa anche quando diciamo di apprezzare qualcosa che in realtà è un grosso difetto: “beata ignoranza” potremmo dire ad esempio a persone che reputiamo ignoranti, se vogliamo intendere che questa loro ignoranza gli impedisce di affrontare dei grossi problemi, e per questo sono da invidiare.
Il senso comunque è ironico e il tono con cui si pronuncia questa esclamazione è importante.
Posso usare l’ironia anche in frasi simili, tipo:

Beato te che ancora credi nell’amore!

Speri ancora che questi episodi durino due minuti? Beato te!

Ricordatevi infine che se mi rivolgo a te, si dice “beato te” e non  “beato tu”.
Ora vediamo un breve ripasso delle puntate precedenti.

Irina:  Ciao caro amico! Sei scomparso di nuovo… Stavo scalpitando per il tuo messaggio da giorni ormai, ma sono rimasta a bocca asciutta. Mi chiedo se io abbia detto qualcosa che non ti vada a genio. Forse devo dare una stretta ai miei sentimenti. Immagino che dopo San Valentino la tua vita sia proprio scatenata con le nuove amiche. Ma io non mi scoraggio, bensì resto ottimista, in quanto ancora in balia dei miei sogni. *Sicché per non saper né leggere né scrivere, io continuo ad aspettare notizie da te.

n. 156 – FORTUNA VUOLE – 2 minuti con Italiano semplicemente

File audio

Video

Trascrizione

Giovanni: Oggi volevo fare un giorno di pausa poiché avevo molto da fare, poi fortuna ha voluto che qualche appuntamento sia stato rimandato ed allora ho deciso di realizzare l’episodio n. 156 della rubrica “2 minuti con Italiano Semplicemente“.

Fortuna vuole” è l’espressione che vi spiego oggi, espressione che ho usato poco fa; e che può diventare “fortuna ha voluto” oppure “fortuna vorrà” eccetera.

Vediamo qualche esempio:

Se fortuna vorrà, domani non pioverà.

La squadra non va molto bene ultimamente ma fortuna vuole che le prossime partite saranno più facili.

Un terremoto ha fatto crollare la casa ma fortuna ha voluto che nessuno si facesse male.

In tutti questi casi potete anche mettere l’articolo “la“: la fortuna vuole, la fortuna ha voluto la fortuna vorrà.

Però è permesso togliere l’articolo, soprattutto quando voglio dare un’immagine più misteriosa, o se si vuole dare l’immagine dell’intervento improvviso della fortuna, come un colpo di scena.

Altrimenti direi semplicemente “per fortuna“, o “grazie all’intervento della fortuna“, “per effetto della buona sorte” eccetera.

La bomba stava per scoppiare, ma fortuna volle che il meccanismo non funzionò e la bomba non esplose.

È curioso questo fatto dell’articolo perché questo non avviene quando si parla dell’intervento del caso, della casualità e non della fortuna.

Con il caso non posso togliere l’articolo. Con la fortuna invece posso farlo. Anche con la sfortuna di fa, ma più raramente.

Il caso ha voluto che anche stavolta abbiamo superato i due minuti, e mi spiace anche per chi ama episodi più lunghi, ma fortuna vuole che abbiamo dedicato un altro episodio alla fortuna ed a tutte le espressioni dedicate alla fortuna.

Ora una bella frase di ripasso di quello che che abbiamo già imparato negli episodi precedenti.

Grazie a Emma e la mamma Sofie, dal Belgio 🇧🇪

Ciao Emma, qual buon vento!
– Ciao Mamma!
– Senti Emma, ti ricordi del mio dirimpettaio?
– Quel figlio di papà che sta nell’ appartamento di fronte a te?
– Si! Mi pare che il suo tetto di spesa sia molto alto. Adesso sta seguendo dei corsi d’Italiano presso una prestigiossima scuola per stanieri.
Quando mi vede quel tizio mi incalza di domande sulla grammatica.
– Eh si, forse pensa che la grammatica e l’apprendimento della lingua italiana sono un binomio inscindibile. Sempre la solita solfa !
– Ciò che mi dà fastidio però è che vuole sempre aver la meglio su di me. A lui piace esprimersi in politichese e vorrei dirgli: Ma basta! Perché non parli come mangi! Per me la misura è colma. Ne sono stufa!
– Perché non vi vedete a tu per tu per una piccola gara linguistica?
– Non lo so. Non vorrei prendere una brutta piega. Comunque, se dessi un’occhiata agli episodi dei due minuti con italiano semplicemente forse me la caverei. Che ne pensi??
– Sto già gufando contro di lui! E ho una bella strategia in testa. Ascoltami bene:
All’inizio tu fai lo gnorri, poi per coglierlo alla sprovvista devi sfoderare qualche frase ideomatica e alla fine gli dai il colpo di grazia!
– E gli starà bene!
Eccome se gli starà bene!

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n. 129 – MI STA BENE – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

1 – Vieni con noi: Entra nell’associazione Italiano Semplicemente

2 – Ascolta e impara: gli audio-libri di Italiano Semplicemente

3 – Corso di Italiano Professionale: il programma delle lezioni

Trascrizione

Giovanni: Ti sta bene se spedisco questo documento al tuo capo?

Bogusia (Polonia): Sì, fai pure ma controllalo prima, altrimenti se ci sono degli errori ti sgrida un’altra volta e ti sta bene!

Giovanni: Eh, va bene, lo controllo, lo controllo. Nervosetta eh? Credo sia colpa di quel vestito che non ti sta bene!

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Giovanni: Ti sta bene, mi sta bene, ci sta bene, le sta bene: questo è l’argomento dei due minuti di oggi.

Ci sono tre significati di questa frase, questa espressione particolare.

Primo significato.

Ti sta bene se spedisco questo documento al tuo capo?

Ti sta bene in questo caso significa “sei d’accordo?”, “per te va bene”, o semplicemente “ok?”, “va bene?”. la risposta: “sì, mi sta bene” è quindi un segnale di assenso, di “benestare“. Attenzione a questa parola: il “benestare”, cioè quando ad una persona sta bene qualcosa, cioè quando è d’accordo con qualcosa. Si tratta di un’approvazione, spesso abbastanza formale.

Ad esempio una legge che riceve il benestare dei sindacati.

Si usa spesso anche la parola “placet” al posto di benestare: è un’approvazione, un consenso, un permesso.

Facciamo un esempio però legato alla vita quotidiana. Un ragazzo chiede ai genitori:

Siete d’accorso se stasera rientro a casa dopo mezzanotte?

La richiesta di rientrate dopo mezzanotte può ricevere il benestare dei genitori, quindi in questo caso ai genitori sta bene che il figlio o la figlia rientri a casa dopo mezzanotte. Oppure i genitori non danno il loro benestare al figlio, quindi a loro non sta bene che il figlio rientri così tardi: non gli sta bene.

Secondo significato:

Se ci sono degli errori ti sgrida un’altra volta e ti sta bene!

Quindi “ti sta bene” in questo caso significa “te lo sei meritato”, “è giusto”, quindi questo significato è completamente diverso dal primo. Si tratta di una critica dovuta ad un errore fatto per pigrizia, mancanza di attenzione eccetera.

Non hai fatto i compiti e hai peso un brutto voto? Ti sta bene, così impari a studiare!

Terzo significato:

Quel vestito non ti sta bene!

Cioè quel vestito ti sta male, cioè non fa per te, sei brutta con quel vestito, oppure sembri più grassa, oppure ha dei colori che non sono adatti a te. Una frase quindi che si usa per giudicare la bellezza di un qualunque capo di abbigliamento indossato da una persona, che può star bene oppure male, dipende!

Ci sarebbe anche un quarto e un quinto significato, ma senza il pronome personale “mi”, “ti” eccetera. Semplicemente “sta bene” o “non sta bene” che si riferisce alla salute di una persona (come sta? sto bene grazie!) oppure si riferisce all’educazione: non sta bene appoggiare i gomiti sulla tavola; non sta bene interrompere una persona mentre parla. Quindi vuol dire che “non è educato“.

Bogusia: comunque non sta per niente bene criticare l’abbigliamento di una signora!

Ripasso espressioni precedenti:

Bogusia: Ho ascoltato l’Angelus di Papa Francesco, quello di domenica scorsa. E di punto in bianco mi è venuto una frase di ripasso. Come sarebbe a dire? Vorresti ingranare la lingua italiana tramite il Vangelo? Anche il Vangelo può andar bene?
Eccome se va! Tutto fa brodo, appunto.  Ecco la storia: Zaccheo era annoverato tra i più dritti dell’epoca, in quanto ricco, capo dei pubblicani a Gerico e poiché tirava un tiro mancino dopo l’altro in quanto affamato di denaro. Inoltre, votato alla curiosità qual era, aveva anche lui adocchiato quel Gesù di cui tutti parlavano. Un giorno gli ha detto proprio male però: la folla a Gerico era enorme e si dà il caso che Zaccheo fosse troppo basso per riuscire a vedere Gesù, ed allora corse ai ripari e si arrampicò all’albero di sicomoro, così finalmente riuscì a buttare l’occhio su Gesù. Questa sua curiosità gli ha sicuramente cambiato la vita come si deve. Che ne dite, curiosiamo anche noi?

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

 

n. 128 – MI DICE MALE – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

1 – Vieni con noi: Entra nell’associazione Italiano Semplicemente

2 – Ascolta e impara: gli audio-libri di Italiano Semplicemente

3 – Corso di Italiano Professionale: il programma delle lezioni

Trascrizione

Giovanni: Accidenti, è la millesima volta che provo a giocare alla lotteria ed è la millesima volta che non vinco. Certo che mi dice proprio male!

Ma cosa significa “mi dice male”?

È una delle numerose modalità per esprimere il concetto di sfortuna. Mi dice male, o mi ha detto male, se parlo di me stesso, al presente o al passato.

Se mi dice male perdo anche oggi.

Vale a dire: se sarò sfortunato perdo, perderò anche oggi.

È una modalità utilizzatissima a livello informale per esprimere la malasorte, cioè la sfortuna. Possiamo dirlo in molti modi diversi a seconda del contesto. I più formali probabilmente sono :

La fortuna mi è stata avversa

La fortuna non mi ha assistito

Ma se parliamo con amici e familiari si sentono spesso frasi come:

Se ci dice male piove anche oggi

Speriamo non mi dica male anche stavolta e riesca a trovare il Direttore in stanza.

Ti ha detto male, mi spiace… L’aereo è già partito.

Espressioni di questo tipo si usano quasi sempre in episodi casuali, dove è esclusivamente una questione di fortuna o sfortuna. A volte si usano proprio per imputare alla sfortuna, cioè alla sorte un evento sfavorevole, che magari invece è stato causato da una disattenzione personale.

Naturalmente esiste anche “dire bene” che invece fa riferimento ad episodi fortunati.

Speriamo ci dica bene anche oggi e riusciamo a trovare un nuovo episodio di italiano semplicemente.

Si sì, tranquilli, vi ha detto bene anche oggi.

Ora ripassiamo alcune espressioni passate.

Bogusia (Polonia 🇵🇱): Ho *sentore* e anche una *fifa matta* che la mia lavastoviglie non durerà più molto a lungo. A quel punto anch’io *andrò in tilt* Rimanere senza questo attrezzo non sarebbe affatto *benaccetto* e bisogna sempre *prendere con le molle* le persone che dicono “è indistruttibile”. Per ora funziona ancora nonostante rumori non *conformi* con quelli tipici della lavastoviglie che io conosco. Per questo sono costretta a rimanere a casa quando la uso, per poter *correre ai ripari* se necessario.
Non posso quindi *fregarmene*. Credo conunque che il mio *tetto di spesa* annuale per elettrodomestici sarà superato molto presto, nonostante che io *sia restia* a fare eccezioni alle regole 😳

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

Episodio collegato: Le espressioni sulla fortuna