Modico (ep. 959)

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Giuseppina: probabilmente i non madrelingua italiana non usano mai l’aggettivo “modico” (modica al femminile).

Voglio spiegarvelo cosicché non sia più un aggettivo ad appannaggio dei soli madrelingua.

“Modico” deriva dal latino, somiglia all’aggettivo “moderato”, tanto è vero che l’origine “modus” significa misura, limite.

Il concetto è interessante. Modico è simile a “basso”, ma c’è il senso di qualcosa di “adeguato“.

Non parliamo di persone però. Non è un aggettivo che si può usare per descrivere le persone.

Vediamo qualche esempio e poi spiego meglio:

I prezzi del ristorante sono abbastanza modici, puoi permettertelo senza problemi.

Ho trovato un appartamento con un affitto modico, perfetto per il mio budget limitato.

Quel compito che ti hanno affidato richiede una modica quantità di lavoro, potrai gestirlo senza troppi sforzi.

Per quel tipo di prodotto c’è una modica domanda rispetto alle altre proposte simili sul mercato.

La quantità di cibo servita al ristorante era modica, non eccessiva ma abbastanza soddisfacente. Avrei gradito qualcosa in più.

Il costo del biglietto del concerto era piuttosto modico considerando gli artisti in programma.

Il termine “modico” quindi si riferisce a qualcosa che è moderato, misurato, ragionevole o adeguato in termini soorattutto di quantità, prezzo o importo.

Aggettivi simili sono modesto, accessibile, contenuto e abbordabile.

Non è però la stessa cosa che dire “giusto“, ma si riferisce ad una quantità.

Viene quindi utilizzato per indicare una quantità o un livello che non è né troppo elevato né troppo basso, ma comunque si colloca più vicino al basso.

Detto in altre parole, indica un livello in una fascia medio-bassa o accettabile. Si usa quando si vuole descrivere qualcosa che è equilibrato o adeguato alle aspettative o alle necessità di una persona.

Se un prezzo è modico ce lo possiamo permettere, è alla nostra portata.

Se parliamo di una modica quantità di qualcosa, è una quantità moderata, accettabile.

Un uso particolare avviene a proposito della quantità di droga posseduta da una persona e della relativa legislazione.

Si dice ad esempio:

Una modica quantità di sostanze stupefacenti

Questa è una quantità piccola, quindi non elevata, perciò considerata accettabile, tanto che nel caso se ne possiede una modica quantità (definita per legge) si è considerati solamente consumatori e non spacciatori di quella sostanza stupefacente.

Lo spacciatore è colui che vende la droga, mentre il consumatore la consuma, cioè la utilizza per sé e basta. È chiaro quindi che chi possiede una modica quantità di droga, non ne posso possiede abbastanza per venderla,o meglio, è considerata una quantità adatta ad essere consumata e quindi probabilmente se la polizia ti trova con una modica quantità di marijuana in tasca non ti considera uno spacciatore e non verrai perseguito dalla legge come tale.

Se venite in Italia e cercate un ristorante poco caro, allora state cercando un ristorante con prezzi modici.

Si usa spesso anche la “modica cifra“.

Es:

Vicino al Colosseo potete affittare delle biciclette ad una modica cifra.

Ti do la mia macchina per la modica cifra di 10 euro al giorno

Cioè si tratta di una spesa moderata, una cifra ragionevolmente accettabile e conveniente. Si parla di prezzi in questo caso.

A Roma si trovano anche alberghi e ristoranti a prezzi modici. Non aspettatevi un’alta qualità però.

Anche i “prezzi modici” si usano molto spesso.

Nel prossimo episodio approfondiamo il concetto parlando della “misurazione” e delle cose misurate. Come la vedete? Nel frattempo potete cimentarvi un po’ con l’utilizzo dell’aggettivo di oggi.

Questo è quanto.

Oggi abbiamo anche ripassato qualche episodio passato, tanto per non perdere l’abitudine. Infatti ne abbiamo ripassati qualcosa come una decina, se non di più. Ho sentore però che se non faccio terminare questo episodio con ogni probabilità aumenteranno ancora di più. È che quando mi prende la mano…

Va bè, vi saluto. Alla prossima.

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48 – La trattabilità – ITALIANO COMMERCIALE

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Trascrizione

Oggi, per la rubrica di Italiano Commerciale, ci occupiamo della trattabilità.

Ci sono due cose che, in un esercizio commerciale, possono essere intrattabili: i clienti e i prezzi dei prodotti in vendita.

Quando un cliente è intrattabile, come qualsiasi altra persona intrattabile, vuol dire che ha un brutto carattere o che in quel momento si comporta in modo maleducato perché molto nervoso. È difficile capire come trattarlo, come gestirlo, come comportarsi con una persona così.

A noi però interessano maggiormente i prezzi intrattabili.

Qualunque prodotto o servizio in vendita ha un prezzo, e questo prezzo è stato deciso dal venditore, dall’esercente

Ma questo prezzo è trattabile? Un cliente può trattare questo prezzo?

Il prezzo può essere oggetto di trattativa? In poche parole, si può cambiare? Si può modificare? Si può discutere? Si può trovare un accordo tra cliente e negoziante su un prezzo diverso da quello esposto e deciso dal negoziante? Il prezzo può essere abbassato? Questo interessa l cliente.

Nel caso dei prezzi dunque la trattabilità ha a che fare con la trattativa.

La trattativa è proprio il tentativo di trovare un accordo tra le parti (in questo caso sono il cliente e l’esercente). La trattativa è una discussione finalizzata a trovare un punto d’incontro tra le parti. In questo caso il punto d’incontro è il prezzo di un prodotto.

Insomma, questo prezzo è trattabile oppure è intrattabile?

Nei supermercati e nei centri commerciali non c’è possibilità di trattare sui prezzi Il prezzo è quello e bisogna accettarlo), ma nei piccoli negozi è soprattutto nelle vendite online dell’usato o nei mercatini dell’usato, così come nelle applicazioni sul telefono con cui si vendono prodotti (prevalentemente usati) compare spesso, negli annunci di vendita, la dicitura “prezzo intrattabile” oppure “prezzo trattabile”. La bella notizia per il cliente è quando il prezzo è trattabile: si può trattare al ribasso (verso il basso).

Anche negli annunci immobiliari, dove ad essere messi in vendita sono gli appartamenti, a volte si trova tale dicitura, anche se gli appartamenti hanno generalmente sempre un prezzo trattabile, a meno che non si scriva esplicitamente sull’annuncio.

In Italia, negli esercizi commerciali, nessuno esplicita mai la trattabilità dei prezzi attraverso un avviso esposto al pubblico (un cartellino ad esempio). Sarebbe anche poco professionale.

Tuttavia un cliente può sempre provare a cercare un accordo sul prezzo nei piccoli negozi. Si chiede in questi casi uno sconto sul prezzo, cioè un piccolo ribasso del prezzo rispetto a quello esposto.

Può farmi uno sconto?

Solitamente è questa la domanda che si fa.

Quando si acquista un prodotto usato invece si può domandare:

Il prezzo è trattabile?

C’è margine di trattativa?

C’è un margine di trattabilità?

La risposta potrebbe essere:

Sì, c’è un minimo margine di trattativa/trattabilità.

No, mi spiace, il prezzo è intrattabile.

No, nessun margine, mi spiace!

No, mi spiace il prezzo è già ridotto ai minimi termini

Più informale, ma con lo stesso significato, invece è:

No, il prezzo è già ridotto all’osso!

Questa è un’espressione interessante!

Ridurre all’osso un prezzo” fa pensare a un pezzo di carne, come un coscio di pollo, dove non c’è più nulla da mangiare. C’è rimasto solamente l’osso, che come si sa, non si mangia. Quindi un prezzo ridotto all’osso è stato già ridotto al massimo e di conseguenza non si può più abbassare. Un’espressione informale ma molto d’effetto.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano commerciale.