714 Valevole

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Valevole

Trascrizione

Giovanni: oggi, dopo l’ultimo episodio in cui abbiamo parlato del verbo valere, continuiamo a parlare di valore, e in particolare parliamo di “valevole“, un aggettivo che secondo me è valevole di approfondimento.

Valevole è un semplice aggettivo, che però i non madrelingua non usano mai perché in genere non amano avventurarsi ad utilizzare termini di cui non sono sicuri.

Ma Italiano Semplicemente serve proprio a questo, ad esplorare e fare chiarezza, e darvi coraggio e rendere facile ciò che ieri era difficile se non impossibile.

Allora, una cosa è valevole, quando “vale“.

Cioè? Vale in che senso?

Il valore può essere di diverso tipo. Non significa solo denaro. Non si parla di valore solo quando parliamo di soldi, quindi non solo in termini prettamente economici. Ho detto prettamente. Questo ve la spiego domani…

Ad esempio possiamo parlare di utilità, oppure di efficacia, o di validità.

Ma perché valevole non viene usato dai non madrelingua? Prima di tutto perché anche gli italiani non lo usano spessissimo questo aggettivo, e poi, particolare non trascurabile, perché valevole si usa insieme ad una preposizione semplice, che generalmente è la preposizione “di”.

Altre volte invece la preposizione è “per“.

Posso usare quella che voglio?

No, perché dipende dalla frase e da ciò che si intende dire.

Valevole per

Dunque valevole significa essenzialmente “che serve” , che ha valore, validità, efficacia per qualche cosa, per un fine, per un obiettivo, qualcosa che ci permette o che è utile per raggiungere un obiettivo.

Quando usiamo la preposizione “per“, valevole è molto vicino all’aggettivo “valido“.

il biglietto di un autobus è valevole per un solo giorno

Quindi questo biglietto è valido per un giorno, si può usare solamente in giornata, fino alle ore 24, il biglietto ha validità solamente in quel giorno. Dal giorno seguente non vale più, non è più valido, non è più valevole.

Ugualmente per un abbonamento.

Se invece sto cercando di sostenere un’idea, se sto cercando di dimostrare qualcosa, o di convincere una persona, o sto esponendo la mia opinione, posso cercare degli argomenti che mi aiutino per il mio scopo. Allora cerco gli argomenti più valevoli per il mio scopo.

Uso ancora la preposizione per. Infatti cerco gli argomenti più validi che possono aiutarmi.

Sempre di valore si sta parlando.

Anche nello sport si usa spesso valevole.

Infatti quando si disputa un incontro, quando si partecipa ad uja partita, o a una gara qualsiasi, questa competizione che valore ha? È importante?

È una partita di campionato? Allora è una partita valevole per il campionato.

È un incontro che mi può pernettere di diventare campione del mondo?

Allora è un incontro valevole per il titolo di campione del mondo.

Più semplicemente, se qualcosa vale, se ha valore per me, posso dire che è valevole per me. Anche in questo caso uso la preposizione per.

Valevole di

Vediamo adesso quando usare la preposizione “di“.

Voi adesso state pensando che questa è una lezione di grammatica?

Assolutamente no, altrimenti non stareste sorridendo.

Dunque vediamo qualche esempio con la preposizione di.

Innanzitutto qualcosa di interessante è qualcosa che è valevole di interesse. Molto semplice no? Lo stesso si può dire di qualcosa che è valevole di considerazione.

Si usa spesso anche “valevole di fiducia” che si usa quando si crede che una persona o un’idea o un progetto meritino fiducia.

In qualche modo si parla di aspettative, di fiducia che qualcosa andrà bene, quindi vale la pena accordare fiducia o interesse. Si parla spesso anche di futuro.

Valevole di” si usa infatti anche quando credete che sia il caso di fare qualcosa, quando credete valga la pena fare qualcosa, quando credete che sia conveniente fare qualcosa, soprattutto se questo “qualcosa” è semplicemente da prendere in considerazione, da approfondire, da studiare.

Crediamo che qualcosa sia interessante, o crediamo che potrebbe essere interessante approfondire un argomento, per i vantaggi che verranno.

Si usa spesso parlare di qualcosa valevole di studio, valevole di approfondimento, valevole di ulteriori ricerche, valevole di ulteriori analisi, valevole di analisi approfondite, valevole di considerazione.

È un aggettivo molto usato al lavoro e ovviamente nel campo della ricerca, dove si crede nel futuro, ma si può usare in molte occasioni in realtà, in modo molto simile a “vale la pena di“:

Ci sono molti argomenti valevoli di ulteriori approfondimenti.

Significa che vale la pena fare ulteriori approfondimenti. Vale la pena approfondire la conoscenza.

Così è più informale, più colloquiale. Se invece uso valevole, sono più professionale. È un linguaggio leggermente più formale. Inoltre “vale la pena” serve a evidenziare il verbo, l’azione, e anche le conseguenze negative, sebbene sopportabili. Invece valevole risalta il valore, un valore tale da meritare attenzione, considerazione, merito, approfondimenti eccetera.

Valevole di” è del tutto simile a “meritevole di” e anche a “degno di” ma quest’ultimo ha un contenuto spesso più morale:

Non credi che anche io sia degna delle tue attenzioni?

Questo quadro non è assolutamente degno di interesse

C’è un giudizio anche. Ricordate la locuzione “degnarsi di“?

A parte il fatto che “degno” si usa spesso con la negazione (Non sono degno di te), quando entra in campo il giudizio e la dignità stiamo in genere in situazioni diverse. Giudichiamo, quindi stiamo discutendo, magari vogliamo offendere, oppure parliamo di giudizi morali, di qualità personali.

Invece con “valevole di” vogliamo essere obiettivi, non dare giudizi personali tantomeno offendere e giudicare. “Meritevole di” sta in una posizione intermedia.

Con “valevole” il giudizio e la morale non c’entrano dunque. C’entra solo il valore, il merito e la convenienza, che possono fornire un’opportunità, una utilità futura.

Ho trovato un vaso etrusco. Chissà qual è la storia di questo reperto archeologico. Secondo me è molto interessante e valevole di ulteriori indagini.

Si dice che si impari di più mentre il corpo è in movimento. Credo che possa essere un argomento valevole di approfondimento.

Allora vale la pena approfondire! È importante per il futuro e gli svantaggi sono sopportabili o trascurabili.

Allora provate a passeggiare ed ascoltare i podcast di Italiano Semplicemente. Sapete che adesso sono anche su Spotify?

Sto iniziando infatti da qualche giorno a caricare su Spotify gli episodi audio di Italiano Semplicemente, che sono disponibili anche su Apple podcast.

Scusate l’inciso. Ma secondo me questa cosa era valevole di citazione per chi ama ascoltare i nostri episodi.

Adesso se volete possiamo esercitarci con qualche espressione valevole di ripasso, cioè che vale la pena ripassare, così nel futuro riuscirete a memorizzare e faticherete meno a usarle, avendolo già fatto centinaia di volte. Insomma il gioco vale decisamente la candela.

Marcelo: Accidenti a questi benedetti ripassi! Tante volte quando mi sento in vena di abbozzare qualche frase di ripasso, subito mi blocco, rendendomi conto di essere a corto di idee per un argomento valevole di interesse.

Olga: Ah sì, c’è una caterva di espressioni degne di nota, ma per essere rispolverate come si deve, serve un bell’argomento.

Harjit: Ma perché non ci lasciamo ispirare dall’elenco delle espressioni? Propongo di dare un’occhiata alla parola abbozzare. Prima Marcelo ha usato proprio abbozzare. Abbozzare un ripasso è come buttar giù un ripasso e magari poi gli si dà una sgrossata.

Hartmut: le eventuali magagne linguistiche le lasciamo correggere agli addetti ai lavori. Cioè ai madrelingua. Ma ricordiamoci anche dell’altro significato del verbo abbozzare che stranamente non ha nulla a che spartire con la bozza di un ripasso.

Ulrike: Ben detto Hartmut! Di questo altro significato del verbo me ne ricordo bene. Un mio amico italiano, da bambino era un po’ cicciotto e perciò, poverino, doveva subire dispetti e offese da parte dei suoi compagni di classe. Lui mi ha raccontato che sua madre gli consigliava sempre: non te la prendere con loro, abbozza, figlio mio, Prendi e vattene in silenzio, purché non ti picchino.

Peggy: Vale a dire che doveva sopportare gli insulti senza diffendersi, e ingoiare tutte le ingiurie. Allora aivoglia ad abbozzare!

Rafaela: Ma perché abbozzare sempre? Può darsi che questo lasciar correre, di far finta di niente, a volte sia una reazione da prendere in considerazione l, ma i bambini devono anche imparare a opporsi alle ingiurie e reagire. Così imparano a darsi una regolata questi sbruffoni.

Irina: ben detto. Imparare a giostrarsela da soli in certe situazioni aiuta a crescere. Poi al limite si chiama il fratello maggiore. Mica possono sempre cavarsela a buon mercato, questi bulli.

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Episodio consigliato: il verbo avvalorare

Il, verbo avvalorare - VERBI professionali

713 Valere e costare

Valere e costare (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: c’è un uso del verbo valere che sicuramente gli studenti di lingua italiana conoscono poco. Infatti valere solitamente è associato al valore, specie quello economico.

La mia auto vale 12000 euro.

Ma non c’è solo questo utilizzo.

Vale assolutamente la pena approfondire la questione.

No, non è questa espressione l’argomento di oggi. Comunque ci sono andato vicino, siamo lì perché parlo dell’uso transitivo del verbo valere.

Infatti quando “vale la pena” fare qualcosa significa che conviene fare questa cosa, anche se ogni azione ha un costo, anzi, una “pena”, intesa nel senso di fatica, o comunque come effetti negativi legati all’azione.

C’è anche un’altra espressione:

Il gioco vale la candela

Con senso assolutamente identico, che però in genere si usa con la negazione (il gioco non vale la candela) per esprimere la propria contrarietà a compiere un’azione, o meglio la contrarietà a fare un sacrificio perché non farà ottenere un risultato positivo soddisfacente, proporzionato.

Oppure il famoso detto:

Parigi val bene una messa.

Che sta a significare che vale la pena sacrificarsi per ottenere qualcosa di grande valore.

Ultimamente il termine sacrificio ricorre spesso nei nostri episodi, ci avete fatto caso?

Andiamo avanti comunque.

Si parla sempre di convenienza, di qualcosa che ha un senso fare, cioè si tratta di qualcosa di utile.

Più in generale, possiamo usare il verbo valere per indicare che qualcosa può procurare un certo guadagno o risultato positivo, può fruttare un guadagno. Un’azione che permette di ottenere un risultato. Anziché usare “permettere di ottenere” o “fruttare” o “procurare” si può usare valere, seguito dal risultato, in genere positivo, ma non necessariamente.

Si usa prevalentemente al passato.

Le cinque vittorie consecutive mi valsero il primo premio.

Il suo gesto gli valse il plauso della cittadinanza.

Questa vittoria potrebbe valere il titolo di campione d’Italia.

L’ordine è questo: azione, poi valere e poi il risultato. Si può usare riferito ad una persona (mi valse, gli è valso ecc.) oppure, come nell’ultimo esempio, riferito a qualcosa che ha un valore.

Questa vittoria vale lo scudetto

Le numerose bugie che diceva sempre gli valsero il soprannome di Pinocchio.

Quest’ultimo è un utilizzo piuttosto negativo. Il fatto di dire sempre bugie ha portato, come effetto, il fatto che venne soprannominato Pinocchio.

Pinocchio, per chi non lo conoscesse, è un burattino di legno al quale cresceva il naso quando raccontava bugie.

Ogni bugia gli valeva qualche centimetro di naso in più

C’è da dire che più spesso, quando il risultato è negativo, si preferisce usare il verbo “costare“.

Ogni bugia gli costava qualche centimetro di naso in più

Il verbo costare si usa in questo caso in senso figurato, nel senso di comportare dure conseguenze.

Un altro esempio:

Il tuo atteggiamento strafottente ti costerà caro.

Questa sconfitta potrebbe costarti lo scudetto.

Il tradimento a sua moglie gli è costato il matrimonio.

Vedete che “costare” implica il pagamento di un “prezzo”, che è appunto ciò a cui si rinuncia a seguito dell’azione, quindi la conseguenza negativa.

“Pagare un prezzo” infatti ha anche un senso fugurato.
Il tuo gesto l’hai pagato a caro prezzo!
Quando le conseguenze di un’azione sono negative, posso, come visto prima, anche usare il verbo valere, ma è meno adatto rispetto a costare.
La tua mancanza di voglia di studiare ti è valsa la bocciatura.Sicuramente è preferibile dire:

…ti è costata la bocciatura.

Credo sia abbastanza per oggi che ne dite?

Un esempio in più potrebbe costarmi qualche lamentela o mi varrebbe un ringraziamento?

Aggiungo solamente che a volte si usa la preposizione per

Es:
Una vittoria che vale per lo scudetto.

Vincendo si fanno punti che valgono per la classifica

Oppure:

Un esame che mi è valso per ottenere la laurea

In questi casi non è sempre la stessa cosa. Una vittoria che vale per lo scudetto non è detto sia la vittoria che da sola permette di vincere lo scudetto.

Spesso vale esprime semplicemente qualcosa di molto importante, che ha un certo valore, ma non è detto sia determinante.

Non è detto sia cioè la vittoria che valse lo scudetto.

Si esprime utilità, qualcosa di vantaggioso per raggiungere uno scopo, simile a servire, anche senza la preposizione per:

I tuoi sforzi non valsero a nulla;

Le ripetizioni valgono a migliorare la pronuncia

Mariana: Cosa sarebbe la lingua italiana senza il verbo fare? L’ultimo episodio di Italiano Semplicemente, il numero 712, per inciso, fa sì che noi non madrelingua possiamo farci capire benché ci manchino a volte alcuni verbi. Bell’episodio, come sempre ben fatto.

Peggy: a me fa un po’ strano veramente usare il verbo fare in questo modo, però senza dubbio fa molto italiano.

Ulrike: Il verbo fare non è che sia difficile da capire, ma occorre fare alcuni distinguo. A volte infatti mi ha dato del filo da torcere. Ricordo ancora quando ho avuto a che fare con la locuzione “avere un fare” Insomma ci vuole tempo, ma va bene così.

Harjit: si, va bene, fatto salvo se, come me, hai una certa fretta. Io devo andare in Italia a lavorare tra un paio di anni. Devo assolutamente imparare a esprimermi come si deve. Fortunatamente ho deciso di iniziare per tempo a studiare la lingua italiana. Non sia mai che poi io debba ricorrere ad un corso accelerato.

Marcelo: hai fatto benissimo. Anche a me non piace ridurmi all’ultimo.

Hartmut: per fare una capatina a Roma da turista può andar bene anche un corso qualsiasi per principianti, ma tu, Harjit, puoi fare di necessità virtù con Italiano Semplicemente.

Rauno: ben detto Hartmut!

623 Essere da meno

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Trascrizione

Giovanni: nell’ultimo episodio ci siamo occupati di un argomento interessante (abbiamo visto l’espressione essere soliti) ma oggi non voglio essere da meno.

Questa locuzione: “essere da meno” si può usare quando si fa un confronto.

Non essere da meno di qualcuno, significa non essergli inferiore. Solitamente si utilizza con due persone diverse:

Non sono da meno di lui

Non sei da meno di tuo fratello

Non voglio essere da meno del mio collega

Non voglio essere da meno rispetto a ieri

Ecc.

Si usa quindi nei confronti, nei paragoni, generalmente quando è coinvolto l’orgoglio, o la dignità, la propria fierezza, il proprio onore o il prestigio.

In generale potremmo dire che è coinvolto il valore di qualcuno.

Lui è riuscito a laurearsi in soli 4 anni? Io non voglio sicuramente essere da meno! Ce la farò anch’io.

Vedete che spesso c’è coinvolto l’orgoglio e anche il valore di una persona, la voglia di non fare una brutta figura.

Anche io, come lui, voglio laurearmi in 4 anni. Non voglio fare peggio di lui, non voglio essere da meno di lui, poiché non valgo meno di lui.

Si usa quasi sempre con la negazione:

Non possiamo essere da meno degli italiani. Alle prossime olimpiadi dobbiamo vincere noi la gara dei 100 metri. Essere da meno sarebbe un disonore.

Si usa spesso anche “per non essere da meno“, per evidenziare il comportamento di una persona che fa qualcosa per non apparire “meno” importante di un’altra. Si usa però anche in senso ironico:

Es:

Gli americani hanno detto che andranno sul pianeta Marte entro il 2050. I russi, per non essere da meno, hanno detto che loro ci andranno entro il 2040.

forma ironica: Nella partita Roma-Juventus, il portiere della Roma ha fatto una papera sul gol della Juventus. Poi però, per non essere da meno, anche il portiere della Juventus si è fatto fare un gol da principiante.

L’espressione di oggi si usa in tutti i tempi e non solo con le persone. Inoltre con senso simile si può usare anche con verbi diversi da essere, tipo “sentirsi da meno” e “mostrarsi da meno” o “sembrare da meno”:

Il 2018 fu una annata eccezionale per i vini italiani e il 2019 non fu da meno.

Il nuovo iPhone non sarà certamente da meno dell’ultimo.

Non devi sforzarti a dire qualcosa come se fossi da meno se non lo fai.

Non devi sentirti da meno di lui

Mio fratello era bellissimo e io per non sembrare da meno, mi truccavo!

Bravissima l’atleta statunitense nel salto in alto, ma adesso non vorrà mostrarsi da meno l’atleta italiana.

Ultimamente abbiamo fatto bei ripassi e oggi non vogliamo essere da meno.

Allora ascoltiamo cosa hanno da dirci alcuni membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Anthony: Chi l’ha detto che una poesia debba essere lunga per essere bella? Tant’è vero che Il poeta Giuseppe Ungaretti, parlando dei soldati che muoiono in battaglia ne ha scritta una bellissima intitolata “Soldati” dedicata alla scelleratezza della guerra:

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

Mary: in pratica vorrebbe dire che per i soldati morire è solo una questione di tempo. Via via il vento della guerra se li porta via tutti.

Edita: la questione però interessa l’essere umano in generale. Tutti siamo vittime dello scorrere del tempo, proprio come i soldati in guerra. Prima o poi ci troveremo tutti a tu per tu con la morte. Che allegria eh?

Khaled: brava, L’allegria. Proprio questo è il titolo della raccolta in cui si trova questa breve poesia. È questa la sensazione che si prova nel farcela, quando si scampa alla guerra.

Irina: le guerre sono tutte infami, fermo restando che bisogna fare tesoro dei loro insegnamenti, che sembrano a volte insostituibili. Vorrei allora concludere con un messaggio di speranza citando una frase di Gibran:

Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte.

Marcelo: vorresti dire che la guerra è inevitabile ? Di primo acchitto direi che sono di diverso avviso, ma urge una riflessione profonda su questo. Ognuno può farla sulla scorta delle proprie esperienze e della propria sensibilità.

451 Tanto vale

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

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Tanto vale

Tanto vale

Eccoci ad un altro esempio di come l’ordine delle parole è importante. Che differenza c’è tra vale tanto e tanto vale?

Qui usiamo il verbo valere, che si può in generale usare in molti modi diversi, ma indica concetti simili: valore economico:

Il mio cellulare vale 1000 euro

Qualcosa di importante:

Per me il tuo amore vale moltissimo  

Un’utilità, una adeguatezza, un vantaggio:

Vale la pena di spendere 1000 euro per un cellulare?

Anche qualcosa che ‘può essere sufficiente, che può bastare:

Il tuo gol valse il pareggio

Il gioco vale la candela

Essere leale, corretto, o il contrario:

Hai fatto gol con la mano. Non vale!

Allora, se torno al primo significato, e dico che il mio cellulare “vale tanto“, mi riferisco al valore economico: il mio cellulare ha un valore elevato, in termini di denaro, soldi.

Invece “tanto vale“, “tanto valeva” e “tanto varrebbe”, sono locuzioni che si usano per indicare sempre qualcosa di inutile, e questo si fa facendo un esempio di come lo stesso risultato può essere raggiunto in modo molto più semplice, oppure semplicemente proponendo una soluzione migliore.
Normalmente, in questi casi, si potrebbe semplicemente dire:

Allora sarebbe meglio…
In tal caso sarebbe stato meglio…
Stando così le cose, forse la scelta sarebbe stata…

Ma il modo migliore è usare “tanto vale”:

Se non possiamo più vederci perché ti trasferisci in Cina per sempre, tanto vale lasciarci!

Come a dire: inutile continuare: è meglio lasciarci. Soffriremmo inutilmente.

Visto che devi acquistare una nuova auto, tanto vale prenderne una ecologica. Almeno è meno inquinante.

Sei andato al parco a correre tutti i giorni per un anno? Tanto valeva ascoltare con le cuffie gli episodi di Italiano Semplicemente, almeno imparavi l’italiano e guadagnavi tempo.

Con questa pandemia non viene nessuno al mio negozio. Tanto varrebbe tenere chiuso. 

Attenzione adesso perché, ancora una volta, il modo di pronunciare la frase “tanto vale” può far sì che il senso sia simile a “vale tanto”, anzi, per la precisione, il senso può essere: “vale così tanto“, “vale proprio così tanto“. Suona come una conferma del valore economico, anche confrontando questo valore con un valore di altro tipo: utilità, caratteristiche, eccetera.

Basta fermarsi un po’ sulla parola “tanto”.

Es: Questa automobile l’ho pagata centomila euro e tanto vale!

Notato il tono? Sto dicendo che è vero che l’auto costa molto, ma è anche vero che è un prezzo giusto in virtù delle caratteristiche dell’automobile. “Tanto”, in questo caso, è simile a “altrettanto“, che si usa spesso nei confronti.

Ho messo in vendita la mia casa. Il prezzo è 300 mila euro perché tanto vale.

Avete ancora un po’ di tempo? Allora tanto vale ascoltare un ripasso di qualche puntata precedente. 

Rafaela: Nella nostra associazione c’è sempre tanto da fare. Ti dirò che non si lascia nulla di intentato per poter ingranare con l’italiano.
Una puntata nuova ogni giorno, poi siamo chiamati a realizzare e a registrare un ripassino come questo e spesso ci scappa anche una parola misteriosa da indovinare: un giochino divertente che facciamo sul gruppo whatsapp.
Nessuno si sente un’anima in pena però. Se qualcuno ha difficoltà a capire, nessuno oserebbe dire: “la cosa non mi tangeperché l’apprendimento di una lingua è un percorso a tappe e, con la lingua, al contempo si apprende anche la cultura del paese.
Cercare di dividere i due aspetti è un tentativo che lascia il tempo che trova. Bisogna tener conto del fatto che è necessaria una vera e propria immersione nella lingua per non rimanere per sempre a carissimo amico e non andare a tentoni quando si cerca di capire un italiano quando parla.
Bisogna dare fondo a tutte le forze, fermo restando che non si può dimenticare il divertimento.
Già scalpito per quando partirò alla volta dell’Italia, ovviamente, previa vaccinazione!

Giovanni: Grazie a Bogusia per aver realizzato questo bel ripasso e a Rafaela per averlo registrato. Ciao a tutti.