Descrizione: benvenuti nell’episodio numero 1017 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.
Attendersi e aspettarsi si usano nel senso di prevedere. Quindi parliamo di qualcosa che deve ancora accadere e che qualcuno ritiene che accadrà. Oppure di qualcosa che è accaduto e che qualcuno aveva previsto.
– – –
Proponiamo anche una serie di esercizi per testare il grado di comprensione di questo episodio.
A partire dal numero 1001, gli episodi di questa rubrica sono solamente per i membri dell’associazione.
Alla fine dell’episodio proponiamo delle frasi di ripasso degli episodi precedenti formulate e registrate dai membri dell’associazione, dedicate alle cose inutili.
Se volete, saremo felici di avervi tra noi. Guardate tutti i vantaggi sulla paginadell’associazione.
Danielle: Non avevo intenzione di disdireil mio viaggio. Essendo sbalordito dalla mia determinazione, mio marito all’improvviso si è arreso.
Irina: Mi sono fiondatasedutastante alla nostra agenzia di viaggi, e oggi faccio le valigie… Ma un pensiero mi ronza per la testa: “Cavolo, ma perché non gli ho detto “basta” prima? Potevo già stare a scatenarmiin Calabria!
Giuseppina: abbiamo visto nell’episodio precedente che “c’è da“, seguito da un verbo, normalmente sta ad indicare una necessità, qualcosa che occorre fare.
Chiaramente si può usare anche al passato e al futuro.
Posso dire ad esempio che:
ieri non sono potuto venire alla festa perché c’era da pulire casa.
Oppure, posso dire che:
domani, considerato che arriveranno molti ospiti a pranzo, ci sarà da lavorare molto per preparare il pranzo.
Oggi però vorrei parlarvi di “c’era da aspettarselo” che si usa più frequentemente al passato. Rappresenta un uso particolare di “c’è da”.
Infatti “c’era da aspettarselo” è un’esclamazione che si usa dopo che qualcosa è accaduto. Si tratta di qualcosa generalmente di negativo, qualcosa che non era stato previsto e che quindi ha procurato un effetto negativo di qualche tipo.
A posteriori parliamo di qualcosa di prevedibile. A posteriori – cioè dopo, successivamente all’evento – diciamo che questa cosa che è accaduta poteva essere prevista.
Quindi c’era da aspettarselo significa “Non deve sorprendere” oppure “era prevedibile”, “era nell’aria”.
È un’espressione che si usa a posteriori, quindi si parla di un momento precedente all’evento. Per questo motivo non si usa l’imperfetto.
Se invece parlo di un evento che deve ancora accadere, posso dire ad esempio:
Secondo te domani pioverà?
Cioè, in altre parole:
Secondo te c’è da aspettarsi che pioverà domani?
Secondo te c’è da aspettarsi la pioggia domani?
Oppure:
Marco non è un tipo affidabile. Da lui c’è da aspettarsi di tutto. Stai attento.
Quindi non è molto prevedibile come si comporterà Marco, però è prevedibile che ci potrebbero essere grosse sorprese negative.
Oppure:
Il prossimo campionato di calcio chi lo vincerà? C’è da aspettarsi una sorpresa?
Il verbo aspettarsi è chiaramente diverso dal verbo aspettare.
Aspettarsi esprime un’aspettativa, ciò che ci si aspetta, ciò che crediamo accadrà.
“C’è da aspettare” invece esprime un’attesa: bisogna aspettare, è necessario aspettare. Proprio lo stesso utilizzo che ho spiegato nell’episodio precedente.
La forma è al maschile in genere: aspettarselo.
Alcune volte si usa anche al femminile: “Aspettarsela” , ma in questi casi quasi sempre si parla di qualcosa di femminile. Es.
Questo brutta notizia c’era da aspettarsela.
Durante le recenti elezioni qualche sorpresina dal voto c’è da aspettarsela.
Non è ancora arrivata alcuna reazione a questa notizia, ma c’è da aspettarsela nelle prossime ore.
“C’erano le premesse” è un’ottima alternativa a “c’era da aspettarselo”, ma è meno informale.
Le premesse si riferiscono alle circostanze, agli elementi o alle condizioni che indicano o preannunciano un possibile risultato o sviluppo futuro.
Se ci sono le premesse affinché accada qualcosa vuol dire che ciò che è accaduto in passato o le circostanze attuali fanno pensare che questa cosa sia probabile che accada.
Se ad esempio vedo tante nuvole nel cielo, se vedo che diventa sempre più scuro, se già si iniziano a sentire dei tuoni e inizia a soffiare un forte vento, posso dire che:
Ci sono le premesse per un forte temporale.
Posso anche dire che:
Tutto lascia pensare che ci sarà un forte temporale.
Tutto lasciava pensare che…
Anche questa è un’ottima alternativa a “c’era da aspettarsi” qualcosa.
C’è da dire però che “c’era da aspettarselo” prevalentemente si usa come commento di una persona delusa o amareggiata per qualcosa.
Oltre alla delusione, potrebbero esserci sentimenti come frustrazione, rassegnazione o insoddisfazione, perché è vero che ciò che è accaduto è in linea con le aspettative, ma evidentemente c’era una speranza che le cose andassero diversamente. Questa è la situazione prevalente quando si usa “c’era da aspettarselo”.
Può anche essere un modo per porre le distanze da qualcuno o qualcosa:
Ho saputo che Giuseppe ha avuto un incidente. C’era da aspettarselo però: si ubriaca spesso con gli amici e prima o poi doveva accadere.
Va bene adesso ripassiamo qualche episodio passato.
Ulrike: Non riesco a smettere di pensare ai miei rimpianti per non aver studiato abbastanza. Ad oggi è una delle cose di cui sono più pentito.
Marcelo: Puoi sempre continuare adesso però. Meglio tardi che mai! Vedrai che questa sarà la volta buona! Ci vorrà molta solerzia da parte tua chiaramente.
Rauno: Non è mai facile però studiare da adulti, soprattutto se hai una famiglia sul groppone!
Ieri abbiamo accennato al verbo indugiare, quando abbiamo spiegato il verbo cincischiare. Ricordate?
Indugiare è un verbo assolutamente da usare in ogni circostanza. Gli stranieri non lo fanno ma io ve lo consiglio vivamente. È molto elegante secondo me.
Oggi poi volevo parlarvi anche della frase “rompere gli indugi“, che evidentemente ha a che fare con indugiare.
L’indugio cos’è?
Un indugio è un’esitazione, qualcosa che causa ritardo nel fare qualcosa. Se io ho un indugio vuol dire che sto indugiando, cioè sta passando del tempo senza che io faccia nulla.
Non sono d’accordo con alcuni vocabolari che spiegano la parola indugio come sinonimo di ritardo.
Casomai l’indugio è la situazione che causa il ritardo.
Se una persona indugia, allora probabilmente non è sicura di qualcosa, non sa come procedere, come andare avanti.
Si usa così quindi nella lingua italiana; quando c’è un’indecisione, un’esitazione.
Esitare infatti è il verbo più vicino ad indugiare. Un po’ fome aspettare e attendere, ma non c’è indecisione in questi due verbi. C’è solamente il tempo che passa.
Perché indugi?
Sto indugiando (cioè sto esitando) perché non sono sicuro, magari c’è qualcosa che mi preoccupa, c’è qualcosa all’origine del mio indugio.
Quindi il singolare (indugio) si usa in questo modo; per indicare un’esitazione, e una conseguente attesa, una mancanza di azione che invece ci si aspettava.
Si usa anche quando qualcosa viene fatto subito, immediatamente, senza indugio, in men che non si dica
Me ne sono andato senza indugio!
È un modo molto elegante per esprimere la sicurezza di una persona quando fa una scelta. Non solo la velocità quindi.
Equivale a dire “senza indugiare”, “senza esitare”, “senza esitazione”.
La parola indugi, al plurale, si usa invece soprattutto nella frase “rompere gli indugi“.
Cosa succede quando finalmente l’esitazione termina e viene presa una decisione?
In quel momento si dice che vengono rotti gli indugi.
Rompere gli indugi quindi è una espressione che si utilizza per dire che finalmente è stata presa una decisione; prima c’è stata esitazione, ci sono stati indugi, ma alla fine sono stati rotti gli indugi. La parola “finalmente” spessissimo precede la frase, proprio ad indicare la fine dell’attesa. Quindi finalmente indica che è una bella notizia.
Non vi preoccupate del verbo “rompere“.
Si usa rompere per dare l’idea di una situazione che si era bloccata, ma ad un certo punto qualcuno ha preso un’iniziativa, qualcuno ha sbloccato la situazione.
Attenzione perché gli indugi non si rompono da soli. È sempre qualcuno a romperli.
Bene allora adesso senza indugiare ripetete dopo di me.
Rompere gli indugi
Bisogna rompere gli indugi
Non voglio rompere ulteriormente le scatole, per oggi la finisco qui.
Episodio 14 – rompere gli indugi – esercizi
1) Un’altra parola per esprimere “un’esitazione” è UN IN _ _ _ _ _
2) Se HO un [la risposta alla prima domanda] vuol dire che sto _ _ _ _ _ _:_ _ DO
3) Se io [la risposta alla seconda domanda] indica che probabilmente non mi sento…
4) Sostituisci la parola fra parentesi quadre con un’altra parola o un’altra frase: Me ne sono andato [immediatamente].
5) È andata avanti …, mi sembra quindi molto certa di come risolvere la situazione.
6) Cosa succede (cosa si rompe) quando finalmente l’esitazione termina e viene presa una decisione?…
7) Scegli la frase corretta: (a) gli indugi si sono rotti finalmente; (b) gli indugi sono stati rotti finalmente.
Risposte
1) UN INDUGIO.
2) INDUGIANDO.
3) Se io [indugio] non mi sento CERTO/SICURO (DI COME PROCEDERE).
4) SENZA INDUGIO [o SUBITO, o IN MEN CHE NON SI DICA].
5) SENZA INDUGIO
6) VENGONO ROTTI GLI INDUGI.
7) b) [GLI INDUGI NON SI ROMPONO DA SOLI. È SEMPRE QUALCUNO A ROMPERLI.]