Poco ci manca o ci manca poco? (ep. 1063)

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Trascrizione
Qual è la differenza tra “ci manca poco” e “poco ci manca”? Potete provare a fare la domanda a qualunque intelligenza artificiale ma, almeno ad oggi, risponde che non c’è alcuna differenza.

Infatti ecco cosa risponde ChatGPT: “Ci manca poco” e “poco ci manca” sono due espressioni italiane simili che significano praticamente la stessa cosa: che si è vicini al raggiungimento di qualcosa o a una certa situazione. La differenza principale è nell’ordine delle parole, ma il significato è sostanzialmente lo stesso.

Ecco. Come volevasi dimostrare. In realtà però una differenza c’è.

La definizione di ChatGPT sarebbe anche giusta, ma il fatto è che “poco ci manca” raramente si utilizza quando ci parla di tempo o di spazio.

Si preferisce invece usare “poco ci manca” soprattutto quando parliamo in termini negativi di qualcosa o qualcuno, per sottolineare un difetto o una mancanza o per commentare un evento, sempre in termini negativi.

Questa connotazione negativa è un elemento importante da considerare nella scelta tra le due espressioni. Sembrerà un dettaglio, una sottigliezza di poco conto, ma la conoscenza di una lingua passa anche attraverso questi dettagli che però sono importanti.

Vediamo qualche esempio sia con “ci manca poco” che con “poco ci manca”.

Ci manca poco alla fine del film.

Mi riferisco al tempo in questo caso. Si può usare solamente “ci manca poco” = manca poco tempo.

Ci manca poco per arrivare a casa.

Qui potrei parlare di una distanza espressa in km, quindi in termini di spazio, ma anche in minuti e quindi in termini di tempo.

Non abbiamo ancora finito questo lavoro. Però ci manca poco.

In questo caso parlo di poco lavoro mancante, ma potremmo anche parlare di tempo rimanente.

Giovanni mi sta proprio antipatico. Non voglio dire che ogni volta che parla mi contraddice, ma poco ci manca.

Ecco. Stavolta sto parlando di una caratteristica negativa, riferita al carattere di Giovanni.

Notate che c’è una negazione all’inizio della frase, c’è un “non”, e questo è già un indizio importante. Non è detto sia sufficiente per poter usare “poco ci manca” ma quasi.

A proposito di “quasi“. Entrambe le forme posso sostituirle proprio con questa parola: quasi. Quasi è molto generica però.

Prima ho parlato anche di un giudizio negativo, ma in realtà non è neanche questo qualcosa di obbligatorio per usare “poco ci manca”.

Si parla in generale di un limite, un limite indicativo che, qualora raggiunto, dimostrerebbe pienamente una mia idea, una mia teoria su una persona o su qualcosa. Questo limite però non è stato raggiunto, ma quasi. Mi verrebbe da dire “poco ci manca”.

Esempi:

Filippo è un fenomeno. Quando si è laureato ha preparato tutti gli esami in pochissimo tempo. Non voglio dire che ha impiegato al massimo due settimane per ogni esame, ma poco ci manca.

Stavolta non sto parlando male di Filippo. Tutt’altro direi. Però ho voluto indicare qualcosa di estremo, un traguardo, un’impresa: al massimo ha impiegato due settimane per preparare un esame. No, non è stato così. Non sempre due settimane, ma poco ci manca.

Poi avrete notato che “poco ci manca” è praticamente sempre preceduto da “ma“.

Certo, potrei dire anche “ma ci manca poco”, o “ma quasi” o “ma c’è mancato poco”. Questo posso farlo, ma c’è meno enfasi in questi casi.

Un’altra cosa interessante è che “poco ci manca” si usa solo al presente.

Nessuno vieterebbe di dire “poco c’è mancato” o “poco ci mancava”, quando parlo di qualcosa accaduto in passato, ma questo non si fa mai. La forma passata si usa infatti nella prima parte della frase è questo è sufficiente.

Es:

Non dico che Giovanni è stato sempre il più bravo di tutti ma poco ci manca.

Oppure:

Ciò che ha scritto Matteo in questo libro e bellissimo. Se non è poesia, poco ci manca.

Sempre al presente quindi. Non voglio dire che è vietato, che non si possa dire “poco c’è mancato” ma in genere non si fa. Invece “c’è mancato poco” (una forma passata di “ci manca poco”) è utilizzatissima.

Provate a fare delle ricerche su Google e vedrete quanti esempi troverete con “c’è mancato poco”. Credo invece che sarà complicato trovare utilizzi di “poco c’è mancato”. La stessa considerazione vale per il futuro.

Un’ultima caratteristica di “poco ci manca” è che la particella “ci” non si riferisce a “noi” e questo anche quando sto parlando di noi.

Es:

Non voglio dire che (noi) non abbiamo ascoltato neanche una episodio di italiano semplicemente, ma poco ci manca!

Quel “ci” si riferisce sempre a quel limite, quel punto estremo quasi raggiunto. Questo è chiaramente più evidente quando non si parla di “noi” nella frase, ma il “ci” resta.

Adesso che l’episodio è finito vorrei che qualcuno di voi usasse qualche espressione già spiegata parlando di record mondiali.

Mi raccomando, mi piacerebbe che a fare questo tentativo partecipasse anche qualcuno poco avvezzo a costruire ripassi. Non voglio dire infatti che siano sempre gli stessi membri a formularli e registrarli, ma poco ci manca.

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Ripass a cura dei membri dell’associazione. A seguire la canzone dal titolo “poco ci manca

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Dorota: Ragazzi, ovviamente tutti conoscete il Guiness dei primati ossia il libro dei record, vero? Si dà il caso che vi siano pubblicati i più diversi e strani record! Allora io mi domando e dico: possibile mai che Gianni non abbia ancora registrato il record mondiale di episodi creati per insegnare una lingua straniera?

Christophe: I ricordi mondiali, per lo più sportivi, mi hanno sempre stupito. A volte sono stato un po’ invidioso, mettendo le cose in prospettiva e chiedendomi perché ci sono persone “normali” tra virgolette, che, anche allenandosi con serietà non brillano e quindi non sono in grado di competere con le persone più dotate, che invece non fanno nulla per migliorare. Alla lunga con ogni probabilità questo può risultare frustrante. Poi ci sono anche i record senza senso a mio avviso. Che so, a titolo di esempio il maggior numero di cannucce infilate contemporaneamente in bocca. Ma quale record d’Egitto! Comunque, competere penso sia una buona cosa in quanto aiuta a spingersi sempre oltre il limite, per poter raggiungere nuovi traguardi, soprattutto n
In campo scientifico e quello della salute. Questo può stimolare continuamente la ricerca di cure nuove.

639 Di lì a poco

Di lì a poco (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: quando si studia l’italiano si impara, tra le altre cose, la differenza tra qui e lì.

Si impara ad esempio che qui e lì indicano dei luoghi vicini oppure un po’ più lontani. Si parla di luoghi e di spazio.

Lì, con l’accento, si usa in diversi modi in realtà, e tutti questi modi non fanno sempre riferimento al concetto di vicinanza o lontananza da un luogo, una vicinanza spaziale.

Se dico “La bottiglia si trova lì”, magari indicando col dito, sto certamente parlando di una bottiglia che sta poco lontano da me.

Oppure posso dire che “sta lì” nel senso di “si trova in quel luogo” o “lì vicino” cioè vicino a quel luogo anche se quel luogo è lontanissimo.

Se allarghiamo gli orizzonti, abbiamo visto già l’espressione “siamo lì” e si è visto come il concetto di vicinanza non è detto si riferisca sempre allo spazio. In questo caso infatti si potrebbe parlare anche di vicinanza nel senso, nel significato, negli effetti o nel risultato.

Altre volte “lì”, in posizione finale serve a rafforzare qualcosa:

È quel libro lì che devi comprare

Come a dire: proprio quello, esattamente quel libro, quello che hai appena detto o quello di cui abbiamo appena parlato.

Poi abbiamo già visto insieme anche l’espressione “lì per lì” , che significa “sul momento”, come abbiamo visto. Lo spazio qui non c’entra ma c’entra il tempo e la stretta vicinanza rispetto ad un momento.

Abbiamo anche visto “essere li lìper fare qualcosa.

Ma ci sono altre due espressioni che mi interessa spiegarvi.

Oggi vediamo “di lì a poco” e domani “giù di lì“.

Nell’espressione “di lì a poco” si utilizza il concetto di vicinanza con riferimento al tempo. Quindi lì rappresenta un momento nel passato, quindi non nell’immediato presente ma un momento già passato di cui si parla.

“Di lì” sta per “da quel momento”, mentre “a poco” sta per “poco tempo dopo” .

Quindi “di lì a poco” significa “poco tempo dopo quel momento”.

L’espressione si usa quando si vuole parlare di un fatto accaduto dopo un certo momento, abbastanza vicino.

Es:

Maria si è laureata a marzo del 2000 e di lì a poco aveva già trovato un lavoro.

Quindi Maria è fortunata perché appena si è laureata è passato poco tempo prima che trovasse un lavoro. Maria, dal momento in cui si è laureata, dopo poco tempo aveva già trovato un’occupazione.

Un’espressione veloce, colloquiale e molto usata.

Notare che ai sta parlando del passato, altrimenti, se parliamo del presente meglio dire “di qui a poco”.

Quanto ti manca prima di essere pronta cara, lo sarai di qui a poco?

Lo so, faccio sempre lunghe spiegazioni, ma prometto che di qui in avanti cercherò di essere più sintetico.

Di qui a un mese avremo fatto altri 30 episodi di questo tipo.

Sia qui che lì, pertanto, assumono anche valore temporale. Poco infatti sta per “poco tempo“, ma questo tempo può essere espresso in giorni o minuti ore ecc. In questo caso poco diventa pochi:

Di qui a pochi secondi avrò terminato la spiegazione

Dopo l’incidente, di lì a pochi giorni mi ripresi.

Per sintetizzare al massimo , “di qui a poco” significa “tra poco”.

Di lì a poco” invece posso tradurlo più semplicemente con “poco dopo”.

Adesso ripassiamo con un po’ di storia:

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Hartmut (Germania): la vogliamo finire una volta per tutte con questi ripassi complicati? Quasi fossimo studenti e tu Giovanni un professore di storia e letteratura italiana!

Bogusia (Polonia): sai che a monte di questa tua rabbia e intransigenza, potrebbe esserci proprio una scarsa cultura?

Marguerite (Francia) e Edita (Rep. Ceca): Potrebbe aiutarti anche un po’ di meditazione. All’inizio potresti essere impaziente, ma col prosieguo dell’esperienza ne trarrai sicuro giovamento

Mary (stati Uniti): nel frattempo però, disponendo di tempo risicato, non possiamo più parlare d’altro. Vorrà dire che se ne riparla domani . Giusto il tempo di accennare alla definizione che del tempo ne dà sant’Agostino: il tempo non esiste. Questo si deve al fatto che Il passato non esiste in quanto non è più; il futuro non esiste in quanto non è ancora; e il presente diventa continuamente passato.

Peggy (Taiwan): qualcosa non mi torna… ma se il tempo non esiste, allora neanche questa rubrica dei due minuti esiste?

Sergio (Argentina): eccome se esiste invece! questa è la famosa eccezione che conferma la regola!