575 Infierire

INFIERIRE (scarica l’audio)

Trascrizione

Giovanni: Sapete che ci sono tantissimi termini, verbi espressioni o locuzioni nella lingua italiana che hanno origine dal mondo animale?

Uno di questi è il verbo infierire.

Infierire viene infatti da fiera, che rappresenta un animale selvatico e feroce, cioè una belva.

Sapete che gli animali, se sono feroci, significa che sono aggressivi, aggrediscono e lo fanno ovviamente per sopravvivenza.

La ferocia è una caratteristica degli animali carnivori, cioè che mangiano carne. La ferocia è aggressività selvaggia, bestiale, appunto.

Quando un animale feroce aggredisce la sua preda per mangiarla, non ha pietà: si avventa contro di lei (verbo avventarsi, cioè scagliarsi, vale a dire lanciarsi, gettarsi, piombare sulla preda, balzare sulla preda velocemente) e la uccide. L’animale, si può dire, infierisce contro la sua preda, e infierire significa accanirsi con particolare violenza e ferocia contro qualcuno.

Notate che anche accanirsi è un verbo che deriva dal cane, quindi anch’esso ha origine animale. Sarebbe come comportarsi come un cane, con la stessa sua crudeltà. Povero cane.

Ma poniamo la nostra attenzione sul verbo infierire, perché, proprio come accanirsi, è di uso comune.

Naturalmente si tratta di due verbi che non si usano solamente parlando di animali.

Il verbo infatti si usa prevalentemente per indicare una insistenza ingiustificata in un’azione che provoca un danno a qualcuno.

Il verbo insistere è abbastanza vicino come significato ad infierire, ma insistere manca della componente “animale”, una componente di eccesso, di durezza esagerata, eccessiva. A volte, con infierire, c’è persino crudeltà, masochismo, quasi una voglia di fare del male fine a sé stesso, solo per il gusto di farlo. Cosa questa che non appartiene agli animali ovviamente, che semplicemente agiscono secondo natura.

Vediamo qualche esempio:

Il professore di italiano non soltanto ha bocciato lo studente, ma ha voluto infierire su di lui, facendolo vergognare davanti a tutti gli altri studenti per la sua impreparazione.

Questo professore è stato quindi un po’ cattivo, si è comportato in modo eccessivamente duro con questo studente. Non solo l’ha bocciato ma ha anche infierito su di lui, perché non gli bastava bocciarlo, ma ha voluto dargli una lezione davanti a tutti gli altri studenti.

Ha esagerato? In genere sì se usiamo il verbo infierire. C’era bisogno di infierire? Probabilmente no, ma evidentemente il professore non era di questo avviso.

Il verbo si usa prevalentemente con le persone, che infieriscono con i loro comportamenti su altre persone, in genere inermi, che cioè non hanno modo di difendersi. Non possono fare nulla. Può bastare questo, questa incapacità di difendersi per giustificare l’uso del verbo infierire.

Infierire è dunque “andare oltre” un certo limite mostrando durezza e mancanza di empatia o sensibilità:

Perché infierisci su quella povera formica, cosa ti ha fatto di male?

Adesso basta, non trattare cosi male tuo figlio. Ti ha già chiesto scusa per il suo errore. Perché infierire su di lui?

Una donna ha ricevuto 150 coltellate, ma nonostante questo, l’imputato ha dichiarato che non voleva infierire su di lei.

Dei ragazzi sono stati picchiati mentre dormivano. Ma chi è stato ad infierire in questo modo su di loro?

Ti sei accanito contro di me? Ti piace infierire? Ci provi gusto?

Non si usa solo con le persone però:

Anche una malattia, un terremoto, un uragano, una qualunque calamità naturale, quando si manifesta con particolare violenza, si può dire che infierisce, perché colpisce la popolazione che non può fare nulla per difendersi e che magari ha già altri problemi.

Il virus continua ad infierire sul mondo intero. Questo virus è senza pietà.

Dopo il terremoto, arriva anche il temporale ad infierire contro la popolazione.

Adesso ripassiamo. So che avete capito. Non voglio infierire.

Ripasso degli episodi passati a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

Khaled: ciao a tutti. Mi chiedo se sia meglio amare o essere amati, dovendo per forza scegliere. Come la vedete voi?

Komi: senz’altro meglio essere amati. Mi fa sentire più sicuro. Che poi così non ci si emozioni, me ne farò una ragione. Preferisco non soffrire, altro che storie!

Irina: di contro però va detto che questa sicurezza va a scapito della vera felicità. No! Meglio amare, mi fa sentire vivo/a. Sempre che però io non sappia di non essere amato/a.

Ulrike: sono d’accordo. Tra l’altro l’amore dato non è mai perso, vale a dire che non si ama mai invano. Ciò non toglie che anche essere amati abbia i suoi vantaggi.

Sofie: si tratta in entrambi i casi di rapporti che sono giocoforza destinati a finire. Chi ama, prima o poi darà il benservito all’altro, e ne ha ben donde.

Mariana: spesso accade anche il contrario però, e chi ama ci rimane fregato, fermo restando che lo era già prima, secondo me.

Irina: Comunque io, per non saper né leggere né scrivere, preferisco fare incetta di uomini, con buona pace dei moralisti, bigotti e bacchettoni. Prima o poi uno da amare e che mi ama lo trovo!

Anthony: davvero? Non ti ci facevo!!

n. 148 – INCALZARE – 2 minuti con Italiano semplicemente

File audio

Trascrizione

Giovanni: Benvenuti nell’episodio n. 148 della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, la rubrica per migliorare, per affinare il proprio italiano giorno per giorno, attraverso termini nuovi da imparare, verbi particolari ed espressioni che normalmente gli stranieri non utilizzano, almeno fino ad oggi.

Allora, ieri abbiamo parlato del verbo tallonare, e abbiamo detto che è simile al verbo incalzare. Vedete che siamo partiti dal calcagno, e dal verbo accalcarsi, con un significato completamente diverso da tallonare, sebbene il tallone e il calcagno rappresentino la stessa parte del piede, quella posteriore. Anche la calza, o le calze hanno a che fare con i piedi, poiché le calze si indossano.

Incalzare a volte si usa come tallonare, nel senso che abbiamo già visto insieme: stare dietro ad una persona, non mollarla, pressarla, sia fisicamente sia mantenendo un controllo stretto sulle sue attività, per controllarla o per ricordarle qualcosa da non dimenticare, o per spingerla a fare un’azione. Potete usare incalzare questa persona come anche tallonare questa persona. “Stare alle calcagna” di questa persona è un’altra modalità ancora di esprimere questo concetto.

C’è un caso però, anzi ci sono due casi, anzi ce ne sono tre di casi, del tutto specifici in cui il verbo incalzare trova esclusiva applicazione. In questo caso non si usa tallonare. Si parla nel primo caso di quando facciamo delle domande o delle richieste ad una persona. Queste domande e richieste sono però insistenti, senza tregua, sono richieste che fanno venire l’ansia chi le riceve:

Ehi, vacci piano, mi stai incalzando di domande una dietro l’altra, dammi il tempo di rispondere!

Il giornalista incalza di domande il politico intervistato!

Sono richieste che vengono fatte con insistenza, con urgenza di risposte, una dietro l’altra, senza dare tregua, mettendo pressione alla persona che le riceve. La “pressione” quindi accomuna il verbo tallonare e il verbo incalzare, ma in modo diverso in alcuni casi come questo. In questo caso stiamo pressando, stiamo sollecitando qualcuno con delle richieste.

Il secondo caso in cui incalzare trova applicazione, è quando si vuole indicare qualcosa che sta arrivando, che si sta avvicinando, qualcosa che è imminente, che sta proprio per arrivare, è solo una questione di tempo: oddio che ansia!

la morte incalza (mamma mia!)

il pericolo incalza

la recessione incalza

Anche qui c’è la “pressione“, l’ansia delle conseguenze che possono arrivare da un avvenimento, quindi bisogna fare qualcosa, bisogna agire, perché il pericolo incalza ad esempio, il pericolo sta arrivando, non si ferma, non ci aspetta e bisogna fare qualcosa. Non c’è mai una buona notizia quando uso incalzare in questo modo!

Poi, non posso usare tallonare in questo caso, che si usa solo quando una persona insegue fisicamente o mette pressione ad un’altra, le sta dietro, la tallona, le mette pressione.

Il terzo caso è quando gli avvenimenti o le notizie incalzano, delle cose che accadono una di seguito all’altra, velocemente: si susseguono rapidamente, in modo inarrestabile, obbligando perciò, anche in questo caso, a decisioni immediate da prendere.

Qualche esempio e poi chiudiamo:

I professori incalzarono lo studente durante l’esame

Il giornalista ha incalzato il presidente di domande

Gli eventi incalzano e manca il tempo per fare qualcosa

Siamo sotto pressione per il lavoro incalzante di questi giorni

Le notizie si susseguono ad un ritmo incalzante

Un’avvertenza finale: non confondete incalzare con incazzare e incazzarsi, mi raccomando!

Ora una frase di ripasso:

 

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Lejla (Bosnia Erzegovina): Può darsi amici che fra di noi vi sia qualcuno che non se la sente di seguire questa rubrica ogni giorno. Magari pensa di poter ingranare con la lingua italiana con i libri di grammatica e quando cerchiamo di convincerlo, quel tale si sente perfino tallonato da noi. Che volete, siamo in tanti che ci accalchiamo ogni giorno per non mancare all’ascolto della nuova puntata. Questa persona però non riesce a capacitarsi di come ci si possa destreggiare come si deve senza lo studio della grammatica. Lasciamolo ancora cincischiare un po’. In fondo ci vuole poco tempo per mostrargli i nostri progressi. Ho sentore che questo comunque sarà il momento giusto, e noi siamo pronti ad accoglierlo di buon grado fra di noi.

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n. 84 – TORNARE ALLA CARICA – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

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Trascrizione

Flora: i due minuti di oggi sono dedicati al l’espressione TORNARE ALLA. CARICA.

È un’espressione italiana che indica il provare ad insistere più volte per ottenere qualcosa: Giorgio è tornato alla carica per avere l’aumento. La frase significa che Giorgio già, precedentemente, a questa, altre volte aveva chiesto l’aumento. Non accontentato, ci ha riprovato, ha insistito. L’espressione indica il rientrare in una discussione con nuovi argomenti, ripetere un tentativo rimasto senza effetto, chiedere nuovamente con insistenza ciò che è già stato negato.

Per convincere i suoi genitori a mandarlo negli Stati Uniti in vacanza studio, Giovanni le ha tentate tutte. Ogni giorno tornava alla carica con nuovi argomenti. Secondo me, ha preso i genitori per sfinimento.

Non ero convinta della spiegazione di Andrea. Dopo aver approfondito l’argomento, sono tornata
alla carica per dimostrargli che la mia tesi era fondata.

La pubblicità, cioè il suo essere persuasiva, si fonda su tanti valori. Il più importante è il tornare alla carica con messaggi convincenti e ben costruiti.

L’ho calmata, per ora, ma devi sapere, che potrebbe tornare alla carica.

Non preoccuparti Gilberto, se l’inverno dovesse tornare alla carica, ho già pronta una buona riserva di legna in cantina.

La nostra delegazione è pronta a tornare alla carica qualora le nostre istanze non saranno ascoltate. La nazionale italiana deve essere testa di serie. Non possiamo affrontare subito i nostri cugini tedeschi.

Ripassiamo le espressioni passate:

Carmen (Germania 🇩🇪): Oggi c’è stato un terremoto in Italia. Senz’altro non è una novità, ma quando di punto in bianco la terra inizia a tremare è sempre una bella paura. Non è stata una scossa come si deve, fortunatamente, altrimenti sarebbero tornate a galla le debolezze delle nostre abitazioni. Qualcuno ne avrebbe dovuto rispondere e, come al solito, tutti si sarebbero salvati in calcio d’angolo.

Gianni: ed anche i ladri gli sciacalli degli appartamenti sarebbero tornati alla carica.

inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

A furia di

Audio

È possibile ascoltare il file audio in formato mp3 tramite l’audiolibro in vendita su Amazon.

 

Trascrizione

A furia di stare attenti a una voce che viene da altrove, si finisce letteralmente per sentirle, le voci“.

È questa la frase che avete appena ascoltato, uno spezzone di una trasmissione radiofonica. Buongiorno amici di ItalianoSemplicemente.com.

Avete già capito che l’episodio di oggi è dedicato all’espressione “a furia” o forse dovrei dire “a furia di“, considerato che dopo le due parole “a furia” c’è sempre la preposizione semplice “di”.

Sapete il significato di a furia di?

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Ebbene sappiate che piace molto questa espressione agli stranieri che la ascoltano per la prima volta, perché ha un significato semplice, semplicissimo direi, e nello stesso tempo potete potete utilizzare l’espressione “a furia di” in una marea di occasioni diverse.

Bene, vi faccio ascoltare allora la voce di Flora, che fa parte della nostra associazione culturale. Flora è una professoressa di italiano. Potete fidavi quindi di quanto state per ascoltare, più di quanto vi fidate di me! Ciao Flora. Siamo tutt’orecchi!

“Buongiorno a tutti, ciao ragazzi!

Io invece propongo questa frase: a furia di correre dalla mattina alla sera, da casa (mia) all’università, dall’università a scuola, e a furia di fare diecimila cose in una stessa giornata, diventerò come il 🐰 coniglio protagonista di Alice nel paese delle meraviglie…

Buona giornata a tutti!

A furia, in italiano, è un’espressione che ha a che fare con il FURORE; è della stessa famiglia 👪 del furore, della furia, dell’aggettivo FURIOSO. Indicano qualcosa che si fa ripetutamente; qualcosa che si fa, che si dice ripetutamente, ecco, in una certa foga,con una certa veemenza, violenza.

Attenzione, che questa famiglia 👪 di parole. Vabbè, sapete tutti che significa “famiglia di parole“, tutta una serie di verbi, espressioni, parole, sostantivi, aggettivi, che hanno a che fare più o meno, con uno stesso significato, con più o meno gradazione positiva o negativa. Fate caso che in italiano esiste il furore positivo e negativo: da una parte esiste il furore bellico (nel senso della guerra),

Ripeti: il furore bellico

“… dall’altro per esempio esiste il furore nello studio. Poi esiste l’Orlando furioso, l’opera di Ludovico Ariosto, che indica la pazzia, perché questo Orlando si era innamorato di Angelica, che non lo pensava minimamente 🙂 e quindi era diventato furioso, cioè pazzo. Poi esiste ovviamente l’aggettivo furioso, che indica proprio la violenza. “a furia”, e concludo, perché sto scappando a scuola, significa fare, ripetere, un’azione per tanto tempo, per un lungo periodo, con una certa veemenza, convinzione, voglia di farla, un po’ spinto dall’istinto, cioè anche senza tanta ragione.

Buona giornata a tutti!

Bene, grazie Flora, grazie per questa fantastica spiegazione.

Non so se ti era mai capitato di spiegare questa espressione, comunque l’hai fatto in modo eccellente.

Possiamo fare altri esempi comunque affinché gli ascoltatori afferrino il senso e l’utilizzo opportuno dell’espressione. Proviamo anche a ripetere qualche frase ogni tanto.

Possiamo dire, senza cadere in errore che a furia di ascoltare episodi di italiano semplicemente riuscirete a parlare italiano correttamente, senza studiare la grammatica.

Ripeti: a furia di ascoltare sto imparando.

Poi possiamo dire che a furia di scrivere e registrare episodi per voi, gentili ascoltatori, ho imparato a farlo in modo molto più efficace, per la gioia di chi sta imparando l’italiano.

Mio figlio sicuramente, anche lui, a furia di partecipare insieme a me agli episodi di italiano semplicemente e a furia di registrare audio per il gruppo whatsapp dell’associazione finirà per imparare anche lui a farlo.

Potrei continuare a fare esempi dello stesso tipo. Molti di voi si staranno chiedendo: questa espressione è equivalente a “a forza di“? Esattamente! Le due espressioni sono equivalenti, si possono usare negli stessi contesti. “A forza di” sì usa persino di più probabilmente, perché è più informale, quindi si usa di più in famiglia ed amici. Se volete essere meno informali potete sostituire forza con furia. Tutto qui.

Per iscritto sicuramente è più adatto “a furia di”. Ovviamente dovete sempre specificare l’azione che state ripetendo e anche cosa succede dopo. A furia di cosa? A furia di parlare? E poi cosa è accaduto? A furia di parlare ho perso la voce. Questo è accaduto a furia di parlare. Dovete sempre specificare sia cosa avete fatto tante volte (parlare, in questo caso) sia il risultato (perdere la voce).

Flora ha parlato poi di furore, che però non potete usare per esprimere lo stesso concetto. Ciò non toglie che siamo sempre nella stessa famiglia di parole. La stessa cosa vale per furioso, che si usa la maggior parte delle volte come sinonimo di arrabbiato:

Sono furioso per quanto accaduto oggi in ufficio.

Sono arrabbiato dunque, la mia faccia è diventata rossa, il mio respiro si è accelerato, come il mio battito cardiaco, sono furioso dalla rabbia, ho voglia di dare un pugno ✊ al muro per sfogarmi. Se mi arrabbio posso anche dire che divento una furia, cioè sono arrabbiato e inarrestabile, niente può fermarmi, niente può placare la mia rabbia. Come ha detto Flora però la parola furia si usa anche in senso positivo, basti pensare a Furia, il protagonista della serie televisiva “Furia, il cavallo 🐴 del west” che beve solo caffè ☕?per avere il suo pelo più nero che c’è….

Ciao ragazzi, siate furiosi, furiosi nella vostra voglia di imparare l’italiano, ma mi raccomando, senza picchiare nessuno 🙂 Vedrete che ce la farete, parola di presidente dell’associazione culturale italiano semplicemente.

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I segni zodiacali: l’Acquario

Audio (estratto di 7 minuti)

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Trascrizione

Eccoci arrivati al segno dell’acquario. Si tratta del secondo segno zodiacale di cui ci occupiamo, dopo quello del Capricorno. Continuiamo quindi in questo percorso volto alla scoperta dei tratti caratteriali e degli aggettivi, e questo metodo, basato sui segni zodiacali, ci permette di sviscerare tutte le caratteristiche delle persone. Sviscerare significa esaminare, di studiare a fondo, di approfondire, scandagliare.

Ripeti: Dobbiamo sviscerare tutte le caratteristiche delle persone

Nel primo episodio del Capricorno abbiamo avuto modo di spiegare le caratteristiche del segno, vale a dire quelli che si chiamano “i segni del carattere”. Faremo la stessa cosa con l’Acquario e tutti i segni a venire, fino ad esaurire tutto lo zodiaco.

Con “segni del carattere” si intendono le caratteristiche del carattere. La parola “segno” evidentemente non ha solamente un significato: ci sono i segni zodiacali, come abbiamo detto, “i segni del carattere” e tanti altri segni, come i “segni alfabetici” eccetera.

In effetti la parola segno, ha molti significati, molto simili tra loro. Il principale è il “tratto”, cioè una scritta che si fa con la penna, o con la matita: un segno fatto con la penna, con la matita eccetera.

Segno è anche un sinonimo si “segnale”, “indicatore”: fammi un segno che ci sei, dammi un segno della tua presenza eccetera.

Segno è anche sinonimo di “gesto” o “cenno” che si fa con la mano: gli ho fatto segno con la mano di fermarsi, gli ho fatto segno di mettere la macchina qui.

Ma oggi ci interessano i segni caratteriali dell’acquario. Ciò che contraddistingue l’Acquario dagli altri segni zodiacali. Anche qui la parola segno indica un “tratto”, ma non si parla di un tratto fatto con la penna, bensì di un tratto caratteriale. Quindi i segni caratteriali sono anche detti tratti caratteriali, che indicano semplicemente le caratteristiche del carattere. In fondo un segno, fatto con la penna, o un segno fatto con la mano, servono entrambi a dare indicazioni, e la stessa cosa avviene descrivendo i segni caratteriali.

Bene, cominciamo dal dire che il segno dell’acquario rientra tra i segni fissi d’aria. È un segno d’aria quindi, come il segno dei Gemelli e quello della Bilancia. L’Aria è quindi l’elemento dell’Acquario. Ricordate? Lo abbiamo visto quando parlavamo del Capricorno.

L’Acquario È un segno fisso d’aria, e i segni “fissi” sono, in astrologia (ricordate che si tratta di astrologia e non di astronomia!) i segni zodiacali in cui si trova il Sole nel pieno di ciascuna stagione.

Il periodo dell’acquario va dal 21 gennaio a 19 febbraio. È questo il periodo in cui il Sole arriva in acquario, come abbiamo visto anche spiegando il segno del Capricorno. Proprio in quel periodo siamo nel centro della stagione invernale. Infatti l’inverno inizia il 22 dicembre e termina il 20 marzo. Al centro, esattamente al centro c’è il periodo dell’Acquario. Per questo si dice che l’acquario è un segno fisso d’aria. Si dice anche che la qualità del segno è fissa.

Gli altri segni cosiddetti fissi sono il Leone, lo Scorpione ed il Toro. Tutti segni fissi; tutti segni che stanno al centro di una stagione diversa.

Bene, ma perché vi ho parlato dei segni fissi?

Perché i segni fissi hanno una caratteristica che li contraddistingue, seppur nella loro diversità.

La caratteristica dei segni fissi è che portano sempre a termine quanto hanno iniziato in precedenza. Sono dei segni che vanno tutti associati, con le loro caratteristiche, alla stagione di appartenenza.

Questa è una cosa molto interessante. Associare la stagione ai segni fissi significa collegare le caratteristiche della stagione con il carattere del segno fisso, il segno che nasce proprio al centro di quella stagione.

Questo è interessante perché ci permette di capire le vicinanze tra i segni zodiacali. Ad esempio l’Acquario in questo senso ha caratteristiche opposte al Leone, perché il Leone nasce al centro dell’Estate, la stagione opposta all’inverno….

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Il file MP3 completo (40 min.) da scaricare ed ascoltare, con la trascrizione integrale in PDF di questo episodio è disponibile per i membri dell’associazione culturale Italiano Semplicemente

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