Niente o per niente? (ep. 981)

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Trascrizione

Oggi parliamo di niente… cioè, non voglio dire che non parleremo di niente, ma che parleremo di “niente”, cioè della parola “niente”.

Sapete bene che il termine “niente” significa ‘nessuna cosa’.

Si usa in molte occasioni diverse, molte locuzioni soprattutto, come “di niente“, una risposta che si può dare a qualcuno che dice “grazie”, ad esempio.

Oppure “non fa niente“, che si può usare sia come risposta ad un persona che si scusa, sia quando vogliamo dire che qualcosa è inefficace. Es:

A me il caffè non fa niente!

Cioè: il caffè dovrebbe svegliarmi per via della Caffeina, ma a me non fa niente, cioè non funziona, è inefficace, non fa effetto.

Oggi però mi interessa di più parlarvi di “per niente”. Aspettate prima di dire che a voi non interessa per niente, perché posso parlarvi di due utilizzi.

Nel primo utilizzo, la locuzione “per niente” viene utilizzata per esprimere negazione o anche assenza di qualcosa, con una certa enfasi.

Di solito, è usata in risposta a domande o affermazioni per indicare che qualcosa non è affatto vero o non è presente. Ad esempio:

“Ti piace il gelato al cioccolato?” – “No, per niente.” (non mi piace proprio, neanche un po’)

“Hai paura dei ragni?” – “No, per niente.” (non ho nessuna paura dei ragni).

Non sono per niente d’accordo con te.

“C’è il parmigiano in frigo?” – “Per niente” (neanche un piccolo pezzo, assolutamente no)

Non ho per niente sonno

Non hai per niente rispetto per me

“Per niente” possiamo in questi ultimi due casi sostituirlo con “affatto“, leggermente meno informale.

A volte posso usare anche “nessuno” o “alcuno” (non hai nessun/alcun rispetto per me).

Posso anche usare le due forme “per niente” e “affatto” nella stessa frase per rafforzare ancora di più.

Es:

Non mi piaci per niente affatto!

“Per niente” , tra l’altro, è simile anche a “niente affatto”.

Che è una negazione persino più forte, simile spesso a “assolutamente no!”

Es.

Sei stato tu a causare tutti questi problemi?

Risposta: niente affatto!

Riguardo al ruolo della preposizione “per” , qualche volta “per niente” può sostituire “niente”, pur conferendo una maggiore enfasi alla frase:

Es:

Non c’è niente da mangiare qui.

Questa frase indica semplicemente che non c’è cibo disponibile. È una dichiarazione neutra.

Invece:

Non c’è per niente da mangiare qui,

In questo modo è più enfatica. In questo caso, sottolinei ancor di più l’assenza di cibo, quasi a voler dire che non c’è davvero nulla da mangiare, specie se qualcuno aveva detto il contrario.

Il secondo utilizzo di cui vi parlavo all’inizio invece è questo:

Per niente al mondo rinuncerei alla mia libertà.

In questo caso, “per niente” è utilizzato per enfatizzare che io non rinuncerei alla mia libertà in nessuna circostanza, sottolineando un forte grado di determinazione o importanza attribuito a quella libertà. Analogamente potrei dire:

Per niente al mondo tradirei un amico.

Per niente al mondo rinuncerei ai miei sogni.

Per niente al mondo accetterei un lavoro che non mi piace.

Per niente al mondo smetterei di seguire la mia passione.

Per niente al mondo negherei aiuto a chi ne ha bisogno.

In questi casi la preposizione “per” si usa per introdurre la condizione o la motivazione. Come se nessuno scambio fosse possibile. Es

Faresti questo per 1000 euro?

No, non lo farei neanche per 1 milione.

Quindi se dico ad esempio:

Non si dà niente per niente.

La frase “Non si dà niente per niente” significa che di solito non si ottiene qualcosa senza dover dare qualcosa in cambio. Sottolinea che nella vita spesso è necessario scambiare o sacrificare qualcosa per ottenere qualcos’altro. In altre parole, suggerisce che raramente si ricevono benefici o favori senza aspettarsi o dover dare qualcosa in cambio. È un modo di esprimere il concetto che la reciproca convenienza sono comuni nelle interazioni umane e anche nelle transazioni economiche.

Es: mi dai queste scarpe per 50 euro?

Oppure:

Ho studiato una vita per niente!

La frase “Ho studiato una vita per niente!” esprime un forte senso di delusione o frustrazione. In questa frase, l’espressione “per niente” indica che la persona ha dedicato una vita intera allo studio o all’apprendimento di qualcosa, ma ora sente che tutto quel tempo e sforzo sono stati inutili, vani, o almeno non hanno portato ai risultati sperati.

È un modo di dire che sottolinea la mancanza di soddisfazione o gratificazione per tutto il duro lavoro e gli sforzi profusi.

A volte il tono da usare è importante per distinguere i vari significati. La frase:

L’ho fatto per niente!

Potrebbe essere usata per rammaricarsi, per dispiacersi, come nell’esempio precedente, oppure per sottolineare un’azione fatta senza la volontà di ottenere qualcosa in cambio, quindi in modo disinteressato o altruistico, senza cercare una ricompensa o un beneficio personale.

Es:

Ho aiutato il mio vicino a spostare i mobili, ma l’ho fatto per niente. Non ho chiesto nulla in cambio.

Oppure:

Molto rumore per niente

In questo caso significa che “non c’era alcun motivo” per far rumore  (il rumore può anche essere una metafora di confusione, polemica ecc),

In alcuni casi si usa anche “per nulla”, proprio come il titolo della commedia di William Shakespeare tradotto in italiano chiaramente (molto rumore per nulla).

D’altronde niente e nulla sono più o meno sinonimi. Nulla appare però meno informale.

Per finire, c’è un’espressione particolare: “Mica per niente“, molto usata a livello colloquiale. Abbiamo già visto l’uso di mica in un episodio e anche nell’espressione “mica pizza e fichi

L’espressione “mica per niente” è un modo colloquiale di sottolineare con enfasi un motivo oppure per negare qualcosa. Es:

Adesso voglio lavorare. Non ho studiato mica per niente, ho passato ore a prepararmi per l’esame!

Vedete che potrei anche togliere “mica” e il senso non cambia.

Oppure:

Non posso spendere più di 30 euro stasera per cena. Mica per niente, perché altrimenti domani non potrò andare al cinema.

La frase sottolinea che la persona sta cercando di risparmiare denaro per potersi concedere l’opportunità di andare al cinema il giorno seguente. In questo caso, “mica per niente” indica quindi che c’è una motivazione valida – se non fosse chiara – dietro la decisione di non spendere troppo per la cena.

Stavolta però non posso togliere la parola “mica”. La frase non avrebbe senso. La posso però sostituire con “non”. Con “mica” è più informale.

Non per niente, perché altrimenti domani non potrò andare al cinema.

Anche in questo caso si sottolinea comunque il motivo per cui facciamo o diciamo qualcosa, specie se si sente il bisogno di giustificare un’azione o una frase appena detta, perché potrebbe non essere evidente.

Adesso basta. Mica per niente, rischierei di annoiarvi!

Adesso ripassiamo. Mica per niente, altrimenti dimenticate cosa avete già imparato! Parliamo del vostro sport preferito. Usate qualcosa che avete già imparato dagli episodi precedenti.

Hartmut: I miei sport preferiti sono due: il calcio e la pallacanestro. Amo guardare le partite sia allo stadio che in tv. Poi se le condizioni sono propizie li pratico io stesso a volte. Ad ogni modo la mia routine quotidiana è quella di fare ginnastica.

Danielle: Sport? Forse sarebbe d’obbligo praticarlo, per evitare l’ineluttabile declino fisico, ma sinceramente non mi piace per niente. Poi ce ne sono alcuni assolutamente proibitivi per me. Senza contare poi gli effetti sull’umore. Lasciamo perdere, proprio non è cosa per me.

Ulrike: Io corro. Quando avevo una trentina d’anni, in quanto spettatrice al bordo di una strada di Berlino, ho preso spunto dalla prima maratona svolta nella città. Di punto in bianco ho smesso di fumare e ho iniziato ad allenarmi. Qualche anno dopo ho esordito con la mia prima maratona. È stato un esordio coi fiocchi. Faccio le mie corsette anche oggi che ho superato gli anta da un pezzo.

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Macché

Audio

Trascrizione

Buongiorno amici di Italiano Semplicemente, un episodio veloce oggi per spiegare una parolina: “macché”.

Mi voglio ricollegare all’episodio in cui è stata spiegata l’espressione “ma di che!” che come abbiamo visto ha più di un significato e utilizzo. Molto simile è l’espressione (composta da una singola parola): macché!

Macché è una opposizione a qualcosa, esprime una negazione.

Abbiamo visto che “ma di che” – per chi non ricorda vi invito a leggere l’episodio – si può usare anche per esprimere una forte negazione.

Ma quali sono allora le differenze con macché?

Iniziamo da una puntualizzazione.

Macché deriva da “ma che“, due parole separate, che però si usano insieme (senza attaccarle) in frasi interrogative.

Ma che (parole staccate) quindi si usa diversamente da macché.

Ma che stai dicendo?

Ma che stai scherzando?

Ma che dici, davvero?

Si tratta di frasi interrogative che esprimono anche uno stupore, una incredulità ed inoltre si tratta di vere domande.

Macché invece, con due “c” e con l’accento acuto sulla e, si usa per negare, come si è detto. Non è un semplice no, ma un no più convinto, equivale a “proprio no!“, “neanche per idea“, neppure per idea“, “ma no!, cosa dici“.

La differenza rispetto a “ma di che” è che “ma di che” si utilizza per affermare la propria opinione, si usa per rimarcare la contrapposizione tra due idee: tu hai un’idea e qualcuno ne ha un’altra, allora alzando la voce dico: “ma di che!” (cioè ma di che stai parlando?) una domanda che diventa una esclamazione come abbiamo visto.

Macchè invece si usa prevalentemente per dire qualcosa che non è una opinione, ma una verità assoluta. Solitamente si usa quando si parla del passato, per smentire seccamente qualcosa, per dare un’informazione più che un’opinione.

Alcune volte il confine tra macché e “ma di che” è molto sottile, ma nel caso di opinioni è più facile trovare “ma di che” mentre nel caso di informazioni è più facile trovare macché.

Perché la linea è sottile? Perché a volte può crearsi il dubbio su quale delle due espressioni usare?

Il motivo è che anche macché, come “ma di che”, ha un contenuto emotivo. In entrambe le espressioni chi parla non solo comunica un’informazione o un’opinione, ma anche un’emozione. Ci sono dei casi in cui è possibile avere il dubbio su quale usare, mentre in altri casi meno. Quando non si tratta di un’opinione, non abbiamo nessun dubbio: usiamo macché, che comunica sempre una contrarietà, una sensazione di opposizione all’argomento, alla frase che si sta negando. Spesso si esprime anche dispiacere o rammarico, o rassegnazione.

Domanda: E’ arrivata la lettera?

Risposta: macché!

La lettera non è arrivata e questo non mi rende felice. Non è una bella notizia. Non è un’opinione la mia, ma è un fatto concreto che la lettera non è arrivata. Avrei voluto che fosse arrivata, speravo, ma purtroppo non lo è. Vediamo quando si può creare il dubbio:

Mamma ha detto che la lettera è arrivata!

Risposta: macché!

In questo caso la risposta è sia un’opinione (infatti mamma ha una diversa opinione dalla mia) sia una negazione convinta. In questo caso avremmo potuto dire anche “neanche per idea!, “non è vero!“, oppure “ma di che“, sebbene forse quest’ultima è un po’ esagerata in questo caso. Non c’è uno scontro diretto tra due opinioni infatti. Un altro esempio:

Secondo me Giovanni è stanco di fare episodi per Italiano Semplicemente!

Macché stanco, lui è un vulcano inesauribile di idee ed è anche molto motivato, come ti viene in mente?

In questo caso lo stesso è una opinione, ma possiamo usare “macché”, perché come prima non è uno scontro diretto con chi parla, e poi si esprime comunque una forte convinzione. Infine possiamo aggiungere “stanco”, possiamo dire: “macché stanco“, sottolineando la cosa che stiamo negando. Questo non possiamo farlo con “ma di che”, che invece sottolinea di più la contrapposizione, e direi meno il convincimento.

Macché in generale si utilizza di più per parlare di fatti, di cose accadute, e questo lo rende più convincente.

Notate che quando si tratta di eventi passati e stiamo dando un’informazione, come abbiamo detto con “macché” vogliamo comunicare a volte un dispiacere, altre volte una contrarietà, altre un’emozione contrastante con questa verità. Invece quando usiamo “macché” per esprimere un’opinione (in uno dei casi in cui potremmo usare anche “ma di che”) sottolineiamo la negazione e non il dispiacere, l’enfasi in questo caso è sul negare quanto abbiamo sentito (macché stanco!) e non sul comunicare dispiacere o rammarico ad esempio.

Facciamo alcuni esempi (ripetete le risposta):

Hai superato l’esame oggi?

Macché! era molto complicato, dovrò riprovare tra due mesi

Oppure:

Come sta la zia? So che che sei andato a trovarla. Sta meglio dopo l’incidente che ha avuto?

Macché, non sta per niente meglio purtroppo!

Oppure:

Come mai hai quest’aria sognante? Secondo me sei innamorato di Maria!

Macché innamorato, stavo pensando alla partita di calcetto di stasera!

Oppure:

Hai visto che la Roma affronterà il Real Madrid in finale? Vincerà la Roma secondo te?

Macché, faremo l’ennesima figuraccia, vedrai!

Quindi ricapitolando: macché esprime una forte negazione e si può usare in due casi: o per negare un avvenimento, qualora qualcuno ci faccia una domanda e noi dobbiamo rispondere negativamente con contrarietà, dispiacere, rassegnazione o rammarico, oppure quando si utilizza per dare un’opinione, analogamente a “ma di che“, ma quando il confine tra l’opinione e l’informazione è sottile, oppure quando la circostanza non è così oppositiva tra due opinioni diverse da giustificare l’utilizzo di “ma di che”, che infatti è molto forte, spesso anche segno di maleducazione. “Macchè” in questi casi è una risposta anche più convinta, equivale a “no, credimi!“, “sei fuori strada“, e frasi di questo tipo. Anche macché, questo è importante dirlo, è una espressione informale.

In contesti formali potreste dire:

Non direi, piuttosto credo sia vero il contrario!

Non mi sento di sottoscriverlo, tutt’altro direi!

Questo non corrisponde alla verità!

Infine come abbiamo detto “macché” consente di aggiungere qualcosa dopo, cioè ciò che si sta negando: macché stanco, macché allegro, eccetera.

A proposito di contesti formali, nel corso di Italiano Professionale è prevista una lezione interamente dedicata a come esprimere assenso e dissenso (cioè accordi e disaccordi) in contesti lavorativi. Se siete interessati potete fare richiesta di adesione all’associazione Italiano Semplicemente.

Un saluto a tutti da Giovanni ed alla prossima

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