Quando ‘per’ significa ‘nonostante’

Quando ‘per’ significa ‘nonostante’

(ep. 1164)

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Trascrizione

Oggi voglio parlarvi di un altro uso particolare della preposizione “per”.

Ricordate che in passato infatti abbiamo visto frasi come “per essere bravo, sei bravo”.

Ebbene, abbiamo fatto questo bell’episodio in merito e abbiamo visto che in quel caso la preposizione per viene usata per introdurre qualcosa di insufficiente.

C’è sempre un “ma”, o un “però” a seguire. In qualche modo siamo vicini al senso di “nonostante“, perché c’è qualcosa che non basta, non è sufficiente, o che non corrisponde a ciò che serve, che è utile, o che ci si aspettava. Si riconosce, se vogliamo, una qualità inutile. Non voglio entrare maggiormente nel merito, essendoci appunto l’episodio che potete ascoltare e leggere.

Oggi invece vediamo che si può usare la preposizione “per” anche in un modo alternativo, e ha anche questa volta un senso simile a “nonostante“.

Analizziamo la frase seguente:

Guidi bene per essere una donna

A parte lo stereotipo sulle donne che non sanno guidare, la preposizione “per” ha un utilizzo particolare, che indica una concessione e non una causa o un obiettivo.

Infatti la preposizione “per” molto spesso indica una causa o un obiettivo.

Es:

Ho studiato molto per superare l’esame.

Oppure:

Lavoro per guadagnare dei soldi.

In questo caso invece, “per” significa “nonostante“, “sebbene” o “considerando che“, “tenendo conto che”, e l’espressione complessiva implica una sorta di contrasto tra l’aspettativa comune (che, secondo stereotipi, in questo caso le donne non sarebbero brave a guidare) e la realtà, che invece è diversa.

Quindi la frase “guidi bene per essere una donna” si traduce in “nonostante tu sia una donna, guidi bene” oppure “considerato che sei una donna, guidi bene”.

La preposizione “per” in questo caso non indica uno scopo, ma una contraddizione rispetto all’aspettativa comune.

Possiamo anche invertire la frase, facendola iniziare con la preposizione per:

Per essere una donna guidi bene.

Vediamo altri esempi.

Entro in un negozio e vedo con piacere che oggi tutti i prodotti sono scontati del 20%. Però poi mi accorgo che i prezzi sono ugualmente alti.

Posso dire:

Oggi, per esserci lo sconto, non mi pare costi poco.

“Per” funziona qui nello stesso modo, indicando che “nonostante” lo sconto, il costo non sembra essere basso.

Lo stesso vale per la frase:

Per essere così giovane, è molto maturo

In sintesi, l’uso di “per” in queste frasi è legato a una concessione che esprime un contrasto tra ciò che ci si aspetta e ciò che effettivamente accade.

Questo uso della preposizione “per” con il significato di “nonostante” è considerato colloquiale, informale.

Si tratta di una costruzione che si trova spesso nel linguaggio parlato o in contesti meno formali, ma che può risultare poco adatta a un registro scritto o formale, dove espressioni come “pur essendo”, “benché” o “nonostante” sarebbero più appropriate.

Ad esempio:
Informale:

Per essere un film di basso budget, è fatto davvero bene.

Formale:

Pur essendo un film di basso budget, è realizzato molto bene.

Questa costruzione è comune e perfettamente comprensibile, ma il suo tono informale la rende più adatta a situazioni di uso quotidiano o a testi meno rigorosi.
Adesso ripassiamo qualche episodio passato. Vi consento di dire la vostra.

Albéric: Sapete ragazzi, riflettevo sul significato di certi modi di dire nella lingua italiana, e mi chiedevo: si dice consentire o acconsentire in questo contesto? Per scrupolo, meglio chiarire una volta per tutte.

Rauno: A dir la verità, non me ne volere, ma certi dettagli non mi tangono più di tanto; ciò non toglie che la lingua italiana abbia fior fiore di espressioni degne di nota. Senza contare che, tra l’altro, c’è già un episodio in merito.

Estelle: Beato te! Io invece  sto sempre lì lì per scatenarmi quando sento qualcuno storpiare certi termini, tanto che mi vien voglia di mettere dei paletti sull’uso corretto delle parole!

Marcelo: Vivaddio, concordo! Non c’è santo che tenga: le regole grammaticali vanno rispettate in toto e non possiamo permetterci di eludere la grammatica.

Con tutto che – contuttoché (ep. 1074)

Con tutto che (contuttoché)

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Trascrizione

Avrei giurato che con tutti gli episodi che ho pubblicato su italiano semplicemente, ci fosse anche almeno una citazione, almeno un utilizzo di “con tutto che”. Invece, con tutto che ad oggi gli episodi sono più di 2000, non avevo mai usato finora questa congiunzione. Veramente strano.

Generalmente si scrive in tre parole: “con tutto che” . ma si può anche scrivere tutto in una parola: contuttoché, con l’accento acuto sulla e. Si usa comunque prevalentemente all’orale e forse è per questo motivo che non l’ho mai usato. Ma quando si parla con una persona, anche io lo uso molto di frequente.

Per iscritto invece preferisco usare sebbene, nonostante, quantunque, ancorc (su cui c’è un episodio) malgrado, anche se. Pensate che con tutto che ho persino fatto un episodio dedicato anche a “per quanto“, neanche in quell’episodio ho citato questa equivalente modalità. E dire che c’è anche un terzo episodio episodio su “benché“.

Sto giocando un po’, ma ciò che voglio dirvi è che è comunque utile conoscere e saper usare anche questa modalità, quantunque sia usata in prevalenza all’orale.

Ad ogni modo contuttoché viene utilizzata per esprimere un’idea di concessione o contrasto, in modo simile a “nonostante” o “benché” eccetera

Viene usata per introdurre una frase che contraddice o limita ciò che è stato detto precedentemente.

Vediamo qualche esempio.

Mia sorella fa la segretaria da 20 anni, con tutto che è laureata.

Non mi è mai piaciuta la pizza, con tutto che sono nato a Napoli.

Io in questi esempi ho sempre usato il verbo all’indicativo, ma si può usare anche il congiuntivo.

Es:

sono stato bocciato, con tutto che avessi studiato notte e giorno per mesi.

Contuttoché Giovanni sia guarito dalla malattia del Covid, continua a indossare sempre la mascherina.

Posso aggiungere che rispetto soprattutto a sebbene e benché, di solito si usa il tono della voce per enfatizzare e spesso si dedica una frase a parte, sempre per enfatizzare.

Es:

non amo fare scherzi il primo di aprile, con tutto che sono un tipo che ha sempre in mente gli scherzi.

Invece benché e sebbene si mettono soprattutto all’inizio della frase, sebbene questa non sia una regola.

Adesso, ripassiamo parlando di umorismo.

Marcelo: Oggi, primo di aprile, è il giorno del pesce d’aprile, una giornata umoristica la cui nascita si crede risalga al sedicesimo secolo in Francia e consiste nello scambiarsi scherzi che non causino conseguenze negative. Quanto al concetto di umorismo, consiste nel ridere “con” le persone, e non “di” loro. Se qualcuno inciampa e cade, non è carino deriderlo. Un esempio? Una volta un uomo mentre ballava scivolò e cadde sulle terga. Tutti ridevano “di” lui. Con prontezza di riflessi, mentre si alzava disse: “La prossima volta lo farò meglio!” E tutti risero “con” lui! Questo sì che è vero umorismo!

Ancorché (ep. 975)

Ancorché (scarica audio)

ancorchéTrascrizione

Oggi voglio parlarvi di ancorché, che si scrive con l’accento acuto sulla “e”.

Ancorché” è una congiunzione che viene utilizzata per introdurre una concessione o un’opposizione tra due situazioni. Si usa quando si vuole indicare che una cosa accade nonostante un’altra cosa possa sembrare contraria. Ad esempio:

Ha deciso di andare in montagna, ancorché facesse freddo.

Somiglia molto a “anche se”, “sebbene”, “benché”, “nonostante” e “quantunque”.

Quali sono le differenze? Volete saperlo?

Anche se: “Anche se” ha una funzione simile a “ancorché” ed è molto più utilizzata

Esempio:

Andrò alla festa, anche se sono malato.

“Sebbene” è un altro termine che può essere utilizzato per introdurre una frase che esprime un’opposizione o una contraddizione rispetto a ciò che è stato detto nella frase principale.

Esempio:

Sebbene sia giovane, ha molta esperienza.

Non ci siamo mai occupati di “sebbene” finora, e devo dirvi che è leggermente meno informale rispetto a a “anche se” e la sua particolarità è che bisogna usare il congiuntivo, proprio come “benché“, di cui invece ci siamo occupati. Benché è abbastanza simile ma meno formale rispetto a ancorché.

Es:

Benché avessi molta paura, sono rimasto calmo.

Tutti questi termini possono essere utilizzati per indicare che una cosa accade o è vera, o che è accaduta nonostante possa sembrare contraria o in opposizione a qualcos’altro. La scelta tra di essi dipenderà spesso dallo stile o dalla preferenza personale, poiché hanno significati molto simili.

Giovanni continuò a lavorare, ancorché molto stanco

In questo esempio, “ancorché” indica che Giovanni stava lavorando nonostante fosse stanco, sebbene fosse stanco, benché stanco.

C’è sempre un contrasto tra due fatti.

Verrò alla riunione, ancorché abbia altri impegni.

Cioè:

Parteciperò alla riunione nonostante abbia altri impegni.

Verrò alla riunione, sebbene abbia altri impegni.

Verrò alla riunione, anche se ho altri impegni.

Verrò alla riunione, benché abbia altri impegni.

Oppure:

Ha preso la decisione, ancorché difficile da accettare.

In questo caso, “ancorché” indica che la decisione è stata presa, anche se è difficile da accettare. È simile anche a “malgrado”. Anche “malgrado” vuole il congiuntivo. Ce ne faremo una ragione!

“Anche se” in questi casi vuole l’indicativo, ma quando introduce un’ipotesi, una possibilità, allora si usa il congiuntivo.

Es.

Anche se mangiassi di più, non ingrasserei

Capisco bene quindi il motivo per cui, nel caso di concessione e opposizione, i non madrelingua preferiscono usare “anche se”.

In tal senso, anche “quantunque” ha un uso analogo. Purtroppo bisogna ancora una volta usare il congiuntivo!

Una cosa interessante è che “quantunque” ha anche il senso di “per quanto“. Meno male che ci siamo già occupati di “per quanto“. Abbastanza formale anche “quantunque”.

Suonò il telefono e quantunque fosse molto tardi, risposi con un tono amichevole.

Notate bene che anche qui c’è un contrasto, una contrapposizione evidente.

Si può tranquillamente dire:

Suonò il telefono e per quanto fosse molto tardi, risposi con un tono amichevole.

Ancorché” si preferisce usare in contesti più formali rispetto alle alternative di cui vi ho parlato. Parlo di documenti legali, discorsi ufficiali, articoli di giornale eccetera. In questi casi potrebbe essere preferibile utilizzare “ancorché“.

Inoltre se si desidera mettere in evidenza una concessione o una opposizione tra due fatti, “ancorché” potrebbe essere preferito. Ad esempio, se si vuole sottolineare che qualcosa è accaduto nonostante le circostanze fossero ostili, si potrebbe dire:

Ha vinto la partita, ancorché piovesse a dirotto.

Piuttosto che:

Ha vinto la partita, anche se pioveva a dirotto.

Ha vinto la partita, benché/sebbene/nonostante piovesse a dirotto.

Adesso anche se siete stanchi, facciamo un bel ripasso usando, oltre a cose già imparate, anche i termini “benché”, “sebbene”, “quantunque”, “anche se” e “nonostante”.
Marcelo: Sapete, non riesco a perdere peso, benché segua una dieta rigorosa.

Hartmut: Sebbene sia difficile, devi anche fare esercizio fisico regolarmente, facendo almeno 10000 passi ogni giorno. Inoltre, giù le mani da quei dolcetti di cui vai pazzo!

Mary: Va bene, ma quantunque sia importante la dieta e l’esercizio, anche se sei convinto e hai un buon inizio, devi avere dedizione e costanza per avere successo. Ricorda che solo chi la dura la vince!

Marcelo: Hai ragione, nonostante sia difficile, devo trovare i momenti propizi e la motivazione al più alto per non mollare.

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431 Benché

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Benché

Buongiorno, l’episodio di oggi riguarda la congiunzione benché, che si scrive con l’accento acuto sulla e, esattamente come perché.

Benché significa “anche se“. Questo è l’utilizzo primario.

benché

Si può usare senza problemi sempre al posto di “anche se“, quindi non abbiate timore nel farlo, benché le prime volte possa sembrarvi strano.
Mi piace la, carne, benché io preferisca mangiarne poca.
Purtroppo la cattiva notizia è che quando usate benché, in genere si usa il congiuntivo.

A volte si preferisce usare benché perché la frase è più veloce. Il verbo si può addirittura togliere:

Anche se sono stanco, posso allenarmi.

Diventa:

Benché io sia stanco, posso allenarmi.

Oppure:

Benché stanco, posso allenarmi.

In questi casi il verbo lo potete togliere sempre:

Anche se (sono) stanco, posso allenarmi

C’è però un altro utilizzo interessante di benché.

Si utilizza molto spesso in caso di assenza di dubbi.

Se io non ho alcun dubbio posso dire:

Non ho il minimo dubbio

Oppure:

Non ho il benché minimo dubbio.

Non ho il benché minimo dubbio significa che non ho neanche un dubbio, neanche il più piccolo. Anche solo il più piccolo dubbio è da escludere.

Possiamo anche parlare di altro, non solo di dubbi:

Non ho fatto il benché minimo sforzo

Cioè non ho fatto nemmeno uno sforzo, neanche il più piccolo.

Non hai la benché minima prova che io ti abbia tradito!

Sul tuo viso non c’è il benché minimo segno di allegria.

Non ho provato il benché minimo senso di colpa

Sono a dieta. Non mangio la benché minima quantità di carboidrati.

Ora, benché siano passati da poco i due minuti, passo la parola ai membri per il ripasso delle puntate precedenti.

Mariana
Oggi tocca a noi comporre un ripasso?

Hartmut
Certo, non hai presente la richiesta qualche attimo fa? Speriamo vi sia qualcuno preparato!

Ulrike
Io rispondo picche alla domanda. Ho da fare.

Wilde
Ma va’, l’episodio vuoi sentire, ma di un ripasso non ti degni? Per la cronaca, senza un ripasso non ci sarà un episodio!

Iberè
Il problema non si pone amici. Se noi veniamo meno, fortuna vuole che ci sarà un ripasso del presidente. Altro che storie!