Se o quando?

Se o quando? (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: Oggi pubblico volentieri la risposta a una domanda che mi ha fatto un membro dell’associazione Italiano semplicemente (ciao Willemijn!).

Willemijn mi chiede la differenza tra l’uso di “se” e “quando” perché in alcuni casi ha dubbi se usare l’uno o l’altro termine.

Willemijn nella sua domanda mi fa anche alcuni esempi, e vorrebbe sapere se in questi casi sia preferibile usare se o quando e soprattutto perché!

Non voglio esaurire l’argomento di tutti gli utilizzi di se e quando in un solo episodio perché sarebbe un episodio lunghissimo. Non parliamo neanche del “se” pronome in questo episodio (es: non se ne parla).

Voglio limitarmi a chiarire i dubbi di Willemijn e fare qualche citazione a qualche episodio passato che magari potrà essere d’aiuto.

Iniziamo dal suo primo esempio:

Se fa freddo mi copro.

Quando fa freddo mi copro.

Quale scegliere? Sono equivalenti?

Iniziamo col dire che il se, scritto senza accento, è una congiunzione condizionale e di conseguenza prevede una condizione. Equivale a “ammesso che”, “posto che”, “qualora”, nel caso in cui”, “se mai”, “se per caso”, “putacaso”.

Se fa freddo mi copro” è una frase che dal punto di vista grammaticale è scorretta perché va usato il congiuntivo:

Se dovesse far freddo mi coprirò.

Nel linguaggio colloquiale e orale si usa spesso la forma “se fa freddo mi copro”, parlando delle abitudini, ma un insegnante di italiano non può non correggere se uno studente dovesse scrivere (ho detto “dovesse scrivere” e non” scrive”) una frase di quel tipo.

Se uso “se” sto prospettando un’ipotesi: nell’eventualità che facesse freddo, qualora facesse freddo, nel caso in cui facesse freddo, allora mi coprirò.

Se invece dico:

quando fa freddo mi copro

Non sto parlando di un’ipotesi futura (come nel caso precedente), ma di una abitudine o di un modo usuale di comportarsi, basato su un ragionamento logico.

Certo, spesso si può creare il dubbio se mi trovo nel primo o nel secondo caso:

Quando mi sento in forma vado a correre mentre quando non sono al massimo mi faccio una passeggiata.

Se sto parlando delle mie abitudini, meglio usare “quando”. Se invece sto parlando dell’attività che farò in giornata, meglio usare “se”:

Se sarò (se dovessi sentirmi/essere) in forma andrò a correre mentre se non sarò (se non dovessi essere) al massimo mi farò una passeggiata.

La stessa logica vale anche per gli altri casi in cui se e quando potrebbero sembrare intercambiabili:

Vorrei sapere se oggi andrai al lavoro

Vorrei sapere quando oggi andrai al lavoro

Nel primo caso non interessa l’ora in cui la persona andrà al lavoro ma solamente se ci andrà o meno.

Non so se Giovanni viene stasera

Il dubbio è se viene oppure no, non quando viene, cioè oggi, domani, oppure a che ora viene Giovanni.

Allo stesso modo, se dico:

Vedi se mi puoi aiutare

Non è lo stesso che:

Vedi quando mi puoi aiutare

Mi puoi aiutare domani mattina o pomeriggio? Non è in discussione l’aiuto, che ci sarà sicuramente.

Chiedigli se è a casa

Chiedigli quando è a casa

Il problema è sempre lo stesso: interessa se qualcosa accadrà oppure quando accadrà?

Se vai in ufficio mi porti il libro?

Non so se tu andrai in ufficio, dunque ti sto chiedendo: andrai in ufficio oppure no?

Se ci andrai, potresti portarmi il libro?

Quando mi mandi una mail, ricordati di includere l’allegato, se presente

Dunque: nel momento in cui mi mandi una email (parlando in generale) non dimenticare di inserire l’eventuale file allegato.

Se mi mandi una mail, ricordati di includere l’eventuale l’allegato

Dunque in questo caso non è detto che tu mi manderai una email, ma se dovessi farlo, non dimenticare l’allegato.

Veniamo a:

Dimmi se vuoi guidare tu

Dimmi quando vuoi guidare tu

Nella prima frase (se), io non so se tu vorrai guidare oppure no. Nel caso in cui tu volessi guidare, dimmelo.

Nella seconda frase (quando), io già so che noi dovremmo alternarci al volante. Probabilmente ci siamo già accordati su questo. Io in questo caso sto chiedendo solo il momento in cui dobbiamo scambiarci il volante, quando vorrai darmi il cambio al volante.

Se vado in vacanza in agosto vuoi venire con me?

Non ho ancora deciso se andrò in vacanza ad agosto oppure in altri mesi.

Quando vado in vacanza in agosto è sempre molto caldo.

Allora in questo caso sto descrivendo le mie esperienze passate. Ogni volta che sono andato in vacanza ad agosto è sempre stato caldo.

Quando esco di casa mi porto sempre le chiavi.

Anche qui vale la stessa differenza tra se e quando, dunque si dovrebbe preferire “quando”. Può capitare però di usare “se” anche se sto parlando di una abitudine (infatti c’è “sempre”).

Se esco devo portare le chiavi?

Quando esco devo portare le chiavi?

In questo caso sono due domande diverse. Nel primo caso (se) non ho ancora deciso se uscirò. Nel secondo caso so che sicuramente uscirò, ma non è importante specificare l’ora perché mi interessa solamente domandare se devo portare le chiavi oppure no.

Quando fa freddo mi metto una giacca.

Va bene anche “se fa freddo mi metto una giacca”?

Anche in questo caso, se parlo delle mie abitudini devo usare “quando”, anche se può capitare nel linguaggio orale di usare “se”.

Se parlo di una specifica occasione futura dovrei dire:

Se dovesse far freddo mi metterò una giacca

Altro esempio:

Se fa freddo non vengo

Va bene anche “quando fa freddo non vengo?”

Dipende anche qui se sto parlando di ciò che faccio normalmente (quando) oppure di una intenzione futura (se) ma in tal caso dovrei dire:

Se dovesse far freddo non verrò.

Questi sono gli esempi sollevati da Willemijn in cui c’era il dubbio in questione.

Aggiungo che se e quando hanno anche utilizzi specifici in cui non si crea questo dubbio. Ci siamo già occupati di qualcuno di questi casi nei passati episodi. Su due piedi mi viene in mente l’espressione “da quando in qua”, e un uso particolare di “quando” che abbiamo trattato nell’episodio numero 202. Poi ci sono le locuzioni “quando mai” e “quando si dice“.

Dell’uso di “se” ci siamo anche occupati nell’episodio intitolato “putacaso ti tradissima anche in altre occasioni come nel corso di Italiano Professionale, nella lezione dedicata alle possibilità. Poi ci sono alcune espressioni e locuzioni come “se vogliamo“, “se non fosse che“, “se tanto mi dà tanto“, “se è vero come è vero“, “se sì“, e altri. meglio non fare un trattato oggi sull’uso di se e quando.

Spero di aver chiarito i tuoi dubbi Willemijn 🙂

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente.

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868 Ove

Ove (scarica audio)

Trascrizione

Oggi, ove nulla osti, mi permetto di parlare di grammatica.

Naturalmente sto scherzando!

Ci avevate creduto?

A parte gli scherzi, sapete bene che ove possibile io cerco sempre di evitare la grammatica in quanto prediligo un approccio basato sul divertimento.

Sicuramente avete già capito che l’episodio di oggi è dedicato a questa parolina: ove.

Manca una d? Si, vero, può darsi, infatti ove significa proprio “dove“!

Ma non è così semplice!

È più corretto dire che ove somiglia a dove. Infatti si può dire tranquillamente:

Dove possibile, evito di parlare di grammatica.

Ma si può anche dire

Laddove possibile evito di parlare di grammatica.

Somiglia anche a “quando“, nel senso che può avere valore temporale, ma generalmente c’è anche una condizione e questa condizione è anche limitativa, similmente a “nel caso che”, “nel caso in cui”, “se mai” eccetera.

Pertanto, sarebbe strano usare sempre “ove” al posto di “quando”:

Chiamami quando vuoi

Piuttosto, meglio che ci sia anche una condizione limitativa:

Non ho molto tempo adesso, ma quando avrò più tempo, verrò a trovarti

Che può diventare:

Non ho molto tempo adesso, ma ove avessi più tempo, verrò a trovarti

Accidenti! Purtroppo spessissimo ci vuole il congiuntivo!

Questo lo avevate intuito già dal primo esempio!

Quindi ove somiglia anche a “se” e “qualora“, e anche a “nel caso in cui”,nell’eventualità“, “laddove” (di cui ci siamo già occupati) e altre formule simili.

Vi dico che nel linguaggio di tutti i giorni si preferisce non usare questa parolina. Neanche i giovani la usano, a meno che non si trovino in un contesto lavorativo.

Le formule più usate, prevalentemente allo scritto, sono:

Ove possibile

Ove sia possibile

Ove necessario

Ove richiesto

Ove non sia un problema

Ove previsto

Ove applicabile

Ove nessuno sia contrario

Ove non arrechi danno

Ove nulla osti

Come vedete, molte di queste formule sono legate al mondo del lavoro e del linguaggio formale. Spesso è un modo per esprimere una maggiore cortesia quando si fa una richiesta.

Vediamo qualche esempio:

Si prega di spedire tutta la documentazione per email, ed ove possibile usare la posta elettronica certificata.

Bisogna correggere la legge, ma solo ove necessario, senza stravolgerla completamente.

I dipendenti devono supportare il dirigente ove richiesto.

Compilare tutti i campi ed allegare il file in formato pdf ove previsto

Ove avessi difficoltà a compilare il questionario, chiamami senza problemi

Ove foste interessati all’appartamento, chiamatemi

Ove doveste avere problemi, speditemi una e-mail

Adesso, ove qualcuno avesse un ripasso degli episodi precedenti, è pregato di farsi vivo.

Marcelo: ero lì lì per uscire a fare la mia odierna passeggiata quando all’improvviso il nostro capo chiede un ripasso! Come la mettiamo adesso?

Ulrike: per me, fare dei ripassi è sempre congeniale col mio desidero di destreggiarmi con l’italiano!

Peggy: per me, farne uno significa navigare per i meandri dei miei pensieri! Mica facile!

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858 Quand’è così

Quand’è così (scarica audio)

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La locuzione di cui ci occupiamo oggi ha un uso particolare che sicuramente non si trova su internet e nei libri di grammatica italiana. Sto parlando di “quand’è così“.

Si usa in particolare nel caso di scelte obbligate. Si può usare tuttavia anche semplicemente per prospettare una possibilità e descrivere le conseguenze. E’ un’espressione prevalentemente colloquiale.

Vi faccio qualche esempio.

Domenica prossima la Roma affronterà Il Paris Saint Germain. Sappiamo che normalmente parliamo di categorie diverse, perché il Paris Saint Germain è molto più forte, ma nella Roma si respira un forte entusiasmo per via del nuovo allenatore e quand’è così può accadere di tutto.

Dunque in questo caso “quand’è così” sta per “in questi casi”, “in queste occasioni”, “quando accadono queste cose”, “quando si verifica questa eventualità” e si usa per descrivere cosa succede in determinate circostanze.

Il termine “così” rappresenta proprio le particolari circostanze in cui ci troviamo. “Quand’è“, invece, sta per “quando ci troviamo” in queste circostanze, o anche “quando accadono” queste cose.

Un altro esempio:

Una volta ho sentito una forte scossa di terremoto ed io mi trovavo in bagno. In dieci secondi mi sono ritrovato nel cortile. Quand’è così non bisogna perdere tempo ma pensare solo a scappare!

Anche qui “quand’è così” sta per “in questi casi”, “quando accadono queste cose”, “in queste circostanze”.

C’era un forte vento durante la partita e quand’è così ogni tanto capita di sbagliare!

Ogni volta che usiamo questa locuzione è come se stessimo facendo un’eccezione, come se ci trovassimo in una circostanza particolare.

Infatti come dicevo “quand’è così” si usa spesso in dialoghi colloquiali, per presentare un caso particolare, una circostanza non comune, spesso inattesa, e la conseguenza, ciò che ne consegue, è spesso una scelta obbligata, senza alternative.

Si può trattare sia di cose negative che positive.

Es: due amiche, Anna e Margherita discutono di problemi di lavoro

Anna: Al lavoro non mi trovo molto bene con i colleghi e vorrei veramente cambiare attività. Credo che domani andrò a licenziarmi.

Margherita: cosa? Ma non puoi rinunciare allo stipendio per cercare un altro lavoro. sai cosa significa? E poi con i colleghi bisogna avere un po’ di pazienza.

Anna: Lo so, ma sai, Un collega mi ha importunata più volte e sono terrorizzata ormai da mesi che lo faccia ancora! Si tratta del direttore dell’azienda, mica di uno qualsiasi.

Margherita: davvero? Quand’è così ti capisco e credo che tu faccia bene a cercare un altro lavoro.

Quindi “quand’è così“, cioè “se le cose stanno così“, non c’è una scelta migliore di quella che hai detto. L’unica possibilità è cambiare lavoro.

C’è una certa flessibilità nell’uso di questa locuzione. Non abbiate paura di usarla soprattutto all’orale. Meglio ancora però se si parla di circostanze particolari. Comunque provate a usarla anche se non siete sicuri. Quand’è così ogni tanto si sbaglia, ma sicuramente più la userete e meglio sarà.

Adesso vediamo un bel ripasso:

Marcelo: oggi mi sono alzato di buona lena e così ho in programma molte cose da fare. Prima di tutto farò una passeggiata insieme al cane di mia figlia….prenderò anche un sacchetto di plastica, e lo utilizzerò all’uopo!

Ulrike: Ciao presidente. Ascolta, veramente sto lì lì per uscire; giusto il tempo di mettermi in ghingheri, ma non sarà sufficiente anche per un ripassino. Prenditi quello di Marcelo.

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732 Allorché, nel momento in cui

Allorché, nel momento in cui (scarica audio)

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Giovanni: oggi ci occupiamo di allorché, una congiunzione particolare, non di immediata comprensione e in quanto tale poco usata, per non dire mai, dai non madrelingua.

Allorché si può usare fondamentalmente in due modi diversi. Poi vediamo perché ho detto “fondamentalmente”.

Il primo modo è come sinonimo di “quando“.

Ci siamo già occupati di “quando”, fortunatamente, infatti nell’episodio numero 202 ne abbiamo visto un uso particolare, raccontando qualcosa di accaduto nel passato, per introdurre qualcosa di inaspettato o improvviso.

Ebbene, in tali casi possiamo anche usare allorché, proprio col medesimo significato.

Es:

Era l’inizio del 2010, allorché, mentre mi trovano a casa a cucinare, ho sentito un forte rumore provenire dal sottosuolo. Era il terremoto!

In realtà “allorché” si può usare più in generale parlando semplicemete di qualcosa del passato.

La cosa importante è che “allorché” introduce una proposizione subordinata temporale. Vale a dire che c’è una frase aggiuntiva a quella principale.

Era notte. Suonò il citofono. Era mio fratello, ma io non avevo capito che fosse lui perché non avevo riconsciuto la sua voce. Allorché lo riconobbi, lo feci entrare.

In questo caso non c’è una sorpresa, ma vogliamo dire che ad un certo punto io ho riconosciuto la voce di mio fratello, ed allora l’ho fatto entrare. Questa è la seconda frase che ovviamente è subordinata alla prima.

Questo allora è il secondo modo di usare allorché, che potremmo tradurre come “nel momento in cui“.

Non avevo riconosciuto mio fratello, ma nel momento in cui lo riconobbi l’ho fatto entrare.

Però, quando uso allorché c’è più una conseguenza temporale di eventi.

Infatti la locuzione “nel momento in cui” è vero che si usa con valore temporale nel senso di “nell’attimo in cui”, non appena, quando, dacché.

Es:

Nel momento in cui si accorse di me subito mi salutò.

Però “nel momento in cui” ha un uso più ampio.

Prima di tutto si usa per descrivere un momento preciso, in cui due eventi accadono nello stesso momento, tipo:

Hai chiamato proprio nel momento in cui stavo uscendo

Si tratta di un momento preciso, e in queste occasioni potrei usare anche la locuzione “li li per” (stavo lì lì per uscire quando mi hai chiamato).

Oltre a questo però, “nel momento in cui” si utilizza spesso anche quando si fa una riflessione, una considerazione, nel tentativo di spiegare qualcosa che abbia un senso o una logica.

C’è dunque la volontà di voler esprimere una conseguenza logica (la frase subordinata). Si sta facendo questo tipo di considerazione.

Il termine “allorché” in questi casi si usa meno perché è più materiale, più adatto a descrivere fatti concreti, e poi non si tratta in genere di un preciso e ben identificato momento.

Es:

La crisi mondiale scoppiò allorché si cominciarono a concedere mutui per l’acquisto di case con troppa facilità.

Potrei usare tranquillamente “nel momento in cui” o “quando”. È un fatto, una conseguenza.

Quando faccio un ragionamento invece, come dicevo, meglio preferire “nel momento in cui” .

Nel momento in cui mi dici di amarmi, mi chiedo perché tu continui a tradirmi.

Non sto parlando necessariamente del passato. Sto invece cercando di dimostrare qualcosa o di trovare una spiegazione o trarre una conseguenza.

Nel momento in cui sei convinto delle tue potenzialità, hai molte probabilità di successo.

Allorché, come detto, si usa parlando del passato nei due modi che abbiamo descritto. Qualche volta però, sebbene i dizionari non ne parlino chiaramente, viene usato anche come sinonimo di “qualora” e “se“, “nell’ipotesi in cui“, similmente a “nel momento in cui“, ma stiamo parlando di una possibilità. Siamo nel campo delle ipotesi. Non parliamo necessariamente del passato.

Es:

Ti prego di informarmi se accade qualcosa di importante allorché tu ne venga a conoscenza

È esattamente come dire “qualora”, “nell’ipotesi che”, “nell’ipotesi in cui”, “se dovesse capitare”, “nell’eventualità che”.

Allorché si usa talvolta anche in questo modo ma non suona molto moderno come linguaggio. Comunque è sempre più moderno rispetto a “allorquando“, che è proprio come allorché, ma anche un pochino meno usato.

Potrei darti dei figli allorché tu ne volessi.

Se ci pensate, in fondo, anche “nel momento io cui” può essere usato nello stesso modo, ed in questo caso direi anzi che è molto meglio.

Nel momento in cui mi dovessi innamorare di Maria, non riuscirei a nasconderlo.

Riconoscete facilmente questo uso di “allorché” e “nel momento in cui” perché si usa generalmente il congiuntivo, proprio come si fa normalmente con “se”, e “qualora”, “nell’ipotesi in cui” e tutte le altre modalità che esistono per esprimere una possibilità.

Adesso facciamo un brevissimo ripasso di qualche episodio passato parlando però di futuro, perché solo nel momento in cui si rispolverano di tanto in tanto gli episodi passati (l’ho appena fatto) si riesce poi a usarli senza pensarci più di tanto, proprio come fa un italiano.

A parlare sono i membri dell’associazione Italiano Semplicemente, come sempre.

Mary: Ah, il futuro! Direi che è veramente imprevedibile! Chi avrebbe mai previsto una pandemia di questa portata ad esempio?

Mariana: in tempi non sospetti, a dire il vero, qualche esperto aveva paventato che si trattasse di una concreta possibilità.

Irina: certo, ma si sente tanta fuffa in giro, ed è nelle cose che certe previsioni non vengano prese seriamente e non abbiano molto risalto in tv.

Marcelo: infatti. Se vai su internet poi è un continuo di allarmismi di ogni tipo. Cosa non si fa per un click? Scusate per la domanda retorica!

Rauno: già, ma come fare dei seri distinguo senza il rischio di diffondere castronerie?

Hartmut: scusate, ma… non doveva essere un ripasso brevissimo? Poi dice perché la gente si lamenta! Benedetto Giovanni!

Anthony: Vabbè dai, in compenso abbiamo imparato qualcosa anche oggi.

202 – QUANDO – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

Video

Emanuele: due minuti con italiano semplicemente, episodio 202.
Giovanni: ah, 202 grazie Emanuele. Mi aspettavo fosse episodio n. 203, quando mi hai fatto notare che in realtà si tratta del n. 202.
Giuseppina: Sapete che questo è un modo abbastanza particolare di usare “quando“.
Ci sono vari modi di usare questo avverbio e congiunzione.
Oggi vorrei spiegarvi che ogni volta che state raccontando qualcosa di accaduto nel passato, potete usare “quando“, al fine di introdurre un evento sorpresa, cioè qualcosa che accade, un accadimento, ma inaspettato o improvviso.
Un tipo particolare di evento quindi, in generale si usa per tutto ciò che può stupire, meravigliare.

Ero appena entrato in casa quando vidi tutti i miei amici che mi avevano organizzato una festa sorpresa!
Sembrava tutto tranquillo, quando all’improvviso Marco si mise a piangere.
Stavo dormendo, quando ho sentito un fortissimo rumore venire da fuori.
Ci stavamo baciando, quando lei ha detto di amarmi!
Tutto sembrava tranquillo, quando è iniziato il temporale 🌩

In tutti questi casi volete dare il senso della sorpresa e del cambiamento che avviene all’improvviso. È come dire: “nel momento in cui”, “proprio in quel momento”.
Normalmente prima di “quando” di usa la forma dell’imperfetto (stavo dormendo, ero, mi trovavo eccetera) invece dopo si usa il passato prossimo o anche il passato remoto, se è passato molto tempo: quando mi sono accorto, quando mi accorsi, quando ho visto, quando vidi, quando lui mi ha detto, quando lui mi disse eccetera.
Notate che spostando “quando” o gli altri pezzi della frase il senso può cambiare:
Quando ci stavamo baciando lei ha detto di amarmi. (in questo caso significa “in quel momento”, “mentre”)
Lei ha detto di amarmi quando ci stavamo baciando. (anche qui è lo stesso)
In questi casi a volte può non essere chiaro se io voglio dare il senso della sorpresa, ed allora il tono da usare può aiutare a fare chiarezza.
Emanuele: Ora ripassiamo un po’ le espressioni passate e poi proverò a darvi una spiegazione di questa frase a parole mie.
Monica: stavo pensando quale sorpresa sarebbe accendere la tv ed ascoltare che hanno finalmente trovato l’antivirus del nuovo corona virus.
Bogusia: già, sarebbe una vera svolta.
Andrè: ipotesi abbastanza peregrina però, almeno per ora; e se vogliamo sarebbe anche poco credibile, almeno secondo me.
Ulrike: il che non mi stupisce, conoscendoti. Tu non credi mai a nulla! Io sono per l’ottimismo invece.
Segue la spiegazione di Emanuele.
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L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!