891 Come ti viene?

Come ti viene?

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Trascrizione

Ma come ti viene?

Se qualcuno vi fa questa domanda, non è un buon segno! Infatti significa che avete detto o fatto qualcosa di molto strano, che questa persona non condivide e non gradisce.

Come ti viene?

Ma come ti viene?

Un’espressione colloquiale che spesso significa semplicemente:

Come ti viene in mente?

Come fai a pensare queste cose?

C’è dunque una disapprovazione, perché evidentemente hai fatto un pensiero apparentemente strano, hai detto qualcosa di poco logico o sei giunto a una conclusione bizzarra, o fantasiosa, creativa, nella migliore delle ipotesi.

C’è quasi sempre un giudizio negativo.

Spesso si aggiunge “dico io”.

Ma come ti viene, dico io?

C’è anche un po’ di ironia, del sarcasmo in questo giudizio, quindi è un commento anche irrispettoso per un pensiero non condiviso perché giudicato veramente strano, illogico o persino assurdo.

Altre volte invece l’espressione “come ti viene“, espressa in forma di domanda, non è l’abbreviazione di “come ti viene in mente”, ma è più una critica a una reazione spontanea.

Siamo molto vicini comunque nell’uso.

Il primo uso è più rivolto alla stranezza del pensiero, dell’idea, giudicata troppo fantasiosa e illogica o sbagliata; il secondo è più una critica alla spontaneità e più spesso ai comportamenti che ai propri pensieri.

Abbiamo già visto insieme l’uso di “uscirsene“, ricordate? Spesso, le due espressioni si somigliano, quindi “come ti viene?” in questo secondo utilizzo, somiglia molto a “come te ne esci così?”

Anche qui c’è un giudizio negativo.

Usare il verbo “venire” può sembrare strano, ma spesso anche quando si vuole esprimere un pensiero istintivo, spontaneo si usa dire:

Mi viene da pensare…

Mi verrebbe da dire…

Mi viene spontaneo…

Mi viene naturale…

Il verbo venire indica in questo caso qualcosa di spontaneo, un pensiero, il primo pensiero che viene in mente, la prima cosa che viene in testa.

Allora “come ti viene?” esprime incredulità per una frase pronunciata, per una battuta fatta, o per un’azione fatta, che sembra come minimo molto strana, ma spesso si disapprova fortemente quanto si è appena ascoltato perché va contro la logica o è contrario a determinati valori o comportamenti che si danno per scontati.

Vediamo qualche esempio:

Una donna trova del rossetto sulla camicia del marito.

Lei pensa e dice (giustamente) che il marito la abbia tradita, ma il marito prontamente risponde:

Ma come ti viene in mente che io ti tradisca?

Oppure:

Ma come ti viene?

Cioè: come puoi pensare questo? Perché sei giunta a questa conclusione? Cosa te lo fa pensare?

In questo modo il marito vuole far sembrare strano e illogico il pensiero della moglie.

Un altro esempio:

Vedo mio fratello che si fa il bagno al mare nel mese di gennaio con una temperatura di 3 gradi. Allora posso dirgli:

Ma come ti viene di farti il bagno con questo freddo?

Cioè: come ti viene in mente di farti il bagno con questo freddo?

Ma come ti viene di fare una roba del genere?

C’è chiaramente stupore e disapprovazione per qualcosa di illogico, di non comprensibile. Sembra si stia chiedendo una spiegazione, perché la frase è espressa in forma di domanda, ma in realtà è una domanda retorica.

Si può anche mettere il punto esclamativo al posto del punto interrogativo.

Ma come ti viene!

In questo esempio è esattamente come dire “come ti viene in mente di fare/dire/pensare” eccetera eccetera.

Un terzo esempio:

Tu mi dici che sei stufo della vita che fai e allora hai deciso improvvisamente di licenziarti dal lavoro e andare a fare il senzatetto, il cosiddetto “barbone”.

Ma come ti viene?

Ma come ti viene di licenziarti e andare a fare il senzatetto?

Cioè: Ma come ha fatto a venirti in mente di licenziarti e soprattutto di fare una vita da senzatetto? Sei impazzito? Qual è la logica?

Questo esempio è una via di mezzo tra i due utilizzi di cui vi ho parlato perché si sta commentando un’azione che sembra improvvisa, spontanea, naturale.

In qualche caso poi “come ti viene” può esprimere un complimento, un apprezzamento per la spiccata fantasia, creatività o la presenza di spirito. Infatti potrei fare una battuta spiritosa, potrei commentare qualcosa che denota creatività e allora la reazione di qualcuno potrebbe essere questa:

Ma come ti viene?

Cioè:

Come ti vengono queste battute?

Come fanno a uscirti spontaneamente questi pensieri?

Se invece questa spontaneità non è gradita, evidentemente si tratta di una critica.

Ad ogni modo il verbo venire si associa alla spontaneità, a un pensiero o delle parole che vengono spontaneamente, che nascono senza pensarci, in modo naturale.

Adesso un bel ripasso all’insegna del nuovo anno.

Marguerite: vuoi proprio un ripasso all’insegna dell’anno nuovo Gianni? Ma come ti viene, dico io. A inizio anno un ripasso conforme a caratteristiche ancora ignote, ma come si fa? Mi spiace, veditela tu.

Ulrike: E ti pareva, il solito bastian contrario! Smorza i toni Marguerite e facci sapere i tuoi propositi e speranze per il nuovo anno.

Marcelo: Anch’io sono del tuo stesso avviso Ulrike. Fare dei ripassi ogni giorno è utile per dare il nostro meglio quando ci esprimiamo in italiano. Per me sono sempre congeniali al mio modo di imparare!…. Tutt’al più occorre lavorare un po’ più rispetto allo studio della grammatica, ma che vuoi!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

come ti viene?

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727 Trovare la quadra

Trovare la quadra (scarica file audio)

Trascrizione

Giovanni: Ricordate l’espressione fare quadrato? Non crederete spero di aver finito con questa figura geometrica! Infatti oggi continuiamo a parlare di quadrati, o meglio, di termini simili.
Prendiamola alla larga partendo dal verbo venire:

Quando si ha un problema matematico da risolvere e avete già la soluzione, si deve svolgere il problema e vedere se alla fine il risultato torna. Ma tornare lo abbiamo già spiegato vero? Il verbo che ho appena usato (tornare) possiamo volendo sostituirlo col verbo “venire“.

Il risultato viene

Mi viene!

A te cosa ti viene? Ti viene il mio stesso risultato?

Oppure con la negazione.

Non mi viene il risultato

Non mi viene mai!

Oggi non mi viene niente!

A volte, nelle stesse occasioni, si usa anche il verbo quadrare, specie con la negazione:

Il risultato non quadra.

Evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa, altrimenti quadrerebbe/tornerebbe/verrebbe.

Il verbo “quadrare” conviene approfondirlo perché quando qualcosa non “non quadra“, vuol dire molto spesso che abbiamo notato che c’è qualcosa che non va. Potremmo tranquillamente usare il verbo tornare anche in questi casi:

C’è qualcosa che non torna/quadra

Questa cosa non mi torna/quadra

C’è una questione di logica legata alla questione che non torna o che non quadra e questo lo abbiamo visto anche nell’episodio dedicato all’espressione “non mi torna”.

Il verbo quadrare è però anche legato alla fiducia, al convincimento, al dubbio.

Non siamo convinti di qualcosa, abbiamo un dubbio, forse ci potrebbe essere un problema. Stiamo cercando di capire per arrivare a una soluzione convincente oltre che logica.

Allora, anche al di fuori della matematica spesso si dice:

Qualcosa non mi quadra!

Si fanno spesso discorsi sospettosi quando si usa questo verbo:

Ma se i ladri hanno rotto il vetro, ci dovevano essere in pezzi di vetro in camera. Invece era tutto pulito. Qualcosa non quadra!

Quando qualcosa non quadra bisogna ragionare per capire bene le cose.

Ma questo uso di quadrare è molto simile a quello di tornare dell’episodio di cui sopra.

Se torniamo alla matematica, col verbo quadrare si usa anche l’espressione “quadrare i conti“.

In realtà quando si usa il termine conti, la questione è più un problema contabile: numeri che riguardano soldi.

Si parla di contabilità, quindi di conteggi matematici che riguardano delle spese e delle entrate.

Se a fine mese non possiamo spendere più di quanto guadagniamo, c’è evidentemente la necessità di far quadrare i conti. Lo stesso problema si presenta quando le entrate e le uscite di un bilancio devono essere le stesse.

Ugualmente, in senso più generale possiamo usare questa espressione quando ci aspettiamo un certo risultato contabile e questo invece non si verifica.

I conti non quadrano.

Quando i conti non quadrano dunque il problema è generalmente contabile e quando i conti non vengono c’è invece un errore nei conti matematici, anche non contabili.

In contabilità si parla anche di quadratura dei conti. Non è altro che il pareggio fra entrate e uscite in un bilancio. Le entrate sono uguali alle uscite: abbiamo quadrato i conti.

Quando invece, più genericamente, cerchiamo una soluzione ad un problema – quindi usciamo nuovamente dalla matematica – si usa anche un’altra espressione:

Trovare la quadra

Non si tratta di un problema qualunque, ma di qualcosa di complesso, cioè quando ci sono molte questioni coinvolte, anche in contrasto tra di loro.

Si può usare anche in contabilità, ma spessissimo si tratta di trovare un compromesso tra posizioni discordanti. La soluzione che stiamo cercando è qualcosa che sia accettabile per tutti.

In quel caso abbiamo trovato la quadra.

Si usa spesso in politica, quando bisogna mettere d’accordo diverse persone o partiti politici cercando una soluzione che vada bene a tutti.

Vediamo qualche esempio:

Sono in corso le elezioni per eleggere il presidente della Repubblica Italiana. I partiti stanno cercando di trovare la quadra attraverso incontri di gruppo, telefonate e messaggi WhatsApp.

Si può usare il verbo trovare, come avviene più spesso, oppure, più raramente il verbo cercare.

Trovare la quadra

Cercare la quadra

Es:

Un certo calciatore non vuole lasciare la sua squadra della Roma, nonostante il suo rendimento nell’ultimo anno non sia stato elevato. La dirigenza dovrà cercare un’altra squadra che sia accettata dal calciatore (che non vuole una squadra di livello più basso) ma che accontenti anche la moglie del calciatore, a cui piace troppo la città di Roma e non vuole lasciarla. Per trovare la quadra, la dirigenza sta cercando un’altra collocazione in un’altra grande città del centro sud.

Finalmente abbiamo trovato la quadra: il Napoli ha presentato un’offerta per il calciatore e la moglie sembra molto soddisfatta. Finalmente!

Certo, a volte il problema è talmente complesso che è impossibile o quasi trovare la quadra. In questi casi si parla della cosiddetta “quadratura del cerchio“, una espressione che deriva da un  problema geometrico irrisolvibile.

Anche questa si usa spesso, per dire che si sta cercando una soluzione, un compromesso tra persone ad esempio, o quando in realtà gli interessi coinvolti sono troppo distanti tra loro. È impossibile trovare la quadra. Allora si sta cercando la quadratura del cerchio. Meglio lasciar perdere in questi casi.

Es: si può fare un programma di governo con l’estrema destra e l’estrema sinistra? Oppure è come cercare la quadratura del cerchio?

Ricapitoliamo

Ricapitolando: se confrontiamo due soluzioni, per verificare la correttezza di un risultato, possiamo usare informalmente il verbo venire (l’esercizio non mi viene). Possiamo usare anche il verbo tornare, ma in questo caso spesso si parla di problemi logici e di coerenza.

Il verbo quadrare possiamo anch’esso usarlo in questi casi, ma è più adatto parlando di contabilità. Ad ogni modo quando qualcosa non quadra c’è ugualmente un problema di logica e coerenza, come col verbo tornare.

Cercare e trovare la quadra si usano invece con problemi complessi, specie (ma non solo) se si tratta di trovare una soluzione con interessi contrapposti, similmente al termine compromesso.

Quando il problema da risolvere ha una complessità tale da ritenersi impossibile o quasi, si parla di quadratura del cerchio.

Se qualcosa non vi quadra tornate indietro e ripetere la lettura, altrimenti ascoltiamo il ripasso degli episodi precedenti.

Peggy: c’è un proverbio napoletano che fa così:

Dio è lungariéllo, ma nun è scurdariéllo.

Vale a dire che Dio può essere lento ad intervenire, ma non è smemorato.

Leonardo: il napoletano mi va a genio ma non mi riesce bene, allora vi faccio sentire un proverbio che origina nella zona centrale del Brasile:

Passarinho que anda com morcego acorda de cabeça para baixo.

In italiano: Uccellino che vuol fare il pipistrello si sveglia capovolto. In pratica si potrebbe dire che è un proverbio che invita a essere sempre se stessi, della serie non provare a essere diverso dalla tua natura, perché se ci provi andrà male.

Sergio: sono d’accordo, perché

La mona aunque se vista de seda, mona se queda

cioè: la scimmia, anche se si veste di seta, pur sempre scimmia rimane

Marcelo: Parlando di scimmie, mi viene in mente un proverbio:

a papà scimmia con dare banane verdi

Che vuol dire? Vuol dire che al papà scimmia non lo freghi! Questo proverbio lo ricordo sempre a mio figlio, che ogni due per tre torna alla carica chiedendomi soldi in prestito, giurando di restituirmeli presto! Io però, che sarei la scimmia vecchia di cui sopra, io gli rispondo: a papà scimmia non dare banane verdipassi che una volta ti dimentichi, passi anche la seconda volta, ma se faccio mente locale, saranno tre volte e passa che mi ripeti la stessa pappardella. Benedetto figlio mio, hai voluto la bicicletta?…e sai come segue!…allora datti una regolata!