Propizio (secondo tentativo) (ep. 972)

Propizio (scarica audio)

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Trascrizione

Chissà se gli stranieri usano il termine propizio. Ne abbiamo già parlato, ma visto che lo avevo dimenticato, prendetelo come un ripasso. Quest’occasione potrebbe essere propizia per saperne qualcosa in più, no?

Ho notato tra l’altro che nei ripassi viene usato poco dai membri e allora vuol dire che non sono stato abbastanza esaustivo la prima volta. Magari è arrivato il momento giusto stavolta per usarlo.

Adesso che ci penso, propizio somiglia molto a “giusto“.

Per poter fare una spiegazione esauriente, cercherò di farvi capire le differenze rispetto a tutti i termini simili, soprattutto quelli che probabilmente usate molto di più rispetto a “propizio“.

Il termine “propizio” ha un significato vicino anche a favorevole, opportuno, adatto, conveniente, adeguato e idoneo.

È vicino anche a “perfetto

La caratteristica principale dell’aggettivo propizio è che viene usato per indicare che le circostanze o le condizioni sono tali da facilitare il successo o il buon esito di qualcosa.

La cosa che più comunemente viene definito come propizio è un momento e un’occasione. Es:

Il momento è propizio

Questa è un’occasione propizia

Allora vediamo le differenze rispetto ai termini simili:

Propizio vs. Favorevole: “Propizio” e “favorevole” sono spesso usati in modo intercambiabile, ma “propizio” tende ad avere una sfumatura leggermente più positiva o auspicabile. Ad esempio, un momento “propizio” indica un momento particolarmente adatto o auspicabile per ottenere vantaggi, per raggiungere l’obiettivo, per ottenere un certo risultato, mentre un momento “favorevole” suggerisce solo che le condizioni sono buone ma potrebbero non essere eccezionali. Poi “favorevole” si usa anche per dire che si è d’accordo: sono favorevole, cioè sono d’accordo. Quindi favorevole è l’opposto di contrario. Propizio non si può usare in questo modo.

Propizio vs. Conveniente: “Propizio” si riferisce principalmente alle condizioni che favoriscono il successo di qualcosa, mentre “conveniente” si riferisce più comunemente a ciò che è comodo o adatto alle necessità personali. Tra l’altro conveniente è quasi sempre associato alla convenienza economica. Conveniente si usa in generale in molte più occasioni rispetto a propizio.

È conveniente fare così

È conveniente la soluzione A rispetto alla B.

Conviene (è conveniente) di più fare questa strada anziché quest’altra

Propizio vs. Opportuno:

“Propizio” e “opportuno” sono simili in quanto entrambi possono riferirsi a situazioni o momenti appropriati, giusti, adatti per fare qualcosa, ma “opportuno” è più ampio come utilizzo e spesso include aspetti di tempismo e convenienza.

Poi opportuno si riferisce spesso ai comportamenti e in questo senso è spesso legato a ciò che è moralmente o eticamente corretto. Opportuno è infatti l’opposto di inopportuno, simile a fuori luogo, di cui abbiamo già parlato.

Propizio vs Adeguato:

“Adeguato” ha un senso più vicino a adatto, qualcosa che va maggiormente incontro ad un bisogno. Si riferisce spesso a qualcosa di sufficiente per una necessità o qualcosa di appropriato, ma non implica necessariamente una situazione particolarmente favorevole come “propizio”.

“Propizio” dà l’idea del momento migliore per fare qualcosa e che occorre cogliere l’occasione al volo, perché un momento così potrebbe non ripetersi in futuro.

Propizio vs Giusto:

Giusto può indicare correttezza e non solo opportunità e favorevolezza di un momento o un’occasione. Fa spesso riferimento al concetto di giustizia che si contrappone all’ingiustizia. Propizio è molto più adatto per indicare le condizioni favorevoli o opportune, specie se poco frequenti o rare.

Propizio vs Adatto:

Spesso può andar bene anche parlare del momento adatto per fare qualcosa, ma è sicuramente meno forte.

Adatto è qualcosa di appropriato, idoneo o conforme alle esigenze, alle regole o agli standard richiesti. Quando due cose stanno bene insieme sono adatte l’una con l’altra.
Ad esempio:

Un abbigliamento formale è adatto per un’occasione importante come un matrimonio.

Gli scatti non sono adatti per le persone anziane. Meglio fare passeggiate.

Propizio vs idoneo:

Anche un momento può dirsi idoneo per fare qualcosa, con un senso vicino a propizio, ma idoneo in genere indica qualcosa o qualcuno che è adatto o ha le qualità necessarie per svolgere un compito specifico o per soddisfare un requisito.

Esempio:

Lui è idoneo per il ruolo di responsabile delle vendite grazie alla sua esperienza nel settore.

“Idoneo” riguarda principalmente la qualificazione o l’adeguatezza di una persona o di una cosa per uno scopo specifico. Tuttavia, in alcuni contesti, possono sovrapporsi i due termini.

Vediamo qualche esempio con “propizio” che spero vi chiarisca ancor più le idee. Tra l’altro vediamo come non solo un momento può essere definito in questo modo.

Le condizioni meteorologiche erano propizie per una giornata di picnic al parco.

Evidentemente il tempo era perfetto per fare un pic-nic.

Il momento più propizio per iniziare un nuovo progetto è quando hai tutte le risorse necessarie a disposizione.

Il buon andamento dell’economia ha creato un clima propizio per gli investimenti aziendali.

Quindi occorre approfittare del momento favorevole perché adesso l’economia va bene e possiamo approfittarne per investire.

La tranquillità e il silenzio della biblioteca sono propizi per la concentrazione nello studio.

Grazie alla tranquillità e al silenzio che ci sono in biblioteca si può studiare bene, senza distrazioni.

Ieri è piovuto e oggi c’è uno splendido sole. L’occasione è propizia per andare in cerca di funghi nel bosco.

Dunque si sono create le condizioni adatte per andare a funghi.

Oggi il vento è veramente propizio per andare in barca a vela

Questo vento quindi ha creato le condizioni ideali per fare un giro In barca a vela.

In tutti questi esempi, “propizio” indica che le circostanze o le condizioni sono favorevoli o opportune per un particolare risultato o attività.

Esiste anche “propiziatorio“.

L’aggettivo “propiziatorio” è derivato da “propizio” ed è utilizzato per descrivere qualcosa che è considerato capace di portare buona fortuna, di apportare favori o di contribuire a ottenere risultati positivi.

È quasi sempre usato in contesti religiosi o rituali per indicare oggetti, gesti o azioni che sono fatti con la speranza di assicurare un risultato positivo o di placare forze divine o spirituali.

Es:

Nell’antichità, il sacrificio di un animale era considerato un atto propiziatorio per ottenere un buon raccolto.

In questo caso, “propiziatorio” descrive il sacrificio dell’animale come un gesto che si spera possa portare una buona sorte o favorire il raccolto.

Spero giudichiate questo il momento opportuno per un bel ripasso. A proposito, il momento più propizio per costruirne uno è la mattina presto. Comunque de gustibus.

Marcelo: Proprio adesso? Così d’improvviso!
Stavo giusto facendo un ripasso perché non riuscivo a prendere sonno. Così visto che mi hai chiamato in causa, aggiudicato!

Debito e indebito (ep. 934)

Debito e Indebito (scarica audio)

Trascrizione

Oggi voglio parlarvi degli aggettivi debito e indebito. Ne abbiamo già parlato, lo so, in due diversi episodi, ma non fa male fare un episodio aggiuntivo su due termini complicati. Un episodio, questo, che mi ero ripromesso di fare.

Approfitto dell’occasione anche per inserire qualche altro ripasso, tanto non costa nulla. cosicché possiamo anche evitare il consueto ripasso finale.

Sapete che il termine debito, inteso come sostantivo, si utilizza prevalentemente per indicare una responsabilità finanziaria o un obbligo nei confronti di qualcuno. Il debito è l’opposto del credito in questi casi.

Il sostantivo ci aiuta anche a capire l’aggettivo.

Infatti quando abbiamo un debito, dobbiamo restituire ciò che dobbiamo, prima o poi. È giusto che sia così. Potremmo anche dire che è opportuno.

Il concetto di “giustizia” c’è anche nell’aggettivo.

L’aggettivo si utilizza soprattutto associato a alcuni termini, come il tempo, le circostanze, le precauzioni, il rispetto, le distanze (sia in senso proprio che figurato), le scuse ed altro. Nel prosieguo dell’episodio vediamo esempi su questo.

Si indica in generale qualcosa che è imposto da leggi o consuetudini o che è richiesto dalle circostanze o da motivi di opportunità.

Cosa significa?

Es:

Lo farò a tempo debito.

Ricordate l’episodio in cui ne abbiamo parlato?

Oggi però aggiungiamo qualcosa in più.

Soprattutto vedremo anche l’aggettivo indebito. Anche questo è stato trattato, ma non credo sia indebito fare un altro episodio, chiaramente con le debite attenzioni per non confondere le idee.

Sapete già che il momento debito è quello giusto, il momento corretto per fare (o non fare) qualcosa.

Mamma: Quando deciderai quale università fare?

Figlio: Mamma, ci penserò a tempo debito. Adesso ho solo 6 anni!

Fare una cosa a tempo debito, pertanto, significa farla quando sarà il caso, al momento opportuno, al momento giusto. In qualche modo stiamo anche escludendo gli altri momenti, perché non sono quelli debiti, quelli giusti, quelli opportuni.

Il concetto di giustizia è evidente anche quando l’aggettivo viene associato alla circostanze, alle precauzioni, al rispetto, alle distanze, alle scuse, ai controlli ed altro.

Es:

Mario, dopo aver accusato ingiustamente Giovanni, gli fece le sue debite scuse.

Queste scuse erano debite, quindi giuste, dovute, necessarie, appropriate, opportune. Sicuramente non sono scuse che lasciano il tempo che trovano.

Ogni volta che ti lanci col paracadute, devi sempre fare i debiti controlli che tutto funzioni, e va ovviamente presa ogni debita precauzione per assicurarsi che tutto vada bene.

I debiti controlli sono i controlli che vanno fatti, quindi anche qui sono quelli necessari, giusti, opportuni.

Con i serpenti devi sempre mantenere le debite distanze, altrimenti può essere pericoloso.

Con me, mantieni le debite distanze da oggi in poi. Mi stai troppo antipatico!

Parliamo delle giuste distanze, delle distanze opportune, necessarie. Non sto indicando esattamente la giusta distanza, ma sto dicendo che una “certa” distanza ci vuole.

In senso figurato le debite distanze possono anche indicare non avere e non cercare confidenza con una persona.

Alle persone anziane va portato il debito rispetto.

Bisogna rispettare gli anziani perché è dovuto, perché è giusto, è necessario, è opportuno.

La Commissione si riserva di non assegnare il contributo ove non ricorrano le debite circostanze.

Esempio difficile? Allora facciamone uno più facile:

Per conquistare una donna, bisogna scegliere il momento giusto e anche farlo nelle debite circostanze.

Cosa sono, dunque, le debite circostanze?

Si parla dell’occasione giusta, cioè quando si presentano (quando ricorrono) alcune caratteristiche favorevoli.

Parliamo dell’occasione giusta, del momento opportuno. Parliamo delle giuste circostanze, di precise circostanze.

Le circostanze sono le condizioni o situazioni che accompagnano un fatto. In questo caso parliamo della giusta atmosfera, del giusto ambiente, del momento migliore eccetera.

Le debite circostanze” è il modo migliore per riassumere l’insieme ideale di queste circostanze appropriate.

Esiste però anche l’aggettivo indebito. Ricordo che questo aggettivo si utilizza prevalentemente per indicare qualcosa di illegittimo oppure di arbitrario, o anche di immeritato. Vediamo meglio.

Illegittimo perché esiste ad esempio “l’appropriazione indebita” che avviene quando una persona si appropria (cioè si impossessa) di qualcosa senza averne diritto.

Nel linguaggio giuridico si usa molto spesso e indica una prestazione eseguita e non dovuta.

Anche una richiesta può essere indebita, specie se parliamo di una richiesta di pagamento. Significa che questa richiesta di pagamento non è adeguatamente giustificata o non ha una base legale valida.

Potremmo, in senso più ampio, dire che non è giusta o che non è opportuna, o che non era il caso di farla, quindi è qualcosa di sconveniente o inopportuno.

Come dicevo può indicare qualcosa di immeritato:

Ha ricevuto onori o meriti indebiti.

Questi onori o meriti ricevuti non erano dovuti perché non sono giusti, sono immeritati.

Un altro esempio:

Quando in tv parlano delle persone celebri e dei loro rapporti sentimentali, questo fatto spesso viene considerato una indebita intromissione nella loro vita privata.

I giornalisti quindi si intromettono indebitamente nella loro vita privata, senza averne diritto, quindi anche ingiustamente, in modo inopportuno.

Ultimo esempio: un’ora indebita:

Dovevamo andare a cena insieme ma ti sei presentato alle 11 di sera. Decisamente un’ora indebita, non credi? A quell’ora i ristoranti sono tutti chiusi. Magari per essere aperti, sono anche aperti, ma stanno tutti facendo le pulizie.

Un’ultima precisazione. Gli aggettivi “debito” e “dovuto”, sono quasi sempre utilizzabili l’uno al posto dell’altro. Tenete presente però che in “dovuto” c’è il senso del dovere molto più che in “debito”. Di conseguenza non sempre “dovute” si adatta a sostituire “debite”.

Le “debite scuse” e le “dovute scuse” si usano indifferentemente perché il senso del dovere è evidente, ma sostituire le “debite circostanze” con le “dovute circostanze” è un po’ forzato. In questo caso si tratta di precise, ben determinate circostanze.

Inoltre “debito” si usa quasi solamente prima del sostantivo: le “debite” scuse, i “debiti” controlli ecc. mentre “dovuto” si mette normalmente anche dopo il sostantivo:

Frasi come: i controlli sono dovuti, gli interessi sono dovuti ecc. sono del tutto normali, ma, a parte alcune eccezioni difficile  trovare frasi come “con le le eccezioni debite” o “le circostanze debite” ecc. Può capitare, ma molto meno frequentemente.

E’ tutto per oggi. Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente.

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Doveroso (ep. 919)

Doveroso (scarica audio)

Giovanni:

Cosa preferite tra il dovere e il piacere?

Facile scegliere, però si dice sempre “prima il dovere, poi il piacere”. Potrei anche dire che è doveroso prima fare ciò che fa parte del nostro dovere e poi le cose piacevoli.

Oggi vorrei parlarvi proprio di “doveroso” e “doverosa“, aggettivi che ovviamente fanno riferimento al dovere.

Doveroso significa che è ritenuto un dovere, ma non sempre. A volte stiamo parlando di qualcosa di diverso.

Adesso potrei dirvi che da parte mia è doveroso fare degli esempi, altrimenti potreste avere dei dubbi.

Spesso non parliamo di un dovere nel vero senso del termine. In questo caso: è bene fare qualche esempio, è meglio, credo sia giusto, sento che devo farlo. In questo caso ad esempio parlo di fare degli esempi e questo aiuta molto la comprensione e sarebbe poco utile non fare alcun esempio. Quindi è doveroso da parte mia farne qualcuno se voglio essere utile. È anche una questione di cortesia conunque.

Si usa spessissimo infatti in formule di cortesia, quando vogliamo ad esempio ringraziare qualcuno:

È doveroso ringraziare i volontari che ci hanno aiutato ad organizzare questo evento.

Oppure per esprimere una forma di rispetto verso le persone a cui ci si rivolge:

Sono doverose delle scuse da parte mia per non avervi avvisato.

Perché non ci hai avvisato? Non bastano le scuse. È doverosa una spiegazione da parte sua!

Diciamo che più che un dovere, parliamo di un obbligo morale.

Rispettare la legge e doveroso?

Certamente, ma questo aggettivo si usa spesso non solo quando si tratta di veri doveri come questo. Nel caso di doveri veri e propri poi normalmente si dice anche che fare questa cosa è un dovere, oppure un preciso dovere, o che corrisponde/risponde a un preciso dovere.

Dunque accade spessissimo che si riservi questo aggettivo anche per tutti i comportamenti ritenuti moralmente corretti, per educazione, senso civico, eccetera.

È doveroso avvisarvi che il viaggio durerà 5 ore circa senza interruzioni. Se dovete mangiare, bere o andare in bagno, fatelo subito.

Grazie per averci accompagnato a casa.

Si figuri, era doveroso da parte mia visto che avete perso il treno per colpa mia.

“È doveroso” può somigliare a è indispensabile, è d’obbligo, è giusto, è necessario, è dovuto, è opportuno. A seconda del caso si avvicina a una di queste modalità simili.

L’aggettivo doveroso viene associato più spesso a un ringraziamento:

Un doveroso ringraziamento a chi ha sostenuto l’associazione.

Abbastanza frequente è anche “per doverosa informazione” e anche “per doverosa e opportuna conoscenza“, oppure “fare una doverosa precisazione” e “prendere una misura doverosa“, dove misura sta per provvedimento, decisione, quindi parliamo di qualcosa di giusto, opportuno.

L’utilizzo è sempre abbastanza formale.

Adesso ripassiamo un po’ parlando di piacere.

Marcelo: di già! Così, senza anticipare! Allora mi precipito volentieri e con piacere a pensare a qualcosa! Non so se ti piacerà comunque!

Peggy: dai ragazzi! pare brutto rispondere picche alla richiesta di Gianni! Facciamo del nostro meglio e forse sarà un ripasso da incorniciare!

Edita: certo Peggy! Dobbiamo farlo, di qui non si scappa! Mettiamoci all’opera e non rimaniamo impalati. Facciamo squadra per collaborare!

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633 E’ Il caso o non è il caso?

E’ Il caso o non è il caso?

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Trascrizione

Giovanni: dopo aver visto l’episodio si dà il caso che“, forse è il caso di approfondire maggiormente il senso della parola “caso”.

Ma non è proprio il caso di occuparci di tutti i suoi utilizzi, considerando che ce ne sono parecchi.

Allora mi limiterò alle espressioni “è il caso” e “non è il caso“, che ho già utilizzato pochi secondi fa, non a caso.

Bisogna dire infatti che il termine “caso” può indicare, tra le altre cose, una situazione particolare, una situazione da affrontare, una situazione di fronte alla quale bisogna agire, per capire cosa fare. È come se dividessimo tutte le diverse situazioni in categorie, chiamate “casi”.

Cosa fare?

Oppure:

Cosa è il caso di fare?

Come a dire: in quale situazione siamo, in quale caso siamo?

Si può anche dire così, se vogliamo sottolineare la delicatezza della questione, o il fatto che stiamo valutando attentamente cosa fare.

Ciò che intendo dire è: è una di quelle situazioni in cui bisogna comportarsi in un certo modo? Siamo in uno di quei casi?

Ad esempio, se mi bocciano all’esame di italiano, posso dire:

E adesso?

E’ una di quelle situazioni in cui bisogna insistere e rifare l’esame? Oppure mi devo arrendere? Qual è il caso?

È una situazione nella quale insistere oppure no?

Oppure posso dire:

È il caso di insistere secondo te?

Sarebbe il caso di rifare l’esame?

Secondo te è il caso di riprovare a dare l’esame? Oppure non credi sia il caso?

Quindi si sta chiedendo, in fondo, se sia meglio fare un’azione oppure farne un’altra.

È meglio la scelta A o la scelta B ?

Ma c’è qualcosa di più rispetto alla scelta migliore.

Generalmente quando è il caso o meno di fare qualcosa, c’è una situazione delicata, quindi la scelta migliore deve tener conto spesso, ma non sempre, di qualcosa di delicato, di opportuno.

Vedete che torniamo sempre, recentemente almeno, alle cose opportune da fare.

Oddio, ho fatto due starnuti. Avrò il Covid?

No, tranquillo, non è il caso di preoccuparsi per così poco.

Vedete quindi che non si tratta semplicemente della scelta migliore.

In questa occasione è come se dicessi: non vale la pena preoccuparsi, non bisogna preoccuparsi, non siamo in una situazione in cui bisogna preoccuparsi. Non siamo in quel caso.

Occorre preoccuparsi o no, per due starnuti?

È il caso di preoccuparsi?

Non credo sia il caso. Almeno in questo caso.

Oppure, un altro esempio:

Vuoi andare a parlare col professore vestito così?

Non credo sia assolutamente il caso di presentarsi con la tuta da ginnastica!

Questa sicuramente è una situazione delicata.

Il tuo abbigliamento non è adatto. Secondo me non è il caso.

Molto simile (in questo esempio) a “non è opportuno” e potremmo parlare anche di “discrezione” perché siamo nell’ambito dei comportamenti adatti o non adatti, opportuni o non opportuni.

Vi faccio notare che “non è il caso” ha qualcosa in comune con “non è cosa“, di cui abbiamo già parlato. “Non è cosa”, si potrebbe tradurre, volendo con “non è assolutamente il caso“, ma si usa anche quando qualcosa non riesce proprio, nonostante molti tentativi. “Non è cosa” è anche molto più informale e netta come espressione, quando si usa per escludere categoricamente che qualcosa vada fatto.

Non è il caso somiglia invece più ad un consiglio.

E adesso credete sia il caso di fare un bel ripasso degli episodi precedenti?

Direi di sì, visto che i due minuti sono già passati.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Ulrike: cos’hai Irina? Perché sei così nervosa? Sembri un’anima in pena!

Irina: hai ragione, questa mia preoccupazione si deve al fatto che sono stato/a invitata a pranzo in ambasciata oggi e non vorrei prestarmi a brutte figure. Sono preoccupata perché non conosco bene il galateo a tavola, ma la forma è sostanza in posti così! Sono preoccupata soprattutto perche dovrò sbucciare la frutta. Ci saranno qualcosa come 10 ambasciatori a questo pranzo. Non vi dico che ansia!

Marcelo: Senza contare che dovrete prendere anche il caffè!

Mary: dovrai imparare a prendere il caffè per bene allora.
Avete presente quello che dice il galateo in merito?

Rafaela: Secondo me si tratta di indicazioni che lasciano il tempo che trovano. Predicano un comportamento piuttosto lezioso, roba di tempi passati. Come la vedete voi?

Anthony e Rauno: ma quando mai? Ti aiuto io. Sempre che tu voglia essere aiutata. Innanzitutto non approfittare, cioè non fare incetta di cibo.

Irina: ci mancherebbe! Altrimenti verrà a galla la mia mancanza di stile.

Peggy: anch’io ne so qualcosa di galateo. Ad esempio, riguardo al caffè, la tazzina va sollevata con pollice e indice, e quindi portata verso le labbra (non è il contrario, cioè non è la bocca che va verso la tazzina).

Sofie: poi, sempre stando al galateo, il cucchiaino va usato solo per mescolare lo zucchero, non per pulirlo dal caffè con la bocca. Mi raccomando!

Harjit: non è segno di classe neanche soffiare sul caffè se è troppo caldo, e sarebbe fuori luogo anche appoggiare il cucchiaino nella tazzina. Bisogna infatti appoggiarla sul piattino, sul lato destro.

Flora: E non fare strani versi dopo averlo bevuto qualora il caffè fosse una ciofeca. Forte dei nostri consigli adesso farai un figurone!

Mary: e con l’ammazza caffè come la mettiamo? Ma forse non è il caso di prendere anche quello…

Irina: infatti, vabbè grazie dei consigli ragazzi. Adesso bando alle ciance. Vado a prepararmi! Ma credo che le mie possibilità di cavarmela siano remote!

530 Ortodosso

Ortodosso (audio)

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Poco ortodosso

Trascrizione

Giovanni: oggi avrei pensato ad un episodio dedicato ad un termine religioso. Spero che questo non sia giudicato poco ortodosso.

Voi sapete cosa significa ortodosso, vero?
Esiste infatti la Chiesa ortodossa che è una comunione di Chiese cristiane nazionali autonome oppure che non riconoscono alcuna autorità religiosa in terra al di sopra di sé.
Il fatto è che “non ortodosso” si utilizza anche per descrivere un tipo di comportamento. Si tratta di un comportamento non giudicato in modo positivo. Infatti questo comportamento sembra fortemente in contrasto con la normalità, con ciò che viene comunemente accettato. Si tratta di un giudizio a volte morale, altre volte significa semplicemente “strano”, poco adatto, anomalo, inopportuno, poco utile, inconsueto, sebbene spesso si utilizzi in modo scherzoso.
Se ad esempio un ragazzo si rivolge ad una anziana signora con un linguaggio troppo confidenziale, potremmo dire che utilizza un linguaggio poco ortodosso, quindi non adatto e in questo caso anche irrispettoso.
Se durante un’interrogazione lo studente rimane con le mani in tasca, anche questo è poco ortodosso.
Lo stesso potremmo dire di un metodo che usiamo per risolvere un problema matematico se questo metodo non è lo stesso usato dal professore, seppure ugualmente efficace.
Non si tratta mai di cose gravissime, di scandali, di reati e cose simili, ma di cose difficilmente accettabili, di scelte discutibili, di comportamenti giudicati sbagliati a volte perché inconsueti, altre volte troppo fantasiosi, altre ancora poco efficaci o che possono essere giudicati offensivi.
Si usa sicuramente meno dire che qualcosa è o sembra ortodosso. Si preferisce sottolineare invece soprattutto che è poco ortodosso, non molto ortodosso o per niente ortodosso.
Se ci pensate c’è una situazione simile a quando si usa “niente di trascendentale“, di cui ci siamo già occupati, solo che mentre in quel caso l’obiettivo è non allarmare e quindi sottolineare come qualcosa è normale o quasi normale, stavolta l’obiettivo è contestare questo comportamento dicendo che non siamo di fronte alla normalità o meglio a qualcosa di corretto o accettabile.
Adesso un bel ripasso.

Hartmut: Buongiorno cara, bello spettacolo ieri sera non trovi?

Giovanni: Hartmut, dai, stai buono!
Sofie: fai lo spiritoso? smettila Hartmut!
Hartmut: Ma dai. Datti una regolata. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Giovanni: così la fai arrabbiare però Hartmut! Può accadere di far tardi qualche volta. Peccato che stavolta le sia costato lo spettacolo.
Sofie: Che classe, sei un vero Dantista 😤. Anche oggi sei di una gentilezza che mi viene voglia di prenderti a schiaffi.

Giovanni: lo dicevo io che si arrabbiava!
Hartmut: Cara calmati. lo dicevo solo per scherzo. Ma fatto sta che la puntualità non è il tuo forte. Se hai un ritardo di mezz’ora non ti lasciano più entrare al teatro. Su questo non ci piove.

Giovanni: tedesco fino al midollo eh?
Sofie: Risparmiami i tuoi commenti! Ne ho fin sopra i capelli.
Hartmut: Ma ti hanno regalato uno sconto sul tuo prossimo biglietto. Bel contentino no?
Sofie: Veramente non ti reggo più. E adesso me ne vado, e lo sai perché? Per non arrivare in ritardo al lavoro! Ci vediamo stasera, cioè, se non faccio tardi.