Il congiuntivo in Italiano: omissione della particella “se”

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Il congiuntivo in Italiano: omissione della particella “se” 

L’uso della preposizione “a” seguita da un sostantivo in italiano ha diversi usi a seconda del contesto.  Nei casi di ubbio, incertezza o rammarico e delusione, la particella “se” può essere omessa, soprattutto in frasi esclamative.

Durata: 14 minuti

Avere il polso della situazione

Avere il polso della situazione (ep. 1148) (scarica audio)

Trascrizione

Avete mai sentito dire che qualcuno “ha il polso della situazione”? È un’espressione molto comune, ma da dove viene? E soprattutto, cosa significa?

Iniziamo dal termine “polso”.

In senso letterale, il polso è quella parte del corpo che si trova tra la mano e l’avambraccio; quella parte che ci permette di sentire il battito del cuore e di misurare la nostra vitalità. Ma quando parliamo di “avere il polso della situazione”, ci riferiamo a qualcosa di più astratto: è la capacità di comprendere a fondo ciò che sta accadendo intorno a noi, di anticipare gli eventi e di prendere decisioni in modo efficace.

Perché si usa questa espressione? Chi ha il polso della situazione è in grado di leggere i segnali che lo circondano e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti.

Si tratta di situazioni che possono cambiare in peggio improvvisamente, dove c’è bisogno di monitorare la situazione continuamente, di continuo, perché la cosa potrebbe sfuggire di mano. C’è bisogno che qualcuno abbia il controllo assoluto della situazione, che sia in grado di recepire i segnali di cambiamento, che si accorga se le cose cambiano e che sappia porre rimedio quando richiesto.

Vi faccio presente che l’espressione è simile a “stare sul pezzo” e infatti vi avevo già accennato proprio nell’episodio dedicato a quest’ultima espressione. In quell’occasione vi ho detto che le due espressioni non sono equivalenti.

A differenza di “stare sul pezzo”, che si riferisce soprattutto alle informazioni e al rimanere aggiornati, avere il polso della situazione è quasi esclusivamente utilizzata per tranquillizzare le persone in momenti di difficoltà, proprio perché, come vi ho detto prima, la situazione potrebbe peggiorare da un momento all’altro.

Tranquilli, non c’è problema ragazzi, ho perfettamente il polso della situazione

L’immagine è un medico che ha la mano sul polso del paziente e si accorge quando cambia il battito del cuore. Lui ha tutto sotto controllo, quindi ha il polso della situazione.

Possiamo usarla in molti contesti diversi.

L’allenatore della Roma va esonerato perché non ha il polso della situazione

Significa che l’allenatore non riesce a capire e gestire al meglio la squadra, la situazione della partita o più in generale il contesto in cui opera. Non è in grado di prendere decisioni efficaci, di motivare i giocatori o di adattare la strategia alle diverse circostanze.

Il polso della situazione si può anche perdere, non solo avere.

Se perdi il polso della situazione, rischi di commettere errori.

Spessissimo infatti si usa anche per criticare, per indicare la mancanza di certe capacità, per indicare una persona che pensa di sapere tutto e di avere tutto sotto controllo ma in realtà si sbaglia:

Luigi crede di avere il polso della situazione, ma si sbaglia di grosso!

Maria pensa di avere il polso della situazione, ma non ha idea di cosa stia succedendo.

Adesso ripassiamo.

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Ripasso in preparazione a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Ulrike: Oggi ho dato una scorsa al giornale e ho letto con sorpresa: “Nessuno ci salverà dalla crisi del clima!” – un titolo di “La Stampa” di oggi! Cosa ne pensate?

Marcelo: l’anno in corso sarà il primo in cui l’aumento della temperatura sarà superiore alla soglia degli 1,5 ºC! Se tanto mi da tanto, tra poco saremo tutti grigliati!

Danielle: Quanto tempo passerà prima che i leader globali reagiranno e si daranno da fare per trovare una soluzione duratura?

Khaled: Sembrerebbe che abbiano perso il polso della situazione e così rischiano di commettere errori costosi per tutta l’umanità!

Julien: te lo dico senza indugio, siamo in alto mare per trovare una soluzione globale al problema!

M6: e come colpo di grazia c’è l’ascesa dei governi negazionisti a destra e a manca! Oltre il danno, la beffa!

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Kappaò o fuori combattimento

Kappaò o fuori combattimento (ep. 1145) (scarica audio)

Trascrizione

Ci avete mai fatto caso che KO è OK hanno un significato opposto?

Eppure la parola “kappaò” (o KO), è l’abbreviazione della locuzione inglese knock out.

Kappaò ha un significato specifico e vari usi, che possono essere particolarmente utili e interessanti per chi sta imparando l’italiano.

Il termine viene dal mondo del pugilato.

Nel pugilato, “kappaò“, che spesso e volentieri si scrive con le due lettere k e o, indica la situazione in cui un pugile viene messo fuori combattimento con un colpo così potente da impedirgli di rialzarsi entro il conteggio di dieci secondi.

In questo contesto, “kappaò” è sinonimo di incapacità di continuare a combattere a causa di uno stato di incoscienza o incapacità fisica.

La versione abbreviata, “KO”, è un termine internazionale che viene riconosciuto e utilizzato anche in altre lingue, inclusa l’italiano.

Quindi KO in italiano sarebbe “fuori combattimento” e possiamo tranquillamente usare questa come modalità per esprimere lo stesso concetto, in ogni caso, letterale o figurato. Lo possiamo usare quasi sempre al posto di KO.

Esempi:

Durante il match, al terzo round, il pugile ha subito un kappaò.

In questo caso non si dice subire un fuori combattimento. Possiamo solamente usare “subire un ko”.
Possiamo però comunque usare “è stato messo fuori combattimento” al posto di “ha subito un ko”.

Nel linguaggio quotidiano italiano, “kappaò” e “fuori combattimento” sono usati spesso in senso figurato per indicare una situazione di estrema stanchezza o esaurimento. In questo caso, si usa per descrivere una persona che è “al tappeto” o che si sente “distrutta” o esausta.

Ricordate l’episodio dedicato al colpo di grazia?

Non c’è dubbio che dopo aver ricevuto il colpo di grazia, si viene messi ko, sebbene un colpo di grazia spesso prefiguri la morte, ben peggiore del ko! In contesti soprattutto sportivi però, il senso è il medesimo.

L’uso del termine ko e di “fuori combattimento” può essere utile per chi studia l’italiano perché è molto comune, informale e può aggiungere espressività al linguaggio.

Esempio:

Dopo otto ore di lavoro in piedi, ero completamente Kappaò.

Dopo otto ore di lavoro in piedi, ero completamente fuori combattimento

Si può anche parlare di una situazione di fallimento o sconfitta schiacciante, in particolare in ambiti che possono ricordare una “competizione” o una “sfida” (ad esempio, negli affari, nello sport o negli studi).

Questo significato enfatizza il senso di non riuscire a rialzarsi o recuperare la situazione, proprio come un pugile sconfitto sul ring.

Possiamo anche esprimere una sconfitta forte e definitiva.

Esempio:

La bocciatura all’esame di matematica ha lasciato conseguenze. Sono andato kappaò psicologicamente.

In definitiva, per usare ko e fuori combattimento, ciò che conta è il fatto di non riuscire più a proseguire, da ogni punto di vista, fisico o psicologico.

Oltre agli usi principali sopra descritti, “kappaò” può apparire anche in situazioni ironiche o esagerate. Ad esempio, può essere usato per descrivere una reazione a una notizia scioccante o a un evento particolarmente stressante o imprevedibile.

Esempio di utilizzo:

La notizia del costo della riparazione della macchina, mi ha messo kappaò!

Quella barzelletta mi ha messo Kappaò

I verbi che possono essere usati con Kappaò e quasi sempre anche anche con “fuori combattimento” sono:

– mettere (con la tua notizia mi hai messo Kappaò)

– subire (nell’ultima sfida ho un subito un Kappaò tremendo)

– mandare (es: il caldo mi ha mandato Kappaò)

– andare (dopo cinque ore di lezione sono andato Kappaò)

– essere (dopo che Laura mi ha lasciato ero completamente Kappaò)

– rimanere (quando ho visto il conto al ristorante sono rimasto ko)

– cadere (dopo l’ultimo colpo, il pugile è caduto Kappaò)

sentirsi (dopo due ore di corsa mi sentivo Kappaò).

Adesso tocca a voi. Cosa vi mette fuori combattimento o Kappaò?

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Ripasso in preparazione a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Marcelo: Ci sono molte cose delle quali posso dire di aver subito un kappaò, ma me ne viene in mente una che mi è successa la settimana scorsa.

Christophe: Ero in dirittura d’arrivo per finire una lunga lista di riparazioni che hanno interessato alcuni elettrodomestici che a quanto pare hanno deciso di rompersi tutti allo stesso tempo, quando di scatto mia moglie mi annuncia: “amore! Sai cos’altro non funziona più?!”

Ulrike: Senza aspettare la mia risposta, aggiunge: “il forno a microonde!”
Questa giornata è
tutto un programma!” le ho fatto io per tutta risposta.

Anne Marie: la mia faccia si è trasformata immediatamente, le sopracciglia si sono aggrottate e gli occhi spalancati come due piatti! Non immaginavo che ciò che era appena successo fosse foriero di ancora nuovi problemi!

M5: io mi sono guardato bene dall’improvvisarmi tecnico riparatore, ma non vi dico a quanto è ammontato il preventivo del servizio riparazione.

M6: però posso dire che mi ha lasciato kappaò! Pazienza!

Essere in dirittura d’arrivo

Essere in dirittura d’arrivo (ep. 1143)

Audio: 3 minuti circa

Descrizione

Essere in dirittura d’arrivo” è un’espressione idiomatica italiana che significa essere molto vicini a concludere qualcosa, che si tratti di un progetto, un viaggio o un obiettivo. Vediamo qualche esempio e a seguire un ripasso degli episodi precedenti.

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In ossequio a

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In ossequio

“In ossequio” è un’espressione italiana che indica rispetto, riverenza o obbedienza. Segue un ripasso delle espressioni precedenti a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente. Durata: 9 minuti circa

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