TAGLIARE
Stroncare (ep. 947)
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Giovanni: facciamo un gioco: ditemi cos’hanno in comune un fulmine che spezza un ramo, un peso che affatica il corpo, una rivolta che viene fermata, una vita che viene prematuramente interrotta e una dura critica che colpisce una persona?
La risposta è il verbo stroncare.
Infatti questo verbo possiamo usarlo in molte circostanze diverse.
Se dovessi cercare un termine comune per descrivere tutti i diversi usi di stroncare, potrei dirvi il verbo “interrompere“. Anche “violenza” però è abbastanza adatto.
Infatti si può descrivere il concetto di spezzare con violenza qualcosa, come quando un fulmine colpisce un albero e stronca un ramo oppure stronca l’intero albero.
la furia del vento ha stroncato molti alberi
Gli alberi sono stati stroncati, cioè tagliati via con violenza. Aggiungere una esse al verbo troncare dà proprio l’idea della violenza, ma anche della rapidità. Ho fatto l’esempio dell’albero perché l’albero ha il suo tronco che rappresenta la sua struttura. Stroncare deriva proprio dal termine tronco.
Allo stesso modo un terremoto può stroncare la vita di molte persone, perché arriva all’improvviso e può essere molto violento e rapidamente far crollare tutto. Così come un alluvione può stroncare un’abitazione, eccetera.
Ulrike: Da questo punto di vista è simile anche al verbo strappare, rompersi all’improvviso in due pezzi, spezzarsi.
C’è chiaramente anche il senso dell’interruzione: “una vita interrotta/stroncara” ad esempio.
Quindi significa anche cessare in modo rapido e deciso, oppure far cessare, reprimere in modo violento e definitivo. C’è anche questo senso: qualcosa di definitivo, senza possibilità di tornare indietro.
Es:
la protesta degli studenti è stata stroncata sul nascere dalla polizia.
La rivolta dei lavoratori sarà stroncata dalle forze dell’ordine.
La mia iniziativa è stata stroncata da tutti.
Marcelo: Ecco in quest’ultimo caso, quando viene stroncata un’iniziativa o un’idea o una proposta, evidentemente nessuno la condivide, ma non solo, direi che tutti, immediatamente, non hanno alcun dubbio che si tratti di una pessima idea. Si tratta di una forte critica, una critica spietata.
Quindi potremmo dire che analogamente stroncare un libro significa démolirlo, distruggerlo con un giudizio duro e Severo. Questo è un uso figurato.
Ho comprato un libro ma mia moglie, che l’ha già letto, lo ha stroncato.
Il film è stato stroncato dalla critica.
Ho fatto sentire a tutti come suono il pianoforte ma qualcuno mi ha stroncato con le sue critiche.
André: In questi casi non c’è molto il senso dell’interruzione, del far cessare, che invece c’è se dico:
Un uomo è stato stroncato da una malattia incurabile.
Si parla in questo caso di una morte improvvisa e veloce.
Quindi è simile anche a uccidere prematuramente, cioè in modo prematuro, oppure uccidere velocemente.
Non c’è bisogno di uccidere però. È sufficiente stancare, affaticare.
Quindi ad esempio:
Da bambino ho sempre portato a scuola uno zaino pesantissimo che mi stroncava la schiena.
Per andare a casa devo fare 100 scalini che ogni volta mi stroncano le gambe.
Il covid mi ha proprio stroncato. Non riesco a riprendermi completamente.
Sono stroncato dalla fatica.
Giovanni: Adesso ripassiamo:
Irina: Gianni vuole unire l’utile al dilettevole cioè creare un nuovo episodio mentre mangia e beve alla faccia nostra con i membri che sono andati all’incontro in Toscana! Non me la sento di fare un ripasso. Aspetto invece bellamente che se ne occupi qualcun altro. Sono invidioso di loro e oltretutto la mia condizione non
è passibile di miglioramento.
Marcelo: se me lo consentite, non ho troppo tempo neanch’io oggi per creare un bel ripasso. Faccio una breve frase alla bell’e meglio solo per darvi manforte, dato che state tutti facendo bisboccia. Perdonate il mio menefreghismo ma oggi sono proprio restio a fare qualsiasi cosa. So già che questo mio tentativo sarà stroncato!
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I verbi FALCIARE e FALCIDIARE
I verbi FALCIARE e FALCIDIARE
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Trascrizione
Vediamo un altro verbo apparentemente agricolo, cioè che viene dall’agricoltura, e che si usa, proprio come rivangare e mietere, anche in modo figurato.
Sto parlando del verbo falcidiare.

La radice però non è la falce, che serve a tagliare l’erba o il fieno e come abbiamo visto serve anche a mietere.
La falce in realtà serve a falciare l’erba o il grano. Questo è il verbo falciare. Però inizialmente ho parlato di falcidiare.
L’erba e il grano non si possono falcidiare ma possiamo solamente usare falciare, nel senso di tagliare con la falce.
Falcidiare come dicevo non deriva dalla falce, ma deriva dal termine falcidia, e significa ridurre notevolmente, ridurre drasticamente.
Il termine falcidia viene da una legge dell’antica Roma che riguarda l’eredità (si parlava di ridurre la parte dell’eredità che non andava ai parenti) e si usa oggi proprio come sinonimo di riduzione, ma di riduzione drastica, cioè una grande riduzione.
Una riduzione drastica, è vero, somiglia molto ad un taglio, e quindi verrebbe da dire anche che falcidiare somiglia a falciare. Un verbo quest’ultimo che si usa anche parlando si vite umane e massacri, genocidi, stragi, proprio come il verbo MIETERE.
In senso fugurato falciare significa far morire un grande numero di persone in modo improvviso oppure violento.
La guerra ha falciato milioni di vittime.
Vedete che è del tutto simile a mietere in questo senso.
Le vite umane interrotte violentemente come l’erba o il grano tagliato da una falce o da una mietitrice. La falce e la mietitrice tagliano tutto, indistintamente, quando passano sul campo di grano.
Vediamo invece gli utilizzi del verbo falcidiare che possiamo definire corretti perché indicano una forte riduzione e quelli che, pur essendo ugualmente utilizzati, sono legati al concetto della morte, dei massacri, della distruzione, concetti per cui sarebbero più adatti altri verbi come funestare, massacrare, distruggere, eliminare completamente e, appunto, falciare e mietere. In questo senso falcidiare viene usato per dare un senso ancora più forte rispetto a falciare e mietere.
Il raccolto delle olive di quest’anno è stato falcidiato dal parassita cocciniglia.
Dunque il raccolto delle olive è stato molto ridotto, drasticamente ridotto dal parassita. Questo uso è assolutamente corretto.
Potremmo parlare anche della falcidia del grano dovuta al parassita.
Tutta colpa di Publio Falcidio, che nell’antica Roma propose la legge sull’eredità che porta il suo nome.
Con la pandemia da Covid, i bilanci delle aziende sono stati falcidiati.
Anche questa è una riduzione drastica e spesso inaspettata. Parliamo di soldi stavolta, di entrate, di reddito.
I lavoratori dell’azienda X sono stati falcidiati dal nuovo direttore.
Questo significa che molte persone sono state licenziate. C’è stata una riduzione importante del numero dei lavoratori. Corretto.
In Ucraina c’è stata, durante la guerra, una falcidia di civili.
Anche i soldati russi sono stati falcidiati dai droni
Ecco, qui parliamo di stragi, di genocidi, di uccisioni brutali. Certamente c’è stata una drastica riduzione dei civili ucraini dei soldati russi, ma in questo caso parliamo di vite spezzate, di stragi.
Famiglie falcidiate sotto gli occhi del mondo intero.
Oppure:
Le vittime falcidiate da un virus
Si usa anche così il verbo falcidiare nonostante stavolta la falce e l’agricoltura non c’entrino nulla.
Il verbo MIETERE
Il verbo MIETERE
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Trascrizione
Vediamo un altro verbo agricolo, cioè che deriva dall’agricoltura, e che si usa anche in modo alternativo.
Abbiamo già visto rivangare. Oggi è il turno di mietere.
Normalmente mietere riguarda il grano. Mietere il grano significa tagliare il grano. Si può fare a mano questa mietitura (cioè usando una falce, per tagliare il grano), ma oggi si fa soprattutto usando una mietitrice meccanica, cioè una macchina agricola.
Ovviamente tutti i cereali, non solo il grano vengono mietuti, e questo avviene quando sono maturi, cioè pronti per essere raccolti.
È tempo di mietere!
Passiamo all’uso figurato. L’Ucraina come sapete è ricca di grano. È da questo paese che proviene una gran quantità di grano che usiamo anche in Italia.
Con la Guerra in Ucraina però adesso ad essere mietute sono soprattutto tantissime vittime.
La guerra in Ucraina ha mietuto e continua a mietere tante vittime, sia ucraine che russe.
In questo caso mietere è un verbo che viene associato ai morti, cioè alle vittime. Tutti i morti? Qualunque tipo di persona viene mietuta quando muore?
Assolutamente no.
La mietitura riguarda solamente le uccisioni, i crimini di guerra, i morti ad opera delle armi o al limite ad opera di terremoti o altre calamità naturali.
Mietere vittime significa uccidere indiscriminatamente, sterminare.
La guerra ha mietuto milioni di vittime
Anche la pandemia ha mietuto tantissime vittime.
Si può dire anche di un assassino che uccide un sacco di persone:
Quel criminale continua a mietere vittime innocenti senza che nessuno intervenga!
A volte si usa anche nello sport, quando una squadra continua a mietere avversari uno dietro l’altro. Evidentemente si tratta di una squadra molto forte che non trova un avversario all’altezza.
L’ho sentito usare anche parlando di esami universitari. Es:
Adesso devi mietere esami a ripetizione per laurearti in tempo.
Si usa anche nel senso di ottenere soddisfazioni:
Mietere ricchezze: accumulare ricchezze, denaro
Mietere onori: ottenere molti riconoscimenti, molti premi
E anche qui c’è il riferimento fugurato ai cereali che vengono raccolti, ai frutti che si ottengono con la mietitura.
582 indicazioni stradali: tagliare, accorciare, allungare un percorso
Indicazioni stradali: tagliare, accorciare, allungare un percorso (scarica l’audio)
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Trascrizione
Giovanni: oggi ci occupiamo di indicazioni stradali. Ci occupiamo del linguaggio che si utilizza in automobile quando si danno indicazioni stradali.
Dove bisogna andare? Dritto, a destra o a sinistra?
In particolare mi interessano le espressioni e i verbi adatti per indicare una strada da prendere, cioè una strada in cui andare, in cui voltare o girare.
Vai a destra, vai a sinistra, vai dritto sono sicuramente le indicazioni più diffuse in questo senso.
Che faccio adesso? Vado a destra? Oppure vado dritto?
No, vai a sinistra che si taglia.
Anziché usare il verbo andare possiamo anche, come visto prima, usare prendere:
Prendi questa strada a destra
Prendi la prima a sinistra
Dopo l’incrocio, prendi a sinistra, poi al semaforo prendi a destra.
Prendi l’autostrada dopo l’incrocio
Prendere una strada significa quindi andare in una strada, girare per quella strada, voltare in una certa direzione.
Si può indicare anche una destinazione:
All’incrocio prendi per Roma
Dopo il semaforo prendi per Napoli
Prendi la prima a destra e poi prendi per Roma
Sapete che a volte si usa anche un altro verbo: imboccare.
Questo verbo normalmente si usa con i bambini, quando si fa mangiare un bambino.
Imboccare è introdurre il cibo nella bocca di chi non sia in grado di portarvelo da sé, come un bambino.
Bisogna imboccarlo perché non sa ancora mangiare da solo
Nelle indicazioni stradali, imboccare si usa come “prendere”.
Significa quindi avviarsi e procedere in una certa direzione, immettersi in una strada.
Così come si porta il cibo nella bocca di un bambino, si può guidare un’automobile in una certa direzione:
Imbocca questa strada, è più veloce!
Prendi a destra, poi imbocca l’autostrada.
Stai attento perché tra un po’ dovrai imboccare l’uscita dell’autostrada
A volte questo verbo si usa anche in senso figurato, quando la strada di cui si parla è un comportamento, quando sembra che una persona abbia preso una strada giusta o sbagliata, intesa come una scelta, un percorso di vita:
Il ragazzo ha imboccato la strada giusta. Ha finalmente capito che bisogna prima studiare e poi pensare al piacere.
Tornando alle strade, imboccare si usa quando si prende una strada, quando ci si avvia in una direzione, mentre quando si vuole indicare l’uscita si può usare anche sboccare:
Io imbocco l’uscita come mi hai detto, ma dove sbocca questa strada?
Questa strada sbocca in una piazza.
Come dire che questa strada porta, conduce in una piazza. Andando per questa strada, alla fine si arriva in una piazza.
Andando in questa direzione si sbocca a piazza Navona
La manifestazione prima ha preso questa via di fronte a te, per poi sboccare in piazza del Popolo.
Un verbo questo che si usa anche per i corsi d’acqua:
Questo fiume sbocca nel mare tra 10 km.
Questi tre ruscelli sboccano tutti nello stesso fiume.
Si può usare anche il verbo confluire, certamente più corretto, ma meno usato nel linguaggio stradale. Si può anche dire:
Dove porta questa strada?
Dove va a finire questo fiume?
Interessante poi è quando ci sono più possibilità, e allora l’indicazione potrebbe includere il motivo per cui occorre o conviene prendere una direzione anziché un’altra.
Ad esempio:
Prendi a destra ché tagli di un paio di chilometri.
Vai a sinistra ché avanti c’è traffico. Si allunga un po’ ma così accorciamo di qualche minuto.
Andando a destra si taglia. Se invece vai dritto allunghi di parecchio. Non ti conviene.
Secondo il navigatore meglio prendere a destra, sennò si allunga.
Girando a sinistra si accorcia.
Dopo la rotatoria volta a destra, così tagliamo qualche minuto.
Sicuro che così si accorcia? A me pare che si allunghi andando a destra.
Visto? Siamo arrivati prima per aver tagliato il traffico sulla strada principale. Questa scorciatoia non la conosce nessuno! Si abbrevia di molto.
Una scorciatoia è una strada che ci permette di accorciare la lunghezza di un percorso.
Prendendo una scorciatoia, si accorcia, cioè si taglia. Tagliare è più informale ma molto utilizzato. Potete usare accorciare o tagliare senza problemi, anche se per “tagliare” è vero infatti che normalmente si usa un coltello o le forbici.
Accorciare è più adatto sicuramente, perché significa rendere più corto, cioè ridurre la lunghezza di qualunque cosa, quindi anche una distanza.
Si può accorciare un percorso, ma ovviamente possiamo accorciare anche un vestito, un discorso, i capelli, e anche… un episodio !
Anche abbreviare ha lo stesso significato di accorciare e tagliare. Attenti però perché è lo stesso verbo che si usa nel senso di troncare una parola usando un’abbreviazione, tipo dott. al posto di dottore. Questa è appunto una abbreviazione che non si usa per i percorsi.
Una scorciatoia, è bene dirlo, è diversa da una deviazione.
Deviazione viene da deviare, cioè “uscire dalla via”, cioè modificare la propria direzione, uscire dalla via principale. Così facendo si fa o si prende una deviazione, che non è stata prevista ma permette ugualmente di raggiungere l’obiettivo finale.

Di solito la deviazione si prende quando c’è un incidente sulla strada principale, o più traffico del solito, o c’è un cambiamento di programma e ad esempio bisogna accompagnare una persona in un luogo che non si trova sul percorso precedente. Con la deviazione di solito si allunga rispetto alla scorciatoia, con la quale si abbrevia sempre il percorso.
Allora la finiamo qua? Non prima di un bel ripasso. Ascoltiamo:
Ripasso degli episodi precedenti a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
Irina: avete visto le olimpiadi di Tokyo? Ieri l’Italia ha vinto ben due medaglie d’oro!!
Harjit: gli italiani in questo 2021 stanno facendo un figurone ! Anche i più addetti ai lavori sono abbastanza meravigliati.
Mariana: c’è anche chi rosica abbastanza per questi successi degli azzurri, soprattutto per la vittoria ai 100 metri di Jacobs che ha dato il benservito a chi si meraviglia del suo successo.
Anthony e Mary: un giornalista se ne è uscito con “un progresso difficile da spiegare”, alludendo al doping, probabilmente.
André: una svolta notevole quella di Jacobs. È diventato qualcuno all’improvviso e qualcun altro non l’ha digerito. Se ne dovranno fare una ragione!
n. 104 – TAGLIARE CORTO – 2 minuti con Italiano semplicemente
Audio
1 – Vieni con noi: Entra nell’associazione Italiano Semplicemente
2 – Ascolta e impara: gli audio-libri di Italiano Semplicemente
3 – Corso di Italiano Professionale: il programma delle lezioni
Spiegazione per madrelingua spagnola (Italiano per ispanofoni)
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Trascrizione
Giovanni: vi hanno mai chiesto di tagliare corto?
No? Certo, forse non l’hanno fatto usando la lingua italiana, ma questa è una frase che si usa di frequente (cioè spesso, frequentemente) soprattutto al lavoro.
Fa parte comunque del linguaggio informale, quello parlato.
In poche parole è un invito a accorciare un discorso, un invito a velocizzare una comunicazione: una persona sta parlando, sta spiegando una cosa, una qualsiasi cosa, sta dando una qualsiasi comunicazione ma sta impiegando molto tempo, parla molto, si sta dilungando. Allora se si sta dilungando con le spiegazioni, in questo caso si può chiedere di “tagliare corto”:
Taglia corto Giovanni! Non abbiamo molto tempo!
E’ un invito un po’ brusco, fate attenzione. Non è molto educato rivolgersi in questo modo ad una persona e se non la conoscete vi sconsiglio di usarla. Potrebbe essere offensivo. Dipende anche dal tono che usate comunque.
Poi l’espressione “tagliare corto” si usa anche per spiegare il comportamento di una persona, che, al contrario, anziché dedicare del tempo a qualcosa di importante, anziché spiegare bene una cosa, anziché cioè dedicare tutto il tempo necessario ad una conversazione, quando parla con una persona, ebbene questa persona “taglia corto” ,cioè interrompe bruscamente la conversazione per far capire che non ha voglia di parlare o di dedicare del tempo in più alla persona con cui parla. Ad esempio dice:
Ok, poi ne riparliamo!
E’ un po’ maleducato “tagliare corto” quando si parla con una persona, perché questa espressione esprime la voglia di liquidare questa persona, cioè di liberarsi di lei il prima possibile.
Il verbo tagliare ovviamente indica la volontà di accorciare la comunicazione, di tagliarla, la volontà di usare meno parole, di “arrivare subito al dunque”.
Questa è un’altra espressione, quasi del tutto equivalente a “tagliare corto”.
Un’altra alternativa è: “farla breve”. Sempre molto informale comunque. “Breve” significa che dura poco.
Se si vuole invitare a essere più brevi comunque, si può chiedere di “arrivare al nocciolo della questione”, o “arrivare al fulcro del discorso”: è molto più educato di “falla breve!” o “taglia corto!”
Quindi posso dire, in modo confidenziale:
Giovanni, cerca di farla breve, poiché non abbiamo molto tempo!
oppure, sempre tra amici:
Giovanni, cerca di tagliare corto, poiché non abbiamo molto tempo!
Oppure, più educatamente:
Giovanni, cerca di arrivare al nocciolo della questione, poiché non abbiamo molto tempo!
Spesso si usa anche “tagliar corto” senza la “e” finale del verbo tagliare. Forse proprio perché si deve dare subito un buon esempio, ed allora iniziamo a tagliare subito il verbo!
Ok la faccio breve anche io, per tener fede al nome della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”.
Adesso ripassiamo le espressioni passate parlando di strategie comunicative.
Khaled (Egitto): Se ti chiedono delle spiegazioni e tu ne sei totalmente sguarnito, una buona strategia può essere tagliare corto oppure restare sul vago. Può darsi che il tuo interlocutore, bontà sua, non se ne accorga e sia colto alla sprovvista. Se invece è una persona intelligente questa tua strategia sicuramente lascia il tempo che trova.
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L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!




