Gli attaccanti e l’attacco – il linguaggio del calcio (episodio 9)

Gli attaccanti e l’attacco (scarica audio)

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Trascrizione

gli attaccanti e l'attaccoBentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Oggi tocca agli attaccanti. Gli attaccanti giocano in attacco. Gli attaccanti, nel gioco del calcio, sono i giocatori che si occupano principalmente di segnare gol. Ha il compito di offendere, come abbiamo visto anche nel passato episodio (senza dire parolacce però altrimenti verrà ammonito o espulso dall’arbitro).
Esistono diversi tipi di attaccanti, tra cui:
Punta centrale o attaccante centrale o centravanti o “nove”: è l’attaccante più avanzato della squadra, solitamente alto e forte fisicamente, che ha il compito di agire come punto di riferimento per i suoi compagni di squadra e di segnare gol. Si chiama “punta” perché è l’ultimo calciatore, quello più avanzato, proprio come la punta di una matita si trova alla fine, nella parte finale della matita. Spesso il centravanti gioca di schiena  alla porta avversaria (nel senso che dà le spalle alla porta avversaria, cioè guarda verso la propria porta) perché prende palla dai compagni e tiene il controllo della palla tenendo occupati i difensori avversari.
Attaccanti esterni o di fascia: sono attaccanti veloci che giocano sulle fasce laterali del campo, quindi al lato destro o al lato sinistro, non al centro come la punta centrale. Gli attaccanti esterni coadiuvando (verbo coadiuvare, molto usato nel mondo del calcio: cioè aiutano, sono di ausilio, si affiancano alla punta centrale, collaborano con gli altri calciatori) l’azione di gioco della squadra e creando opportunità per segnare gol.
Seconda punta o “trequartista”: Ne abbiamo già parlato nell’episodio dedicato al centrocampo. In effetti può essere considerato anche un centrocampista avanzato, ma anche un attaccante che gioca alle spalle del centravanti. Solitamente è un calciatore abile tecnicamente e capace di realizzare assist (passaggi smarcanti) per i compagni oltre che di segnare gol.Tra le espressioni e i verbi tipici dell’azione degli attaccanti possiamo trovare:
Realizzare un gol: significa segnare un gol, realizzare una marcatura. Ricordate che abbiamo già parlato della “marcatura”, nell’episodio dedicato al verbo “smarcare“, nella rubrica due minuti con Italiano Semplicemente. In quel caso però parlavamo di un tipo diverso di marcatura. Nel calcio esiste infatti il verbo marcare e anche il verbo smarcare. Marcare è tipico dei difensori, che, marcando un giocatore avversario, lo controllano da vicino e stanno attenti che non sia pericoloso. Esiste infatti la “marcatura a uomo” ma anche la “marcatura a zona“, dove i difensori non vanno a marcare un avversario ovunque si trovi ma si occupano di controllare una zona del campo. Smarcare invece significa liberare un compagno di squadra dal suo marcatore, e questa operazione si realizza attraverso un assist, cioè passando la palla al compagno libero dalla marcatura. Smarcarsi è comunque un’operazione che un calciatore fa anche da solo, allontanandosi velocemente dal suo “controllore”, cioè dal calciatore avversario che si occupa della sua marcatura.

Dicevo però che il termine “marcatura” è anche un sinonimo di “gol” e nello sport, più in generale, una marcatura è un punto, quindi realizzare una marcatura sta per segnare un gol o fare un punto. Quando un calciatore fa un gol pertanto possiamo dire che realizza un gol, che realizza una marcatura e possiamo anche dire che quel calciatore è l’autore della marcatura.

Pallone in profondità: un’espressine interessante usata per indicare un passaggio profondo nella metà campo avversaria,
solitamente fatto con l’intento di liberare (cioè smarcare) un attaccante che si avvicina alla porta avversaria.

Sfruttare la velocità è anche questa un’espressione molto usata per indicare la capacità di un attaccante di correre più
veloce dei suoi avversari.

Deviare il pallone: si utilizza questa espressione quando un calciatore, toccando la palla, modifica la direzione del pallone che era diretto in altra direzione. Si tratta di un tiro realizzato da un altro compagno di squadra o comunque di un tocco sottile. Ovviamente le deviazioni in era di rigore sono sempre molto pericolose e tra l’altro possono anche essere fatte da un difensore, che involontariamente o volontariamente devia la palla, che potrebbe finire il gol (si tratta di autogol) oppure potrebbe finire fuori (si intende fuori del campo). La deviazione potrebbe avvenire anche con una mano e allora l’arbitro fischia un calcio di punizione o un calcio di rigore.
Tirare in porta è l’espressione che probabilmente tutti conoscono e indica il tentativo di segnare un gol, attraverso un tiro diretto verso la porta avversaria.

Esiste anche un’altra tipologia di attaccante, chiamato “falso nove” anche detto “falso nueve” perché ha origini spagnole. Il nove indica il numero di maglia del calciatore. Il numero 9 come si è detto prima normalmente è quello della maglia dell’attaccante centrale, o punta centrale, Il falso nove è un ruolo relativamente moderno nel calcio. Agisce come falso attaccante centrale perché in realtà si muove liberamente su tutto il campo: si “abbassa” (come si suol dire) verso la metà campo per raccogliere il pallone e costruire gioco. Spesso il falso nueve gioca in una squadra che usa lo schema del 4-3-3 o del 4-4-2, dove il centravanti tradizionale è sostituito dal falso nove. Il nove vero e proprio invece resta sempre in avanti. Il ruolo del falso nove confonde la squadra avversaria che non trova l’attaccante sempre nella stessa zona e pertanto è difficile marcarlo.

falso nueveMessi nel Barcellona, Totti con la Roma, Firmino col Liverpool. Anche Fabregas ha giocato come falso nove a volte. Si tratta di calciatori molto versatili e intelligenti calcisticamente. Hanno grosse capacità tecniche e sono molto abili nei passaggi ai compagni di squadra. Col falso nueve in campo ciò che conta è che si liberino degli spazi: la porzione di campo solitamente occupata dal centravanti viene in realtà lasciata libera, cosicché essa possa essere attaccata o occupata da giocatori diversi di volta in volta.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

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200 – QUALE – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Emanuele: due minuti con italiano semplicemente, episodio 200.
Giovanni: avete mai riflettuto sull’aggettivo o sul pronome “quale”?
Normalmente (quasi sempre) si usa per fare delle domande o quando si hanno dei dubbi:
Qual è la ragazza più bella del mondo?
Quale film ha vinto l’oscar quest’anno?
Eccetera.
In realtà si usa in molti altri modi (tale e quale, il quale, la quale, eccetera).
Oggi vorrei farvi concentrare su un modo particolare che probabilmente voi stranieri non conoscete ma che rende la frase più elegante e più convincente se state esprimendo un’opinione. Si tratta di esprimere un concetto particolare.
Mi riferisco infatti alle frasi non interrogative, ma quelle affermative, quando si vuole spiegare la funzione, l’incarico, il ruolo di una persona che giustifica un’azione. Quindi l’obiettivo è sottolineare un aspetto importante.
In questi casi “quale” è simile a “come”. Ma usare “quale” (o quali) ci aiuta a raggiungere l’obiettivo.
Vi faccio alcuni esempi:

Vorrei il tuo aiuto, quale massimo esperto in questa materia.
Mi rivolgo a te quale mio dirigente
Tu, attento quale sei, avrai sicuramente capito.
Forse tutti voi, quali miei affezionati ascoltatori, siete interessati a questo utilizzo di “quale”.

In questi casi è come dire: “in qualità di”, cioè “poiché hai questa qualità”, o anche “come”.
È come dire:
Vorrei il tuo aiuto, in quanto sei il massimo esperto in questa materia.
Mi rivolgo a te poiché sei il mio dirigente.
Tu, attento come sei, avrai sicuramente capito.
Forse tutti voi, poiché siete miei affezionati ascoltatori, siete interessati a questo utilizzo di “quale”.
Se invece la mia enfasi non si riferisce a qualità personali, ma a cose accadute e alla loro importanza, posso usare “quale” al posto di “che”.
Questo d’altronde accade anche in molte frasi interrogative (es: che/quale film vuoi vedere?).
Ad esempio:

È crollato il ponte! Quale tragedia! Quale disgrazia!
Bravo, quale figura hai fatto oggi, complimenti!
Complimenti, quale lezione hai dato al tuo amico strafottente!
Hai avuto una reazione quale non avrei mai immaginato!

In questo senso abbiamo già visto l’espressione “qual buon vento” nell’episodio 125.
In tutti questi casi si può usare “quale” per sottolineare una caratteristica, ad esempio la grandezza, la bellezza, qualunque cosa che vogliamo porre in risalto come unica, degna di apprezzamento o degna di nota comunque.
Ora, quale presidente dell’associazione italiano semplicemente, ho chiesto ad uno dei membri di realizzare una frase di ripasso, e Bogusia, quale membro e gentile qual è, mi ha subito accontentato.
Bogusia (Polonia): L’Italia e il gelato sono un binomio inscindibile. Vero? Può darsi che se siete stati a Firenze non siate riusciti a tenere a bada la voglia di gustarvi un bel gelato.
Forse una volta davanti alla gelateria vi ha colto alla sprovvista un gusto di nome Buontalenti?
Forse vi sentivate un’anima in pena, scervellandovi su che tipo di gusto fosse? Si dà il caso che il gusto Buontalenti, il gelato cremoso e vellutato sia stato inventato da un famoso fiorentino del ‘500: Bernardo Buontalenti. La vita di Buontalenti, era strana e al contempo molto creativa. Fortuna ha voluto che dopo una disastrosa frana in cui ha perso la vita l’intera sua famiglia, e stato adottato dai Medici.
È diventato un allievo del Vasari, tra l’altro.
E sulla falsariga di grandi artisti di allora, anche lui è diventato un famoso architetto, pittore e scenografo degli allestimenti delle feste dei Medici.
Neanche in ambito gastronomico era sguarnito di talenti e così è diventato l’uomo che ha fatto esordire il gelato nelle gelaterie proprio come lo vediamo oggi, con il suo aspetto cremoso e vellutato
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L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!COPERTINA frasi idiomnatiche 2