Rinfrancare e rifocillare (ep. 1025)

Rinfrancare e rifocillare

DURATA MP3: 9 min. circa

Un membro dell’associazione Italiano semplicemente, nella fattispecie Gèma dalla Spagna, mi ha chiesto la differenza tra i due verbi rinfrancare e rifocillare.

A partire dal numero 1001, I file audio e la trascrizione fegli episodi di questa rubrica sono solamente per i membri dell’associazione.

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Rifocillarsi è un po' anche rinfrancarsi

Rompere e sfatare un tabù (ep. 994)

Rompere e sfatare un tabù (scarica audio)

tabù

Giovanni: Per spiegare il termine tabù, vi ricordo che è stato usato in uno degli ultimi episodi, all’interno di un ripasso. La frase era la seguente:

Estelle (Francia): Non vorrei stigmatizzare tutto un popolo, ma è risaputo che i francesi sono reticenti a rivelare i loro stipendi. Parlare di denaro è tabù come se guadagnare denaro fosse qualcosa di sconveniente. Questo sebbene le persone lavorino tanto. in altri paesi invece è un simbolo di riuscita personale. Vai a capire!

Giovanni: evidentemente Estelle, di cui avete appena ascoltato la voce, conosce già il termine tabù.

Quando qualcosa è tabù, parliamo di un argomento sensibile. Parliamo di un tema delicato. Tabù somiglia a “vietato”, ma parliamo di qualcosa che ha a che fare con qualcosa che, in quel luogo, per quella persona, per quella determinata circostanza, pone un particolare tipo di ostacolo, e questo ostacolo ha normalmente a che fare con la “morale”.

Inizialmente, il termine “tabù” (che deriva dalla lingua polinesiana, in particolare dalla lingua tahitiana) era utilizzato per riferirsi a pratiche culturali o religiose che vietavano o proibivano determinati atti o oggetti per ragioni sacre o culturali. Nel tempo, il termine è stato adottato in altre lingue e ha assunto un significato più ampio, riferendosi a qualsiasi cosa che sia considerata proibita o vietata per motivi morali, sociali o religiosi.

Oggi è un termine ampiamente utilizzato per riferirsi a argomenti, pratiche o concetti considerati sensibili o vietati in una determinata cultura o società.

Un “argomento tabù“, ad esempio, è un argomento di cui non si parla, o si parla con estrema difficoltà. E’ un argomento o una questione che è meglio evitare o trattare con cautela in una determinata situazione o contesto.
Ci sono diversi modi alternativi per indicare questo tipo di argomenti:

  • Tema delicato.
  • Materia vietata.
  • Tema/Soggetto controverso.
  • Discorso proibito.
  • Materia off-limits.
  • Conversazione inappropriata.
  • Argomento non idoneo.
  • Discussione da evitare.
  • Argomento spinoso

Ciò che è considerato un argomento tabù in una determinata società o cultura può derivare dalle credenze morali e dalle norme etiche di quella società. Estelle poco fa parlava del fatto che parlare del proprio guadagno è tabù in Francia. C’è una sorta di barriera morale.

La morale è una guida per ciò che è considerato giusto o sbagliato da un punto di vista etico. Gli argomenti tabù spesso riguardano questioni che vengono percepiti come moralmente sensibili, e il desiderio di evitare tali argomenti può derivare dalla volontà di rispettare le convinzioni e i sentimenti degli altri o di evitare conflitti morali o etici.

Tuttavia, è importante notare che le concezioni di ciò che è morale o immorale possono variare notevolmente tra le culture e le persone. Quindi, ciò che è considerato un argomento tabù in una cultura potrebbe non esserlo in un’altra.

Tabù si usa spesso soprattutto in queste circostanze, per evidenziare particolarità, prerogative specifiche. Non si parla solamente di argomenti di cui si può o non si può parlare, ma anche di cose che non è accettato che vengano fatte. Vediamo qualche esempio:

  1. Per alcune religioni, c’è un forte tabù contro il consumo di carne di maiale.
  2. Per alcuni, la sperimentazione sugli animali è considerato un tabù etico, mentre per altri è accettata per scopi scientifici.
  3. Nella nostra famiglia, è da sempre considerato un tabù parlare delle questioni sessuali personali.
  4. Gli uomini possono portare la gonna? In Italia è tabù, ma gli scozzesi non la pensano allo stesso modo.
  5. La squadra della Roma andrà a giocare a Torino contro la Juventus. Un campo in cui la Roma non vince da 10 anni. Stavolta la Roma spera di rompere il tabù.

Rompere il tabù” ho detto. Infatti si usa dire così quando si cerca di superare questo ostacolo, questa restrizione. Nel caso della partita di calcio, chiaramente, non si tratta di una questione morale; semplicemente quello di Torino è da sempre un campo difficile per vincere per la Roma, dunque è proibitivo (più che proibito) vincere a Torino contro la Juventus.

Posso chiaramente usare anche “superare il tabù” con lo stesso senso. Oppure si può dire infrangere un tabù.

Ma lo sapete, a proposito, che le borsette da uomo – le cosiddette pochette – forse non saranno più un tabù?

Personalmente non sarò io a rompere questo tabù!

Posso fare altri esempi:

La società sta finalmente rompendo il tabù sull’uguaglianza di genere, promuovendo l’uguaglianza salariale e l’accesso alle opportunità professionali per uomini e donne.

Vi dirò che oltre che rompere o infrangere un tabù, si usa molto anche “sfatare un tabù“. C’è di mezzo il fato. Ma perché chiamare in causa il fato?

L’uso del termine “fato” suggerisce che ciò che è considerato un tabù è stato storicamente considerato immutabile o inevitabile, ma ora qualcosa o qualcuno sta cercando di modificarlo o superarlo. Sfatare infatti significa dimostrare inconsistente o falsa una credenza, una convinzione radicata nella massa.

Il senso è simile a rompere, ma è più legato alle credenze e al coraggio o alla forza che ci vuole per cambiare le cose. Si tratta in genere di superare ostacoli culturali, sociali o morali e di rendere accettabili discussioni o azioni che erano precedentemente considerate inaccettabili o proibitive (come la vittoria della Roma a Torino). Diciamo che “sfatare un tabù” è più o meno come “rompere un tabù” , ma si sottolinea maggiormente come delle persone o delle opere contribuiscano a rompere delle barriere sociali o culturali associate a determinati argomenti o questioni, aprendo la strada a una maggiore comprensione e accettazione.

Es:

Con una ricerca approfondita, uno scienziato potrebbe sfatare il tabù che circonda la medicina alternativa, dimostrando che alcuni trattamenti possono avere effetti benefici basati su prove scientifiche.

L’artista ha sfatato il tabù dell’arte erotica, esponendo opere provocatorie che sfidano i pregiudizi e promuovono la libertà di espressione.

La scrittrice ha scritto un libro che sfata il tabù del divorzio, offrendo una prospettiva compassionevole e realistica sulla fine di un matrimonio.

Il film ha sfatato il tabù dell’omosessualità nell’industria cinematografica, presentando con sensibilità storie d’amore tra persone dello stesso sesso.

Adesso chiedo ai membri dell’associazione se mi vogliono parlare dei loro tabù.

Marcelo: In famiglia abbiamo deciso di non scendere a compromessi riguardo a certi argomenti: parlare di politica, religione, educazione dei figli, vaccinazioni e via discorrendo: tutti argomenti rigorosamente tabù. Se nessun disattende questa norma, viviamo in pace. Altrimenti, apriti cielo!

Andrè: benché agli occhi del mondo possa sembrare una sciocchezza, parlare di sesso nel mio paese (il Brasile) è ancora un tabù.

Il malcostume – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 38)

Il malcostume (scarica audio)

Trascrizione

Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al linguaggio della politica.

Oggi vediamo il termine malcostume.

Questo termine deriva chiaramente da male (cattivo, negativo) + costume.

Il termine “costume” non si riferisce in questo caso al costume da bagno.

Sappiamo che il termine costume indica infatti anche un capo d’abbigliamento. Il costume si indossa al mare, al lago o in piscina.

Il termine costume però si usa anche per indicare gli usi, le tradizioni o le prassi di un popolo una comunità oppure all’interno di un sistema politico o di una determinata istituzione.

Il “malcostume” (si scrive tutto attaccato) si riferisce a un comportamento o una pratica (o condotta) socialmente inaccettabile, considerata volgare, indecente o immorale. Non si usa solamente parlando di società e politica.

Può anche indicare un abbigliamento o uno stile inappropriato, che viola i canoni culturali o di buon gusto.

Il malcostume può però variare a seconda del contesto culturale, delle norme sociali e delle convenzioni di una determinata comunità.

Ad esempio, ciò che potrebbe essere considerato un malcostume in un certo paese o in un ambiente lavorativo, potrebbe essere accettabile in un ambiente informale o durante certe occasioni sociali o in altri paesi.

L’uso del termine “malcostume” può variare anche a seconda del contesto specifico. La politca è appunto uno di questi.

In particolare in questo contesto il malcostume viene “denunciato” o “condannato“.

Ad ogni modo può essere utilizzato per riferirsi a comportamenti o abbigliamenti provocatori, volgari o di cattivo gusto.

Può essere impiegato per criticare l’eccessiva esibizione del corpo, l’uso di un linguaggio volgare o osceno, la mancanza di rispetto per le norme sociali o l’abbigliamento inappropriato per un determinato evento.

In generale viene utilizzato per sottolineare la non conformità alle aspettative sociali riguardanti il comportamento e l’abbigliamento.

Spesso viene associato a un giudizio negativo sulla condotta delle persone coinvolte. Per condotta si intende il comportamento abituale di un individuo nei suoi rapporti sociali. Anche a scuola esiste la condotta. In particolare esiste il “voto in condotta” che è un giudizio dato sul comportamento sociale dello studente.

In contesti politici, il malcostume può essere utilizzato per riferirsi a comportamenti o pratiche ritenute moralmente o eticamente inappropriati da parte di politici o figure pubbliche. Si denuncia nel senso che si dichiara pubblicamente che c’è un comportamento negativo che va condannato, che non va bene perché nuoce, va male alla società.

Parliamo del “costume politico“, che in particolare riguarda le norme non scritte o le convenzioni che governano il comportamento dei politici, i processi decisionali e le dinamiche delle istituzioni politiche.

Ad esempio, il “costume politico” può riguardare l’etica nella politica, come il rispetto delle regole di trasparenza e l’onestà.

Quando si parla di “malcostume” in un contesto politico, ci si riferisce pertanto a comportamenti o pratiche che violano (attenzione all’accento) o sono contrari a queste norme non scritte.

Ad esempio la corruzione, l’uso abusivo del potere, la violazione delle regole etiche o la mancanza di rispetto per il processo democratico possono essere considerati forme di “malcostume” politico.

Il nepotismo, la tangente (ne abbiamo già parlato, ricordate?) o l’abuso di potere per ottenere benefici personali o finanziari illeciti.

Ogni comportamento sleale può comunque essere condannato e segnalato come malcostume. Il termine potrebbe essere infatti utilizzato per condannare azioni sleali o scorrette durante le campagne elettorali, come la diffusione di informazioni false o calunniose sugli avversari politici.

Un abuso di autorità ad esempio. Il malcostume potrebbe essere menzionato per indicare l’uso improprio del potere o l’abuso di autorità da parte di politici, ad esempio nel caso di violazioni dei diritti umani o della libertà di stampa.

Il termine potrebbe essere impiegato anche per criticare politici che non rispettano le regole etiche o le norme di comportamento attese, come l’utilizzo di informazioni riservate a proprio vantaggio o la mancanza di trasparenza nelle attività politiche.

L’aggettivo “scostumato” è interessante perché questo aggettivo viene utilizzato per descrivere generalmente una singola persona o un comportamento che è considerato volgare, indecente o moralmente inaccettabile.

Il malcostume indica invece, in genere, un comportamento non di un singolo, ma di un gruppo, di una parte di una comunità: una abitudine diffusa.

Scostumato si usa per un individuo che si comporta in modo contrario alle norme sociali, anche in maniera provocatoria o offensiva: l’uso di un linguaggio volgare, gesti osceni o abbigliamento provocante, uno stile inappropriato, che viola (notate sempre l’accento. Il verbo è violare) i canoni culturali o di buon gusto. Un aggettivo, questo, che non si usa in genere parlando di politica.

Se una persona va in giro nuda si può dire che è una persona scostumata.

È un sinonimo di “volgare” e sintomo di cattiva educazione. È però un aggettivo abbastanza formale. Gli adolescenti e i giovani non lo usano. In tv si sente a volte ma è pronunciato da persone educate che non vogliono essere volgari.

Vediamo qualche esempio di come usare il termine malcostume:

Bisogna colpire il malcostume diffuso attraverso la vigilanza e il controllo.

È necessario prevenire il malcostume all’interno della magistratura.

Troppe persone non fanno correttamente la raccolta differenziata dei rifiuti. Questo malcostume è irrispettoso nei confronti della legge.

Dilaga (verbo dilagare, che indica una diffusione nella società) il malcostume tra i dipendenti pubblici nel comune, troppo facilmente corrompibili dalla malavita organizzata.

Avrete capito che il malcostume va combattuto, va condannato, va demonizzato, perseguito e prevenuto in ogni ambito perché è un male di una società e potrebbe dilagare. Ho usato anche il verbo perseguire. Meglio se lo spieghiamo nel prossimo episodio dedicato al linguaggio della politica.

Alla prossima.

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899 I mezzucci

I mezzucci (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: Oggi vi parlo di un espediente meschino, di un ripiego immorale di scarsa efficacia.

Con questa breve introduzione ho già citato due episodi di questa rubrica.

Ricorderete sicuramente l’episodio dedicato alla soluzione di ripiego. Ricorderete allora che un ripiego è una soluzione di emergenza, un rimedio inadeguato. Potremmo anche chiamarlo un mezzo inadeguato.

Ricordete anche l’episodio dedicato al termine espediente. Abbiamo detto che l’espediente somiglia spesso a una soluzione poco ortodossa ad un problema.

Ebbene, un espediente è già di per sé un ripiego, dunque qualcosa di non molto adatto, spesso inadeguato, e se questo espediente è anche meschino, allora le cose peggiorano ancora!

Infatti meschino è un aggettivo bruttissimo, perché è spesso usato per descrivere persone o comportamenti che denotano una certa povertà sul piano morale. Le cose poco dignitose possono essere descritte come meschine.

Prima si parlava di problemi e di soluzioni e allora, quando, nel tentativo di trovare una soluzione ricorriamo a una soluzione non solo poco ortodossa, ma anche meschina, possiamo dire che il mezzo usato è un mezzuccio.

Un termine che si si usa più spesso al plurale: i mezzucci.

I mezzucci sono dunque delle modalità moralmente riprovevoli per cercare di ottenere un risultato.

Il termine si usa soprattutto nel giudicare negativamente il comportamento di una persona che fa qualcosa di immorale, di poco dignitoso.

Vediamo qualche esempio:

Una uomo d’affari che guadagna milioni di euro all’anno, se nasconde dei soldi al fisco o se comunque cerca di pagare meno tasse, si potrebbe dire:

Ma perché usare questi mezzucci? È un uomo molto ricco e potrebbe tranquillamente pagare le tasse dovute.

Un secondo esempio:

Il direttore di un’azienda vuole licenziare un lavoratore, ma non sa come fare, allora lascia del denaro sulla scrivania per vedere se lui lo prenderà.

Il lavoratore però capisce tutto e pensa:

Non si dovrebbero usare questi mezzucci per mandare avanti un’azienda!

Terzo ed ultimo esempio:

Una squadra sta vincendo una partita di calcio e alcuni calciatori di questa squadra perdono tempo in tutti i modi possibili, fanno sceneggiate davanti all’arbitro ogni volta che un avversario li sfiora appena. Ogni volta sembra che stiano per morire dal dolore!

Dunque questa squadra sta mettendo in atto tutti i mezzucci possibili per mantenere il vantaggio a tutti i costi e portare a casa la vittoria.

Notate che solitamente non si tratta solamente di rimedi poco efficaci. In genere non basta questo. Occorre che ci sia un giudizio morale negativo.

Per dirla in parole povere, sono cose che non si fanno! Non si fanno per rispetto degli avversari (nel caso dei calciatori), per questioni di correttezza (nel caso del direttore che vuole licenziare il lavoratore), per onestà (nel caso del ricco uomo d’affari che vuole pagare meno tasse) e per tutte le questioni morali in generale.

Si usa spesso il verbo “ricorrere” quando si parla di mezzucci, perché il verbo ricorrere ha, tra gli altri, anche il senso di fare ricorso a qualcosa per ottenere uno scopo.

Ricorrere a qualcosa per ottenere un risultato.

Si può ricorrere a un mezzo, ad una soluzione, a un rimedio e quindi anche a un mezzuccio.

Finiamo con la pronuncia: la z di mezzuccio è una zeta dolce (o sonora) proprio come quella di “mezzo”, ma anche di zanzara, Zagabria, razzo, e belzebù, mentre vi ricordo che esiste anche la z aspra o sorda, che è quella di pazzo, mazzo, pezzo, pazzia, alzare, sfilza, calza, innalzare, calzolaio, eccezioni eccetera.

Se volete c’è un episodio eccezionale (z aspra) sulla pronuncia della zeta che ho realizzato con i miei figli e qualche membro di Italiano semplicemente.

Per adesso abbiamo finito, ma non dimentichiamo che occorre ripassare anche altri episodi passati.

Marcelo: Cari amici, sono contentissimo, perché la prossima settimana verranno finalmente i tecnici per cambiare la nostra piastra da cucina e il nostro frigo. Quando ho ricevuto la notizia lì per lì quasi non sapevo come reagire.

Edita: poverini! Mi ricordo anche che il frigo è arrivato due mesi fa, ma era del tipo sbagliato (senza la parte freezer desiderata da Marcelo). Quando Marcelo ha chiesto una spiegazione, per tutta rispostaqualche tizio ha detto: che vuole che le dica?

Ulrike: Ma, no! Mi sembra davvero il colmo!

Marcelo: Purtroppo, è proprio successo così. È stata una frustrazione enorme, ma non c’era niente da fare. L’abbiamo riordinato seduta stante e abbiamo dovuto riaspettarlo…
È solamente l’inizio di un progetto più ampio per cambiare la nostra cucina (vogliamo anche cambiare qualche anta), ma sono contenta/o che finalmente possiamo andare avanti.

Anthony: È da sperare però che i tecnici non compiano qualche altra leggerezza. Non è che voglio fare il negativo, ma siete stati delusi più di una volta.

Marcelo: speriamo di no! Mi sono sfogato più di una volta con voi nel passato. Ne avevo proprio bisogno per sopportare l’attesa lunghissima… Ma adesso mi godrò il risultato ancora di più; questo è il rovescio della medaglia! Vi terrò aggiornati.

Giovanni: allora abbiamo parlato dei mezzucci, un termine informale per indicare un mezzo immorale per ottenere un risultato. Spesso questo mezzo è anche inefficace ma questo non basta: occorre l’immoralità per parlare di mezzucci. Un mezzuccio potremmo definirlo come un espediente meschino perché anche la meschinità è legata all’immoralità.

Mezzuccio si pronuncia con la z dolce.

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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