749 Non averne più

Non averne più (scarica audio)

Trascrizione

Gianni: oggi parliamo di “non averne più”.

Cosa? Ne abbiamo già parlato?

Vero. Abbiamo già affrontato qualcosa di simile in passato.

Abbiamo già detto infatti che oltre al senso proprio di “non averne più” di qualcosa (“ne” può riferirsi a qualunque cosa, può indicare qualunque cosa), abbiamo anche parlato (già due volte) di locuzioni simili, locuzioni che contengono sia il verbo avere che la particella “ne”.

La prima volta abbiamo parlato di tempo, nell’episodio 524, (es: “ne ho ancora per 1 ora” cioè mi manca ancora un’ora) poi in quello successivo, dove invece abbiamo parlato di non risparmiare nessuno (es: se mi fate arrabbiare non ne avrò per nessuno), cioè non risparmierò nessuno.

In questo caso posso anche aggiungere “più”: non averne più per nessuno, e il senso non cambia molto.

Ma “non averne più”, di cui parliamo oggi, può avere anche un altro significato.

“Non averne più”, in questi casi, può significare essere stanchissimi, quindi si sta parlando, anche se non viene detto, di energie: significa terminare le energie, non avere più energie, fisiche o mentali.

Sapete bene che in genere se usiamo la particella “ne” ci riferiamo a qualcosa di cui abbiamo già parlato.

Es:

Quanti anni hai?

Ne ho 25.

Parliamo di anni in questo esempio.

Stavolta invece, proprio come nell’espressione “non averne per nessuno” non siamo in quel caso.

Oggi parliamo di energie, ma questo lo possiamo capire solamente dal contesto.

“Non averne più” è simile a “essere esausti”. Si usa spesso parlando di sport.

Es:

È stata una partita molto intensa, e al minuto 90°, quando i giocatori avversari non ne avevano più, è arrivato il gol della vittoria.

I giocatori avversari quindi non avevano più energie da spendere, perché evidentemente le avevano spese tutte: non ne avevano più.

È solo leggendo tutta la frase che capiamo il significato.

Altri esempi simili:

I ragazzi non ne avevano più dal punto di vista fisico e mentale, al contrario degli avversari.

All’ultimo km di strada il ciclista è crollato sia psicologicamente che fisicamente, non ne aveva più.

Per oggi non ne ho proprio più, mi devo assolutamente riposare.

Attenzione perché la locuzione non ha esattamente lo stesso senso di “non poterne più“.

Dire “non ne ho più” non è esattamente come “non ne posso più” perché quest’ultima (che abbiamo visto ugualmente in un altro episodio) può esprimere ugualmente sia una stanchezza fisica che mentale, ma oltre ad essere più adatta per le esclamazioni, spesso è legata alla sopportazione quindi ha quasi sempre un forte contenuto emotivo e di conseguenza c’è solitamente più enfasi.

Potrei dire lo stesso di “averne abbastanza, ma non lo faccio perché anche in questo caso abbiamo un episodio passato ad hoc.

Diciamo che “non averne più” ha la caratteristica di riferirsi alle energie fisiche, mentali e/o psicologiche ma non si usa quando si parla di sopportazione o di sfoghi personali tipo:

Basta, ne ho abbastanza di te, non ti sopporto più, non ne posso più!

Adesso è il momento del ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

Peggy: mi pare che “non averne più” sia anche simile a dare fondo a tutte le energie. Mi sbaglio?

Giovanni: bravissima Peggy. È proprio così infatti. Nell’episodio dedicato a “dare fondo” abbiamo visto che significa terminare, finire, esaurire una qualsiasi risorsa. Anche una risorsa economica però.

Irina: bene, vedo che a differenza di me c’è chi riesce a far tesoro degli episodi passati. Che frustrazione…

(ps: nel prossimo episodio parleremo proprio della frustrazione).

Segue commento e spiegazione del ripasso

681 Essere provato

Essere provato

File audio MP3 disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

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Trascrizione

Giovanni: Dopo aver provato a spiegarvi, nell’ultimo episodio, uno degli utilizzi del verbo provare, oggi ne vediamo un altro.

Essere provato, infatti, è completamente diverso da aver provato.

Essere provati significa semplicemente essere stanchi, ma è una stanchezza che può essere di due tipi diversi.

Può essere una grande stanchezza, quindi essere provato è come essere stanchissimo, essere esausto, non avere più energie.

Il secondo uso si riferisce imvece ad una stanchezza diversa, non solo fisica ma anche mentale. Si può trasmettere anche un senso di sofferenza.

Ecco che allora una persona provata può esserlo perché non ha più le energie, fisiche o mentali, ma si può dire anche di persone che recano i segni di esperienze difficili o dolorose:

È una famiglia provata dalle disgrazie

Quest’uomo è visibilmente provato dagli anni

Sono veramente provato. Dopo 25 esami all’università e il dottorato non vedo l’ora di iniziare a lavorare.

Posso anche dire che:

Un contadino può essere provato dalla fatica

In questo caso si parla di fatica, ma non necessariamente di fatica di una giornata di lavoro, bensì quella di una vita di lavoro e sacrifici.

Provato è quindi un aggettivo, proprio come stanco e esausto, e si usa solo per le persone o al limite per un animale, che so, ad esempio un asino provato dalla fatica o un qualunque animale provato dagli anni, provato dall’età.

Potrebbe sembrare che non ci sia nessun legame col verbo provare, inteso come sperimentare, tentare.

Ma vediamo la frase seguente:

I ragazzi, dopo quattro ore di maratona, sono stati provati dallo sprint finale.

Oppure:

L’ultima salita mi ha provato!

In questo caso, essere provati da qualcosa si avvicina a “essere messi a dura prova” , o semplicemente “essere messi alla prova” .

Quando qualcosa ci mette alla prova, questa è una sfida da vincere, ed è una sfida molto difficile da vincere.

Non è sicuro che si riuscirà a vincere, perché la sfida ci metterà alla prova, ci metterà a dura prova.

La prova sarà dura e solamente provando si può verificare se possiamo veramente farcela.

La cosiddetta “prova” è infatti un sinonimo di sfida, qualcosa da superare, qualcosa che ci impegnerà duramente.

Dunque possiamo sentirci provati dopo che qualcosa ci ha messo a dura prova dal punto di vista fisico o mentale, ci ha estenuati.

È vero o no che la lotta contro il virus ha messo alla prova i sistemi sanitari di tutto il mondo?

È anche vero che tutti noi ma soprattutto i medici che sono in prima linea sono provati da due anni di lotta contro il Covid.

Notate che normalmente si usa il verbo essere, ma possiamo anche usare sentirsi:

Mi sento provato dalla fatica

Ci sentiamo provati da tanti anni di lavoro

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

irina russiaIrina: Ciao a tutti. Vorrei rispondere a Marcelo e complimentarmi con lui per i suoi bei ripassi che ha fatto di recente. Riprendendo il suo discorso sull’attività fisica e l’alimentazione, direi che schiaffarsi sul divano dopo aver mangiato, magari dopo aver anche sforato col cibo, è una cosa normale da fare, no? Non sono un medico ma l’attività fisica dopo un pranzo abbondante direi proprio che sia il caso di evitarla.

Karin: Sì, lo penso anch’io. Trenta e anche passa minuti per il riposo, dopo aver mangiato a crepapelle credo sia la mossa giusta da fare altro che storie!

Albéric: guarda, con me sfondi una porta aperta, però bisogna comunque stare alla larga dai cibi troppo pesanti. State sempre sul chi vive riguardo all’alimentazione, altrimenti la pesantezza, giocoforza, è inevitabile e si rischia di prendere una brutta piega col tempo.

Hartmut: concordo. Va bene ogni tanto mangiare e divertirsi, ma si dà il caso che il colesterolo non si possa prendere alla leggera. Avete sicuramente ben presente il fatto che la cattiva qualità del sonno può essere un campanello di allarme per il colesterolo alto, vero? Livelli alti, appunto, possono causare disturbi del sonno.

Anthony: per quanto mi riguarda, In quanto medico, ce ne sarebbero di cose da dire ma
non voglio tediarvi con noiosi paroloni scientifici. Sicuramente bisogna sgombrare la tavola dai cibi più grassi, che causano maggiore pesantezza . Non siate ossessionati però. Mangiare troppo fa male ma di qui a dire che un singolo peccatuccio di gola sia deleterio ce ne vuole. La parola d’ordine è “moderazione”.

Peggy: Io veramente ne faccio anche qualcuno in più di peccatuccio di gola, ma in compenso faccio molta attività fisica. Per tenere a bada il colesterolo poi mangio 5 porzioni di frutta e verdura al giorno e al contempo cerco di scegliere cibi ricchi di fibre come il pane integrale, legumi e cereali.

bogusia poloniaBogusia: ho capito, volete farmi sentire in colpa perché non so resistere a patate arrosto e salsicce? Ma non è colpa mia. Tra la mia voglia di moderazione e le salsicce che mi dicono “mangiami” la sfida è impari.

Ulrike: non me lo dire! Con me un piatto non resta mai Intonso! Inoltre sono di un goloso pazzesco! Ma da domani, quant’è vero Iddio, mi metto a dieta!

Khaled: e fu così che si mangiò tutto il frigorifero! Le ultime parole famose!