Che io ricordi (scarica audio)
episodio 1208
Trascrizione

Bentornati nella rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”.
Oggi parliamo dell’espressione “che io ricordi” e voglio dedicare questo episodio alla nostra Marguerite, che si trova in ospedale. Tanti auguri Marguerite! Sei sempre nei miei pensieri.
A proposito di ricordi, abbiamo trattato in passato “che io/tu sappia“, e per quanto io ricordi, non avevo accennato, in quella occasione, a questa modalità simile: “che io ricordi”, o “che tu ricordi” eccetera.
È simile perché inizia sempre con “che”, e si usa sempre il congiuntivo. Cambia solamente il verbo.
“Che io ricordi” è un’espressione simile a “che io sappia”, ma non proprio uguale, perché fa appello alla memoria personale e non alla conoscenza.
Quindi è simile anche a “per quanto ne so” ma in realtà possiamo sostituirla solamente con “secondo la mia memoria“, o, come ho fatto all’inizio, con “per quanto ricordi” e anche a “se la memoria non mi inganna“.
È utilizzata per introdurre un’affermazione basata sulla propria memoria, suggerendo che potrebbero esserci altre persone con ricordi diversi, o che la mia memoria si sbagli.
Potrebbe quindi darsi che io mi sbagli.
Quindi il significato è: “Per quanto io riesca a ricordare” oppure “a mia memoria“. Sì, si dice anche così: “a mia memoria“.
Si usa per dare un’opinione basata su ciò che una persona ricorda, ammettendo implicitamente che la propria memoria potrebbe non essere completa o accurata.
Esempio:
Che io ricordi, non siamo mai stati in quel ristorante, ma potrei sbagliarmi.
Analogamante a “che io sappia”, tutti gli italiani usano il congiuntivo in questo caso. È veramente raro incontrare “che io so” e “che io ricordo“.
Questo però accade solamente se la frase contiene un dubbio. Ecco, in questi casi, cioè quando esiste un dubbio, la frase non ha una premessa, ed inizia proprio così “che io ricordi“.
Se invece dico ad esempio:
Quella vicenda è la cosa più vecchia che io ricordo nella mia vita.
In questo secondo caso la frase non inizia con “che io ricordi”, ma il verbo ricordare si riferisce direttamente a un fatto preciso del passato.
Qui non c’è dubbio, non c’è incertezza: sto semplicemente raccontando qualcosa che effettivamente ricordo. In questi casi, l’uso dell’indicativo rafforza l’idea che non si abbiano dubbi. Non è obbligatorio, ma di sicuro nella realtà dei fatti si fa in questo modo.
Quindi, quando “che io ricordi” si trova all’inizio della frase, ha una sfumatura dubitativa, quasi come dire: “per quanto mi ricordi”, o “a memoria mia”.
Quando invece si trova all’interno di una frase più lunga, come “la cosa più vecchia che io ricordo”, il significato è letterale e il verbo si usa spesso all’indicativo, non al congiuntivo.
Facciamo qualche altro esempio:
Che io ricordi, Maria non è mai venuta a trovarci.
Cioè: forse sbaglio, ma non mi pare che sia mai successo.
Questo è un profumo che io ricordo fin da bambino.
Cioè: ne sono certo, fa parte dei miei ricordi d’infanzia.
Come vedete, basta una piccola variazione per cambiare il senso.
Un’ultima curiosità: a volte si sente dire anche “per quanto ne ricordi” (analogamente a “per quanto ne sappia”) ma questa forma è meno comune e un po’ più letteraria. Più formalmente si dice anche “salvo errore/i”. Un’ultima alternativa è “stando a quanto ricordo” o “stando alla mia memoria”.
Adesso, come facciamo sempre nella rubrica “due minuti con italiano semplicemente”, tocca al ripasso degli episodi precedenti. Cominciano a diventare parecchi questi episodi, e sapete che molto spesso capita che io stesso non ricordi di aver trattato un certo argomento. Meno male che c’è qualche membro dell’associazione che ha la memoria più lunga della mia. Adesso ripassiamo quindi qualche episodio passato, parlando di vacanze natalizie in Italia.
Marcelo: quest’anno vorrei concedermi una scorpacciata di paesaggi innevati in Trentino-Alto Adige.
Ulrike: bello, ma è proibitivo per il portafoglio.
Anne Marie: a me l’entità della spesa non spaventa. Piuttosto mi manca la voglia!
Karin: Certo, un po’ il freddo dà fastidio anche a me, ma una buona volta dovrei smettere di rimandare e prenotare. La mia ritrosia mi blocca però.
Estelle: Io resto fedele al Lazio, che sarà pure poco appetibile d’inverno, anche perché il traffico è un delirio a Roma, ma la capitale resta teatro di un’atmosfera natalizia ineguagliabile.
Christophe: Io, come al solito, metto sul piatto la Sicilia. La gente è affabile e molto più avvezza all’ospitalità rispetto al nord.
Carmen: ne convengo, e se qualcuno osa biasimare questa scelta, apriti cielo! Non sento ragioni.
Andrè: Invero, c’è un che di profondamente propizio in quell’isola. E poi, cosa non si fa per un cannolo degno di questo nome!