870 Incombente e imminente

Incombente e imminente (scarica audio)

incombente e imminenteTrascrizione

Episodio 870 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente. Parliamo di incombente e imminente, due aggettivi simili, ma non troppo.

Per usare questi aggettivi bisogna pensare a qualcosa che si avvicina: qualcosa diventa sempre più vicino a noi.

La cosa che si avvicina è ciò che comporta, con tutti i suoi annessi e connessi, fa la differenza tra l’uso di incombente e imminente. Questa almeno è una delle differenze.

Se si avvicina una persona però, (o un animale, o un oggetto), non si dice che questa persona è incombente e neanche che è imminente.

Ma quali altre cose si possono avvicinare?

Dobbiamo pensare all’uso figurato di avvicinarsi.

Ad esempio un pericolo, che può essere sia imminente, sia incombente.

In generale, se qualcosa è imminente, generalmente è solo una questione di tempo (ne manca veramente poco) ma arriverà sicuramente, mentre se è incombente non è detto che arriverà. Dipende. Questa è un’altra differenza.

Di sicuro la cosa incombente mette molta ansia.

Oppure quando si avvicina una data, un giorno particolare, quando dovrà accadere qualcosa di particolare.

Quella data è imminente, cioè sta per arrivare.

Quando manca qualche giorno all’esame, allora l’esame è imminente. C’è meno emozione però nell’imminenza, mentre se l’esame e la data dell’esame incombono, allora non solo il giorno dell’esame si avvicina sempre di più ma la cosa genera molta ansia e preoccupazione.

Vi dico questo perché questa cosa che si avvicina deve essere minacciosa o pericolosa ma soprattutto ineluttabile se vogliamo definirla incombente.

Ineluttabile vuol dire che non possiamo farci nulla. È qualcosa contro cui, tra l’altro, non si può lottare, perché ad esempio è imposto da una necessità. Se poi questa necessità è percepita come tragica o fatale, ha ancora più senso usare “ineluttabile”.

Si potrebbe dire che questa cosa che sta per arrivare è inesorabile, che è inevitabile, certo, ma incombente è più minaccioso e pauroso.

Solitamente si dice che una minaccia è incombente.

Ugualmente, anche un pericolo può essere definito incombente.

Un destino incombente è ugualmente qualcosa di molto preoccupante perché il tempo passa e non si può fare a meno di andare incontro a qualcosa di inesorabile e negativo.

C’è l’idea di sentirsi inermi di fronte a qualcosa più forte di noi, qualcosa di inesorabile, inevitabile, che prima o poi arriverà o potrebbe arrivare.

Prima ho usato anche il verbo incombere. Ho parlato di un esame che incombe perché la data dell’esame si avvicina.

È vero che tutto è relativo, e per uno studente gli esami sono fonte di ansia, però, come detto, in genere si parla si pericoli, minacce o fatti gravi.

Posso dire ad esempio:

L’ombra della guerra nucleare incombe sul mondo intero.

È la guerra nucleare ad essere incombente, perché si è paventata la possibilità di una guerra nucleare. Non si sa se ci sarà, di certo preoccupa tutti e incombe su tutti noi.

Non possiamo pero dire, fortunatamente, che una guerra nucleare è imminente, perché non ci sono certezze su questo. Per ora è certamente incombente ma non imminente.

Si può anche certamente dire che il tempo incombe su tutti gli esseri viventi. È soltanto questione di anni ma poi tutto sarà finito!

Usare la preposizione “su” fa pensare anche ad un “peso” psicologico che si sopporta. È sia il rischio, sia l’approssimarsi di questa possibilità a pesare su di noi e farci preoccupare.

A proposito, dicevo prima che l’aggettivo imminente ha anche un carico emotivo meno pesante rispetto a incombente.

Es:

è imminente una perturbazione su tutta l’Italia.

Imminente avvio dei lavori per il nuovo stadio.

Trump annuncia la sua imminente candidatura

In pratica “manca pochissimo” e questo è sufficiente per usare imminente.

Per poter incombere invece è sufficiente che la cosa sia fonte di forte preoccupazione, ma come detto, molto spesso si tratta di una minaccia, un pericolo solamente potenziale.

Infine vi devo parlare dell’incombenza, che è un compito affidato o ricevuto nell’ambito di rapporti fondati sul senso del dovere.

Certo, è un termine che fa pensare più che al dovere, al peso che si ha nel dover realizzare questo compito. Una incombenza in poche parole è un compito che va fatto assolutamente perché è il senso del dovere che ce lo impone. Non c’è in questo caso il senso di qualcosa di inevitabile perché prima o poi arriverà ma perché prima o poi occorre farlo!

Adesso ripassiamo, un compito che affido volentieri ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente. Spero non sia considerata un’incombenza. Vabbè, il tempo incombe, quindi ripassiamo.

Irina: Ciao D2, qual buon vento! Tutto bene?

Sofie: Ehilà D1, beh, non mi lamento, si tira a campare.

Irina: Ma che c’è? Ti vedo un po’ giù. Senti, avevo comprato due biglietti per il concerto di Vasco, ma Luigi non può venire . Tu, come sei messa domani?

Sofie: A dire il vero ultimamente sono distrutta fisicamente e psicologicamente e ogni sera mi stravacco sul divano.

Irina: Come mai? C’è maretta tra te e Gianni?

Sofie: Recentemente ho sentore che lui mi stia tradendo. Ogni sera mi dice che deve uscire per fare gli straordinari al lavoro, ma si mette tutto in ghingheri. Non è strano?

Irina: Ma dai, si fa presto a dire tradimento. Non preoccuparti per così poco. Lui è sempre stato un tipo vanitoso. Di qui a dire che ti tradisca ce ne vuole… Per me è e resta un signore con la S maiuscola.

Sofie: se è per questo, anche le mie amiche dicono di non farmi troppe seghe mentali. Probabilmente hanno ragione. Queste fissazioni in fondo le ho sempre avute. Però non riesco proprio a scrollarmi di dosso questa enorme preoccupazione che…. mi distrugge!!

Irina: Certo, è pur vero che a volte a pensar male non si sbaglia mai, ma in questo caso farei un’eccezione. Speriamo non siano le ultime parole famose

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Trascrizione

Oggi vediamo “aderente“, un aggettivo e al contempo un sostantivo maschile e femminile.

Ma è più maschile o più femminile?

Dipende…

Scherzi a parte, mi è venuta in mente questa battuta (dovete perdonarmi ma ogni tanto sento il bisogno impellente di farne una) perché i vestiti aderenti mi fanno pensare più a qualcosa di femminile.

Qualcuno adesso potrebbe dirmi che non è vero perché molti uomini, ragazzi soprattutto, portano (cioè indossano) abiti aderenti, come pantaloni o magliette aderenti. Vero.

Ciò che è aderente aderisce, cioè si trova a stretto contatto con qualcosa.

Il pantalone aderente aderisce alla pelle, e infatti si parla di pantaloni aderenti per dire che sono stretti.

Ma stretto e aderente non sono in realtà dei sinonimi. Infatti l’aderenza può derivare da un tessuto elastico, fatto apposta per aderire.

Invece, un abito stretto potrebbe essere della taglia sbagliata, quindi potrebbe anche risultare scomodo.

Comunque è vero che un pantalone o una maglia possono aderire alla pelle, ma non sono solo gli indumenti a poter aderire a qualcosa.

L’aggettivo aderente si può riferire anche alla corrispondenza stretta.

Cioè?

Se una traduzione è aderente al testo scritto significa evidentemente che la traduzione corrisponde esattamente al testo scritto in altra lingua.

Apparentemente i due significati di aderente non hanno nulla in comune.

Il pantalone però, che aderisce alla pelle, in fondo è attaccato alla pelle, si trova a stretto contatto con la pelle. C’è dunque il concetto di vicinanza, di prossimità.

Allora una traduzione aderente ad un testo si avvicina al testo, quindi è una traduzione esatta, o meglio, conforme al testo.

Ricordate il concetto di conformità?

Ce ne siamo occupati in un episodio passato. Ebbene, l’aderenza si può usare anche per indicare conformità, e c’è sempre una coppia di cose che viene posta a confronto..

Qualcosa può essere conforme ad un altra e qualcosa può aderire a qualcos’altro.

C’è qualcosa di simile al concetto di corrispondenza.

La traduzione corrisponde alla versione in lingua italiana.

Sto dicendo esattamente la stessa cosa.

Ovviamente non solo una traduzione può essere aderente ad un testo.

Usare l’aderenza è certamente poco colloquiale, più formale dunque.

Ammettiamo di partecipare ad un concorso.

Chissà se il mio profilo è aderente a quello richiesto!

Vedete che anche qui ci sono due cose a confronto e si cerca di capire se c’è una vicinanza, quindi una corrispondenza, tra le mie caratteristiche professionali (cioè il mio profilo) con quelle della persona che stanno cercando.

In teoria, dovrebbe essere assunta la persona le cui caratteristiche professionali si avvicinano maggiormente alla persona che si sta cercando.

Detto in altre parole, si cerca la persona con il profilo professionale maggiormente aderente a quello cercato.

C’è dunque il concetto di vicinanza che voglio sottolineare.

Se qualcosa non vi piace e volete esprimervi in modo più forbito, potete dire ad esempio che questa cosa non aderisce perfettamente ai vostri gusti.

Oppure si può commentare un film dicendo che non è molto aderente alla realtà e alla sensibilità dei giovani.

Insomma, questo film non corrisponde a ciò che i giovani vedono e vivono tutti i giorni.

Infine, dicevo che aderente è anche sostantivo.

Ad esempio ci sono molte persone che, avendo aderito all’associazione Italiano Semplicemente, sono diventati aderenti all’associazione.

Chi aderisce ad un partito è invece un aderente al partito. Poi c’è anche chi aderisce ad una iniziativa.

In quest’ultimo caso si tratta di persone che, potremmo dire, sono d’accordo con una iniziativa. Lo stesso si può dire per un progetto o una proposta.

Diciamolo meglio però.

Chi fa propria un’opinione, un’iniziativa di altri, si dice che aderisce all’iniziativa, al progetto, all’idea.

Chi ha deciso di far parte dell’associazione Italiano Semplicemente, ad esempio, ha aderito agli obiettivi dell’associazione.

Hanno tutti qualcosa in comune gli aderenti all’associazione. Il concetto di vicinanza c’è anche qui.

Quando parliamo di aderenti ad un partito possiamo parlare anche di seguaci o sostenitori.

Oggi si usa anche follower, ma questo termine inglese si usa solamente per Facebook, twitter Instagram eccetera.

Tranquilli, abbiamo finito.

Adesso vi propongo un breve ripasso degli episodi precedenti. Qualcuno aderisce alla mia proposta?

Irina: aderisco volentieri. Anche perché non voglio essere ammonita, tantomeno essere accusato di essere una nullafacente.

Edita: ciò non toglie che dovremmo parlare di qualcosa… e neanche a me viene in mente nulla…

Mary: vabbè dai, fate conto che l’argomento l’abbiamo trovato.

Anthony: quando si dice la fantasia…

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    822 Dare su

    Dare su (scarica)

    Trascrizione

    Giovanni: Vediamo oggi un uso particolare ma molto diffuso del verbo dare. “Dare su” è la locuzione alla quale mi riferisco, che ha due utilizzi in particolare.

    Il primo è “dare sui nervi” che può essere anche “dare ai nervi”.

    Si tratta di una espressione colloquiale che si usa quando qualcosa (soprattutto parliamo di un atteggiamento o un comportamento di una persona), ci dà fastidio, o meglio, quando questa cosa ci innervosisce.

    Che significa?

    Se una cosa ci rende nervosi, ci irrita, si può anche dire che ci dà sui/ai nervi.

    Però sono soprattutto le persone e i loro comportamenti a dare sui nervi.

    Se non si tratta di questo, solitamente possiamo usare il verbo innervosire, rendere nervosi o anche l’espressione “farsi prendere dal nervosismo” , che significa sempre irritarsi.

    Dunque, un contrattempo può farmi innervosire.

    Lo stesso vale per tutte le cose inaspettate che hanno conseguenze negative su di noi.

    Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta innervosendo/snervando

    Non farti prendere dal nervoso per così poco!

    Se invece si tratta di comportamenti è molto facile che si usi l’espressione dare sui nervi.

    Giovanni quando insiste in questo modo mi dà proprio sui nervi!

    Ma cosa sono i nervi?

    Parliamo semplicemente delle fibre nervose, quindi si riferiscono al nostro sistema nervoso.

    Nel linguaggio comune però con il termine nervi si intende la condizione psichica di una persona e si usa specialmente in espressioni figurate allusive a un insufficiente controllo della propria emotività in certe situazioni, o un intenso logorio psichico.

    Si usano spesso espressioni tipo “avere i nervi” o anche “avere i nervi a fior di pelle”, “avere i nervi a pezzi”.

    Quando si deve mantenere il controllo invece è bene mantenere i nervi saldi.

    Molte cose comunque fanno venire i nervi. Si usa anche “urtare i nervi” con lo stesso senso di “dare sui nervi”.

    Che nervi che mi fai venire!

    Mi urti i nervi!

    Mi dai sui nervi!

    Sono frasi equivalenti.

    In generale il cattivo umore spesso è manifestato con una frase che contiene il termine nervi.

    Il secondo modo di usare “dare su” invece è simile al verbo affacciarsi.

    Anthony:

    La finestra della mia camera sul cortile.

    Quindi quando mi affaccio dalla finestra della camera si vede il cortile. La finestra della camera si affaccia sul cortile, cioè la finestra dà sul cortile.

    In quale camera vuoi dormire? Va bene quella che dà sul giardino o preferisci l’altra che dà sulla strada?

    Si può utilizzare in teoria anche con le porte, con le facciate cioè con i muri, non solo con le finestre. Al posto di dare a volte si usa anche guardare:

    La finestra guarda sulla strada.

    Mi affaccio alla finestra e cosa vedo?

    Vedo la strada.

    Altre volte il verbo non si usa proprio:

    La finestra sul cortile

    Questo, tra l’altro, è anche il titolo di un vecchio film.

    Attenzione perché non sempre, quando incontriamo “dare su” siamo di fronte a questi due utilizzi di cui vi abbiamo parlato: dare sui nervi e dare nel senso di affacciarsi.

    Questo sì deve ai tanti utilizzi del verbo dare.

    Es:

    Avete consigli da dare sulla lingua italiana?

    Ognuno può, dare su questo argomento il suo contributo.

    Abbiamo alcune notizie da dare su di noi.

    È sbagliato dare su questo aspetto letture diverse dalla nostra.

    La mia automobile il meglio lo dà su strada sterrata.

    Adesso un bel ripasso e poi per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente faccio 10 domande sull’episodio di oggi. Seguiranno anche le risposte.

    Nel ripasso di oggi si parla di vacanze.

    Giovanni: aspetta! Mi è appena venuto in mente un terzo utilizzo della locuzione dare su.

    Si utilizza con i colori, nel senso di tendere, avvicinarsi.

    Es: avete presente la mora artica? È un frutto tipico finlandese, di colore rosso scuro che dà sul verde, marrone e anche nero a volte.

    Quindi questo frutto ha un colore che è fondamentalmente rosso scuro, ma spesso tende un po’ al verde, marrone e nero.

    Se invece cercate la definizione di rossiccio, troverete che questo aggettivo si usa quando parliamo di un colore che ha una sfumatura rossa, che dà sul rosso. Quindi fa pensare al rosso, anche se il colore prevalente è un altro. C’è una sfumatura rossa.

    Peggy: Visto che oramai l’aria nel gruppo sa di vacanza, non ti dico che voglia che ho di andare a lavorare in questo periodo. Non me la sento di fare qualunque cosa, ma solo di sognare di avviarmi seduta stante per una vacanza bell’e buona. Quale che sia il posto con una bella spiaggia mi andrà benissimo.

    Khaled: Io invece, sebbene non sia proprio in vena di concludere il mio lavoro, (sarà comunque con i fiocchi però) ,dovrò farlo e tra una settimana e passa sarò tranquillo/a di godere della mia vacanza in montagna con la famiglia, spaziando in luoghi colmi di verde. Ragazzi, ho sentore che sarà uno svago da dio.

    Hartmut: Guarda, il facente funzione del mio direttore mi ha chiesto di fare gli straordinari tutto agosto. Ma va’! Non esiste proprio, gli ho risposto. Ho già sacrificato due anni di vacanze estive. Questa volta non c’è santo che tenga, partirò di sicuro. Buone vacanze a tutti.

    Esercizi

    1) quando sei così cocciuto __ __ __ nervi.

    2) cerca di ____________ i nervi saldi, non puoi farti travolgere dalle emozioni così.

    3) la finestra che __ sul giardino è troppo piccola.

    4) Se la finestra dà sul giardino, allora si ________ sul giardino.

    5) Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta ___________.

    6) Mi URTI i nervi quando non rispondi alle mie domande.

    7) Non mi dire niente oggi ché ho i nervi a ____ di pelle.

    8) Se la finestra _____ sul giardino anziché sulla strada, sarebbe molto meglio.

    9) dopo due anni di convivenza, ho i ______ a pezzi! Non ce la faccio più!

    10) quando mi ____________ non ragiono più e non riesco più a prendere decisioni razionali.

    Soluzioni

    1) quando sei così cocciuto MI DAI SUI nervi.

    2) cerca di MANTENERE i nervi saldi, non puoi farti travolgere dalle emozioni così.

    3) la finestra che DÀ sul giardino è troppo piccola.

    4) Se la finestra dà sul giardino, allora si AFFACCIA sul giardino.

    5) Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta SNERVANDO/INNERVOSENDO

    6) Mi URTI i nervi quando non rispondi alle mie domande.

    7) Non mi dire niente oggi ché ho i nervi a FIOR di pelle.

    8) Se la finestra DESSE sul giardino anziché sulla strada, sarebbe molto meglio.

    9) dopo due anni di convivenza, ho i NERVI a pezzi! Non ce la faccio più!

    10) quando mi INNERVOSISCO non ragiono più e non riesco più a prendere decisioni razionali.