Fare conto (scarica audio)
Trascrizione
Ecco una delle tante locuzioni che ho utilizzato inavvertitamente (cioè senza farlo apposta, senza volontà) in un episodio e che puntualmente mi è stato chiesto di spiegare: “fare conto“, una locuzione che ho usato nell’episodio dedicato a “come“.
Il contesto spesso aiuta capire il senso di questa locuzione, comunque è sempre gradita una spiegazione. Ad ogni modo non si deve mettere l’articolo alla parola conto, altrimenti fare il conto è ad esempio ciò che fa il proprietario del ristorante quando il cliente deve pagare il conto per pagare ciò che ha mangiato. Si parla, in questi casi, di effettuare un calcolo matematico.
“Fare conto”, senza l’articolo, può avere due diversi significati.
Può significare “fare finta”, quindi si usa per considerare un’ipotesi vera, considerare un fatto presente come vero, anche se non lo è, con la finalità di usare l’immaginazione spesso per trarre una conseguenza, anche se solo ipotetica.
Es:
Se sono con una ragazza che deve togliersi i vestiti e si vergogna di farlo davanti a me, posso dirle:
Fai conto che io non sia presente
Fai conto di essere sola
Fai conto che io sia cieco
Quindi è proprio come dire “fai finta” che io non ci sia, fai finta di essere sola, fai finta che io sia cieco. Quindi stiamo dicendo:
Non è così, non sei sola, perché ci sono anch’io ma la cosa può essere imbarazzante.
Allora immagina di essere sola, immagina che io non sia qui a guardarti.
Vedete che se diciamo “fai conto che”, è bene usare il congiuntivo (questa sarebbe la regola) anche se nelle comunicazioni informali come sappiamo si usa spesso l’indicatico presente.
Fai conto che io non ci sono/sia
Fai conto che non sono/sia qui con te.
Se. Invece usiamo la preposizione “di” non si usa il congiuntivo:
Fai conto di essere sola
Se invito un amico a casa mia, per farlo sentire a suo agio posso dirgli:
Fai conto di essere a casa tua
Ma volendo potrei usare “che” :
Fai conto che ti trovi a casa tua
Un secondo uso, diverso dal primo, si usa per fare una specie di promessa.
Ad esempio, se la mia fidanzata mi chiede un anello di diamanti, il cui costo si aggira sui 10000 euro, io potrei dirle:
Fai conto di averlo già al dito
Vale a dire:
te lo regalerò, puoi starne certa
ti assicuro che questo anello sarà tuo
ti prometto che l’avrai
Vediamo un secondo esempio.
Il mio capo mi chiede urgentemente un lavoro.
La mia risposta potrebbe essere:
Fai conto che io lo abbia già fatto.
Fai conto che ho già fatto il lavoro
Anche questa è una promessa, e l’obiettivo è rassicurare il mio capo, fargli capire che è come se avessi già fatto il lavoro, perché sono sicurissimo che farò ciò che mi hai chiesto. In questi casi usare “fare finta” non è appropriato perché non si tratta di immaginare il presente ma il futuro, che si può ancora realizzare.
La parola “conto” si usa anche in espressioni diverse, come “tenere conto“, che può infatti essere usata allo stesso modo, per immaginare il presente, proprio come “fare conto”.
Tuttavia, tenere conto si usa prevalentemente nel senso di considerare, tener presente, tenere in considerazione, o anche per sottolineare qualcosa di importante da non dimenticare.
“Fai conto” come ho detto, in questo secondo uso è una specie di promessa, e una cosa simile accade nella locuzione “contare su” qualcosa o qualcuno.
“Conta su di me” infatti significa fidati di me, abbi fiducia in me, e si parla sempre del futuro.
Quindi per fare una promessa posso usare entrambe le locuzioni. Es:
Fai conto che hai ottenuto il risultato
Conta su di me, ti aiuterò a ottenere il risultato
Vuoi sapere se ti aiuterò? Contaci!
Si dice anche, quando ci si aspetta che una persona mantenga una promessa, o semplicemente crediamo che accadrà qualcosa e mi comporterei di conseguenza.
Ci conto!
Mi raccomando, ci conto!
Domani andrò al mare, perché conto sul fatto che non pioverà
In quest’ultimo caso non c’è una persona di cui fidarsi, ma speriamo e crediamo che domani non pioverà, e conseguentemente decidiamo di andare al mare. Se non avessimo contato su questo non avremmo preso questa decisione.
Io invece dovrei tener conto del fatto che questo episodio fa parte della rubrica dei due minuti con Italiano Semplicemente e di conseguenza non tirarla troppo per le lunghe.
Un’ultima cosa. Esiste anche “fatti conto”, che si usa esattamente come “fai conto” (al plurale diventa fatevi conto e fate conto) che è la versione riflessiva e comunque si usa meno frequentemente. Direi che è anche molto più informale. “Fatti conto” somiglia a “immaginati”, anch’esso riflessivo, che può andar bene sia nel suo primo significato che abbiamo spiegato all’inizio, sia nel secondo, quando c’è una promessa.
Adesso vediamo un ripasso, poi l’esercizio per vedere quanto avete appreso di questo episodio e casomai ripetere l’ascolto. L’esercizio in questione è appannaggio dei soli membri dell’associazione.
Ripasso episodi precedenti (a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente)
Sergio e Edita: qui, nel nostro gruppo whatsapp dell’associazione Italiano Semplicemente di volta in volta capita che il nuovo episodio venga costruito, così, su due piedi, grazie a una domanda posta o un dubbio sorto da chicchessia.
Che meraviglia!
Marcelo: infatti, non si lascia nulla di intentato per approfondire le questioni della lingua del sì.
Mariana: si, e quanto a me, davvero cerco di dare fondo a tutte le mie energie per tenere il passo, ma non ci riesco sempre.
Peggy: ma dai, è ovvio che non si può sempre seguire tutto, e poi l’ascolto di ogni episodio va quantomeno bissato, o persino trissato se più complicato. Siamo tutti sulla stessa barca.
Irina: non abbiamo di che lamentarci però. Le risorse non mancano per imparare, ognuno con i propri tempi. Lo dico a scanso di equivoci, perché nessuno venga tacciato di non stare sempre sul pezzoe venga apostrofato per questo. Non sia mai.
Bogusia: hahahaha, forse quando si parla troppo di grammatica qualcuno inizia ad aver voglia di cazziare il colpevole. Però questo non mi tange minimamente, perché anch’io sono propensa a evitarla.
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