841 Sui generis

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Come ve la cavate col latino?

Oggi parliamo proprio di latino, ma non preoccupatevi perché sarà un episodio molto utile e sono sicuro che verrà molto utilizzato negli episodi futuri nella parte dedicata ai ripassi.

A proposito di ripassi, oggi facciamo un episodio un po’ sui generis, perché i ripassi li troverete all’interno della spiegazione che state leggendo o ascoltando. Non alla fine quindi, come facciano solitamente.

Se non avete idea di cosa stia parlando evidentemente è segno che siete capitati per la prima volta su Italiano Semplicemente.

Ma su cosa verte l’episodio di oggi?

Oggi ci occupiamo di (lo avrete capito) “sui generis”, che è un altro modo per dire caratteristico, particolare, originale, o meglio ancora “di genere proprio“.

Questo dunque è un episodio sui generis, come ho detto.

Esattamente “di genere proprio” sarebbe il senso proprio di sui generis. “Di genere proprio” però non si usa quasi mai.

Se cerchiamo sul dizionario troviamo che sui generis si può dire a proposito di tutto ciò che ha una spiccata originalità o singolarità.

Ci siamo già occupati della singolarità. Ricordate?

Normalmente un italiano (e anche un non madrelingua), quando vede, ad esempio, una persona che si discosta per qualche aspetto, dalle altre persone, dice che è un tipo particolare o caratteristico o anche un tipo originale:

Giovanni è un tipo un po’ sui generis. Lo devi conoscere.

Dunque Giovanni è una persona particolare, originale, non uno qualunque. Non ho detto perché però. Non ho specificato il motivo di questa originalità.

Potrebbe anche darsi che Giovanni abbia una caratteristica non precisamente definibile. Magari non sappiamo esattamente definire il suo carattere con degli aggettivi, così diciamo che è un tipo sui generis.

Badate bene, non è di per sé né un complimento né un insulto.

C’è anche la possibilità che io utilizzi questa locuzione proprio perché la mia intenzione non è quella di usare brutte parole verso questa persona, e allora uso questo eufemismo per non offenderlo. O magari voglio incuriosire la persona con cui parlo.

Si può dire anche di sé stessi se si vuole evidenziare una caratteristica particolare, una mia peculiarità, una prerogativa particolare.

Es: Io sono un tipo un po’ sui generis e non sono mai stato appassionato di musica.

Quindi sono un tipo particolare, perché solitamente tutti ascoltano musica di qualsiasi tipo.

Solitamente si parla di altri però, non di sé stessi:

Carla è un po’ sui generis, perché ha una parte maschile molto accentuata.

Quindi c’è a volte una originalità di qualche tipo.

L’essere originale è generalmente associato a caratteristiche positive però.

Sui generis invece è più neutro, e da questo punto di vista è più simile a caratteristico o particolare.

Non solo persone però.

Si potrebbe parlare di un odore sui generis, e in questo caso non sappiamo bene come definirlo altrimenti perché non riusciamo a trovare similitudini con altri odori noti.

Si potrebbe dire di un locale dove ho mangiato: qualcosa di diverso dal ristorante, dalla trattoria o dal fast food: un posto sui generis, gradevole e originale, che offre piatti – ma anche panini, e dove volendo, che so, si fa anche colazione, però solo salata.

A volte ci viene da usare l’aggettivo “strano” o piuttosto strano, abbastanza strano (un posto un po’ strano, un tipo strano, una ragazza strana), ma questo sarebbe troppo negativo, per le persone come per altre cose.

Strano identifica spesso qualcosa di poco chiaro, inusuale, misterioso e a volte anche pericoloso.

Potremmo anche usare aggettivi diversi, che hanno un significato simile a sui generis.

Per le persone ad esempio potremmo dire anche stravagante, bizzarro, strampalato, diverso, anormale, anomalo, strambo, astruso, bislacco.

Sono tutti aggettivi comunque che sono abbastanza negativi, tant’è vero che se provate a usarli con qualcuno, parlando di lui o lei, non ne sarà per niente entusiasta.

Soprattutto per le altre cose, come fatti che accadono o luoghi (ma anche per le persone) possiamo usare, anche curioso, singolare, insolito, raro, diverso dal solito, fuori del comune.

Sui generis non è per niente usato dai giovani, e direi che è abbastanza appannaggio delle persone più colte e istruite, magari che hanno superato gli anta.

Tutti comunque ne comprendono il significato e adesso anche voi, qualora vi doveste imbattere in questa locuzione in futuro.

Per capire la differenze con l’aggettivo singolare, di cui abbiamo già parlato, bisogna dire che spesso può essere usato in sostituzione di sui generis. Non sempre però, perché se dico ad esempio:

È veramente singolare che sia proprio tu a dirmi che devo alzarmi presto, dal momento che tu ti alzi mediamente a mezzogiorno.

In questi casi è preferibile non usare sui generis, perché stiamo dando una valutazione ad un comportamento, ad una situazione; oppure stiamo facendo notare una cosa poco logica, o una incoerenza.

C’è in qualche modo un giudizio.

Sui generis è adatto soprattutto per le persone.

In contesti più importanti somiglia molto a “caso particolare” e in questo senso si usa riguardo a particolari situazioni, dove ci sono delle regole da seguire ad esempio, si parla di procedura sui generis quando si presenta un caso particolare, tanto particolare che non è possibile usare una procedura standard.

Un “caso sui generis” esce quindi dall’ordinario, dall’usuale. In questi casi non c’è un giudizio positivo o negativo, semplicemente un modo più formale di esprimersi.

A volte può però anche includere una forma di giudizio comunque.

Ad esempio possso dire che in alcuni paesi nel mondo c’è una democrazia sui generis.

Dunque non esattamente una democrazia, ma qualcosa che si avvicina a questo concetto. Un giudizio negativo quindi.

Questo è quanto.

Casomai, se qualcosa non fosse ancora molto chiaro, vi consiglio di riascoltare e/o rileggere l’episodio. Una sola volta in più non è mai un di più in questi casi.

Adesso, dal momento che abbiamo già ripassato abbastanza, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo episodio.

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    766 Singolare

    Singolare (scarica audio)

    Trascrizione

    Giovanni: sono sicuro che tutti voi, studenti non madrelingua italiana, conoscete l’aggettivo singolare.

    Facile: singolare è il contrario di plurale.

    Es.

    L’articolo “il” è il singolare dell’articolo “i”

    L’articolo “lo” è il singolare dell’articolo gli. Qual è il singolare di “le”?

    È “la” il singolare di “le”.

    Già, questo è indubbiamente vero, ma sarebbe veramente singolare se io mi limitassi a fare una lezione grammaticale.

    Ciò che voglio dirvi è che l’aggettivo “singolare” si usa anche per indicare qualcosa o qualcuno che ha caratteristiche uniche.

    Se parliamo di una persona, se diciamo che questa persona è una persona singolare, vogliamo dire che ha delle caratteristiche uniche, che non vediamo in altre persone.

    Si tratta di una persona in qualche modo unica, o almeno particolare, che presenta caratteristiche totalmente diverse dagli altri, o da altre persone in un certo ambito. In genere si dice una persona veramente singolare, davvero singolare.

    Non si tratta di qualcosa di sempre negativo o positivo. Dipende dall’occasione.

    Se un tipo è davvero singolare, vogliamo dire che è eccezionale, straordinario, oppure un po’ strano, che ha caratteristiche che escono da un certo tipo di logica. Questo può essere positivo o negativo.

    Se parli di una donna di una bellezza singolare, in questo caso è bellissima. La bellezza è unica, quindi è chiaro che viene esaltata la bellezza. Questo accoppiamento tra una caratteristica e l’aggettivo singolare possiamo sempre farlo.

    Altre volte si tratta di qualcosa di insolito, altre di eccentrico.

    Es:

    Giovanni si veste in modo singolare

    Non è certamente una persona che segue la moda.

    Quindi insolito, particolare, caratteristico, persino strano possono essere degli aggettivi più o meno adatti a sostituire l’aggettivo singolare.

    Si usano abbastanza spesso le espressioni “è singolare che”, “è piuttosto/alquanto singolare che”, “trovo singolare che”.

    Appartengono ad un registro più ricercato. Normalmente si userebbero aggettivi come insolito, anomalo o strano.

    È singolare che sia proprio tu a dire che la fedeltà è Importante in una coppia.

    Questa potrebbe essere una risposta di una donna il cui partner ha sempre sostenuto la tesi opposta o che lui stesso abbia tradito in passato.

    Avrete allora notato la somiglianza con l’espressione“mi fa strano“, e “mi fa specie” certamente più informali che abbiamo già visto e che si usano in contesti simili.

    Trovo abbastanza singolare che chi fuma 20 sigarette al giorno abbia paura del vaccino.

    Trovo veramente singolare che un professore di italiano non metta la grammatica al primo posto.

    Spesso c’è anche un po’ di ironia in frasi di questo tipo.

    Non è detto però. Si può usare singolare anche se vogliamo evitare aggettivi negativi.

    Sicuramente vogliamo evidenziare qualcosa di unico, una caratteristica particolare, ma a volte in questo modo restiamo sul vago, non si specifica ma si sottolinea solamente la singolarità di questa persona.

    Nel prossimo episodio restiamo sull’argomento, ma vi parlerò delle peculiarità. Adesso ripassiamo, perché come sapete questa è una peculiarità della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente“.

    Marcelo: Mi avrebbe fatto veramente strano infatti se avessi deciso di non ripassare.

    Peggy: secondo me stavolta non era proprio cosa. Ma non voglio dare adito a polemiche.

    Edita: e perché non era cosa? Non mi dirai che non sapevi del ripasso. Se ti riferisci alla durata dell’episodio, il nome della rubrica è risaputo che sia meramente indicativo. Bisogna portare pazienza.

    Segue una spiegazione del ripasso

    534 Mi fa strano

    Mi fa strano (audio)

    Episodi simili

    mi fa specie

    fa molto italiano

    Trascrizione

    Un’espressione che potrebbe sembrare strana ad un non madrelingua è “fare strano“.

    Vi faccio qualche esempio:

    Mi fa un po’ strano tornare a casa dei miei, dove sono cresciuto e notare che la casa sembra più piccola.

    Oppure:

    Non fa strano anche a te di non avere qui con noi i nostri figli? Noi siamo sempre stati insieme, tutti e 4, mentre all’improvviso sono diventati grandi e siamo rimasti noi due.

    Ti fa strano baciare un’altra persona avendo una fidanzata?

    Mi fa strano che mi stia affezionando ad un gatto. Non li avevo mai sopportati fino ad ora.

    Ma che differenza c’è tra “sembrare strano” e “fare strano”.

    La differenza è che quando una cosa sembra strana è perché è poco credibile, cioè avete dei dubbi, oppure è una cosa insolita, fuori dal normale, oppure è illogica o è qualcosa che non accade mai.

    Mi sembra strano che italiano semplicemente sono due giorni che non pubblica episodi. Come mai? Sarà successo qualcosa a Giovanni?

    Oppure si parla di un oggetto o una persona che ha qualcosa che non va, o di insolito, ma non riusciamo a capire cosa sia. Cerchiamo una soluzione.

    Oggi Mario mi sembra strano. Forse ce l’ha con noi? Non si comporta come al solito.

    Questa bicicletta mi sembra strana. Forse ha le ruote piccole?

    Invece se una cosa “fa strano“, è perché si prova una sensazione per una situazione che è cambiata, una sensazione ben definita, che sappiamo bene da cui deriva. Si tratta di sensazioni personali dovute alle proprie personali esperienze.

    Non si tratta di qualche cosa di incredibile o su cui nutriamo dei dubbi; non cerchiamo una soluzione.

    Vogliamo solo condividere la nostra sensazione, e spesso si tratta di nostalgia, di ricordi.

    Generalmente si tratta di confidenze fatte ad amici o familiari.

    Altre volte sono semplicemente sensazioni che si provano per cose perfettamente normali mai fatte prima, o fatte in contesti diversi.

    Un cambiamento, una differenza, possono far sembrare una cosa strana ma solo per effetto delle nostre esperienze passate.

    Vi fa strano vedere due ragazze baciarsi? Sappiate che il problema non è delle due ragazze ma il vostro.

    In tutti i casi puoi naturalmente puoi dire anche che ti sembra strano, ma “mi fa strano” nasce proprio per evitare che si pensi a un dubbio o che si stia cercando una spiegazione. Non è così infatti in questi casi.

    Abbiamo visto anche “mi fa specie“, abbastanza simile, ma questa, se ricordate, si usa soprattutto per contestare o criticare un’altra persona che ha un atteggiamento diverso dal solito.

    Adesso ripassiamo:

    Anthony: So che siamo tutti presi dalla conversazione attuale ma non vi dispiacerà se APRO UNA PARENTESI? Vi ricorderete che MI SONO PREFISSO l’obiettivo di scrivere una serie di ripassi con almeno dieci termini ciascuno. Sono partito molto bene con questo buon proposito. Ma poi alcuni problemi professionali mi HANNO COLTO ALLA Sprovvista, IL CHE significava che OGNI DUE PER TRE mi trovavo SGUARNITO del tempo necessario per stare al passo. Per quanto riguarda il mio lavoro, a causa di un susseguirsi di frustrazioni mi sentivo esausto, cioè LA MISURA ERA davvero COLMA e non MI CAPACITAVO di come sarei potuto andare avanti. Ma se si comincia, non CI SI può tirare indietro. Questo vale a maggior ragione se si fa il medico. Ci sono tantissimi ANNESSI E CONNESSI dai quali non CI SI può allontanare. TOCCAVA A ME ideare delle soluzioni. E per fortuna, dopo un periodo di contemplazione e concentrazione, queste soluzioni mi SONO BALZATE AGLI Occhi. Quindi possiamo dire che tutto è bene ciò che finisce bene.

    466 Probabile e improbabile

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    Sapete che gli aggettivi probabile e improbabile hanno a che fare con le probabilità. 

    Vediamo qualche uso:

    Vieni stasera al cinema?

    Non sono sicuro, ma è probabile che mia madre non mi faccia uscire.

    Domani è probabile che piova. Invece dopodomani è improbabile secondo le previsioni meteo.

    Fermiamoci su “improbabile” . Quando una cosa è improbabile, significa che ha scarsissime possibilità di verificarsi:

    Ritengo improbabile che entro il 2030 l’uomo andrà su Marte.

    Siamo in ritardo. E’ improbabile che riusciremo a prendere l’aereo.

    Improbabile significa anche inverosimile, cioè poco credibile, quindi ad esempio se tu mi racconti una storia poco credibile posso dire che la tua storia è improbabile.

    Però c’è anche un altro modo ancora di usare improbabile. Se dico che una persona è improbabile, voglio dire che è un personaggio strano, poco comune, con caratteristiche che lo fanno sembrare poco reale. Non è sicuramente un complimento questo.

    Da questo punto di vista tante cose possono essere improbabili, e questo aggettivo potete usarlo per descrivere qualsiasi cosa che a voi sembra strana, poco comune, quasi irreale.

    Posso dire ad esempio:

    Ho scoperto mia moglie a cena con un altro uomo in un ristorante. Lui a quel punto ha iniziato a dare giustificazioni improbabili.

    Evidentemente quell’uomo non era per niente credibile. 

    I ragazzi danno spesso giustificazioni improbabili ai genitori:

    Perché sei rientrato così tardi senza avvisare?

    Beh, ho finito il credito al telefono e poi era tardi e non volevo disturbare!

    Non mi sono accorto che era tardi, non c’erano orologi a casa del mio amico!

    Il senso è molto negativo anche se si parla di persone improbabili.

    Si usa spesso con i personaggi dei film.
    Anziché improbabile, potremmo definire un tipo così come strano, anomalo, poco comune, insolito, inconsueto, singolare, sui generis, bizzarro, stravagante, originale, particolare.
    Ma questi sono piuttosto neutri e spesso anche positivi come aggettivi.

    Invece non è mai una bella caratteristica comunque quella di essere improbabili.

    Un vestito di un colore improbabile è un brutto vestito, che ci colpisce per il colore strano e poco gradevole che ha.

    Ma anche un caffè può avere un sapore improbabile! 

    I gusti musicali di una persona possono essere improbabili.

    In altre parole potremmo dire “dei gusti molto rari” ma sempre con un’accezione molto negativa. 

    Anche una situazione in cui una persona può trovarsi può dirsi improbabile, nel senso ugualmente di strana, inverosimile, o anche assurda. Anche assurdo è molto vicino in effetti all’aggettivo improbabile se usato in questo modo particolare.

    Mariana: è sicuramente improbabile che Giovanni faccia episodi che siano veramente di due minuti, ma al netto di questo, l’episodio mi è piaciuto, a parte uno dei sinonimi di improbabile che hai usato.

    Bogusia: Alludi a “sui generis“scommetto!

    Tamuka: Dire che anche questo sarebbe un episodio degno di nota.

    Rauno: se tanto mi dà tanto, credo che vedremo presto un episodio anche su questo.