Foriero

Foriero (ep. 1119) (scarica audio)

Trascrizione

Oggi vediamo l’aggettivo foriero.

Un aggettivo e un sostantivo, che originariamente indicava un ufficiale incaricato di annunciare l’arrivo di un sovrano o di una persona importante. Come sostantivo è simile ad ambasciatore o messaggero. Foriero oggi si usa maggiormente in senso figurato ed è legato ad un possibile presagio o anticipazione.

Il termine è significa “annunciatore” o “precursore” di qualcosa, spesso di un evento futuro, sia positivo che negativo.

Il cielo scuro è foriero di tempesta.

Vale a dire che il cielo annuncia tempesta o minaccia tempesta. Simile anche a segno e segnale.

Quindi, se il cielo scuro è foriero di tempesta, tutto lascia pensare che stia per arrivare una tempesta. Ancora non è arrivata ma guardando il cielo c’è da preoccuparsi. Evidentemente è un cielo nero, e in aggiunta qualche fulmine si inizia a vedere e magari il vento inizia ad alzarsi.

Il cielo scuro in particolare può essere uno dei segni che preannunciano l’arrivo di una tempesta.

Il suo sorriso è foriero di buone notizie.

Qui, il sorriso della persona fa pensare che porterà notizie positive.

Un silenzio invece può essere foriero di cattive notizie, come anche una faccia preoccupata.

I movimenti strani del mercato sono spesso forieri di cambiamenti economici.

Significa che questi movimenti insoliti possono indicare che ci saranno cambiamenti in campo economico.

Dunque “foriero” è usato per descrivere qualcosa che preannuncia o presagisce o anticipa un evento futuro, quindi come un segno o un indizio.

Non è un termine usato granché, soprattutto dai giovani italiani, che probabilmente non ne conoscono neanche il significato. Decisamente più usato nella letteratura anche nella poesia e dai giornalisti. Usato prevalentemente in contesti meno informali. Di sicuro vi farà fare un’ottima figura se doveste utilizzarlo con Italiani.

Parlatemi voi adesso di qualche indizio che è stato foriero di qualche avvenimento passato che vi ha riguardato o anche un segno che state osservando attualmente e che secondo voi può essere considerato foriero di qualcosa.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Gerd: La crescente instabilità climatica (ormai è un continuo) potrebbe essere foriera di cambiamenti radicali nei modelli economici e geopolitici a livello globale. Richiederebbe più attenzione da parte della politica.

Nara: Quando i bambini si ammalano, questo è foriero di malattia per tutta la famiglia! Difficile evitare l’ineluttabile!

Marcelo: Prima dell’ultima tornata elettorale, durante gli ultimi 20 anni, in Argentina, che per inciso è il mio paese, i governi populisti, fatto salvo un piccolo periodo di centro, hanno governato senza bilanciare le entrate con le spese.
Così, inizialmente abbiamo vissuto un’inflazione ogni mese in crescendo, inflazione che è stata foriera del progressivo impoverimento della popolazione.

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Passare il segno (ep. 1060)

audio mp3

Passare il segno

passare il segno

Trascrizione

Passare il segno” è una espressione idiomatica che significa esagerare, andare oltre, o, come diciamo a Roma, farla fuor dal vasetto.

Quest’ultima è di sicuro più attraente!

Restiamo però su “passare il segno”. Nell’episodio dedicato al termine segno (vi ricordate?) non si è parlato di questo uso particolare. Allora facciamolo ora.

Il verbo “passare” in questo caso sta per “superare”. Il superamento del segno indica che si è andati oltre il segno. Ma oltre quale segno?

Il segno in questo caso indica un limite massimo, un limite che possiamo indicare in modo figurato con un segno, con una linea immaginaria disegnata per indicare un punto al di là del quale non si può andare. Per questo motivo parliamo di qualcosa di esagerato, e quando reputiamo una cosa esagerata, che sia una parola detta o un’azione intrapresa, è come se avessimo disegnato una linea che è stata oltrepassata.

Il verbo oltrepassare sarebbe  in realtà il verbo più adatto per descrivere il superamento di una linea, ma in questa espressione si utilizza invece il verbo passare: passare il segno.

Ciò non toglie che quando parliamo di una esagerazione si possono usare anche altre modalità, che possono prevedere sia l’utilizzo del verbo superare sia oltrepassare.

Parliamo sempre della stessa cosa: del superamento di certi limiti, limiti della convenienza o della sopportazione. Parliamo di un eccesso di qualcosa.
Tipo:
Adesso basta, ormai hai oltrepassato ogni limite!
Hai superato il limite della sopportazione!
Sei andato oltre ogni limite
Non credi di esserti spinto troppo oltre?
Passare il segno, rispetto a queste modalità, è certamente meno informale.
Rappresenta sempre uno spingersi oltre il termine ultimo, o oltre un certo limite che non può o non deve essere superato, ma lo usano normalmente negli articoli di giornale, in TV. Comunque si può usare anche in famiglia senza problemi. Possiamo dire che passare il limite è simile anche a eccedere e anche a trascendere.
Vediamo qualche esempio:
La discussione si è riscaldata durante la riunione e qualcuno ha passato il segno, offendendo gli altri partecipanti.
Durante la cena del matrimonio, ho passato decisamente il segno con le porzioni e mi sentivo che sto scoppiando!
Avete presente i matrimoni che si svolgono nel sud Italia? Lì si passa sempre il segno nel mangiare!
Alcune persone, nella loro ricerca di successo, passano il segno e finiscono per danneggiare gli altri senza scrupoli.
Solitamente quando si passa il segno, lo avrete capito, ci sono delle conseguenze negative, proprio come quando si usa il verbo esagerare.
C’è da dire che l’espressione di oggi si usa più spesso in contesti sociali, quindi quando si parla di comportamenti, di morale, di offese personali. Potremmo collegarla anche ad un’altra espressione che abbiamo spiegato in passato. Anzi, a più di un episodio se vogliamo. Uno è quello dedicato al verbo sforare“. Un altro è quello sul verboinfieriree un altro ancora è l’episodio dedicato all’espressione “sopra le righe“.
Dicevo prima del verbo eccedere. Sebbene si possa sempre usare al posto di “passare il segno”, l’espressione rende maggiormente l’idea del superamento di un limite, e poi bisogna anche dire che in molte frasi il verbo eccedere suona male:
Es:
Devo aver ecceduto con il cibo stasera. Mi sento scoppiare
Sì, decisamente suona molto meglio,: “Devo aver passato il segno stasera con il cibo” anche perché dà l’idea di un limite massimo superato.

Ho citato anche il verbo trascendere.

Meglio occuparci di questo verbo nel prossimo episodio.

Adesso ripassiamo parlando indovinate di cosa? Parliamo di eccessi e limiti.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

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Albéric: è risaputo che oggigiorno la moderazione sia considerata come una virtù: non mangiare troppo, non bere troppo, non offendere la gente e chi più ne ha più ne metta.
Per gli antichi greci e romani però non fu sempre così. Si dà il caso che darsi ai bagordi e fare bisboccia durante il baccanale era uno sport collettivo. Non abbiatene a male ma questa nostra epoca è davvero noiosa.

marceloMarcelo: In via amichevole, personalmente, posso dirvi che gli eccessi sono da sconsigliare, anzi sono da prevenire in tutto e per tutto!
Riguardo ai limiti, credo che questi vadano sempre fissati affinché ognuno sappia cosa può fare e cosa no.
So che fissare dei limiti non è cosa facile e vedo nei giovani genitori me stesso quando ero giovane: per accattivarsi i loro figli, non sono capaci di stabilire dei limiti. Non c’è da che stupirsi, però c’è da riflettere. Possibile mai che si debba essere sempre così accondiscendenti?

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a seguire dell’episodio una breve canzone dal titolo “sono esagerata”

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840 Il segno

Il segno (scarica)

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Trascrizione

Sapete che una delle parole che hanno più utilizzi nella lingua italiana è la parola segno.

Ad esempio ci sono i segni zodiacali, di cui abbiamo anche realizzato un bell’audiolibro.

E se poi vi chiedessi la differenza tra i numeri +2 e -2)?

La differenza sta solamente nel segno. +2 infatti ha segno positivo e -2 ha segno negativo. I due numeri sono di segno opposto (oppure si dice che hanno segno opposto).

Esistono poi anche i segni alfabetici, cioè dei segni grafici ciascuno dei quali rappresenta un suono in una lingua.

Con una penna in mano possiamo fare dei segni dappertutto. Solitamente un segno ha anche un significato, oppure, se usiamo questo termine allora parliamo di un indizio o una prova.

Insomma, un segno di qualsiasi tipo sta ad indicare qualcosa, significa qualcosa. Se non è così, solitamente non si parla di segno.

Durante il mio ultimo viaggio in Francia ad esempio, il famoso artista Pierre Boulot, nel sud della Francia, mi ha regalato una sua scultura realizzata con la tecnica Raku; scultura che potete ammirare a seguire in questo episodio.

Raku

Come vedete questa scultura ha molti segni sulla sua superficie. Non vi so dire però se hanno un significato.

A proposito, potrei chiederlo proprio a lui. Pierre, che mi dici?

Pierre Boulot: (risposta in lingua francese)

Giovanni: grazie Pierre, molto modesto, e questo è veramente segno che si tratta di un grande artista.

Ho appena usato un modo molto diffuso di usare il termine “segno”: è segno che

In pratica si tratta di una indicazione, quindi di un segno, un segnale, una cosa che ci dice qualcosa in più, una cosa dalla quale si deducono altre informazioni. “E’ segno che” è simile a “significa che“.

Si tratta generalmente di deduzioni di elementi di qualsiasi natura, di qualcosa che si percepisce.

Es:

Il ragazzo studia molto, segno che ci tiene a fare bella figura con i professori

Di una frase di questo tipo esistono molte versioni equivalenti:

Il ragazzo studia molto, e questo vuol dire che ci tiene a fare bella figura con i professori

Il ragazzo studia molto. Se ne deduce che ci tiene a fare bella figura con i professori

Il ragazzo studia molto, significa che ci tiene a fare bella figura con i professori

Il ragazzo studia molto. da questo si evince che ci tiene a fare bella figura con i professori

Il ragazzo studia molto. evidentemente ci tiene a fare bella figura con i professori

E’ segno che” spessissimo diventa “segno che“, quindi senza il verbo essere all’inizio.

Ci sono poi tantissime locuzioni e espressioni che contengono la parola segno o segni.

Ad esempio “brutto/cattivo segno” è un segnale che non ci piace, vale a dire che diamo una interpretazione negativa a qualcosa che accade, qualcosa che non ci piace e che non lascia pensare che a conseguenze negative. Possiamo dire quindi che si tratta di un indizio negativo.

Si dice che se ci attraversa la strada un gatto nero sia un cattivo segno!

Se il cielo diventa tutto nero e sentiamo dei tuoni in lontananza diciamo: che brutto segno! Mi sa che stanotte pioverà assai!

Esiste naturalmente “buon segno” che ovviamente è un indizio favorevole.

Es:

Finalmente ha smesso di piovere e il cielo si sta aprendo. Buon segno! Possiamo andare al mare!

Esiste anche l’espressione “dare segni di vita“. Anche questo è un indizio, una prova che c’è vita. Una espressione questa che si usa sia in senso proprio che in senso figurato.

Es:

Mio padre era caduto a terra e sembrava non dare segni di vita, poi però ho visto che respirava!

In senso figurato:

Allora ragazzi avete capito l’uso del congiuntivo? Come mai non date segni di vita?

A proposito di lingue, esiste la “lingua dei segni” con la quale ci si esprime con dei gesti, quindi dei segni e non con la voce.

Insomma, avete capito che dove ci sono dei “segni” di qualunque tipo, ci sono quasi sempre delle informazioni, delle indicazioni, dei significati.

C’è comunicazione oppure deduzione, o anche presagio.

Il semaforo verde è segno di via libera: possiamo andare!

In generale però non è detto ci sia un significato, come nel caso dell’opera di Pierre.

Può trattarsi anche di una traccia visibile:

Il muro è pieno di segni fatti con la penna da mio figlio!
Che sono quei segni sulla tua faccia? Sbaglio o è rossetto????
Bene ragazzi, meglio che di tutte le altre locuzioni e espressioni che contengono la parola “segno” ce ne occupiamo un po’ alla volta. Buon divertimento col ripasso che state per ascoltare da alcuni membri dell’associazine Italiano Semplicemente. Ringrazio Pierre Boulot e anche tutti gli ascoltatori di Italiano Semplicemente.

Alla prossima. Vi lascio al ripasso, segno che c’è qualcuno che non dimentica gli episodi precedenti…

Karin: sarà un caso, ma come finisce un episodio, c’è sempre un ripasso…
Marcelo: è una modalità di ripassare a me molto congeniale.
Peggy: Direi che non si tratta affatto di un di più.
Anthony: Piuttosto direi “un di cui” di cui non riusciamo più a fare a meno… scusate il gioco di parole…

Gli esercizi per questo episodio sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

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