Mandare in pappa il cervello

Mandare in pappa il cervello (ep. 1108 (scarica audio)

Trascrizione

cervello in pappa

Buongiorno a tutti. Spero che l’episodio di oggi non vi mandi in pappa il cervello!

Più o meno scommetto che avete capito cosa voglia dire con “mandare in pappa il cervello“. È un modo di dire italiano che indica la perdita di lucidità mentale, la perdita di buon senso e capacità di giudizio.

Si usa per descrivere una persona che non riesce più a “usare” la propria intelligenza a causa di vari motivi, come stanchezza, vecchiaia o anche, perché no, innamoramento.

L’uso dell’espressione può indicare anche una mancanza di concentrazione e attenzione, in cui il cervello diventa incapace di focalizzarsi su compiti o pensieri specifici.

L’immagine associata a questo modo di dire è quella di un cervello ridotto in poltiglia che ha perso la sua consistenza naturale e, di conseguenza, la sua funzionalità.

In altre parole, quando si dice che qualcuno ha il cervello in pappa, si intende che ha perso la capacità di pensare in modo razionale e coerente, e agisce in modo illogico o irrazionale.

Esiste un modo più formale di dirlo? Si potrebbe utilizzare, come vi ho anticipato poco fa, l’espressione “perdere la lucidità mentale” o “perdere la capacità di ragionare in modo coerente”.

Queste espressioni sono più neutre e adatte a contesti formali o quantomeno non familiari.

Ma perché pappa? cos’è la pappa?

La parola “pappa” si riferisce genericamente a un alimento per bambini piccoli o a una minestra o zuppa.

I bambini mangiano la pappa, si dice. È anche un modo per chiamare il cibo parlando con i bambini.

Nel contesto dell’espressione, “pappa” viene utilizzata per descrivere una situazione in cui il cervello diventa come una pappa, cioè privo di consistenza e funzionalità. Non si sta parlando della pappa come cibo, ma parliamo della consistenza della pappa, morbida e simile alla passata di pomodoro come consistenza.

Volete sapere perché si usa il verbo mandare?

Non è obbligatorio usare il “verbo mandare”, perché potrei usare, come si è visto, anche “avere il cervello in pappa“, e anche “andare il cervello in pappa” (tipo: mi sta andando il cervello in pappa).

Quando si usa il verbo mandare lo si fa semplicemente per indicare la causa.

Il verbo “mandare” viene utilizzato quindi per indicare l’azione di trasformare qualcosa in pappa, cioè in una consistenza morbida e poltiglia. Dunque il cervello diventa come una pappa, privo di consistenza e funzionalità per colpa di qualcosa, che manda in pappa il cervello, cioè che trasforma il cervello in una pappa, in una poltiglia, come se si spappolasse, si sciogliesse per sforzo eccessivo fino a non funzionare più.

Vediamo qualche esempio.

Dopo una giornata di lavoro estenuante, ho il cervello in pappa e devo solamente sdraiarmi sul divano!

Non c’è nulla da fare, quando sono vicino a lei, mi va il cervello in pappa!

Tutti questi conteggi, a quest’ora di sera, mi mandano il cervello in pappa!

Qualcuno si starà chiedendo anche il motivo per cui si utilizza la preposizione “in”.

In italiano, la preposizione “in” è spesso usata per descrivere una trasformazione o un cambiamento di stato.
La preposizione “in” sottolinea proprio questa transizione verso uno stato diverso (in questo caso, negativo) rispetto a quello normale.

Ci sono diverse espressioni italiane in cui “in” ha lo stesso ruolo. Tra l’altro qualcuna l’abbiamo già incontrata.

Andare in tiltche significa smettere di funzionare correttamente, come un apparecchio che va in avaria.

Più semplicemente anche “Andare in crisi.

Anche “andare/mandare in rovina” cioè portare qualcuno o qualcosa a uno stato di disastro economico o morale.

Oppure “Cadere in disgrazia” cioè perdere il lavoro ad esempio e diventare povero.
Ci sono anche “Entrare in gioco”, “mettere in guardia”, “essere in difficoltà” e tante altre ancora.

Adesso facciamo un breve ripasso parlando di lavoro e tempo libero. Un ripasso che non sia troppo impegnativo, altrimenti sapete cosa vi succederà…

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Marcelo: A me sia al lavoro sia nel tempo libero piace concentrarmi su ciò che faccio. Non sono fissato per il lavoro ma al lavoro non mi piace tergiversare, mentre durante il tempo libero adoro sguazzare nelle piccole cose, come leggere qualcosa in italiano, tuffarmi in mare e in famiglia e con amici a dir poco me la spasso.
Insomma, cerco di vivere ogni momento al massimo!

Andare in bambola (ep. 950)

Andare in bambola (scarica audio)

andare in bambola

Giovanni: “Andare in bambola” è un’espressione informale che indica una perdita di lucidità mentale o una situazione in cui una persona si trova in uno stato di confusione o smarrimento.

Si usa solitamente quando qualcuno diventa confuso o non riesce a ragionare chiaramente. Si tenga sempre presente la logica legata all’uso di “andare in” che abbiamo spiegato due episodi fa, parlando dell’espressione andare in pezzi, andare in malora e in frantumi.

Anche questa rappresenta una condizione in cui ci si può trovare.

Un’alternativa formale a questa espressione potrebbe essere “perdere la capacità di ragionare” o “essere preso da uno stato di confusione mentale“.

Un’ espressione informale simile è “andare in tilt“, di cui ci siamo già occupati, e anche “perdere le staffe” che abbiamo incontrato nell’episodio legato alle arrabbiature, anzi, alle incazzature! Ci sono mille modi per descrivere una condizione simile, ma in questo caso non stiamo parlando di arrabbiarsi, ma di lucidità mentale:

Vediamo qualche esempio:

    • Durante l’esame, sono andato completamente in bambola e non riuscivo a ricordare nulla;
    • Dopo l’incidente, l’autista è rimasto in bambola (o imbambolato) e non riusciva a parlare;
    • Durante la presentazione, il mio collega è andato in bambola e ha dimenticato tutte le sue parole;
    • Il progetto era così complesso che molti membri del team sono andati in bambola, non riuscendo a trovare una soluzione;
    • Il portiere dopo quell’errore è andato in bambola per il resto della partita e l’allenatore ha dovuto sostituirlo col portiere di riserva;
    • Dopo aver subito una serie di sconfitte, la squadra sembra essere andata in bambola e non riesce più a trovare la motivazione;

Andare il tilt direi che è più appropriata in situazioni di stress.

Andare in tilt“, nell’uso figurativo, si riferisce a una persona che perde il controllo emotivo o che smette di funzionare correttamente a causa di un eccesso di stress, pressione o frustrazione.

Invece “andare in bambola” si concentra sulla confusione o sulla perdita di lucidità mentale. Ad ogni modo sono espressioni abbastanza simili.

Ma perché si usa il termine bambola?

Tutti voi sapete che la bambola è un oggetto di solito realizzato in plastica, porcellana, stoffa o altri materiali, che rappresenta una figura umana, spesso simile a un bambino o a una bambina.

Le bambole sono giocattoli tradizionali per i bambini, soprattutto di sesso femminile.

Il termine “bambola” potrebbe essere usato per riferirsi a una persona che perde il controllo del proprio corpo, come una bambola che viene maneggiata senza coordinazione. Questa associazione potrebbe riflettere la perdita di capacità di coordinazione o di movimento di una persona in uno stato di confusione o smarrimento.

Si potrebbe pensare anche all’assenza di reazione o espressione: Una bambola di pezza o un pupazzo possono avere un aspetto immobile e privo di emozioni. Quindi, “andare in bambola” potrebbe indicare una persona che sembra senza reazione o priva di espressione emotiva, come se fosse diventata una bambola.

Ulrike: Da illo tempore ho voglia di visitare la Sicilia. A detta di tanti, che sono stati lì, varrebbe nettamente la pena, anzi, sarebbe persino un dovere. Allora, un giorno, con ogni probabilità, sarò in grado di partire alla volta della Sicilia. Magari alla prossima riunione dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

André: Si dà il caso che, così come Urike, uno dei miei sogni sia fare un giro per la Sicilia e per la Sardegna! Casomai ci dovessi pensare spero non sia una ipotesi peregrina.
Allora! Ditemi voi, ragazzi se siete d’accordo con me!

Carmen: Eh André‚ aggiudicato! Posso immaginare che anche gli altri la pensano come noi. Mi sa che la tua proposta sarà benaccetta da parte di tutti. Se Gianni ci proporrà la Sicilia presumibilmente saranno in tanti a dare il loro beneplacito. Nulla quaestio da parte mia! Quest’incontro (sempre che il sogno si avvererà) sarà senz’altro coi fiocchi, ragion per cui sarà annoverato tra le più straordinarie riunioni di sempre. Mica pizza e ficchi. Insistiamo affinché questa proposta non passi in cavalleria!

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