904 Squadrare

Squadrare (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: adesso che abbiamo parlato del verbo scrutare, posso anche parlarvi di un altro verbo: squadrare.

Cominciamo con un esempio:

Sono entrato in un negozio di lusso e la commessa mi ha squadrato dalla testa ai piedi per vedere com’ero vestito.

Significa che questa commessa mi ha esaminato attentamente dalla testa ai piedi, guardandomi in modo approfondito e attento, come se stesse valutando o analizzando il mio aspetto fisico e il mio abbigliamento.

Questo verbo viene spesso usato per descrivere un comportamento invadente, cioè tipico di persone prive di discrezione, o impertinenti, inopportune, indiscrete. Sono comportamenti con cui si manca di rispetto, dunque alquanto irrispettoso, è direi anche insolente, sfacciato. Insolente si dice di una persona che oltrepassa, supera in modo intollerabile, i limiti imposti dalle convenienze o dall’educazione.

Il verbo squadrare significa guardare, esaminare attentamente qualcuno per farsene un’idea, quindi molto simile a scrutare.

Appena sono entrato in classe mi sono vista squadrare da tutti. Ho pensato subito di avere qualcosa che non va e ero molto imbarazzato.

Avete già capito che squadrare si usa nella pratica solo con le persone. Questa è la differenza con scrutare, più generico e molto meno giudicante.

Squadrare ha questo utilizzo che appartiene al linguaggio informale, e naturalmente ha a che fare con la figura del quadrato.

Pensate ai lati del quadrato: delle linee orizzontali e verticali che danno l’idea del movimento dello sguardo, che vuole scrutare attentamente qualunque dettaglio e pertanto c’è bisogno di guardare a destra e sinistra, in alto e in basso. Si dice spesso, come ho fatto prima, squadrare dalla testa ai piedi.

Quando qualcuno ti squadra ci si sente in imbarazzo perché si viene giudicati, valutati e probabilmente criticati se “l’esame visivo” non viene superato.

Abbiamo già visto l’espressione lanciare frecciate o frecciatine, che è qualcosa che si può fare sia dicendo una battuta velenosa o anche solamente con lo sguardo.

La differenza con squadrare è che quando si viene squadrati si è alla ricerca di informazioni mentre lanciare frecciate serve a comunicare messaggi, specialmente minacciosi.

Squadrare è comunque un verbo che ha altri significati, sempre legati alla figura del quadrato ma comunque non molto utilizzati.

Se ricordate, la figura del quadrato dà anche origine alle persone “quadrate“, cioè precise, competenti ma generalmente poco flessibili.

Date un’occhiata se non ricordate. Abbiamo visto anche l’espressione “fare quadrato” e anche “trovare la quadra“. Ce n’è anche  un’altra e la vedremo nei prossimi episodi.

Adesso ripassiamo.

Secondo voi chi ha la forma migliore tra il quadrato e il cerchio? Sentiamo cosa ne pensano i protagonisti, interpretati da alcuni membri dell’associazione.

Quadrato (Irina): Ehi Cerchio, credo che sia giunto il momento della resa dei conti, ossia di sfidarci a chi è il più bello. Pronto a raccogliere la provocazione?

Cerchio (Ulrike): Ahah! E perché mai dovremmo farlo? Dai, non è cosa, siamo entrambi belli a modo nostro. Tzzz… Vai a capire i meandri della mente di un quadrato.

Quadrato (Anne Marie): Non dimenticarti caro Cerchio che la forma fa la sostanza! Quindi la mia forma perfettamente squadrata e ordinata mi rende una figura sui generis.

Cerchio (Danielle): lo so, lo so, e sfido chicchessia a dire il contrario. Ciò non toglie però che io sia armonioso e fluido, e questo mi rende unico e affascinante, proprio il fior fiore delle figure geometriche.

Quadrato (Marcelo)Se è per questo io ho angoli e linee precise, che mi conferiscono stabilità e ordine. A volte sembra che resti impalato ma non è così. È che posso scegliere su che lato stare e raramente cambio posizione. Sono retto e corretto e non vedrai mai la mala parata per colpa mia!

Cerchio3 (Estelle): E io ho una forma rotonda che trasmette pace e tranquillità. non troverai niente di tortuoso in me, e non sono incline a rimanere a braccia conserte (di braccia come saprai ne sono sprovvisto). Un mio difetto? Mi risulta difficile assumere una posizione!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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822 Dare su

Dare su (scarica)

Trascrizione

Giovanni: Vediamo oggi un uso particolare ma molto diffuso del verbo dare. “Dare su” è la locuzione alla quale mi riferisco, che ha due utilizzi in particolare.

Il primo è “dare sui nervi” che può essere anche “dare ai nervi”.

Si tratta di una espressione colloquiale che si usa quando qualcosa (soprattutto parliamo di un atteggiamento o un comportamento di una persona), ci dà fastidio, o meglio, quando questa cosa ci innervosisce.

Che significa?

Se una cosa ci rende nervosi, ci irrita, si può anche dire che ci dà sui/ai nervi.

Però sono soprattutto le persone e i loro comportamenti a dare sui nervi.

Se non si tratta di questo, solitamente possiamo usare il verbo innervosire, rendere nervosi o anche l’espressione “farsi prendere dal nervosismo” , che significa sempre irritarsi.

Dunque, un contrattempo può farmi innervosire.

Lo stesso vale per tutte le cose inaspettate che hanno conseguenze negative su di noi.

Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta innervosendo/snervando

Non farti prendere dal nervoso per così poco!

Se invece si tratta di comportamenti è molto facile che si usi l’espressione dare sui nervi.

Giovanni quando insiste in questo modo mi dà proprio sui nervi!

Ma cosa sono i nervi?

Parliamo semplicemente delle fibre nervose, quindi si riferiscono al nostro sistema nervoso.

Nel linguaggio comune però con il termine nervi si intende la condizione psichica di una persona e si usa specialmente in espressioni figurate allusive a un insufficiente controllo della propria emotività in certe situazioni, o un intenso logorio psichico.

Si usano spesso espressioni tipo “avere i nervi” o anche “avere i nervi a fior di pelle”, “avere i nervi a pezzi”.

Quando si deve mantenere il controllo invece è bene mantenere i nervi saldi.

Molte cose comunque fanno venire i nervi. Si usa anche “urtare i nervi” con lo stesso senso di “dare sui nervi”.

Che nervi che mi fai venire!

Mi urti i nervi!

Mi dai sui nervi!

Sono frasi equivalenti.

In generale il cattivo umore spesso è manifestato con una frase che contiene il termine nervi.

Il secondo modo di usare “dare su” invece è simile al verbo affacciarsi.

Anthony:

La finestra della mia camera sul cortile.

Quindi quando mi affaccio dalla finestra della camera si vede il cortile. La finestra della camera si affaccia sul cortile, cioè la finestra dà sul cortile.

In quale camera vuoi dormire? Va bene quella che dà sul giardino o preferisci l’altra che dà sulla strada?

Si può utilizzare in teoria anche con le porte, con le facciate cioè con i muri, non solo con le finestre. Al posto di dare a volte si usa anche guardare:

La finestra guarda sulla strada.

Mi affaccio alla finestra e cosa vedo?

Vedo la strada.

Altre volte il verbo non si usa proprio:

La finestra sul cortile

Questo, tra l’altro, è anche il titolo di un vecchio film.

Attenzione perché non sempre, quando incontriamo “dare su” siamo di fronte a questi due utilizzi di cui vi abbiamo parlato: dare sui nervi e dare nel senso di affacciarsi.

Questo sì deve ai tanti utilizzi del verbo dare.

Es:

Avete consigli da dare sulla lingua italiana?

Ognuno può, dare su questo argomento il suo contributo.

Abbiamo alcune notizie da dare su di noi.

È sbagliato dare su questo aspetto letture diverse dalla nostra.

La mia automobile il meglio lo dà su strada sterrata.

Adesso un bel ripasso e poi per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente faccio 10 domande sull’episodio di oggi. Seguiranno anche le risposte.

Nel ripasso di oggi si parla di vacanze.

Giovanni: aspetta! Mi è appena venuto in mente un terzo utilizzo della locuzione dare su.

Si utilizza con i colori, nel senso di tendere, avvicinarsi.

Es: avete presente la mora artica? È un frutto tipico finlandese, di colore rosso scuro che dà sul verde, marrone e anche nero a volte.

Quindi questo frutto ha un colore che è fondamentalmente rosso scuro, ma spesso tende un po’ al verde, marrone e nero.

Se invece cercate la definizione di rossiccio, troverete che questo aggettivo si usa quando parliamo di un colore che ha una sfumatura rossa, che dà sul rosso. Quindi fa pensare al rosso, anche se il colore prevalente è un altro. C’è una sfumatura rossa.

Peggy: Visto che oramai l’aria nel gruppo sa di vacanza, non ti dico che voglia che ho di andare a lavorare in questo periodo. Non me la sento di fare qualunque cosa, ma solo di sognare di avviarmi seduta stante per una vacanza bell’e buona. Quale che sia il posto con una bella spiaggia mi andrà benissimo.

Khaled: Io invece, sebbene non sia proprio in vena di concludere il mio lavoro, (sarà comunque con i fiocchi però) ,dovrò farlo e tra una settimana e passa sarò tranquillo/a di godere della mia vacanza in montagna con la famiglia, spaziando in luoghi colmi di verde. Ragazzi, ho sentore che sarà uno svago da dio.

Hartmut: Guarda, il facente funzione del mio direttore mi ha chiesto di fare gli straordinari tutto agosto. Ma va’! Non esiste proprio, gli ho risposto. Ho già sacrificato due anni di vacanze estive. Questa volta non c’è santo che tenga, partirò di sicuro. Buone vacanze a tutti.

Esercizi

1) quando sei così cocciuto __ __ __ nervi.

2) cerca di ____________ i nervi saldi, non puoi farti travolgere dalle emozioni così.

3) la finestra che __ sul giardino è troppo piccola.

4) Se la finestra dà sul giardino, allora si ________ sul giardino.

5) Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta ___________.

6) Mi URTI i nervi quando non rispondi alle mie domande.

7) Non mi dire niente oggi ché ho i nervi a ____ di pelle.

8) Se la finestra _____ sul giardino anziché sulla strada, sarebbe molto meglio.

9) dopo due anni di convivenza, ho i ______ a pezzi! Non ce la faccio più!

10) quando mi ____________ non ragiono più e non riesco più a prendere decisioni razionali.

Soluzioni

1) quando sei così cocciuto MI DAI SUI nervi.

2) cerca di MANTENERE i nervi saldi, non puoi farti travolgere dalle emozioni così.

3) la finestra che DÀ sul giardino è troppo piccola.

4) Se la finestra dà sul giardino, allora si AFFACCIA sul giardino.

5) Quando passa il treno? Quest’attesa mi sta SNERVANDO/INNERVOSENDO

6) Mi URTI i nervi quando non rispondi alle mie domande.

7) Non mi dire niente oggi ché ho i nervi a FIOR di pelle.

8) Se la finestra DESSE sul giardino anziché sulla strada, sarebbe molto meglio.

9) dopo due anni di convivenza, ho i NERVI a pezzi! Non ce la faccio più!

10) quando mi INNERVOSISCO non ragiono più e non riesco più a prendere decisioni razionali.

Guardarsi da

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LINK UTILI

Trascrizione

Ciao a tutti da Giovanni, italianosemplicemente.com.

Oggi voglio parlarvi dell’espressione “guardarsi da”, molto usata nel linguaggio di tutti i giorni da tutti gli italiani. È interessante però aprire una parentesi sul verbo guardare.

Conoscete tutti il verbo guardare che significa utilizzare gli occhi. È simile a vedere. Per guardare occorre usare i nostri occhi, ma guardare non sempre implica il vedere. Non è chiaro?

Dove stanno le scarpe? Ho guardato nella scarpiera ma non le ho viste, eppure erano lì.

Per guardare è sufficiente dirigere lo sguardo in un punto, senza necessariamente essere consapevoli di ciò che si guarda. Quello è vedere.

Il verbo guardare è anche simile ad osservare.

Ci sono molti verbi simili a guardare, a dire il vero, dipende dal modo in cui guardiamo qualcosa, dal modo in cui usiamo i nostri occhi.

Osservare ad esempio indica il guardare con attenzione, esaminare, scrutare. Anche per osservare ci vogliono gli occhi. Ne abbiamo bisogno quasi sempre. A meno che non sto osservando il tuo comportamento, oppure se osservo una regola, cioè se la rispetto.

Esaminare poi si usa per fare oggetto di esame, considerare attentamente, analizzare. Per esaminare non sempre si usano gli occhi. Anche un non vedente può esaminare qualcosa. L’obiettivo è verificare se questo qualcosa supera una prova, un esame, appunto. Dicevo di scrutare,

Scrutare significa indagare, esaminare a fondo una cosa, quindi ancora una volta con attenzione, per cogliere aspetti difficilmente osservabili. Quindi devo sforzarmi un po’ per scrutare, se sto guardando qualcosa. Ma non sempre guardo.

Quando guardo, se scruto devo aguzzare la vista (o lo sguardo) a meno che non sto scrutando le profondità del cuore, o l’animo umano o i misteri dell’oceano, o quelli della fede.

Si tratta di una ricerca molto attenta, finalizzata a vedere, ma anche a trovare, identificare qualcosa di non semplice.

Poi c’è sbirciare, molto simile a scrutare, ma molto più legato alla vista.

Sbirciare è guardare con la coda dell’occhio. Si dice anche così per non farsi vedere, per osservare senza farsi notare, stando attento a non essere visto. Come si fa a sbirciare? Posso sbirciare una ragazza guardandola di nascosto, magari la guardo dal buco della serratura di una porta. Oppure uno studente, durante un compito, può sbirciare il compito del vicino di banco per copiarlo. Per sbirciare possiamo anche dare una veloce occhiata, di sfuggita.

Ehi, non sbirciare!

Dai, solo uno sguardo di sfuggita, ti prego!

Si dice anche così: guardare di sfuggita.

Poi c’è anche spiare, cioè guardare di nascosto per curiosità o interesse.

Guardare diventa guardarsi nella forma riflessiva. Attenti però. Per guardarsi occorre essere in due? Volendo si.

Due innamorati possono guardarsi negli occhi. In questo caso una persona guarda l’altra negli occhi: si guardano.

Ma volendo anche da solo posso guardarmi. Ad esempi guardarsi allo specchio la mattina per lavarsi i denti.

Attenzione adesso: guardarsi da qualcuno cosa significa?

E guardarsi da qualcosa?

Quando c’è la preposizione “da”, il senso è quello di difendersi, stare attento a un pericolo, assicurarsi che tutto vada bene. Si può dire anche “stare in guardia da” con lo stesso significato. Ad esempio:

Io mi devo guardare da Franco

Questo vuol dire che devo stare attento a Franco, perché potrebbe essere un pericolo per me.

Guardati dall’ascoltare I consigli di Giuseppe.

Sto dicendo che i consigli di Giuseppe potrebbero essere pericolosi quindi sono una cosa da cui guardarsi.

Spesso, per rafforzare, si usa anche aggiungere “bene” :

Giuseppe si deve guardare bene (o deve guardarsi bene) dal credere alle parole di Lucia.

Quindi guardarsi o guardarsi bene da qualcuno o qualcosa indica lo stare lontano o almeno stare attento a qualcosa.

A volte posso anche togliere la preposizione “da” ma deve essere scontato, sottinteso di quale pericolo stiamo parlando. Esempio:

Se vai in giro di notte a Roma devi guardarti sempre le (o alle) spalle.

Oppure posso dire:

Andare in giro di notte da sola? Me ne guardo bene!

Se dico “me ne guardo bene” voglio dire che sono convinto di non voler fare qualcosa. Anche qui non c’è “da” ma è scontato. La frase completa sarebbe:

Me ne guardo bene dall’andare in giro di notte da sola.

Adesso prova tu a rispondere:

Andiamo in montagna questa estate?

In montagna? Me ne guardo bene! Andrò al mare invece.

Il che equivale a dire :

Me ne guardo bene dall’andare in montagna! Andrò al mare invece.

Vogliamo smetterla di ascoltare gli epusodi di italiano semplicemente?

Cosa? Me ne guardo (bene dallo smettere)..

Spero che ve ne guardiate bene veramente dallo smettere di ascoltare gli episodi di italiano semplicemente.

In questo caso ci “ascoltiamo” nel prossimo episodio!

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