malattie
Cadute e ricadute (ep. 1058)
Cadute e ricadute
Audio MP3 disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ACCEDI – ENTRA NELL’ASSOCIAZIONE)
- Indice degli episodi
- Associazione italiano Semplicemente
- Acquista gli audiolibri di Italiano Semplicemente
Trascrizione
Emanuele: Il termine ricaduta è “interessante”. Chiaramente deriva dalla “caduta”.
Allora cominciamo dalla caduta.
La caduta deriva a sua volta da “cadere“.
Oppure:
La nostra relazione adesso è in caduta libera.
Quando, ad esempio, in una battaglia, una città finisce di resistere agli attacchi del nemico e si arrende, possiamo dire che c’è la caduta della città, cioè la sua resa o la sua capitolazione. Si usa anche nello sport questo termine.
Es:
La città capitola dopo un anno di assedio. La squadra è capitolato solo ai tempi supplementari.
Un altro uso figurato della caduta è il seguente.
Antonio ha spesso cadute di stile. Appena beve un po‘ e inizia a dire parolacce.
Ci sono anche altri usi di “caduta”, ma passiamo alla ricaduta.
Il prefisso “ri” suggerisce che si tratta di una nuova caduta. Questo è possibile, anzi è molto frequente questo utilizzo.
Es:
Elettra è ricaduta, cioè è caduta nuovamente, un’altra volta.
Però la ricaduta si utilizza anche in altri due modi.
Parlando prima di tutto di malattie.
In tale ambito una ricaduta è ciò che accade quando, in caso di malattia, sembra essere arrivata la guarigione, ma, dopo un iniziale miglioramento, avviene un nuovo peggioramento, dovuto alle conseguenze della malattia.
Si dice ad esempio che bisogna curarsi bene, perché “le ricadute sono peggio delle cadute”.
Si tratta, in altre parole, di una cosiddetta riacutizzazione di una malattia apparentemente guarita.
Es:
La malattia sembrava essere sparita e invece era solo in via di guarigione. Il corpo era ancora debole e così c’è stata una ricaduta.
Uscendo dall’ambito medico, ma sempre in senso figurato, parlando più in generale, una ricaduta è una nuova caduta, cioè una successiva caduta.
Es.
Mario ha avuto una ricaduta nel vizio del fumo. Sono nuovamente ricaduto nell’errore. Accidenti!
“Ricadere nell’errore” è molto utilizzato.
Vediamo il secondo uso interessante del termine ricaduta.
Si tratta sempre di una conseguenza, come la conseguenza di una malattia, ma in un altro ambito; una conseguenza sotto un altro punto di vista, un altro aspetto legato a quello principale.
S tratta di conseguenze a volte anche inaspettate, proprio come le ricadute dopo una malattia.
Es:le proteste degli studenti hanno portato delle ricadute politiche.
Quindi ci sono state conseguenze politiche, causate, cioè provocate dalle proteste degli studenti.
Si tratta di conseguenze o effetti indesiderati che derivano da un’azione o da una situazione particolare.
Ecco alcuni altri esempi:
L’abuso di sostanze stupefacenti può portare a una serie di ricadute sulla salute fisica e mentale.Una relazione instabile può avere ricadute emotive durature su entrambi i partner.Un disastro naturale come un terremoto può avere ricadute devastanti sull’ambiente e sull’economia locale.
Quanto al ripasso del giorno, che ne dite se parliamo proprio di cadute e ricadute? Inizio io.
Mio nonno diceva che gli anziani devono stare attenti alla salute, non solo per evitare ricadute, ma raccomandava di stare attenti la alle “tre c“: cadute, catarro e cacarella. Mio suocero era un medico. Evidentemente nella sua vita professionale ha registrato una lunga sequela di cadute e altrettante ricadute.
– – – –
Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
Marcelo: Eh sì! Tuo nonno aveva proprio ragione. Quando ti tocca una qualsiasi delle tre C da lui menzionate, se si è anziani, vuol dire che è prossima la caduta del sipario sul teatro della tua vita, in cui tu sei stato l’attore principale!
Gli occhi – Il linguaggio della salute (ep. 6)
Gli occhi (scarica audio)
Trascrizione
Oggi parliamo di “occhio“. Ce ne siamo occupati più volte:
Sono molte le espressioni dedicate all’occhio, che cioè contengono la parola occhio, ma oggi voglio dirvi velocemente qualcosa in più.
Stropicciare ad esempio è un verbo che si usa spesso con gli occhi. Significa toccarsi gli occhi, cioè sfregare, strofinare, passare più volte la mano sugli occhi. Si fa la mattina quando ci si sveglia; ci si stropiccia gli occhi, quindi si usa in modo riflessivo: Stropicciarsi gli occhi.
Poi è interessante parlare di lacrimazione degli occhi: quando un occhio lacrima (verbo lacrimare) escono le lacrime dagli occhi, escono le gocce dagli occhi, come quando si piange.
Possono lacrimare comunque anche perché sono arrossati o perché qualcosa c’è finito dentro.
Anche il verbo arrossare è abbastanza tipico degli occhi: quando diventano rossi, vuol dire che sono arrossati, cioè sono infiammati, non che il colore degli occhi cambia. Anche la pelle può arrossarsi, ma in questo caso accade quando si prende troppo sole o per via di contusioni, schiaffi eccetera.
Gli occhi poi si possono “strizzare” ma questa è una espressione idiomatica: significa chiudere la palpebra facendo l’occhiolino, come segno d’intesa. Non è certamente come strizzare uno straccio, o come quando ti prende la strizza (la paura, la fifa, ricordate?)
Oltre all’arrossamento ed alla lacrimazione potete anche avere la secchezza degli occhi: in questo caso gli occhi sono poco umidi, sono “secchi” si dice così quando state magari in ambienti surriscaldati o climatizzati, oppure quando fate un uso prolungato del computer. Anche il fumo, la polvere o il vento, possono causare una disidratazione dell’occhio e quindi secchezza o irritazione oculare.
E cosa accade quando prendete un pugno in un occhio? Accade che l’occhio si gonfia: avete un gonfiore all’occhio causato dal trauma del pugno.
Sapete cosa fare in caso di gonfiore o arrossamenti? Potete fare degli “impacchi”. Questa parola l’avete ma sentita? Fate un impacco di acqua e sale ad esempio, che funziona anche in caso di allergie o congiuntivite.

L’impacco è l’applicazione sulla cute, cioè sulla pelle, in generale, a scopo terapeutico, quindi per guarire, di panni o garze imbevute di liquidi o soluzioni medicamentose.
Quindi prendete un pezzo di stoffa o una garza, imbevete (cioè bagnate) la garza o la stoffa, il tessuto, di acqua e sale, potrete così fare un impacco. Fare un impacco è questo. Non potete però usare il verbo “impaccare” che invece significa fare un pacco e non un impacco.
A Roma puoi usare il verbo “impaccare” anche in un altro modo… se sei “impaccato di soldi” vuol dire infatti che hai molti soldi, che sei una persona ricca.
Ci “ascoltiamo” al prossimo episodio della rubrica.
