Attendere al varco (ep. 1018)

Attendere al varco

DURATA MP3: 11 min. circa

Descrizione: benvenuti nell’episodio numero 1018 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.

Proponiamo anche una serie di esercizi per testare il grado di comprensione di questo episodio.

Sapete cos’è un varco? È una sorta di passaggio, un luogo che permette un passaggio. Attendere al varco si usa quasi sempre in senso figurato. 

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A partire dal numero 1001, gli episodi di questa rubrica sono solamente per i membri dell’associazione.

Alla fine dell’episodio proponiamo delle frasi di ripasso degli episodi precedenti formulate e registrate dai membri dell’associazione, dedicate alle occasioni. Estelle dalla Francia 🇫🇷 ha proposto il ripasso seguente:

Khaled (Egitto): Buttando l’occhio ai messaggi, ho voluto cogliere al volo la richiesta di ripasso.

Ulrike (Germania): Mi sono detta: suvvia, non è così difficile, questa, tra l’altro, è una bella occasione per rispolverare un po’ gli episodi passati.

Danielle (Paesi Bassi): senza contare che un’assenza troppo lunga potrebbe farmi passare per qualcuno di indifferente al gruppo. Lungi da me quest’idea!

Marcelo (Argentina): un ripasso dà del filo da torcere, ma come si suol dire: Il lavoro paga sempre!

Se volete, saremo felici di avervi tra noi. Guardate tutti i vantaggi sulla pagina dell’associazione.

ENTRAADERISCI

815 la breccia

La breccia

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Trascrizione

Giovanni: avete presente la breccia di Porta Pia a Roma?

Si tratta della cosiddetta “presa di Roma“, un evento storico importantissimo avvenuto nel 1870 con cui è avvenuta l’annessione di Roma al Regno d’Italia. Con la breccia di Porta Pia si ebbe quindi la fine dello Stato Pontificio e fu un momento di profonda rivoluzione per il potere dei papi.

Ma cos’è la breccia? Perché si chiama proprio breccia di Porta Pia?

Porta Pia è una delle ultime opere di Michelangelo Buonarroti.

È una delle porte delle mura aureliane di Roma.

Il venti settembre 1870 ci fu un combattimento tra le truppe del Regno d’Italia e quelle dello Stato Pontificio. Furono esplosi molti colpi di cannone da parte italiana col tentativo di aprire un varco, un’apertura, una breccia, appunto, da cui passare per portare a termine la missione della presa di Roma.

Bisognava prendersi Roma. Per farlo occorreva aprire una breccia nelle mura.

Alla fine accadde proprio questo, infatti a circa 30 metri sulla sinistra di Porta Pia si apri una breccia da cui passarono le truppe.

Il termine breccia ha esattamente il significato di una apertura praticata mediante strumenti bellici (cioè armi) in un recinto difensivo.

Questo termine si usa però anche al di fuori dell’ambito militare. Altrimenti non avrei fatto un episodio dedicato alla breccia.

In particolare esiste l’espressione “far breccia“, cioè fare breccia. Il senso figurato indica riuscire a colpire, riuscire a entrare, ma si intende colpire intimamente, quindi impressionare. Molto simile a “fare colpo” su qualcosa.

Sono riuscito a far breccia nel cuore di Maria

È una modalità direi più poetica per dire che sono riuscito a far colpo su Maria, ad aprire un passaggio per arrivare al suo cuore.

Questa è la breccia di cui si parla: l’apertura che mi permette di arrivare al suo cuore, ai suoi sentimenti.

Si può usare anche in modo più ampio, anche al di fuori dell’ambito sentimentale, nel senso di suscitare una certa impressione, destare interesse.

In questo senso “fare colpo” è comunque l’espressione più usata.

La mia macchina fa sempre colpo sulle ragazze

Far breccia meglio usarlo quando vogliamo indicare un certo sforzo nel raggiungere un contatto generalmente emotivo, per raggiungere un obiettivo.

Es: i costruttori su macchine cinesi prestano grande attenzione al design e alla qualità per far breccia nelle scelte dei consumatori europei.

C’è quindi questa necessità di aprirsi un varco per infrangere la resistenza opposta da qualcuno. Bisogna, in questo caso convincere i consumatori europei, cosa non facile.

C’è sempre una certa resistenza opposta che si vuole vincere.

Un cantante con un pubblico anziano potrebbe avere l’obiettivo di far breccia tra le nuove generazioni.

I nuovi calciatori acquistati da una squadra sperano di riuscire a far breccia nei cuori dei tifosi.

Vedere che la breccia è in qualche modo sempre legata alla speranza nel riuscire ad ottenere qualcosa: quando si apre una breccia la speranza aumenta.

Marcelo: quindi se ho ben compreso, con una pia illusione non si ha alcuna possibilità che si apra una breccia di speranza.

Ulrike: a meno che tu non abbia una corsia preferenziale.

Peggy: meglio stare alla larga dalle spintarelle. Preferisco fare il nullafacente tutta la vita piuttosto che essere sempre in debito con qualcuno.

Danielle: de gustibus; io se mi propongono un lavoro lo accetto seduta stante, altro che storie!

642 Fornire un assist

Fornire un assist (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: qual era una delle specialità di Francesco Totti ma anche di Michelle Platinì, Falcao e Roberto Baggio? Era fornire assist ai compagni di squadra.

Fare un assist significa fare un passaggio che consente di realizzare un gol. Si potrebbe chiamare anche un passaggio smarcante, per dirla all’italiana, un passaggio che mette il compagno di squadra in condizioni di realizzare un gol o un punto, se parliamo di sport in generale. Ma non è detto che poi questo gol verrà realizzato.

Questi calciatori che ho citato prima erano bravissimi a fare assist.

Allora dovete sapere che fare o fornire o anche dare un assist è un’espressione che si utilizza anche al di fuori del calcio e dello sport.

Infatti assist viene dal verbo aiutare e fornire un assist invece significa fornire un’occasione propizia, cioè dare l’occasione, fornire l’opportunità ad un altra persona di ottenere un vantaggio. Insomma si tratta sempre di una forma speciale di aiuto, in pratica.

Vediamo qualche esempio:

Il problema che hanno avuto WhatsApp, Facebook e Instagram che per cinque ore non hanno funzionato ha fornito un assist a Twitter e telegram, un assist involontario, e Telegram e Twitter cercheranno adesso di sfruttarlo per aumentare i loro utenti.

Quindi questo “aiuto” possiamo chiamarlo un assist, che per essere chiamato tale non deve essere necessariamente involontario, e neanche necessariamente fornito agli avversari, come nel caso di prima, ma spesso è così.

Inoltre spesso è un fatto che accade a fornire un assist e non l’azione di una persona.

Es: se al lavoro, durante una riunione, il direttore dice una cosa, con questa affermazione potrebbe fornire un assist a un mio collega che potrebbe dire:

L’ho sempre detto io, ma a me non mi ascolta mai nessuno.

Avete capito che l’assist dunque è un aiuto che però poi va sfruttato, va concretizzato, quindi non è detto che si trasformi in un vero vantaggio per chi riceve un assist.

Un semplice aiuto non possiamo chiamarlo sempre un assist, a meno che la condizione descritta non sia soddisfatta. A volte è semplicemente un favore, una cortesia.

L’assist in qualche modo somiglia più ad un invito a fare qualcosa, un invito a fare un’azione quasi spontanea, perché porta ad un riconoscibile vantaggio per questa persona.

Pensate anche all’episodio che abbiamo dedicato al termine pretesto, ci sono infatti delle similitudini, ma il pretesto è una scusa, come abbiamo visto, che serve a mascherare i veri morivi per cui si compie un’azione.

Invece l’assist è un’occasione da sfruttare, spesso fornita involontariamente da altri.

Rifletteteci.

Adesso ripassiamo perché il tempo passa, sennò fornirei un assist ai miei detrattori, a coloro che dicono che questi episodi durano sempre più di due minuti.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Marguerite (Francia): Giovanni, risponde al vero che nel prossimo episodio parlerai della bontà?

Giovanni: confermo.

Sofie (Belgio): Giovanni, abbi la bontà di rispondere spiegando un minimo almeno. Mi fa specie che tu sia così sintetico, proprio tu che in genere parli per ben oltre i 2 minuti nei tuoi episodi.

Giovanni: Non posso proprio darti torto Sofie.

Ulrike (Germania): Giovanni, bontà sua, ha bene in mente cosa deve fare per farci comprendere il significato di questo termine. È così che lo ripaghi? Sei un po’ ingenerosa Sofie.

Sofie: Ma dai Ulrike, non fare la ruffiana. Lo so che Gianni è un pezzo da 90 però in quanto tale dovrebbe anche capire che cerco solo di mettere alcuni paletti. Se no i suoi discorsi diventano interminabili. Poi sono sicura che lui è capace di prendere il mio cosiddetto rimprovero con filosofia.

Karin (Germania): la bontà di un episodio si misura in molti modi diversi. In primo luogo direi dalla chiarezza. Per me nulla quaestio su questo. Ciò non toglie che a volte mi servirebbero più esempi.

Edita (Repubblica Ceca): va bene dai, non anticipiamo niente, sennò di questo passo sveliamo tutto in anticipo.

Peggy (Taiwan): allora ci aggiorniamo domani.