La caduta, in senso proprio, è ciò che accade quando qualcosa cade, quindi rappresenta il movimento, il moto dall’alto verso il basso, che spesso ha conseguenze dannose.
Ad esempio, con una caduta da cavallo ti puoi far male, ma anche con una caduta dal tetto. Ci si può far male anche con una caduta dal letto a dire il vero. Specie se si tratta di un letto a castello.Non parliamo degli effetti della caduta di un fulmine…
Anche la caduta di un dente chiaramente può provocare dolore.
Poi ci sono anche altre tipologie di cadute.
In atletica leggera ad esempio rappresenta l’ultima fase del salto con l’asta: la caduta sul tappeto.
Nel paracadutismo, poi, esiste la “caduta libera”, che è una fase anch’essa. È quella fase compresa tra il lancio dall’aereo e l’apertura del paracadute.
Ci sono gli utilizzi figurati. Quando un titolo azionario è in caduta, o anche “in caduta libera”, vuol dire che c’è un forte ribasso, un crollo improvviso e veloce.La caduta quando è definita “libera” vuol dire che è veloce e sembra inarrestabile. Ma anche la semplice “caduta” è comunque più forte rispetto ad esempio a “discesa” quando si usa per indicare una diminuzione di qualcosa.
Es:Euro in caduta libera sui mercati internazionali.
Oppure:
La nostra relazione adesso è in caduta libera.
La caduta del governo è anch’essa molto negativa, chiaramente solo per il governo :-)Quando si usa in senso figurato, la caduta somiglia, in alcuni usi, alla cosiddetta capitolazione, termine simile a “sconfitta“. Si tratta di una sconfitta dopo una lunga resistenza. Per chi vince potrebbe trattarsi anche di una vittoria di Pirro, ma questo è un altro discorso e anche un altro episodio.
Quando, ad esempio, in una battaglia, una città finisce di resistere agli attacchi del nemico e si arrende, possiamo dire che c’è la caduta della città, cioè la sua resa o la sua capitolazione. Si usa anche nello sport questo termine.
Es:
La città capitola dopo un anno di assedio. La squadra è capitolato solo ai tempi supplementari.
Un altro uso figurato della caduta è il seguente.
Antonio ha spesso cadute di stile. Appena beve un po‘ e inizia a dire parolacce.
Ci sono anche altri usi di “caduta”, ma passiamo alla ricaduta.
Il prefisso “ri” suggerisce che si tratta di una nuova caduta. Questo è possibile, anzi è molto frequente questo utilizzo.
Es:
Elettra è ricaduta, cioè è caduta nuovamente, un’altra volta.
Però la ricaduta si utilizza anche in altri due modi.
Parlando prima di tutto di malattie.
In tale ambito una ricaduta è ciò che accade quando, in caso di malattia, sembra essere arrivata la guarigione, ma, dopo un iniziale miglioramento, avviene un nuovo peggioramento, dovuto alle conseguenze della malattia.
Si dice ad esempio che bisogna curarsi bene, perché “le ricadute sono peggio delle cadute”.
Si tratta, in altre parole, di una cosiddetta riacutizzazione di una malattia apparentemente guarita.
Es:
La malattia sembrava essere sparita e invece era solo in via di guarigione. Il corpo era ancora debole e così c’è stata una ricaduta.
Uscendo dall’ambito medico, ma sempre in senso figurato, parlando più in generale, una ricaduta è una nuova caduta, cioè una successiva caduta.
Es.
Mario ha avuto una ricaduta nel vizio del fumo. Sono nuovamente ricaduto nell’errore. Accidenti!
“Ricadere nell’errore” è molto utilizzato.
Vediamo il secondo uso interessante del termine ricaduta.
Si tratta sempre di una conseguenza, come la conseguenza di una malattia, ma in un altro ambito; una conseguenza sotto un altro punto di vista, un altro aspetto legato a quello principale.
S tratta di conseguenze a volte anche inaspettate, proprio come le ricadute dopo una malattia.
Es:le proteste degli studenti hanno portato delle ricadute politiche.
Quindi ci sono state conseguenze politiche, causate, cioè provocate dalle proteste degli studenti.
Si tratta di conseguenze o effetti indesiderati che derivano da un’azione o da una situazione particolare.
Ecco alcuni altri esempi:
L’abuso di sostanze stupefacenti può portare a una serie di ricadute sulla salute fisica e mentale.Una relazione instabile può avere ricadute emotive durature su entrambi i partner.Un disastro naturale come un terremoto può avere ricadute devastanti sull’ambiente e sull’economia locale. Quanto al ripasso del giorno, che ne dite se parliamo proprio di cadute e ricadute? Inizio io.
Mio nonno diceva che gli anziani devono stare attenti alla salute, non solo per evitare ricadute, ma raccomandava di stare attenti la alle “tre c“: cadute, catarro e cacarella. Mio suocero era un medico. Evidentemente nella sua vita professionale ha registrato una lunga sequela di cadute e altrettante ricadute.
– – – –
Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
Marcelo: Eh sì! Tuo nonno aveva proprio ragione. Quando ti tocca una qualsiasi delle tre C da lui menzionate, se si è anziani, vuol dire che è prossima la caduta del sipario sul teatro della tua vita, in cui tu sei stato l’attore principale!
Giovanni: avete fatto caso che man mano che andiamo avanti con questi episodi, inevitabilmente finiamo per toccare argomenti che abbiamo già affrontato? Questo è diventato quasi inevitabile.
Ma in realtà è proprio ciò che deve accadere perché non si finisce di imparare bene un concetto, una parola, un’espressione o una locuzione, fino a quando non abbiamo capito anche tutte quelle che le somigliano, in qualche modo, avendo dei punti in comune.
E’ lo stesso problema che si ha con la pronuncia: quanto è grave un errore di pronuncia?
Non possiamo saperlo finché non conosciamo tutti i possibili termini che somigliano a quello che pronunciamo male.
Se voglio dire MULO e invece dico MURO, è una cosa; completamente diverso è se invece dico CULO!
Scusate, mi sto solo divertendo un po’.
Allora anche oggi, parlando dei cosiddetti risvolti (questo è l’argomento di oggi) non possiamo non rispolverare l’episodio che riguarda il rovescio della medaglia, espressione che abbiamo incontrato qualche tempo fa. Niente di volgare stavolta. Però gli episodi sono legati.
Infatti un risvolto, al singolare, somiglia molto ad un rovescio della medaglia.
Arrivo subito a dirvi che un risvolto è un aspetto di una questione, anzi direi più una conseguenza di un fatto, una conseguenza spesso non del tutto evidente o attesa o prevedibile ma comunque in ogni caso non trascurabile.
Non tutto ciò che accade ce lo aspettiamo vero?
Spesso ci sono tante conseguenze che derivano da nostre azioni o da accadimenti di vario tipo. Qualcuna è prevedibile, altre meno. Qualche conseguenza è più importante, altre sono secondarie.
Ebbene, quando ci riferiamo a una conseguenza di secondaria importanza, possiamo parlare di risvolti.
A volte si usa risvolti anche semplicemente come sinonimo di conseguenze. Però in genere si tratta di qualcosa che non ci aspettiamo, o che deriva da una serie di eventi (anche detta una catena di eventi) che si susseguono uno dietro l’altro (eventi concatenati).
Questi eventi provengono tutti da una causa iniziale: il cosiddetto fattore scatenante. Cosa ha generato tutti questi eventi a catena? Vengono tutti da un’azione, da un fatto accaduto, “il fattore scatenante”. ebbene, tutte queste conseguenze possono essere anche imprevedibili a volte.
Ebbene tutte queste conseguenze possono essere chiamati “risvolti”.
Risvolto è un termine molto usato nei notiziari, nei tg, alla radio e al lavoro, ma decisamente meno nel linguaggio di tutti i giorni.
Il rovescio della medaglia è anch’esso un risvolto, che però ha una caratteristica particolare: ha un effetto totalmente opposto dall’effetto principale.
Infatti ogni medaglia ha due facce, ed una è il rovescio dell’altra (la faccia A e la faccia B), quindi guardano in due direzioni diverse.
Il termine risvolto, pur non essendo l’effetto principale, quello primario, può essere un qualunque altro effetto derivante da quello stesso fatto, anche quello opposto, quindi anche il “rovescio della medaglia”.
In genere ogni risvolto ha un aggettivo che lo qualifica, un’etichetta:
Questa pandemia avrà anche dei risvoltipositivi per l’ambiente.
Difficilmente non ci sono aggettivi. Posso anche dire:
Ci sono stati ulteriori risvolti?
In questo caso l’aggettivo è “ulteriore“.
Questa situazione ha già avuto pesanti risvolti economici, politici e sociali.
Una vicenda dai risvolti drammatici
Chissà se la faccenda accaduta avrà dei risvolti inaspettati?
Normalmente si usa al plurale, ma non c’è problema. Si può usare e infatti si usa anche al singolare.
C’è stato un furto a casa mia. Purtroppo in quell’occasione c’è stato anche un risvolto amaro per il ladro. Il mio cane l’ha morso e non lo voleva più mollare!
Per capire ancora meglio vi dico che finora ho usato il senso figurato del termine risvolto.
Infatti anche i pantaloni hanno un risvolto, o una giacca o un qualsiasi altro indumento.
Infatti il risvolto di un indumento è la parte che si vede quando rovesciamo all’infuori un elemento,
Quando rigiriamo un pantalone vediamo il risvolto del pantalone ad esempio.
Il risvolto di un indumento sta quindi a contatto col corpo prima di essere rigirato.
L’uso che ci interessa però è quello della conseguenza secondaria, quindi il senso figurato.
Adesso ripassiamo. I membri dell’associazione hanno qualcosa da dire sul 17 gennaio, la data odierna.
Peggy: sapete che proprio oggi, nel 1942, nasce Cassius Clay? Si dice sia il migliore di sempre. Con quel farespocchioso che aveva sul ring.
Cat: Poi, per inciso, il suo nome, legalmente cambiato, era Muhammad Ali. Chiamarlo così è una questione di principio. Spero, Peggy, tu non me ne voglia per questa correzione.
Irina: Ecco un fatto secondo me valevole di nota: si dice che Sylvester Stallone dopo aver assistito a uno dei suoi combattimenti abbia ideato il suo film Rocky prendendo spunto dal suo avversario, un pugile che ha tenuto testa ad Alì, mettendolo a dura prova.
Hartmut: I suoi incontri di pugilato – per esempio il “Rumble in the Jungle” contro George Foreman oppure il “Thriller in Manila” contro Joe Frazier – erano spettacoli che affascinavano tutto il mondo. A suo tempo non c‘era uno migliore di lui ma ce n’erano altri che in tempi diversi sono stati del suo stesso livello, come Evander Holyfield oppure Lennox Lewis.
Harjit: Mi sembra Hartmut che te ne intendi di boxe anche se te le cerchi un po’. Anche fossero stati pugili della sua statura, Alì era un re della comunicazione.
Marcelo: Io ricordo più Ali che i Ninja, con tutto il rispetto, ma a che pro confrontare le discipline tra loro? Qui stiamo valutando l’uomo oltre all’atleta. La sua causa contro la guerra del Vietnam da sola vale metà del successo che ha avuto. Altro che storie!
NOTA: i verbi professionali fanno parte del corso di Italiano Professionale. Per accedere occorre far parte dell’Associazione Italiano Semplicemente (Entra – Registrati)
Siamo arrivati all’episodio n. 391 della rubrica “2 minuti con Italiano Semplicemente”. A coloro che solo oggi conoscono questa rubrica consiglio di iniziare dall’episodio n.1.
Qualunque scelta diversa sarebbe sbagliata, a meno che il livello di italiano posseduto è molto alto.
A proposito di sbagliare. Quando parlate di cose sbagliate, se si tratta di scelte, di comportamenti, di azioni molto pericolose possiamo usare l’aggettivo scellerato o scellerata.
Anche una persona può essere scellerata, e in questo caso questa persona fa qualcosa di molto sbagliato, pericoloso, ma se non parliamo di persone non cambia molto: una scelta scellerata, un comportamento scellerato, un’azione scellerata eccetera. Si tratta di cose sbagliate, che giudichiamo sbagliate, questo è sicuro, ma se vogliamo usare la scelleratezza (questo è il nome della caratteristica in questione) dobbiamo concentrarci sulle conseguenze, anche solo potenzialmente molto negative. C’è anche però un giudizio morale quando usiamo questo aggettivo “scellerato” o il sostantivo “scelleratezza”. Qualcosa che noi non faremmo mai e poi mai.
Una madre scellerata lascia in casa il suo bambino di due anni da solo tutto il giorno.
Lanciare una bomba atomica è una scelta scellerata.
Lasciare la scuola a 15 anni è una decisione scellerata.
Licenziarsi dal proprio lavoro con una famiglia sulle spalle può essere ugualmente una decisione scellerata.
Suicidarsi è un atto scellerato.
Non abusate di questi termini però perché se il contesto non è molto grave non ha molto senso. Meglio allora usare pericoloso, sbagliato, grave, riprovevole, irragionevole, incomprensibile e via dicendo.
Adesso ripassiamo:
Anne France: Ha appena telefonato un nostro cliente. Era incazzato perché la merce pervenuta non è come si deve. Si vuole avvalere del suo diritto di rimandarla indietro.
Max Karl: allora dovremmo correre subito ai ripari, sennò ne va della nostra reputazione. Chiamiamo in causa il nostro reparto servizio clienti.
Ah no, accidenti, mi è sfuggito che oggi non c’è nessuno! Caschiamo proprio male. Allora te la devi vedere tu!
Komi: beh ..Non mi dispiace per niente raccogliere la provocazione, con i clienti difficili ci so fare, direi che sono proprio portato per questo.
Ma purtroppo ho i tempi stretti!
Max Karl: dai, non fare storie! mettiti subito all’opera per sbrogliare la matassa. Il cliente mi sta addosso e mi sta incalzando per una risposta, quindi urge sbrigarsi , non vogliamo certamente correre il rischio che ci faccia causa.
E: d’accordo , mi adopererò per ovviare al meglio. Farò una capatina da lui per parlargli dalvivo. Vedrai che in futuro sarà annoverato tra i nostri migliori clienti.
“Postumi”: quella dolce amara eredità della serata precedente, un mix di stanchezza, testa pesante e qualche ricordo sfocato. Sono come una visita inaspettata la domenica mattina, che ti fa compagnia tra caffè lunghi e promesse di “mai più.” Un termine che racchiude la sfida di ogni buon proposito… fino al weekend successivo!
Trascrizione
Ulrike (Germania): Ciao amici, sono Ulrike, membro dell’associazione di italiano semplicemente. Col beneplacito di Giovanni vorrei spiegarvi il termine postumo che al plurale diventa postumi.
Un termine che si usa quasi sempre al plurale comunque.
Purtroppo proprio oggi non mi gira bene. Mi sono svegliata di mattina presto dopo aver partecipato ieri sera ad una festa con qualche amico dell’associazione italiano semplicemente. Un mio amico brasiliano mi ha offerto una bevanda alcolica che si chiama caipirinha. Non male direi, però per comprovare la mia prima impressione me ne serviva una seconda, e poi anche una terza, e poi …lasciamo perdere.
Ora ho mal di testa, un po’ di nausea e a volte mi vengono delle vertigini.
Evidentemente soffro delle conseguenze di un consumo esagerato delle caipirinha, cioè ho bevuto troppo ed ora accuso il colpo. Posso anche dire che sto soffrendo dei postumi di una sbornia. Accidenti!
La parola postumo, che come detto viene per lo più usata al plurale, contiene la parolina post, che fa parte anche di altre parole italiane, che magari conoscete: termini come postmoderno o postbellico, tutti termini che indicano posteriorità nel tempo nel senso di “dopo, poi”.
Quando parliamo dei postumi si tratta quindi sempre delle conseguenze posteriori, cioè successive di un avvenimento.
Il postumo è qualcosa che viene dopo, che segue ad una faccenda, ad un evento, ad una situazione particolare. Parliamo degli effetti allora, quindi dei possibili danni di un comportamento, di una cosa che è accaduta prima e quasi sempre si tratta di conseguenze spiacevoli, negative.
Facciamo qualche esempio:
Ieri dopo tanto tempo ho visto Paolo. Usa ancora le stampelle. Sono i postumi dell’incidente che ha subito l’anno scorso.
La mia amica Anna, per un lungo periodo soffriva di una grave depressione, evidentemente i postumi della separazione da suo marito.
I postumi dell’anestesia mi hanno lasciato debilitata per qualche giorno.
Il mondo si trova in preda al coronavirus che ha cambiato profondamente la nostra vita quotidiana, niente prosegue come era prima. E dopo? Cosa resterà quando il virus un giorno sarà sconfitto?
Quali postumi ci saranno?
Ci saranno persone che hanno perso uno o piu dei loro cari, ci saranno coloro che hanno perso il lavoro. Può darsi anche che un nostro amico sarà caduto in depressione a causa delle settimane o mesi di una vita isolata.
Possibile anche che si cambi lo stile di vita in senso positivo dopo aver scoperto i benefici di solidarietà e empatia e comincerà lui stesso a tendere la mano a coloro che ne hanno bisogno.
Questi, amici, sono solo alcuni dei tanti probabili postumi di questa terribile pandemia. Prima dobbiamo uscirne però.
Per ora vi saluto, abbiate cura di voi, ce la faremo, ne sono sicura.
L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!
Ciao ragazzi, oggi vorrei spendere solo due minuti su una nuova espressione italiana, due soli minuti, il che non significa che sia poco importante.
Infatti “il che” si usa moltissimo nella lingua italiana. “Il che”: questo è l’oggetto dei due minuti di oggi.
Spesso si sente dire infatti: il che significa,il che vuol dire, il che non esclude, il che in fondo,il che potrebbe, il che è positivo, il che è negativo, il che direi che … eccetera.
Si usa moltissimo dunque. Vediamo perché.
Le forme più usate sono probabilmente: “il che significa” e “il che vuol dire”, che nella maggioranza dei casi non si usano per dare delle semplici spiegazioni ma per esprimere conseguenze, per indicare qualcosa che ne consegue. In questi casi un modo alternativo e più formale a “il che significa” è “ne consegue“.
L’articolo “il” si riferisce alla cosa di cui si sta parlando, all’argomento di cui si discute.
Ad esempio se dico:
La parola cazzabubbolo, cosa significa? E’ un aggettivo che indica che un uomo è sciocco e presuntuoso. Quindi cazzabubbolo significa uomo sciocco e presuntuoso.
Non posso rispondere: “il che significa sciocco e presuntuoso” perché se uso “il che significa” devo esprimere una conseguenza, e non dare il significato.
Allora posso dire: significa sciocco e presuntuoso, il che significa che non si tratta di un complimento ma di un insulto.
La stessa cosa vale per “il che vuol dire“. Ad ogni modo “questo significa” è una frase alternativa con lo stesso senso.
Io sono nato nel 1971, il che significa che nel 2020 compio 49 anni.
Tu sei nata nel 1970, ne consegue che nel 2020 compi 50 anni.
Vedete che la seconda parte della frase è una conseguenze che deriva dalla prima parte della frase.
Spesso siamo al limite tra una spiegazione e una conseguenza, ma continuiamo ad usare “il che” perché diamo una spiegazione senza che ci sia una domanda:
Per il morbillo, molto contagioso, il numero riproduttivo basale è 18. Il che significa che ogni persona ne può contagiare altre 18.
Sto spiegando cosa significa “il numero riproduttivo basale” pari a 18 senza che nessuno me lo abbia chiesto.
Sono stanco, il che significa che me ne vado.
Ho sonno, ne deriva che vado a dormire.
Capite bene che per esprimere delle conseguenze posso usare anche perciò, quindi eccetera. Abbiamo dedicato un podcast molto lungo su questo concetto ma non abbiamo parlato di “il che”. Ne avevamo però accennato nel podcast dedicato all’espressione “al che“, espressione simile che vi invito a vedere se l’avete dimenticata.
Le altre espressioni che includono “il che” di cui vi parlavo prima hanno invece il senso di “questo“, quindi ci riferiamo sempre alla cosa di cui stavamo parlando. il che non esclude: Le previsioni dicono che oggi pioverà, il che non esclude che invece possa nevicare . Quindi è come dire: “questo non esclude”, “la cosa non esclude”. Il che in fondo: ormai sono un uomo, non sono più un bambino, il che in fondo non mi dispiace sai? (la cosa non mi dispiace, questo non mi dispiace in fondo) il che potrebbe: ho 48 anni, il che potrebbe sembrare strano, ma è così. (questo potrebbe sembrare strano)
Lo stesso avviene anche in tutti gli altri casi.
Abbiamo sforato un po’ come al solito, il che non significa che non dobbiamo ripassare le espressioni precedenti. Bogusia (Polonia):Può darsi che alcuni di noi siano soggettial disturbo detto stitichezza. In gergo medico è detta “stipsi “. Un intestino bloccato non è da prendere sotto gamba, perché può portare altri problemi di salute. Lungi da me dall’elencarli. Si può combattere tenendo fede ad alcuni suggerimenti e rompendo subito gli indugi così la stipsi sparisce in men che non si dica. Per dare seguito a questi suggerimenti basta cambiare alimentazione. 1. Mangiare verdure 2. Fare il pieno di fibre con i kiwi, uno a colazione e uno dopo cena 3. Prugne e mele, anch’esse ricche di fibre insolubili 4. Fare movimento. Ah, si, movimento, bisogna ovviamente ritagliarsi del tempo.O così o pomì. In fin dei conti, abbiamo già abbozzatotroppo. Con questi suggerimenti alcuni di noi avranno proprio svoltato. Si può sgarrareogni tanto? Certo . Se vi gira male ad esempio. Ma non sgarriamo troppo, sennò l’eccezione diventa la regola.
– – – L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!
Bogusia (Polonia): “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”
Gianni: Conoscete questa frase? E’ di Pascal, il celebre filosofo matematico,
Bene, ma parlare del cuore in due minuti sarebbe un po’ riduttivo. Meglio parlare della ragione. Cosa possiamo dire? La ragione serve a ragionare, a fare dei ragionamenti, quindi a utilizzare informazioni per arrivare a delle conclusioni.
La frase che volevo spiegarvi oggi è “ragion per cui“.
Una frase che si utilizza quando vogliamo dare delle spiegazioni, ed in particolare proprio quando vogliamo arrivare a delle conclusioni. Quindi si può usare in ogni tipo di discorso. L’importante è che si chiarisca la causa. E’ quella la ragione da cui deriva la conclusione. E’ quella la ragione per cui vale la conclusione che si sta per dire.
Ci siamo occupati approfonditamente di tutte le espressioni che si usano in questi casi: causa ed effetto, in un episodio contenuto nel primo audio-libro di Italiano Semplicemente.
“Ragion per cui” è una di queste espressioni. Molto usata da tutti, soprattutto quando si è un po’ arrabbiati, un po’ alterati diciamo, quando si sta discutendo con una persona e si vogliono chiarire le cause che hanno portato ad una decisione, ad una conclusione. Questo accade nel linguaggio colloquiale, ma in realtà si può usare in tutti i contesti, senza maleducazione ma solo per arrivare a delle conclusioni.
E’ semplice usare questa frase. Vi faccio qualche esempio. Attenti al tono perché come dicevo, questa espressione è un po’ forte.
Questa frase si utilizza quando vogliamo arrivare a delle conclusioni. Ragion per cui si può usare in ogni tipo di discorso.
Non ti sopporto più! Ragion per cui oggi chiedo il divorzio!
Io amo la natura, ragion per cui ho un bel giardino curato di cui mi occupo tutti i giorni
Abbiamo finito i soldi, ragion per cui quest’anno non abbiamo fatto regali di Natale!
Probabilmente (ho finito gli esempi!) il modo migliore di sostituire “ragion per cui” è “ecco perché“, oppure “perciò“, o anche “di conseguenza“.
Usare continuamente le espressioni imparate è importante, ragion per cui adesso facciamo una bella frase di ripasso:
Andrè (Brasile 🇧🇷):
Torniamo a bomba, a me infatti piacerebbe parlare della frase di Pascal pronunciata da Bogusia all’inizio dell’episodio, ma invece sembra che oggi nel mondo si paventi la possibilità di tornare alle bombe! Il mondo non ha mai avuto bisogno di bombe, invece avrebbe bisogno di smarcarsi delle differenze culturali e assecondare gli sforzi tendenti a conseguire una soluzione pacifica alla crisi in Medio Oriente. Chi di noi non è insofferente ad una nuova guerra? Sembra però che al contempo ci siano persone favorevoli a un nuovo conflitto mondiale.
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L’nizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!
Giovanni: Ancora un’espressione figurata. L’espressione di oggi è “pagare lo scotto“.
Allora, vi faccio un esempio e poi vi spiego l’espressione.
I giovani che iniziano a usare droghe di qualsiasi tipo, prestissimo pagheranno lo scotto per questo.
Allora il verbo “pagare” si utilizza in senso figurato. Non si tratta di pagare con del denaro, con i soldi. I soldi non c’entrano nulla con questa espressione. Si sta parlando di “pagare le conseguenze” di qualcosa, cioè di subire le conseguenze di qualcosa. Quando si fa, quando si compie un’azione sbagliata, arrivano prima o poi delle conseguenze negative. Nel caso dei giovani che assumono droghe, le conseguenze negative sono la dipendenza dalle droghe, il peggioramento della salute, problemi economici anche, problemi sociali, problemi che anche la famiglia deve affrontare. Insomma a pagare lo scotto saranno molte persone.
Ma perché lo scotto? Cos’è lo scotto?
Stiamo parlando di una scelta sbagliata, e solo in questi casi si paga lo “scotto”. Lo scotto viene dal francese e significa “tassa“, come le tasse che si pagano allo Stato. Qui si usa nel senso di contropartita, come conseguenza di una scelta.
Ma lo scotto fa pensare anche al verbo “scottare” o “scottarsi“. Quando una persona si scotta (verbo scottarsi) significa che si brucia col fuoco, si procura una bruciatura, un’ustione, ma in senso figurato vuol dire subire una delusione, subire un danno.
Quindi ad esempio posso dire che:
Col gioco d’azzardo, cioè col poker ad esempio, si rischia di scottarsi
Cioè il gioco d’azzardo può provocare danni gravi; soprattutto economici in questo caso.
Analogamente posso dire che:
Chi gioca d’azzardo rischia di pagare lo scotto
Posso fare altri esempi:
Qual è lo scotto da pagare se brucia l’Amazzonia?
A pagare lo scotto degli incendi nella foresta amazzonica saranno tutti gli esseri viventi sulla terra.
I giovani di oggi pagheranno lo scotto delle scelte fatte dai giovani di ieri sulle politiche ambientali.
Se la Juventus vende i suoi giocatori più forti il prossimo anno pagherà lo scotto
Ripasso espressioni precedenti:
Carmen (Germania): Quando vado in Italia a mangiare in un ristorante, sono disposto a pagare il coperto. Nessun problema. In teoria c’è anche il pericolo di pagare lo scotto per aver sbagliato ristorante, come è successo ad un mio amico che ha avuto una intossicazione, ma vi diròche a me non è mai accaduto neanche fuori dall’Italia.
L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro.
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